
Raccoglie le Carl Newell Jackson Lectures tenute dal Werner Jaeger alla Harvard University nel 1960.
Partendo dall'equilibrio e dalla conoscenza dell'uomo che vengono espressi nella Regola di san Benedetto, l'autore propone delle "riflessioni di vita", raccolte attorno a tre grandi temi antropologici: Io (dimorare in se stessi); Noi (stare insieme); Noi e Voi (una presenza per il mondo). L'impostazione è positiva e serena, costruita sulla convinzione che ogni persona è un valore, da accogliere, rispettare, accompagnare e sviluppare. Il passaggio della riflessione dal singolare (Io) al plurale (Noi) e alla società (Noi e Voi) è un modo per articolare una spiritualità dell'uomo e del mondo; una spiritualità del presente, con le sue radici nell'identità delle persone e dei gruppi sociali e con la sua novità resa fatto di vita dall'incontro tra gli uomini.
Una piccola Spoon River cristiana del IV secolo lascia intravedere la rete di amicizie familiari e personali di Gregorio.
Antonio Abate, cristiano, nativo di Alessandria d’Egitto, vissuto a cavallo tra il III e il IV secolo e morto nel 356, è considerato il padre della vita monastica cristiana. Avendo ascoltato il passo del Vangelo: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi tutto quello che possiedi, dallo ai poveri e vieni, seguimi, e avrai un tesoro nei cieli» (Mt 19,21), Antonio distribuì alla gente del suo villaggio i campi che aveva ereditato dai genitori, e riservò una somma per sua sorella. Ascoltò poi la frase «Non preoccupatevi del domani» (Mt 6,34) e allora donò il denaro che gli restava ai poveri e iniziò a praticare la vita ascetica nel deserto egiziano. Divenne un punto di riferimento per molti altri eremiti che vivevano nella regione, ma anche per i cristiani di Alessandria e del Basso Egitto che andavano a chiedergli consigli. Raccolse intorno a sé molti discepoli. Ma soprattutto la biografia che scrisse Atanasio divenne un manifesto per la vita monastica, un vero best-seller: ogni monastero ne aveva almeno una copia, e venne tradotta velocemente in molte lingue.
È molto venerato come santo, da tutte le confessioni cristiane.
La presente edizione è la prima, in assoluto, edizione italiana con testo critico greco e traduzione a fronte.
Atanasio di Alessandria (295 ca. – 373) è padre e dottore della Chiesa, ed è venerato come santo sia dalla Chiesa cattolica che dalla Chiesa ortodossa.
Dotato di ottima formazione letteraria e teologica, nel 318 entra nel clero di Alessandria d’Egitto. Con il suo vescovo Alessandro partecipa al Concilio ecumenico di Nicea nel 325. Nel 328 diventa vescovo di Alessandria d’Egitto: è l’inizio del suo lungo episcopato contrassegnato da aspre lotte sulla purezza della fede. Subì l’esilio tre volte. Durante i suoi soggiorni forzati a Treviri e a Roma diffuse l’ideale della vita monastica. Ritornato nella sua sede di Alessandria promosse l’evangelizzazione di molte regioni dell’Egitto e dell’Etiopia.
ll volume esamina la formazione del pensiero cristiano nel mondo antico, a partire dalla predicazione evangelica e apostolica, allorquando la società cristiana, staccatasi oramai definitivamente dalle sue origini ebraiche, è proiettata con sempre maggiore interesse alla diffusione e alla “conquista” del mondo pagano circostante. Per una tale conquista i contatti - anche se frequentemente polemici - con la cultura greca e latina sono essenziali. Come si attua la formazione di una letteratura, di un diritto e di una legislazione romano-cristiana, così sorge anche un pensiero cristiano nel contatto con la filosofia greca. Parlare di “pensiero cristiano” significa volersi distinguere dal concetto più generale di “patristica”, per concentrarsi su di un ambito di ricerca e di problemi specifico e definito. Per questo motivo il presente volume giunge senza soluzione di continuità fino al pensiero medievale, latino e bizantino. Si è ritenuto necessario aggiungere una ricca copia di testi, che costituiscono un’antologia mai tentata fino a ora, affinché il lettore possa avere un diretto contatto con il pensiero cristiano dei primi secoli.
Claudio Moreschini ha insegnato Letteratura Latina e Letteratura Cristiana Antica all’Università di Pisa, e attualmente è uno dei docenti nel corso di scienze religiose dell’Istituto Patristico Augustiniano di Roma. Autore di più di trecento pubblicazioni scientifiche e divulgative, ha rivolto la sua attenzione soprattutto al mondo tardo antico, pagano e cristiano, dei secoli II-VI, e ha pubblicato edizioni critiche di testi cristiani (Tertulliano, Cipriano, Gregorio di Nazianzo) e pagani (Apuleio e Boezio) presso editori internazionali (Les Belles Lettres, Oxford University Press, Brepols e Teubner). Oltre che di numerosi articoli su riviste specializzate, è autore di saggi su Apuleio filosofo, Gregorio di Nazianzo e i Padri Cappadoci, Boezio.
Descrizione dell'opera
Poeta tardoantico del V secolo, nativo di Panopoli, Nonno ha composto il più lungo poema mitologico di tutta la letteratura greca, le Dionisiache e, sul versante cristiano, con la Parafrasi ha scelto di tradurre nella sublime musica di eleganti esametri il Vangelo secondo Giovanni, il più consono ad attuare un maggiore richiamo alla filosofia classica e neoplatonica. Mosso dall'intento di realizzare una poesia valida dal punto di vista teologico, un commentario sui generis al quarto vangelo capace di dialogare con un pubblico cristiano, ma anche pagano, poco incline allo stile umile delle Scritture, il poeta di Panopoli recupera il bagaglio espressivo della cultura classica, unita al fascino per la divinità di Cristo.
Frutto di una nuova complessiva riconsiderazione della tradizione manoscritta, il testo preso in esame è il Canto sesto della Parafrasi, che presenta l'episodio del miracolo dei pani, la traversata di Cristo sulle acque, il discorso di Cafarnao e la confessione di fede di Pietro. Riproponendo queste tematiche nel raffinato intreccio del codice biblico e di quello epico, Nonno intraprende il difficile lavoro parafrastico anche con il proposito di armonizzare alcuni di quegli aspetti che possono condurre a una sovrapposizione tra paganesimo e cristianesimo, sollecitando il lettore dotto al riconoscimento della portata allusiva insita nei suoi versi. Ecco allora che la figura di Cristo, cantata con i toni dell'epica eroica, può richiamare per certi aspetti Dioniso, Iside o Serapide. Il paganesimo ormai in decadenza si mostra pronto ad accogliere motivi cristiani, per attuare un rinnovamento alla luce della nuova spiritualità dominante. Grazie all'originalità stilistica e all'eleganza letteraria, il sincretismo nonniano rende la Parafrasi uno dei testi poetici più creativi non solo della cultura tardoantica e protobizantina, ma anche di quella cristiana.
Guidato da un'ampia introduzione e da un ricco commentario alla comprensione dei problemi esegetici, teologici e filologici che l'arduo testo parafrastico sottopone, il lettore rimarrà affascinato dalla raffinata poesia cristologica nonniana, già apprezzata e ritenuta altamente edificante nel periodo umanistico.
Sommario
Premessa. Bibliografia e abbreviazioni. Introduzione. 1. Una lettura del canto sesto della Parafrasi. 2. Tecnica parafrastica, lingua e stile. 3. La tradizione manoscritta. Stemma codicum. Conspectus siglorum. PARAFRASI DEL VANGELO DI SAN GIOVANNI. CANTO SESTO. Testo e traduzione. COMMENTO. Indice degli argomenti e delle cose notevoli. Indice dei termini greci.
Note sulla curatrice
ROBERTA FRANCHI è laureata in lettere classiche, con una tesi in Letteratura cristiana antica, svolta presso la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Firenze, ove ha conseguito anche il dottorato di ricerca in Filologia greca e latina. Ha ottenuto un master in studi storico-religiosi all'Università L'Orientale di Napoli. Dopo aver trascorso un periodo di ricerca all'Institut für Klassische Philologie, Mittel-und Neulatein dell'Università di Vienna, attualmente svolge attività di ricerca presso l'Università di Aarhus (Danimarca), dove sta lavorando a una traduzione italiana con commento del dialogo Il libero arbitrio di Metodio d'Olimpo. Si occupa prevalentemente di poesia cristiana, di Metodio, di mariologia e di gender studies.
Descrizione dell'opera
La libertà di culto concessa ai cristiani nell'anno 313 con l'editto degli imperatori Costantino e Licinio ha dato origine a una «buona pratica» di devozione e penitenza - il pellegrinaggio in Terrasanta - che ha prodotto resoconti e guide di viaggio spesso arricchiti da minuziose descrizioni dei luoghi.
Con comodità e relativa sicurezza, i pellegrini potevano percorrere le strade mantenute in efficienza dall'apparato amministrativo dell'Impero Romano per le necessità del servizio postale, che per il suo funzionamento disponeva di dettagliati documenti itinerari.
Quel poco che è sopravvissuto al naufragio pressoché totale degli scritti di carattere pratico dell'antichità permette oggi di ricostruire il canovaccio essenziale del percorso sul principale asse di collegamento tra l'Europa e la Terrasanta nel IV secolo, momento di esplosione del pellegrinaggio cristiano.
Il volume prosegue una collana di brevi saggi di tema teologico, filosofico, storico, archeologico o di spiritualità, affrontati da specialisti di grande competenza, noti e meno noti, che offrono uno sguardo inedito sull'aspetto preso in considerazione. Si tratta di argomenti di interesse culturale che spesso intersecano l'attualità.
Sommario
Introduzione. I. LA STRADA ROMANA. II. ITINERARI, GUIDE E MEMORIE DI VIAGGI. Itinerari scritti. L'Itinerarium Antonini. Carte itinerarie. La Tabula Peutingeriana. Memorie di pellegrinaggi. L'itinerario di Eteria. III. IL DIARIO DI VIAGGIO DEL PELLEGRINO DI BORDEAUX. Itinerarium Hierosolymitanum o Burdigalense. Inquadramento storico. Analisi dell'itinerario. L'autore. IV. LA VIA DEI PELLEGRINI NEL IV SECOLO. Bitinia. Galazia. Cappadocia. Cilicia. Siria. Fenicia. I luoghi santi. La Città Santa. Pellegrinaggio al Giordano. Pellegrinaggio a Hebron. Conclusione. Note. Mappe e itinerari. Bibliografia.
Note sull'autore
GIOVANNI UGGERI è professore ordinario di Topografia antica all'Università La Sapienza di Roma. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, è direttore del Journal of Ancient Topography, la rivista che pubblica studi di topografia e urbanistica del mondo classico.
Il volume raccoglie saggi che focalizzano aspetti nodali e spesso ingiustamente trascurati del complesso e multiforme rapporto Vangelo-Trasmissione-Verità. Infatti l'annuncio cristiano, le modalità e il senso della sua trasmissione nei primi secoli del cristianesimo e nel corso della sua storia successiva, la coniugazione delle verità cristiane con le emergenze storiche, costituiscono un ambito vivo della ricerca più recente che vede il riavvicinamento, in prospettiva multidisciplinare, di ambiti di studio differenti: storia del cristianesimo antico, teologia patristica, storia dell'esegesi ed ermeneutica, storia della spiritualità, epistemologia teologica, liturgia, ecclesiologia e cristologia. Un libro rivolto a tutti gli specialisti della ricerca teologica secondo quanto ha affermato il gesuita Enrico Cattaneo cui questi studi sono dedicati: "Credo che il compito del teologo-storico sia di stabilire dei ponti, tra esegesi e storia, tra storia e teologia, perché si sono operate troppe fratture".
Si inaugura l'edizione critica degli scritti di Girolamo, traduttore ed esegeta che ha dato un contributo determinante alla definizione delle radici della cultura europea.
Il presente volume raccoglie una serie di articoli sulla genesi della civiltà cristiana, scritti da Fabrizio Bisconti, stimato esperto di iconografia cristiana, e apparsi su L'Osservatore Romano tra il 2007 e il 2012. In particolare i contributi qui presentati sono suddivisi in tre capitoli (le storie, i monumenti e le figure) che hanno l'intento di delineare, secondo un'ottica interdisciplinare, le prime forme evolutive della Societas Christiana e delle sue manifestazioni scritte, architettoniche e iconografiche, portando così alla luce i volti e le gesta dei protagonisti dell'Antico e Nuovo testamento, dei Padri della Chiesa, della prima gerarchia ecclesiastica, ma anche i monumenti presenti nei luoghi di culto. Filo conduttore di questa raccolta di articoli è la documentazione iconografica, (di cui il volume offre una valida testimonianza grazie alle numerose immagini a colori) specchio immediato ed eloquente, attraverso il quale l'autore ha fornito uno strumento a tutti coloro che vogliono approfondire la conoscenza dell'origine della civiltà cristiana.
Una “biografia doppia” in cui l’Autore intreccia – come in un romanzo – la vita di un protagonista della storia europea e quella della moglie, rievocando luoghi, personaggi, vicende e voci di un periodo storico che ha segnato la nascita dell’Europa moderna e il volto del cristianesimo come lo conosciamo oggi. Della vita di Caterina, a differenza del celebre marito, rimangono pochissime testimonianze oltre agli scritti di Lutero stesso e di qualche contemporaneo. Fu però una figura tutt’altro che marginale: in ventuno anni di vita in comune, l’ex monaca diede al marito sei figli; collaborò con lui come confidente e, in sua assenza, come alter ego, sovrintendendo da imprenditrice alla gestione dell’ex convento agostiniano di Wittenberg, dove ospitò alla tavola familiare professori, studenti e visitatori illustri. La prosa chiara e documentata e il particolare taglio narrativo dell’opera guidano il lettore a conoscere la figura e il pensiero di Lutero e a coglierne «la profonda religiosità» (Giovanni Paolo ii).