
Cristina, eremita e poi badessa del monastero di Markyate, visse nell’Inghilterra del XII secolo. La sua vita la colloca sicuramente tra una delle più determinate e coraggiose donne della sua epoca se si prende in considerazione il concetto e il ruolo che la donna aveva nel Medioevo. Conoscerla fa ammirare la sua forza. Grazie alla sua determinazione riuscì a contraddire lo stile di vita che i suoi familiari le volevano imporre scegliendo, per volontà propria, il suo personale destino: vivere cioè una vita consacrata alla preghiera e all’ascesi nel monastero.
Nata a Huntingdon nell’anno 1100 ca., fatta sposare con inganno con Burtredo, malgrado l’ostilità dei suoi familiari porta a compimento il suo desiderio di diventare una sponsa Christi. Per ottenere questo fugge dalla casa paterna dove viveva anche dopo il suo non desiderato e mai compiuto matrimonio e dove subì moltissime persecuzioni e umiliazioni dalle persone a lei più care.
Dopo la fuga, per non essere ritrovata dal marito e dai parenti, che non smettevano di ricercarla, si nascose per diversi anni a Flamstead dall’anacoreta Alfwena, e poi a Markyate dall’eremita Ruggero. Soltanto dopo la morte del vescovo di Lincoln Roberto Bloet, che apparteneva al gruppo dei suoi detrattori, Cristina finalmente poté uscire dal suo nascondiglio e pronunciare i voti solenni nel 1131.
Il volume è diviso in due parti: la prima, che ha una funzione introduttiva, prende in esame i dati biografici di Cristina (Teodora) di Markyate. Sono analizzati i personaggi importanti che svolsero un ruolo determinante nella sua vita, tra i quali si trovano il vescovo di Durham, Ranulfo Flambard, il vescovo di Lincoln, Roberto Bloet, l’eremita Ruggero e l’abate Goffredo di St. Albans.
Inoltre si presenta la complicata e, allo stesso tempo, affascinante storia del manoscritto, conosciuto oggi con il nome di Cotton Tiberius E1, custodito nella British Library di Londra, nel quale si trova la Vita de Sancta Theodora, que Christina dicitur. Si tratta anche della questione del committente e dell’autore dell’opuscolo.
La seconda parte, invece, contiene l’edizione critica con il testo italiano a fronte.
In Italia, dove il potere della Chiesa per lungo tempo non è stato controbilanciato da quello di uno Stato in grado di arginarlo, sembra che l'unico atteggiamento possibile nei confronti di tutto ciò che riguarda la religione sia l'alternativa adesione/rifiuto. Tuttavia, prima di accapigliarsi sulle vere o presunte "radici cristiane dell'Europa", non sarebbe opportuno acquisire maggiore consapevolezza del ruolo del cristianesimo nella storia del continente e, soprattutto, dei cambiamenti che ha attraversato dalle origini ai giorni nostri? La Riforma protestante, nata dal pensiero e dall'opera di Lutero, è senza dubbio uno dei più importanti. Con quell'atteggiamento teso a comprendere, più che a giudicare, che Marc Bloch sosteneva essere una delle principali caratteristiche del lavoro storico, l'autore presenta la vicenda biografica di Martin Lutero e offre a un pubblico di non specialisti gli strumenti per comprendere le implicazioni più profonde e durature della Riforma iniziata con le sue novantacinque tesi. Nell'ultimo capitolo vengono passate in rassegna le interpretazioni della figura di Lutero, con una particolare attenzione alla cultura italiana.
Con una documentazione dettagliata, frutto di una raffinata erudizione, l'autore traccia le grandi linee della spiritualità cristiana da san Gregorio a san Bernardo, offrendo nuovi dati di lettura e particolari ancora poco conosciuti. Lo studio delle istituzioni, dei movimenti, delle mentalità e delle correnti ideologiche, dei documenti collettivi o anonimi apre nuovi orizzonti e ampie prospettive sulla stagione del Medioevo che va dal VI al XII secolo. In questo quadro si delineano la vita spirituale dei regni successivi alle invasioni dei barbari, il fervore religioso dei secoli X e XI, le figure di sant'Anselmo e di san Bernardo, il ruolo dei certosini e dei cistercensi.
Sommario
I. La dottrina di san Gregorio. II. L'invasione irlandese. III. La vita spirituale nei regni barbarici. IV. Il rinnovamento carolingio. V. Il fervore al tempo dell'anarchia e della riforma. VI. Gli ordini nuovi. VII. La tradizione benedettina. VIII. La scuola cistercense. Bibliografia. Abbreviazioni. Indice degli autori antichi, personalità menzionate, opere anonime. Indice degli autori moderni. Indice dei luoghi. Indice dei temi svolti.
Note sull'autore
Jean Leclercq (1911-1993), benedettino francese, storico, monaco dell'abbazia di Clervaux, è stato studioso universalmente noto del monachesimo medievale, curatore dell'Opera omnia di san Bernardo e autore di altri testi, tra cui L'amour des lettres et le désir de Dieu, pubblicato a Parigi nel 1957 e tradotto in molte lingue.
Questo quarto volume della serie - secondo di due dedicati a Bonaventura da Bagnoregio - presenta la "Legenda maior", l'opera in cui l'"erede" di Francesco narra la vita strana e meravigliosa del fondatore dell'ordine, e salvatore dello stesso Bonaventura, il quale, ammalatosi gravemente da bambino, attribuisce a san Francesco la propria guarigione. L'opera nel suo complesso si articola in sei volumi, e copre il primo, fondamentale secolo della letteratura francescana (all'incirca dall'inizio del Duecento all'inizio del Trecento). Il primo volume, uscito nel 2004, raccoglie gli scritti di Francesco, di Chiara e dei loro contemporanei; il secondo, del 2005, quelli di Tommaso da Celano, Giuliano da Spira, l'Anonimo Perugino e i detti di Francesco nella tradizione agiografica; il terzo, del 2012, le opere mistiche di Bonaventura: l'"Itinerarium mentis in Deum", la "Vitis mystica" e i "Sermones".
Attraverso una indagine sulle donne, con le quali Gregorio Magno entrò in contatto durante il suo lungo pontificato, viene recuperata la sfaccettata realtà femminile del tempo. Più che la sua ricca produzione esegetica ed omiletica, invocata peraltro quando è sembrato utile qualificare concettualmente alcuni temi, è il suo "Registrum epistularum" che ha consentito di sviluppare la ricerca e fondarla sul dato storico anziché teorico. Per ordinare la vasta materia si è presa in prestito, nelle linee generali, la partizione in vergini, vedove e sposate applicata dallo stesso pontefice durante la progettazione e la realizzazione a Roma delle laetaniae septiformes. Il pensiero gregoriano sulle donne e sulla loro collocazione in una scala di valori che recupera il magistero delle Auctoritates e finisce con l'accreditare, nonostante alcuni distinguo, vecchi convincimenti sull'impurità e sulle imperfezioni del corpo femminile, si delinea in realtà non privo di ambiguità e, talvolta, di contraddizioni, ma sempre improntato a grande attenzione, sensibilità e senso dell'equilibrio. Non si registrano in Gregorio Magno i rigori della dottrina ufficiale che, ad esempio, esaltava, a discapito dell'opzione matrimoniale, la castità quale unica forma di vita 'eccellente' al femminile. Gregorio prese in considerazione le donne nella loro quotidianità e ne ascoltò i disagi e i problemi.
L’Esposizione accurata della fede ortodossa, più nota con il titolo latino De fide orthodoxa, scritta nell’VIII sec., anteriormente allo scisma d’Oriente, sintetizza in sé in modo originale sia il pensiero patristico greco sia le decisioni dottrinali dei primi sei concili ecumenici e costituisce tuttora un punto di riferimento fondamentale per la teologia ortodossa e cattolica. L’Introduzione delinea un profilo dell’autore nel suo contesto storico-teologico. La traduzione e le note mirano a favorire la comprensione del trattato. Al Commento filosofico è affidato l’approfondimento metafisico, in prospettiva neoplatonico-tomista, del concetto fondamentale del testo, quello di ipostasi, sorto nel neoplatonismo pagano, trasformato dai teologi cristiani in quello di persona, che è divenuto uno dei “talenti” più originali del pensiero occidentale e costituisce una risorsa per uscire dalla crisi culturale e morale odierna.
Prima edizione in lingua italiana con testo critico greco a fronte.
Introduzione, traduzione, note e commento di Matteo Andolfo.
Testo critico a cura di Kotter.
Giovanni Damasceno - (650-750 ca.), siriano, ma di formazione greca, conoscitore della lingua araba e della cultura islamica al punto da essere stato funzionario del califfo omayyade. Scelse poi la vita monastica a San Saba, presso Gerusalemme. Grande conoscitore del cristianesimo siriaco, è uno dei principali rappresentanti della cultura bizantina dell’VIII sec. Per le sue doti e opere filosofico-teologiche è stato proclamato da papa Leone XIII dottore della Chiesa universale. Personaggio di grande attualità perché vissuto in una mondo di profonde e rapide trasformazioni e fortemente multiculturale.
Su richiesta dei letterati cinesi, Ricci dialogava con loro trattando l'argomento del Signore del Cielo - cioè di Dio. Il suo Catechismo, intitolato Il vero significato di "Signore del Cielo" e pubblicato a Pechino nel 1603, ha descritto questa originale e attualissima forma di catechesi, valida per annunciare il Vangelo a qualunque cultura. Il dialogo può riassumersi così: Cinese: Vorremmo conoscere l'insegnamento che riguarda il Signore del Cielo. Ricci: Sono venuto dall'Occidente proprio per far conoscere il Dio di cui parlano le nostre Scritture. Cinese: Non sappiamo leggere le vostre Scritture. Ricci: Ma possiamo parlare di Dio usando la ragione naturale. Cinese: Certo! L'uomo è dotato della retta ragione per sondare la profondità delle cose, così come l'uccello è fornito di due ali per librarsi sulle foreste della montagna. Ricci: Fin dall'inizio della creazione esiste la Via del Signore del Cielo, che è da sempre presente nel cuore dell'uomo. Questa dottrina è universalmente vera, e può essere sostenuta dalla retta ragione. Cinese: L'uomo virtuoso considera la ragione come il criterio principale. Chi potrebbe allontanarsi da essa? Introduzione di Gianni Criveller e Antonio Olmi. Prefazione di Mons. Savio Hon Tai Fai, segretario di Propaganda Fide. Postfazione di Mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata. Prima edizione in lingua italiana con testo cinese a fronte.
Vedere la Parola, celebrare l’attesa
propone un’innovativa metodologia di analisi che permette di leggere i documenti iconografici paleocristiani non come mero esito di una ricerca estetica, ma come autentici manifesti teologici.
Per gli antichi cristiani l’immagine era un vero e proprio codice impiegato per elaborare una ricca ermeneutica, di natura tipologica, fedele erede
di quegli stessi principi che caratterizzarono l’uso della Scrittura nel culto delle comunità. Gabriele Pelizzari, attraverso l’illustrazione di numerosi esempi, dischiude al lettore un inedito e stimolante percorso che finalmente restituisce all’ermeneutica biblica e all’iconografia il giusto spazio nella storiografia delle origini cristiane. Un volume da studiare ma anche da ammirare.
L'AUTORE
Gabriele Pelizzari è titolare del Laboratorio di Introduzione all’ermeneutica biblica e collaboratore di cattedra di Remo Cacitti presso l’Università degli Studi di Milano. Dal 2012 dirige per le Edizioni Paoline la Collana Letture cristiane del primo millennio. Tra le sue pubblicazioni, si segnala l’ampia monografia Il Pastore ad Aquileia. la trascrizione musiva della catechesi catecumenale nella cattedrale di Teodoro, interamente dedicata all’analisi e alla decodificazione del ciclo musivo aquileiese.
Isabel de Villena, clarissa del XV secolo, compone la sua opera principalmente come esercizio spirituale per le monache del suo convento, per permettere loro non solo la meditazione sulla vita di Cristo, ma anche l’immedesimazione con gli eventi evangelici, quella imitazione di Gesù che porta alla perfezione ascetica. Le scene evangeliche sono calate in uno scenario che richiama, in maniera metaforica e narrativa,
la vita della nobiltà catalana, a cui era solita prendere parte l’autrice prima dei voti. L’opera eccezionalmente non inizia con la concezione di Gesù ma con quella di Maria, così come termina con l’assunzione della Vergine: una narrazione “al femminile” percorre tutta l’opera, vista attraverso gli occhi delle donne del Vangelo, delle quali vengono messi in luce i peculiari carismi spirituali, legati ai temi della quotidianità domestica e umile e dell’amore gratuito. Trova ampio spazio la descrizione dei gesti semplici di ogni giorno, come a ribadire che la vera natura del Vangelo ha a che fare con la vita ordinaria e “nascosta”; anche il tema della povertà, legato soprattutto alla vita monastica (non va dimenticato che le prime destinatarie erano le consorelle), percorre tutta la narrazione.
L'AUTRICE
Isabel de Villena (1430-1490) fu clarissa nel monastero della Santissima Trinità di Valenza, del quale divenne badessa nel 1463 e dove raccolse una ricca biblioteca. Oltre alla Vita di Cristo scrisse altre opere, tutte in catalano e indirizzate alle sue suore come guida spirituale. Fu nota a parecchi ecclesiastici e scrittori catalani contemporanei, alcuni dei quali dedicarono a lei le loro opere.
La vita di Charles de Foucauld, nato a Strasburgo nel 1858, fu guidata dall'irrequietezza: quella del giovane alla ricerca del piacere, poi del viaggiatore assetato di conoscenza e infine del convertito che non cessa d'interrogare la propria fede e di metterla alla prova nel mondo. Michel Carrouges - poeta e studioso del surrealismo, un'altra figura di cristiano inquieto - ne scrive la biografia scegliendo lo stile piano della pura evidenza dei fatti: una radicale testimonianza d'amore in forma di romanzo d'avventura. L'ateo Charles combatte in Algeria e compie importanti spedizioni geografiche in Marocco, ma un'inquietudine più profonda lo porta a intraprendere un lungo cammino di conversione, dal pellegrinaggio in Terra Santa fino al definitivo ritorno in Africa. Qui il "fratello universale" studia la lingua e la cultura tuareg, fonda un eremo e si oppone alle violenze dei predoni, che lo uccideranno di fronte alla sua casa nel 1916. Nell'incontro di misticismo e azione, la voce di fratello Charles, beatificato nel 2005, è diventata più forte. Milioni di fedeli testimoniano oggi quanto sia vasta l'eredità di questa vita estrema e di questa morte solitaria.
Il martirio, la verginità, la gnosi e il monachesimo - inteso come scuola di contemplazione più che come volontà di fuga dal mondo - sono i temi che inquadrano in modo organico l'insegnamento patristico.
Il volume di Louis Bouyer, considerato un classico, prende posizione su numerosi punti contestati o variamente interpretati. L'intento non è di ripercorrere la storia letteraria del sentimento religioso o di offrire una collezione di biografie e monografie, ma principalmente di comprendere in che modo la spiritualità cristiana è stata tematizzata e percepita nel periodo patristico.
La rivista Études, recensendo la prima edizione dell'opera, ha scritto: «Il padre Bouyer ha trasfuso in queste pagine dense, talora frementi, e più d'una volta con vena di umorismo, tutta la ricchezza della sua cultura, della sua familiarità con i testi, della sua vastissima lettura, della sua personalità di teologo e di uomo spirituale».
Sommario
Abbreviazioni. I. II-V SECOLO: MARTIRIO, VERGINITÀ, GNOSI CRISTIANA. 1. Le prime generazioni cristiane. 2. Il martirio. 3. La verginità cristiana. 4. Il problema della «gnosi»: il cristianesimo di fronte alle filosofie ellenistiche e allo gnosticismo. 5. Evoluzione e continuità del tema della «gnosi» nel pensiero cristiano dalle origini a Ireneo. 6. La scuola di Alessandria (I): Clemente. 7. La scuola di Alessandria (II): Origene. II. III-VI SECOLO: MONACHESIMO ANTICO E PADRI. 8. Le origini del monachesimo. 9. Il monachesimo «dotto» (I): i Cappadoci. 10. Il monachesimo «dotto» (II): lo Pseudo-Macario ed Evagrio Pontico. 11. Lo Pseudo-Dionigi e la mistica dei Padri. 12. Sviluppi e controcorrenti. 13. I Padri latini: da Ambrogio e Girolamo ad Agostino. 14. Il monachesimo latino da Agostino a Gregorio Magno. 15. Amore e conoscenza di Dio nelle liturgie e nelle catechesi. Bibliografia. Indice biblico. Indice degli autori antichi. Indice degli autori moderni. Indice dei temi svolti.
Note sull'autore
LOUIS BOUYER (1913-2004), teologo, è stato professore all'Institut Catholique di Parigi fino al 1963 e ha insegnato anche in Inghilterra, Spagna e Stati Uniti. Al concilio Vaticano II è stato consultore per la liturgia e ha successivamente collaborato con la Congregazione per il culto divino e il Segretariato per l'unità dei cristiani. Nel 1999 l'Académie française lo ha premiato per l'insieme della sua opera.