
Con questa raccolta l'autore, giunto ormai al termine dell'attività didattica, ha voluto gettare uno sguardo sul proprio passato di insegnante di filosofia e teologia ed ha pensato di raccogliere alcuni scritti, pubblicati in varie riviste o volumi, e riguardanti il pensiero filosofico e teologico di S. Tommaso d'Aquino, particolarmente in relazione alla svolta determinata dal Concilio Vaticano II. Si tratta di articoli scritti negli anni del Concilio ed in quelli immediatamente successivi, perché negli anni seguenti altri impegni, anche se non mi hanno impedito di continuare ad insegnare, tuttavia non mi hanno più lasciato il tempo necessario per altre pubblicazioni, che pure avevo in programma e per le quali avevo anche abbozzato alcuni appunti rimasti tali.
La ristampa in nuova edizione della rilettura in chiave attuale del testo dantesco. Ispirato ad un dialogo tra il filosofo Jean Guitton e l'ex presidente francese Francois Mitterand, un ritratto del mondo odierno e della storia del pensiero umano. Alla radice della genesi della Divina Commedia di Dante sta la profonda esperienza di cristiano vissuta dall'autore, la visione teologica che il cristianesimo non e solo religione, cioe insieme di principi dottrinali, ma soprattutto fede nel Dio fatto uomo, morto e risorto. Cercando di ritrovare questa dimensione, l'autore di questo libro ripercorre la storia contemporanea, puntualizzando nei Dieci Comandamenti i peccati del mondo di oggi e le sfide della fede.
Uomini di fede come don Ciotti e l'Abbe Pierre, politici come Pietro Ingrao e Luciano Violante, magistrati come Giancarlo Caselli a confronto con i grandi temi della vita.
Un'autobiografia "ragionata", ricca di tutto il travaglio umano e intellettuale di un autore sempre attento a ciò che accade in sé e fuori di sé per arrivare all'essenziale, a ciò che fa la vita, l'uomo uomo, l'amore amore, ecc. Perché, se questo avviene in sé, anche la città diviene tale, e la società, le relazioni, le amicizie, i conflitti, le strutture, la cultura escono finalmente dall'ipocrisia, perdono il potere asfissiante, si liberano della grettezza, della paura, della banalità e divengono libere, costruttive, si aprono alla "carità", all'agápe.