
Nell’ottobre del 1713 avviene una scoperta di estremo interesse per la scienza liturgica e per la tradizione cultuale dell’Occidente: il veronese Scipione Maffei trova un codice rimasto nascosto per secoli; ci si rende subito conto dell’importanza di questo unicum.
Il bisogno di conoscere il testo farà sì che durante quello stesso secolo XVIII avvengano ben quattro edizioni, fino alla quinta apparsa verso la fine del secolo XIX e poi alla sesta che costituisce la base dell’attuale concordanza. Nell’edizione critica di Mohlberg il lettore può trovare la descrizione dettagliata del manoscritto, le caratteristiche linguistiche del testo (ortografia, imprecisioni, grammatica, clausole), il contenuto e le caratteristiche del libro, i tentativi di datazione, il sacramentario in rapporto agli altri sacramentari latini, la descrizione delle prime edizioni, e i principi basilari dell’edizione stessa apparsa nel 1954.
A tre secoli esatti dalla scoperta del codice, appare la presente opera. La casuale coincidenza si accompagna anche al 50° della Sacrosanctum Concilium, in un felice incontro che permette di far riecheggiare ancora una volta quanto la stessa Sacrosanctum Concilium affermava nel n. 23 a proposito dell’intimo rapporto che deve intercorrere fra tradizione e progresso nella riforma liturgica, da realizzare attraverso «un’accurata ricerca teologica, storica e pastorale».
Non è la prima volta che anche questo sacramentario è sottoposto ad un lavoro di concordanze. Se i Curatori hanno ritenuto opportuno avventurarsi in quest’opera ciò è dipeso da vari fattori. Il primo è costituito dall’esperienza maturata in questo specifico ambito con la pubblicazione di numerose altre concordanze. Il secondo è determinato dall’opportunità di rispondere al bisogno di conoscere meglio le fonti liturgiche, soprattutto in questo tempo in cui la riforma liturgica è terminata mentre prosegue il grande impegno della formazione; e per questo si possono così fare i confronti con pagine della tradizione che rischiano di rimanere nascoste per la difficoltà di poterne disporre e leggerle in modo adeguato. Il terzo è quello di offrire un testo base fedele ovviamente all’edizione critica curata a suo tempo da Leo Cunibert Mohlberg, ma rivista in modo tale che il testo latino risulti corretto e scorrevole.
Tutto questo permette non solo la facilitazione della lettura del documento, ma più ancora il confronto diretto con testi presenti nell’attuale Missale Romanum, anello più recente di una traditio che abbraccia l’esperienza orante delle Chiese in due millenni.
È possibile scorrere i lemmi per cogliere il numero della specifica occorrenza; vari lemmi pur sempre segnalati non sono stati considerati data la non rilevanza ai fini dello studio dell’eucologia; questi, comunque, sono consultabili nel sito www.latinitas.unisal.it e www.liturgia.it unitamente ad Appendici come l’elenco dei prefazi e dei termini in ordine di occorrenza.
Uno strumento per l'esegesi e la predicazione. La seconda parte dei libri storici dell'Antico Testamento presenta un materiale narrativo e argomenti vari e articolati che riguardano un ampio periodo della storia antica di Israele e diversi sono gli eventi cruciali che si susseguono a ritmo serrato. I commenti patristici a questi libri non sono né numerosi né ampi in quanto i Padri della Chiesa non erano propensi ad una lettura storica o filologica della Bibbia e la loro esegesi dei libri storici si concentrava su quegli episodi singoli in cui quella interpretazione tipologica o morale era possibile. Il volume raccoglie i commenti di autori latini e greci, tra i quali: Origene, Clemente Alessandrino, Basilio Magno, Giovanni Cristostomo, Tertulliano, Cipriano, Ambrogio, Agostino; e i testi di alcuni padri siriani.
"Soffrire Dio è lasciar venire, lasciar uscire, lasciar partire. È il generare. Dio è la mia sofferenza e io sono la sua. Questo vincolo salvifico non appartiene all'ordine dell'espiazione, ma dell'espirazione. È espirando che si libera lo spazio che sarà occupato dal fato. Ecco perché io incontro Dio come mia sofferenza". Così s'annuncia la predicazione di Maestro Eckhart.
Il libro più letto e amato della letteratura cristiana antica dalla voce di Alessandro Preziosi.
Chi è il pellegrino russo? È un uomo come tanti, ha una casa, una moglie. In un attimo, il fratello, per gelosia, incendia la sua casa e la malattia gli porta via la moglie. Con la Bibbia nel suo sacco parte e si fa pellegrino alla ricerca di Dio. La guida del suo cammino diventa la preghiera: pregando incessantemente, egli sente la pace fiorire nel suo cuore e comprende che Dio non è lontano: vive in lui. Se anche tu sei alla ricerca di Dio, mettiti in cammino con il pellegrino russo e lo troverai!
Obiettivo del volume è quello di sondare la manualistica retorica prodotta nell'Occidente latino fra i secoli IV e XI per verificare il rapporto con le sue fonti romane, il lungo processo di cristianizzazione subito dalla disciplina e la percezione che di quest'ultima avevano gli autori che ne hanno discusso sotto il profilo tecnico. Il volume offre un'ampia bibliografia dei maggiori studi sull'argomento a partire dalla fine del secolo XIX.
Temi fondamentali per la storia del cristianesimo. Una valida testimonianza della vita dei crististiani tra il III e il IV secolo. Le opere pseudociprianee sono più numerose e più estese degli scritti autentici di Cipriano a causa della grande fama che egli ebbe non solo ai suoi tempi, ma anche e soprattutto nei secoli successivi. Porre uno scritto sotto la paternità di Cipriano significava infatti garantirne la sopravvivenza e l'ortodossia. Tra i tantissimi testi attributi a Cipriano il curatore ha selezionato dodici opere la cui origine è presumibilmente riconducibile all'Africa romana e la cui epoca di composizione oscilla tra il III e il IV secolo. I testi contengono temi fondamentali per la storia del cristianesimo, come la datazione della Pasqua, il celibato del clero, la penitenza, il valore del martirio, la spiritualità cristiana, il rapporto con gli Ebrei.
La giustizia ha essenzialmente a che fare con l'altro, ed ognuno di noi è l'altro del suo vicino. Si resta affascinati frequentando il pensiero di Tommaso d'Aquino, in esso traspare acutezza speculativa, modernità, applicazione pratica, che sovrasta ogni tempo, che mai esaurisce il suo servizio d'ausilio per ogni epoca, ancor più per questa nostra, anelante senso compiuto di giustizia.L'Aquinate vive il suo tempo ma illumina anche il nostro, richiama alla comprensione della virtù della giustizia, evidenzia come il compito primario di essa sia ordinare l'uomo nei rapporti verso gli altri, edificando se stesso per edificare il prossimo, al fine di costruire un sano bene comune, un rigenerato umanesimo.
La serie sistematica dei Detti dei padri del deserto: prima traduzione italiana
All’origine dell’intera tradizione dei Detti vi sono le “parole” che gli anziani vissuti nel deserto egiziano tra il iv e il v secolo hanno rivolto, per lo più in lingua copta, ai loro discepoli per rispondere a domande concrete riguardanti la vita ascetica e spirituale. Queste parole nate in tale contesto concreto, nella maggior parte dei casi individuale ma anche comunitario, furono poi ricordate e tramandate dai discepoli e applicate a situazioni diverse da quelle originarie. Da questo insieme eterogeneo di documenti preesistenti furono composte, in greco, le due grandi collezioni giunte fino a noi attraverso la tradizione manoscritta: la collezione alfabetico-anonima e la collezione sistematica, che qui presentiamo per la prima volta in italiano.
Una profonda sapienza umana e un acuto discernimento spirituale emergono in modo vivido dai Detti dei padri del deserto: sono parole di “maestri” resi tali dall’esperienza del concreto vivere, parole trascritte dopo una lunga tradizione orale, in risposta a domande nate da discepoli nei quali è facile immedesimarsi. Brevi, incisive e dinamiche, queste “sentenze” non intendono tanto spiegare quanto piuttosto suggerire, rimandare a un’ulteriore ricerca, perché si giunga progressivamente alla capacità di un discernimento personale, a vivere “come fuoco ardente”.
"Essere finito e Essere eterno" rappresenta probabilmente, tra le opere di Edith Stein, l'espressione più completa dell'itinerario culturale e spirituale della filosofa tedesca. Le riflessioni contenute nelle sue pagine sono testimonianza tangibile del tentativo di promuovere un incontro tra pensiero medievale e pensiero contemporaneo, ed eredità spirituale di una figura emblematica del XX secolo. L'aspetto che più affascina della testimonianza umana e intellettuale di Edith Stein è il costante protendersi verso la verità, in tutte le tappe decisive del suo percorso esistenziale: dalla formazione fenomeno-logica allo studio della filosofia scolastica medievale, dal professato ateismo giovanile alla conversione al cattolicesimo, dalle ricerche sull'empatia alla meditazione sull'incontro mistico.
Le profonde trasformazioni sociali e politiche che segnano i secoli dal XII al XVI conferiscono alla spiritualità cristiana un'impronta particolare. Attraverso un'indagine particolarmente accurata e documentata, l'autore analizza il contesto storico e le nuove dinamiche, riservando un'attenzione particolare alla pietà laicale.
La primavera francescana e l'impegno domenicano vengono inseriti e inquadrati nel contesto storico dei movimenti orientati alla riscoperta dell'autentica povertà evangelica, mentre trovano la giusta considerazione anche aspetti troppo spesso lasciati nell'ombra, come le espressioni della mistica fiamminga e della mistica renana.
L'edizione, ampliata e aggiornata da Réginald Grégoire e Giovanna della Croce, propone inoltre approfondimenti sulla spiritualità dei canonici regolari nel XII secolo e sulla mistica femminile nel tardo Medioevo.
Sommario
Abbreviazioni. I. Gli ambienti della scolastica nel XII secolo. II. La spiritualità dei canonici regolari. III. La pietà dei laici nel XII secolo. IV. Primavera francescana. V. Impegno domenicano. VI. Laici e clero nel secolo XIII. VII. Mistica femminile nel tardo Medioevo. VIII. La Germania mistica del XIV secolo. IX. La mistica fiamminga. X. Discredito della mistica speculativa e della vita conventuale. XI. Santità femminile nella Chiesa e società del XIV e XV secolo. XII. Gli eredi. XIII. La pietà dei laici e l'umanesimo dal XIV al XVI secolo. XIV. Verso Riforma e Controriforma. Indice degli autori antichi, personalità menzionate, concili, sinodi, capitoli generali, opere anonime. Indice degli autori moderni. Indice dei luoghi.
Note sull'autore
François Vandenbroucke, monaco benedettino dell'abbazia di Mont-César, in Belgio, è autore di opere sulla vita religiosa, tra cui Il monaco nella Chiesa di Cristo (Cantagalli 1988) e La morale monastique du 11. au 16. siecle: pour l'histoire de la theologie morale (Lovanio-Lille 1966).
Il volume è scandito in tre parti: temi monografici (la preghiera, la lectio divina, l'omelia, il monachesimo); figure (Ignazio, Clemente, Origene, Antonio, Ambrogio, Crisostomo); infine, una riflessione di sintesi sull'evangelizzazione e la trasmissione della fede, alla scuola dei Padri.

