
La Regola di San Benedetto offerta al grande pubblico in una edizione tascabile ed economica. "Ascolta, figlio, gli insegnamenti del maestro, e apri l'orecchio del tuo cuore". Secondo la tradizione san Benedetto nacque a Norcia nel 480 e morì a Montecassino nel 547. La sua vita ci viene descritta da san Gregorio Magno nel secondo libro dei Dialoghi. Dopo aver raccontato le gesta dell'uomo di Dio, san Gregorio ne elogia la dottrina e fa riferimento alla Regola che, "notevole per la discrezione e chiara per il linguaggio", ha guidato la vita di tanti monaci e monache nel corso dei secoli. Attraverso la Regola san Benedetto parla ancora a quanti cercano Dio nel silenzio e nella vita contemplativa.
Il libro raccoglie tre testi di poesia di Davide Rondoni nati, per urgenza e per commissione, intorno a tre figure emblematiche di genio, dubbio e grazia. Michelangelo, che parla tra delirio e visione, con l'opera a cui lavorò fino a quattro giorni prima di morire, la Pietà Rondanini, ora custodita in Milano. Tommaso apostolo, che dubitò della resurrezione di Cristo finchè non mise il dito nella ferita del costato, e il cui corpo arrivò a Ortona, in Abruzzo, dopo il viaggio di evangelizzatore nelle lontane Indie. E Paolo di Tarso, l'ebreo persecutore dei cristiani convertito, le cui parole tra tremore e fuoco toccano i misteri di Dio e dell'uomo. Tre testi di poesia contemporanea che toccano le antiche e sempre nuove questioni della vita umana. La poesia ancora una volta entra nel vivo del dibattito e della esperienza attuali, muovendosi con libertà e ardimento intorno alle figure storiche ed eterne del nostro essere geniali e affranti, uomini di fede e uomini di domanda.
Questo testo raccoglie le testimonianze su Elisabetta della Trinità dai Processi di Beatificazione. Per rendere più agile la lettura, il libro riporta una selezione dei testi più significativi del volume originale francese pubblicato dalla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi. Non si tratta di un documento dal valore storico in senso stretto, ma di un aiuto autorevole e nuovo per comprendere meglio la storia e la spiritualità di Elisabetta.
Angela da Foligno (1248-1309) era una bella donna:avvenente,intelligente e brillante. Le analisi biologiche e antropologiche eseguite nel 2008 parlano di una bellezza prorompente, esplosiva, quasi aggressiva. Aveva tutto per piacere e fece di tutto durante la sua giovinezza per essere ammirata e adulata,conducendo una vita “spericolata”,frivola,inconsistente e vuota. Ma Angela era bella soprattutto dentro,nel cuore,nell’anima,e questa bellezza interiore si è disvelata in modo nitido e luminoso dopo che il suo percorso esistenziale ha incrociato Dio, «seduttore dei cuori». Si è lasciata totalmente rapire da lui, raggiungendo vette mistiche del tutto ineffabili e comportamenti virtuosi radicalmente ispirati al vangelo. In questo libro,l’autore descrive dodici virtù che rendono più bella la figura di Angela. Ma non si limita a esporre la sua testimonianza esemplare; riporta e commenta anche alcuni illuminanti testi biblici e offre preziosi spunti di attualizzazione, esaltando la bellezza di un itinerario virtuoso,il cui esito è altamente positivo per la singola persona, che così diviene sempre più simile a Dio, e per l’intera società, che funziona al meglio solo se è costruita su un solido fondamento etico.
DODICI VIRTÙ PER I DODICI MESI DELL’ANNO,SEGUENDO L’ESEMPIO DELLA BEATA ANGELA DA FOLIGNO.
AUTORE Bernardo Commodi, nato a Gubbio (PG) nel 1945, è Ministro Provinciale dei Frati Minori Conventuali dell’Umbria, da anni si dedica allo studio della storia e della spiritualità francescane e dà alle stampe il frutto delle sue ricerche e riflessioni. Sulla Beata Angela da Foligno ha già pubblicato: Francesco d’Assisi e Angela da Foligno, Edizioni PorziuncolaCenacolo B. Angela, S. Maria degli AngeliFoligno 2001; Un tuffo nell’infinito. Spiritualità e attualità di Angela da Foligno,Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 2006;Un cammino di conversione con Angela da Foligno, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 2008.
LETTERA A PROBA
La preghiera di Agostino d’Ippona
Introduzione,traduzione e note a cura di Antonio Cacciari Perché,come e quando si debba pregare:questo l’interrogativo rivolto dalla nobildonna Proba ad Agostino.Ad esso egli tenta di rispondere nelle pagine di uno scritto che è dunque occasionale,ma che resta l’unico,nella mole imponente delle sue opere,espressamente dedicato a tale argomento. In questo breve testo, chi ha già qualche familiarità con gli scritti di Agostino ravvisa i tratti caratteristici del suo argomentare,i punti nodali del suo pensiero,il suo «punto di vista» teologico,che fu personalissimo e,nel contempo,profondamente influente nella storia della cultura (non solo cristiana). Chi ancora non conosce Agostino può a sua volta,per questi stessi motivi,penetrare non superficialmente nella vastità delle sue concezioni.
AUTORE
Aurelio Agostino nasce a Tagaste, in Numidia (attuale Algeria), nel 354. Compiuti i primi studi a Madaura, li termina a Cartagine, capitale dell’Africa romana. Affascinato dal manicheismo, si aggrega a questa setta. Nel 383 passa per Roma e raggiunge Milano,dove ottiene una cattedra di retorica.Qui attraversa una profondissima crisi mistica, che si conclude con il battesimo, ricevuto dalle mani di sant’Ambrogio. È l’inizio di un cammino cristiano che continuerà poi nella sua Africa, dove ritorna dopo la morte della madre Monica. Ritiratosi a vita monastica, viene consacrato sacerdote dal vescovo d’Ippona, al quale succede nel ministero episcopale.Muore a Ippona nel 430.
Fingendo di essere Girolamo redivivo, il monaco del IX secolo Pascasio Radberto, frequentatore della corte di Carlo Magno e figlio spirituale di una zia dell'imperatore, le scrive una calda lettera per illustrarle i pregi della vita monastica. Continuando la finzione, si rivolge a lei e a sua figlia come se fossero Paola ed Eustochio, le due matrone romane amiche del grande traduttore della Bibbia e monaco betlemmita. Per loro spiega i testi liturgici della festa dell'Assunzione, recentemente creati sulla base del Cantico dei Cantici; a loro spiega i misteri principali dell'incarnazione di Cristo secondo la dottrina dei concili; e soprattutto le esorta, insieme alle loro consorelle, a vivere santamente la loro vocazione monastica, sull'esempio di Maria vergine e madre, nella preghiera e nella pratica delle virtù, nella gioia del celebrare e nella perfezione della carità.
Lo Pseudo-Macario, al quale vengono attribuiti gli scritti qui raccolti, fu con ogni probabilità, un monaco vivente in una comunità monastica cenobitica dell'Asia Minore, nel IV secolo, al confine con l'area siriaca, in un ambiente pervaso da fermenti di radicalismo evangelico. Il Corpus dei suoi scritti si compone di discorsi, omelie, domande e risposte, lettere. Attraverso di essi l'Autore si propone di aiutare i suoi lettori nella conquista della salvezza dell'anima alla ricerca della verità - abbandonando desideri, passioni, opinioni false su Dio - attraverso la continua ricerca della volontà di Dio.
La distinzione tra «via antiqua» e «via moderna» propriamente assume significato solo quando, con l’apparire di una teologia ispirata da Ockham, saranno compresenti nelle università della cristianità due modi di insegnare la teologia: quello tradizionale e quello ockhamiano. Il segmento storico che questo volume considera è anteriore a Ockham, ma ci sembra che negli anni che vanno dalla morte di san Tommaso d’Aquino (1274) all’insegnamento di Duns Scoto a Parigi (inizi del Trecento) si assista ad una ricerca di rinnovamento dell’antico metodo teologico. Una ricerca di rinnovamento sia nel giudizio sulla presenza e lo statuto della ratio nel sapere della fede, sia per la visibilità di forme di teologia profilate non solo sulla ragione filosofica, ma sulle esperienze estetica e mistica e le loro capacità di generare intelligenza del mistero in ambito cristiano, ma anche in quello ebraico. Il volume tratta le figure di Sigieri di Brabante, espressione estrema di un naturalismo filosofico ispirato all’aristotelismo di Averroè; di Raimondo Lullo, che si distingue per il tentativo di conquistare alla razionalità della verità cristiana gli infedeli, in particolare i responsabili delle comunità e gli intellettuali; di Enrico di Gand, Egidio Romano, Goffredo di Fontaines e «principalmente il modo in cui il primo dà vita al più ambizioso e per certi versi audace tentativo scolastico di fondare scientificamente la teologia». Della teologia dei tre domenicani Eckhart, Enrico di Berg [Suso] e Giovanni Tauler, è posta in luce la base scolastica del loro edificio spirituale; l’emblematica figura di Pietro di Giovanni Olivi si rivela filo conduttore per una rivalutazione della storia delle idee in ambito francescano prima di Duns Scoto; il «teologo Dante» esprime nella bellezza, secondo l’arte di cui dispone, la verità della Parola, e configura quindi un’estetica del mistero o epifania della sua gloria. Duns Scoto, infine, è il teologo che, mentre sottolinea con forza il fine pratico della scienza teologica, che deve alimentare lo slancio di carità, ne esaspera l’attitudine alle analisi dialettico-speculative. Se in questo volume il fuoco principale è concentrato sulle vicende scolastiche e quindi speculative dell’ultimo quarto del secolo XIII e sulle loro interne ricerche di rinnovamento, in esso si documenta anche il riemergere della «teologia mistica», che risponde a una più immediata esigenza esperienziale del divino. Non solo in ambito cristiano, con la mistica renana, le inquietudini presenti nei teologi francescani del tardo Duecento, le visioni poetiche di Dante, ma anche nell’ambito ebraico si acuisce il bisogno di conoscenza mistica che si esprime nel Chassidismo e nella Qabbalah.
La libertà umana è il tema centrale de Contro il Fato. Questo è un dialogo tra Bardesane, da un lato, e Avida e i suoi discepoli Bar Yammâ e Filippo, dall’altro. Bardesane svolge il ruolo di guida, analogo a quello di Socrate nei dialoghi platonici; mentre Filippo è la voce narrante che riferisce l’intero Dialogo. Bardesane discute le dottrine caldaiche improntate al determinismo astrale, secondo cui la configurazione astrale alla nascita di una persona, cioè l’oroscopo, e l’astro dominante nella fascia climatica in cui questa vive, ne determinerebbero gli eventi della vita e perfino le scelte morali e i comportamenti. Contro queste teorie Bardesane difende con vigore il libero arbitrio, dono di Dio ad ogni creatura umana che di Dio è immagine.
La presente edizione è la prima a livello mondiale che riporta il testo critico siriaco e la traduzione a fronte in una lingua moderna. Presenta una completa disamina delle fonti su Bardesane e una rilettura critica sistematica del suo pensiero. Anche se nella sua forma finale il Dialogo sembra attribuibile alla scuola di Bardesane e non è esente da qualche corruzione testuale, esso riflette fedelmente le idee del maestro. Il Dialogo è giunto a noi nella sua forma integrale in siriaco, nella versione latina delle Pseudoclementine e, frammentariamente, nella versione greca contenuta nella Praeparatio Evangelica di Eusebio.
L'Adversus haereses, intitolato originariamente da Ireneo di Lione Smascheramento e confutazione della pretesa gnosi, è un'opera in cinque libri nella quale il vescovo di Lione si propone di confutare lo gnosticismo, del quale era un ottimo conoscitore e del quale avvertiva tutti i pericoli. Lo stile brillante e la profonda cultura sia biblica sia classica, uniti a una solida formazione cristiana, fanno di quest'opera una delle fonti più antiche e autorevoli sulle dottrine gnostiche e al tempo stesso un'ampia esposizione della dottrina cristiana e della fede della Chiesa.
La lettura delle opere di Edith Stein suscita stupore e ammirazione per la capacità da lei dimostrata di spaziare in molti campi del sapere, ma, soprattutto, per la sensibilità che le consente di esaminare tutti i “fenomeni” – tutto ciò che si presenta all’essere umano e, in primo luogo, se stesso come fenomeno – con occhi disincantati, con grande realismo e atteggiamento critico, senza sottacere nulla, anche ciò che può apparire sgradevole. Tuttavia, mentre emerge il grande sforzo intellettuale e morale di mettere in evidenza ciò che è positivo, si manifesta con altrettanto vigore l’intento di ricercare l’equilibrio, l’armonia.
Ripercorrendo la sua vita e i suoi scritti è possibile mostrare come “cose” che sembrano fra loro opposte sono da lei armonizzate nella concretezza della sua esistenza e nella sua indagine teorica, perché ella ha scoperto che al fondo di tutto c’è un’unica verità. Il “mettere armonia” è rintracciabile, pertanto, nella continuità da lei vissuta fra ebraismo e cristianesimo, nell’analisi della complessità dell’essere umano, in riferimento al quale corpo e anima, maschile e femminile, individuo e comunità solo apparentemente sono in contrasto, nella conciliazione fra ragione ed esperienza religiosa, fra filosofia e mistica. Non si tratta di ignorare le differenze, che sono, anzi, analizzate con grande acutezza, ma di scoprire, al di là di esse, la possibilità di un accordo, sofferto, perché esso si presenta come una sfida per l’essere umano.
L’intento di questo libro è di mostrare tutto ciò attraverso un percorso documentato nei brani antologici, che sono parte integrante dell’indagine e che ne costituiscono il sostegno teorico. Attraverso di essi il lettore, infatti, può saggiare facilmente e personalmente la validità dell’operazione del “mettere armonia”, proposta dalla pensatrice tedesca.
Angela Ales Bello è professore ordinario di Storia della Filosofia Contemporanea presso l’Università Lateranense, già decano della Facoltà di Filosofia, ed è professore a contratto presso la LUMSA. Dirige il Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche con sede in Roma, affiliato a The World Phenomenology Institute (Hanover, N.H. USA), e fa parte del comitato di redazione di numerose riviste italiane e straniere, fra le quali «Inquiry» (USA). Le sue pubblicazioni sono rivolte ad indagare la fenomenologia tedesca in rapporto alle altre correnti del pensiero contemporaneo sotto il profilo storico e teoretico.
È co-curatrice della traduzione italiana delle Opere di Edith Stein. Fra i suoi libri più recenti: L’universo nella coscienza. Introduzione alla fenomenologia di Edmund Husserl, Edith Stein, Hedwig Conrad-Martius, ETS, Pisa 2007² e The Divine in Husserl and Other Explorations, Analecta Husserliana, vol. XCVIII, Springer, Dordrecht 2008.