
È un piccolo trattato sulla preghiera silenziosa (così è il titolo originale), forma semplice di preghiera, forse troppo semplice per le nostre coscienze spesso inquiete e frammentate.
L’autore presenta il frutto di lunghi anni come animatore di sessioni sulla preghiera silenziosa, o preghiera semplice, o ancora, secondo il nome antico, «preghiera monologica», perché si tratta di ricentrarsi su se stessi attraverso la ripetizione del Nome di Dio per riconoscere che Dio è in noi e prestare attenzione alla sua presenza.
Ben conosciuta nell’Oriente, questa preghiera, dopo un periodo in cui fu praticata diffusamente anche in Occidente grazie all’influsso della mistica renana, è stata praticamente ignorata.
L’autore ne percorre la storia (dai Padri della Chiesa ai maestri contemporanei), spiega l’importanza del corpo e della respirazione per aiutare il credente a «ricentrarsi» sempre con l’avvertenza che non bisogna mai scambiare i mezzi per il fine e pian piano guida il lettore nell’apprendimento di questa modalità di preghiera, avvertendolo delle difficoltà, richiamando sempre il fondamento della carità e la necessità della disciplina in questa pratica, ma anche facendone quasi «gustare» il risultato. E lo fa con uno stile limpido e suadente, che conquista il lettore.
Punti Forti
• Il richiamo a una preghiera meno formale oggi sempre più forte.
• Lo stile chiaro e accattivante, pur trattando di una materia e soprattutto di una esperienza esigente e non comune.
Autore
Jean-Marie Gueullette, medico e teologo domenicano, è professore di teologia all’Università cattolica di Lione, dove è direttore del Centro interdisciplinare di etica. Profondo conoscitore di Meister Eckhart, ha dedicato i suoi studi particolarmente alla storia della spiritualità e all’influsso del grande mistico renano lungo i secoli. È animatore di sessioni sulla preghiera silenziosa, durante le quali trasmette i fondamenti di questa tradizione spirituale. Ha scritto molti libri di spiritualità. Con le Paoline ha pubblicato Padre Lataste. L’apostolo delle carceri (2011).
Insegnare ai bambini a pregare in questo particolare momento è seminare speranza e amore: "le prime preghiere imparate da bambino - afferma Papa Francesco - rimangono nel cuore, perché sono un seme di vita, il seme del dialogo con Dio". Questo sussidio vuole, quindi, accompagnare i più piccoli delle nostre comunità - anche con l'aiuto dei più grandi - a scoprire e fare proprie le parole con cui la comunità si rivolge al Signore, sia nella preghiera personale che nella celebrazione comunitaria.
«La preghiera semina gioia» è l'invito a entrare in un dialogo «no stop» con Dio su tutto ciò che riguarda «lui» e su tutto ciò che riguarda «noi». Passo passo, una breve sosta-riflessione per ogni giorno dell'anno. Alla luce delle Scritture, e accompagnati dagli «oranti» biblici, attraversiamo la nostra storia di salvezza. E, come in uno specchio, il volto di Gesù diventa sempre più luminoso: diviene «forma» e «senso» di tutto ciò che si muove nei cieli e sulla terra. Parallelamente la nostra «umanità» si disvela per quella che è: fragile, limitata e spigolosa, eppure amata a dismisura da Dio. Il libro, strutturato in 365 giorni, propone un itinerario, rigenerante, fondato su fondamentali valori umano-cristiani.
Unendo un'accurata lettura dei testi biblici alla ricerca del loro senso teologico, in queste pagine Daniel Marguerat intende riflettere sul senso del pregare e su questioni di fondo quali: Perché pregare? Quale Dio preghiamo? In che modo siamo esauditi?
San Paolo confida ai cristiani di Corinto che, in Asia, è scampato alla morte da una tribolazione superiore alle forze umane. E' stata una sorta di "sentenza di morte" che gli ha insegnato due cose: a non avere fiducia in sé stesso, ma in Dio che risuscita i morti, e a confidare nella preghiera di quanti cooperano con lui nell'annuncio del Vangelo. Cooperare con la preghiera: il verbo è unico, presente solo qui nel Nuovo testamento. Significa "intervenire soccorrendo con la preghiera" o semplicemente prestare una collaborazione con l'intercessione".
E' quanto testimonia la preghiera di padre Gaetano.
I Fondamenti della fede.
L’eredità di Benedetto XVI
Il cuore pulsante del ricco magistero di Benedetto XVI è stato il tema della fede. La collana “I fondamenti della fede” intende raccogliere, organizzare e diffondere il più possibile questa eredità. Costituita da dieci volumi, che attingono al suo ricco patrimonio di omelie, catechesi e discorsi, vuole proporre, attraverso le parole dirette di Benedetto XVI, una sintesi autorevole e completa della dottrina e della vita cristiana, per guidare i credenti a riscoprire la propria identità e aiutare quanti non credono a conoscere i contenuti fondamentali della fede.
Il volume mette a disposizione del lettore italiano tutte le preghiere recitate ogni giorno dagli ebrei che seguono il rito sefardita o spagnolo, integrate dalle varianti del rito italiano e, parzialmente, di quello ashkenazita o tedesco.La ricchezza dei testi è già di per sé prova inconfutabile di come la preghiera costituisca l'anima d'Israele, in quanto popolo eminentemente sacerdotale. Nei suoi testi liturgici si rispecchiano il pensiero, la consapevolezza dell'elezione divina, le speranze, l'intero mondo spirituale.La preghiera quotidiana d'Israele si suddivide in tre momenti obbligatori che, in tutti i riti ebraici, scandiscono la giornata: la preghiera del mattino, la più ampia della liturgia giornaliera, la preghiera del pomeriggio e la preghiera della sera.A questi tre momenti si aggiungono le preghiere che si consiglia di recitare individualmente appena prima del riposo (un po' come la compieta della tradizione cristiana) e soprattutto le benedizioni che, in varie occasioni, devono essere recitate in lode al Signore. Tra esse emerge per rilevanza la «Benedizione per il pasto», obbligatoria ogni volta che la famiglia si riunisce attorno alla mensa.
La preghiera più bella nasce da un'ispirazione dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo ci guida nella preghiera: ci fa fare esperienza di Gesù e sperimentare la paternità del Padre. La preghiera più bella é l'invocazione allo Spirito Santo, é lasciarsi guidare, illuminar, affascinare dalla bellezza del Padre e conquistare dallo splendore del Figlio. la preghiera più bella é preghiera vera, bella e buona che trasforma in veri, belli e buoni.
In questo piccolo testo di preghiera trovate la preghiera più bella, le preghiere classiche e le preghiere di guarigione per sperimentare che è possibile guarire con la preghiera.
Nella nostra vita inquieta e alla ricerca di senso, ci vengono proposti tanti metodi di meditazione da poterci addirittura confondere! Perché non ritornare invece alla secolare tradizione spirituale del nostro patrimonio cristiano? Per vivere l'intimità silenziosa con Dio abbiamo bisogno di punti di riferimento e queste pagine - un piccolo prezioso vademecum sulla preghiera - ci fanno condividere l'esperienza dei suoi autori, radicata nella tradizione spirituale della Chiesa. L'incontro silenzioso con il Dio vivente sarà allora fonte di approfondimento spirituale, di trasformazione interiore, di pace e di relazione più libera con il prossimo.
L'invocazione Abbà («Padre») rimane nella tradizione cristiana come il punto di svolta del rapporto con Dio. Inutile ricercare altre formule per esprimere l'originalità della fede e la profondità del rapporto che lega il cristiano con Dio Padre: Abbà dice tutto. Ci si potrebbe fermare a questa semplice invocazione, perché esprime l'intero contenuto della fede. In questo termine viene a confluire tutta la teologia, la cristologia e la pneumatologia; in esso si condensa il mistero del Dio trino. Il Padre ama e per questo genera il Figlio, dando tutto a lui come è prerogativa del suo amore. Nell'amare, comunque, non ha ancora dato tutto se stesso insieme al Figlio ed è per questo che tutti e due esprimono lo Spirito Santo come amore. La preghiera del Padre Nostro è consegnata nelle nostre mani perché ogni giorno possiamo ricordare con convinzione questo grande dono che Gesù ha fatto a quanti credono, amano e sperano in lui.
La preghiera è fondamentale per il cristiano, ma la preghiera del prete ha qualcosa di diverso, di proprio. A partire dalla propria esperienza di vescovo con competenza sui seminari e le università, Juan María Uriarte riflette sull'importanza della vita orante e propone ai sacerdoti e ai seminaristi spunti per approfondire la preghiera e per comprendere la spiritualità specifica del prete diocesano.
Lode, invocazione, supplica, lamentazione, urlo, atto di fede o di ribellione, dissacrante e che rasenta la bestemmia: la preghiera cristiana nella sua miriade di forme è un riferimento imprescindibile per la letteratura italiana, a partire dalle origini della produzione in volgare fino ai giorni nostri. La preghiera nella letteratura italiana è un'indagine di indubbio valore scientifico, composta di ottanta voci elaborate da studiosi e accademici di grande prestigio, che ripercorrono modalità di impiego e significati della preghiera da parte degli autori più interessanti del panorama letterario. L'intento è di offrire un panorama sufficientemente vasto a studiosi e a studenti di materie umanistiche, di teologia, di scienze umane, a quanti conservano la passione per la nostra letteratura, che potranno trovare in questo volume un utile punto di partenza. Ciò che importa è scoprire come nella preghiera entri tutta la vita, oggetto primo e ultimo della letteratura: la vita materiale delle tribolazioni patite, che protesta con Dio o gli chiede aiuto o consolazione, quella morale della coscienza che si accusa e domanda perdono, quella spirituale dell'anima che contempla e rende grazie.