
Fino a non molto tempo fa, era opinione comune credere che il giudaismo fosse nato prima del cristianesimo. Oggi gli studiosi riconoscono che il quadro storico è decisamente più complesso. Questo volume fornisce una nuova interpretazione dei rapporti tra nascente cristianesimo e nascente giudaismo, dimostrando che si trattò di un parto gemellare, e non di una genealogia in cui uno fu padre dell'altro. Attraverso una lettura comparata di testi cristiani e talmudici, l'autore fa emergere le affinità e le differenze tra cristiani ed ebrei in merito al concetto di martirio, mettendo in luce come gli intensi e complessi scambi culturali che legarono indissolubilmente le due "nuove" religioni contribuirono non poco a definire e a rafforzare le diverse identità di mondo ebraico e mondo cristiano.
Rivista dedicata alla storia del cristianesimo e alla storia dell'interpretazione cristiana ed ebraica della Bibbia, dall'antichità ad oggi, tema centrale per le scienze umane e teologiche. "Annali di storia dell'esegesi" riserva sempre più spazio ai temi più attuali della storia del cristianesimo e dei fenomeni religiosi con una prospettiva interdisciplinare, nell'intento di seguire lo sviluppo contemporaneo della riflessione scientifica. Gli articoli sono attenti ai diversi ambiti culturali, dall'esegesi alla storia delle dottrine, dall'antropologia culturale alla letteratura, dalla storia dell'arte all'archeologia. In ogni fascicolo appaiono anche recensioni e rassegne critiche. Ogni anno si pubblicano numeri monografici. La rivista è aperta a una forte collaborazione internazionale come mostra il suo comitato scientifico.
Negare la religione del Leopardi è negare la sua poesia, che è preghiera cui nessuno risponde, ricerca senza alcun risultato, accusa che cade nel vuoto. Il rifiuto del poeta di credere è provocazione a Dio perché si riveli. Di fronte alle illusioni di questa e dell’altra vita, la sua religione diviene angoscia, smarrimento, solitudine: tutto è destinato allo scacco. Unica realtà rimane la morte. E tuttavia l’opera poetica del Leopardi è una delle più alte e commoventi testimonianze religiose del nostro Ottocento. Dio è allo stesso tempo la sua aspirazione più profonda e il bersaglio delle sue invettive. Leopardi è un cristiano che non sa credere in Dio.
Un libro importante per la critica letteraria e per la spiritualità.
Divo Barsotti (Palaia, 1914 - Firenze, 2006), pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira si trasferì a Firenze, dove iniziò la sua attività di predicatore e scrittore. Ai nostri giorni è unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo appena trascorso. La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri, molti dei quali tradotti in altre lingue, e diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità. Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura, studi su vite di santi, opere di spiritualità, poesie. Tra i suoi testi più importanti: Il Mistero cristiano nell’Anno liturgico, Il Signore è uno, Meditazioni sull’Esodo, La teologia spirituale di san Giovanni della Croce, La religione di Giacomo Leopardi, La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”, famiglia religiosa di monaci (sacerdoti e fratelli), che vivono in case di vita comune, e laici consacrati che vivono nel mondo; in tutto circa duemila membri. Vicino alla sensibilità del cristianesimo orientale, Barsotti ha, tra gli altri, anche il merito di aver fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano di Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo. Ha insegnato teologia per più di trent’anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso
Nel presente volume l’Autrice intende offrire l’eredità spirituale della beata Savina Petrilli, emula della sua concittadina santa Caterina da Siena, cioè “i valori e le scelte che l’hanno motivata e le intuizioni spirituali che da esse provengono, sempre guidata dal carisma, quale dono di grazia, sorgente della sua soda spiritualità”. Il libro, oltre che rivolgersi alla Famiglia religiosa delle Sorelle dei Poveri di Santa Caterina da Siena, consente anche ai laici di condividerne la spiritualità e la missione per il bene del corpo mistico che è la Chiesa.
Cristina Siccardi, nata a Torino nel 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere moderne con indirizzo storico, ha collaborato con La Stampa e La Gazzetta del Piemonte. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo: Pier Giorgio Frassati. Modello per i cristiani del Duemila (San Paolo, 2002); Rita Montella (2003); Monsignor Luigi Talamoni (San Paolo, 2004); Santa Vincenza Gerosa (San Paolo, 2004); Fratel Silvestro, la vite di Dio (San Paolo, 2006); Sulle tracce della Madre. L’eredità spirituale di Teresa Orsini Doria Pamphili Landi (San Paolo, 2006); Come aquila che plana. Savina Petrilli (2008).
Diventare anziani, non solo un dato cronologico inevitabile ma un vero e proprio percorso di vita da mettere in moto. Come è possibile essere anziani felici e capaci di mettere a frutto questa nuova stagione dell'esistenza? Sette preziosi consigli che ricordano a tutti il tesoro nascosto nell'incedere del tempo. Perché l'anzianità sia una scommessa da vincere per ciascuno di noi: con fantasia, passione, gioia ...
"Pellegrino di Roma" è un libro "rovente": messo all'Indice dalla Chiesa Cattolica, osteggiato fortissimamente e per questo ancora oggi introvabile, seppur ricercatissimo. Spesso citato dai maggiori filosofi laici contemporanei quali Cacciari o Galli della Loggia, è comunque sempre al centro del dibattito tra laici e cattolici. E' l'avvincente autobiografia di Ernesto Buonaiuti, sacerdote antifascista, scomunicato dalla Chiesa Cattolica per le sue idee, figura saliente del modernismo italiano, un movimento che scuoteva la teologia tradizionale e la sua cristallizzazione. Buonaiuti, attuale e rivoluzionario, mette in discussione la vecchia mentalità cattolica, sostenendo che l'evolversi della fede deve portare necessariamente ad una sempre nuova comprensione democratica. I dogmi religiosi devono riflettere le esigenze e le inquietudini dell'uomo, che sono oggi diverse da quelle delle origini. La collusione tra Chiesa e Stato Pontificio è la vera origine della degradazione cattolica. Da queste pagine appassionanti si leva un grido fortissimo contro la Chiesa in politica: il Cattolicesimo dovrebbe essere al di sopra delle vicende politiche e economiche; chiunque dovrebbe sentirsi cittadino di una città superiore e in quanto tale essere portavoce di equilibrio, di condiscendenza, di perdono nei confronti degli altri e mai di divisione e schieramento.
È una nuvolosa giornata di giugno quando Hape Kerkeling, comico televisivo e soprattutto notorio pigrone, decide di lanciarsi in quella che ritiene un’impresa folle, ma che «sente» di dover tentare: armato di uno zaino che pesa undici chili, del bastone del pellegrino e di un paio di pedule, Kerkeling si avvia lungo il Camino Francés che, dopo più di ottocento chilometri attraverso i Pirenei, i Paesi Baschi, la Navarra, la Rioja, la Castiglia-Léon e la Galizia, lo condurrà proprio davanti alla cattedrale di Santiago de Compostela.
Con curiosità e senso dell’umorismo, Kerkeling osserva e descrive in un diario puntuale posti remoti e affascinanti; racconta i suoi incontri con gli abitanti del luogo e con i pellegrini; annota i silenzi e le conversazioni, il senso di estraneità e di comunione con gli occasionali compagni di viaggio, la spossatezza e il dubbio, il bisogno di essere aiutato e la disponibilità ad aiutare, l’amicizia e quegli istanti sorprendenti – che lo ripagano di tutte le difficoltà affrontate – in cui si è sentito più vicino a Dio.
Una tesi radicale: "Il miglior cristiano è l'ateo". Una riflessione sull'importanza della religione che contiene in sé i desideri più profondi degli uomini. "Ateismo nel cristianesimo", una delle opere maggiori di Bloch, originariamente apparsa nel 1968, riunisce tutti i motivi (eretici, mistici, hassidici, apocalittici) sparsi nella sua produzione filosofica e li proietta sul fronte di una rivoluzione che realizzi l'"utopia concreta" e attraverso cui l'uomo ritrovi la "patria che a tutti brilla nell'infanzia e in cui nessuno ancora fu".
Il protagonista di questa intervista, Shahbaz Bhatti, che e' stato consigliere di Benazir Bhutto, segnala al lettore la vicenda del suo popolo e del suo paese.
Iraq, Libano, Israele, Palestina: il cristianesimo sta scomparendo dalle sue terre natali? Questo libro nasce dalla documentazione raccolta “dal vivo” in questi paesi, tra i più affascinanti e controversi del mondo. Lo scopo dell’autore, vicedirettore del settimanale Famiglia Cristiana,è il tentativo di fare il punto sulla vita dei cristiani in Medioriente.Quella che è la culla storica della cristianità assiste a un indubbio calo delle presenze dei cristiani, e se le cose continuassero con questa tendenza la situazione non potrà che peggiorare, fino al rischio della completa scomparsa dei cristiani da quelle terre. Una questione cruciale che Fulvio Scaglione affronta presentando situazioni concrete, testimonianze, interviste a personaggi autorevoli, comunità e semplici fedeli cristiani mediorientali.
Nella più comune manualistica letteraria viene generalmente messo in luce soltanto l'influsso, non sempre ritenuto positivo, che la religione avrebbe avuto sulla storia della letteratura italiana. Ben più importante e del tutto positiva è invece, secondo l'autore, l'influenza che la letteratura ha avuto sulla vita e sulla cultura religiosa degli italiani, grazie all'opera dei suoi più grandi scrittori ed artisti. Se nei primi secoli e finché la religione fu comunemente riconosciuta come il fondamento stesso della cultura e della vita civile, poeti e scrittori hanno variamente contribuito ad adeguare la dottrina cristiana alle esigenze del popolo e all'evoluzione della civiltà degli uomini, tra '800 e '900, tutti, credenti e non credenti, si sono più o meno radicalmente opposti alla nuova cultura fondata sulla fede nella scienza e sull'interesse economico, facendo del mistero di Dio e del bisogno dell'assoluto l'oggetto stesso della loro poesia. Ciò in virtù di quella naturale religiosità che sta alla base della vocazione poetica in ogni luogo e in ogni tempo.

