Con l'indizione del Sinodo che dovrebbe coinvolgere i Responsabili delle diverse comunità della Chiesa cattolica, si sono aperte delle possibilità di rinnovamento per la stessa Chiesa cattolica inaudite sino ad oggi. Quanti si sentono interessati a dei cambiamenti nella Chiesa al fine di superare situazioni ereditate dalle generazioni precedenti, per esempio per ciò che riguarda la condizione della donna e la sua esclusione dall'accesso ai ministeri ordinati, sono invitati a far sentire la propria voce. Analogo invito per quanti ritengono che l'accesso ai ministeri non comporti la necessità di una disposizione di legge che possa imporre l'impegno al celibato a coloro che si preparano alla propria ordinazione. Il presente lavoro sostiene quanti hanno abbracciato questa tesi.
Con questo suo nuovo lavoro, l'Autore si sofferma su alcuni importanti aspetti della personalità di Giacomo Della Chiesa, dal suo lavoro per la pace alle sue iniziative per le missioni, dalla sua riflessione sull'unità dei cristiani alla sua attenzione al mondo orientale, dal suo impegno per una rinnovata lettura della Scrittura alla valorizzazione del laicato, mettendo così in evidenza la modernità di un pontificato in larga misura ancora da scoprire. La delicatezza nei suoi rapporti con gli altri e la sua squisita gentilezza, che mal si accompagnavano a un paese in cui cresceva il culto della violenza che condurrà al fascismo, ci possono spiegare perché il papa genovese sia rimasto a lungo uno sconosciuto.
Amore, amicizia, matrimonio è un lavoro che esce in terza edizione e che ricorda la crescita di ogni persona nell'amore sotto l'influenza della famiglia e delle persone che si prendono cura di lei, per riflettere poi sulle situazioni nelle quali affetto e stima sono ricambiate dando origine a una vera amicizia, e per concludere infine con l'evento centrale nella vita umana, il patto d'amore e d'alleanza che unisce due persone che hanno scelto la persona amica che considerano la più cara e che li accompagnerà per tutto il cammino della loro vita. Una riflessione che si alimenta con i passi della Scrittura sacra a ebrei e cristiani e della grande tradizione umana e cristiana che affrontano questi argomenti. Un lavoro che tiene conto di tutte le difficoltà che si possono incontrare nella situazione attuale, ma che offre anche nuove prospettive per quanto concerne le grandi tematiche che vengono affrontate.
Un libro intervista che, nelle risposte alle domande rivoltegli da diversi interlocutori, include alcune proposte volte a delineare un autentico rinnovamento nella Chiesa e nella società, nella speranza di contribuire a costruire un futuro migliore. Proposte che indicano passi concreti per questo rinnovamento e che, in alcuni casi, possono riservare sorprese.
Nella Chiesa dei primi secoli, il marito di una donna infedele aveva la possibilità di ripudiarla e di entrare in una nuova unione. In tutti gli altri casi di fallimento del primo matrimonio e di ingresso in una nuova unione, gli «adulteri» venivano esclusi dalla comunione eucaristica~ sottoposti a una penitenza pubblica e ammessi alla riconciliazione e all'eucaristia dopo un certo periodo di tempo.
Sulla base della testimonianza di Cipriano, intorno alla metà del III secolo esistevano due orientamenti: uno più rigorista, che si esprimeva soprattutto nelle comunità eretiche o scismatiche ed escludeva in alcuni casi la possibilità della riconciliazione, e uno più misericordioso, che riconosceva alla Chiesa la possibilità di rimettere tutti i peccati, anche i più gravi.
Conoscere la prassi antica, testimoniata dal canone 8 del concilio di Nicea, consente di prefigurare anche per la Chiesa cattolica un diverso approccio al problema del divorzio e del nuovo matrimonio, passando dall'attuale sistema dei tribunali ecclesiastici a un più evangelico sistema penitenziale, come avviene da sempre nelle comunità cristiane d'Oriente.
GIOVANNI CERETI, sacerdote, dottore in Teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana, è stato docente di Ecumenismo e dialogo interreligioso in vari atenei e istituti teologici. Per EDB ha pubblicato Le Chiese cristiane difronte al papato. Il ministero petrino del vescovo di Roma nei documenti del dialogo ecumenico (2006), Per un'ecclesiologia ecumenica (22003) e Matrimonio e indissolubilità (nuova edizione 2014). Ha inoltre curato con Sever J. Voicu Enchiridion Oecumenicum 1 (32004) e 2 (52000) e con James F. Puglisi Enchiridion Oecumenicum 3 (22004), 4 (21999), 7 (2006), 8 (2007) e 10 (2010).
Descrizione dell'opera
Una delle gioie più grandi riservate alla Chiesa contemporanea è quella della riscoperta del valore dell'amore coniugale. Nello stesso tempo, una delle sofferenze più gravi per la coscienza dei cristiani di oggi è la condizione di chi vive un matrimonio finito.
Mentre la Chiesa ortodossa e le Chiese che provengono dalla riforma, pur predicando l'indissolubilità del matrimonio, concedono la possibilità di un nuovo inizio, la Chiesa cattolica lo ammette solo in alcuni casi.
Nel volume - pubblicato per la prima volta nel 1971 e riproposto con una nuova introduzione - l'autore sostiene la necessità di affrontare il tema in una prospettiva non solo giuridica e sostiene che, a certe condizioni, anche la Chiesa di Roma potrebbe concedere «una nuova partenza» nel tentativo di vivere una vita cristiana.
Sommario
Introduzione alla nuova edizione. Premessa dell'autore all'edizione del 1971. Prefazione all'edizione del 1971. I. L'indissolubilità del matrimonio nella rivelazione e nella legge naturale. 1. La rivelazione divina sul matrimonio nell'Antico Testamento. 2. Il messaggio di Gesù: «L'uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 3. La tensione verso la monogamia nella legge naturale alla luce della riflessione personalistica e delle conclusioni delle diverse scienze antropologiche. 4. Amore coniugale e matrimonio: il problema della forma di celebrazione. II. La misericordia per i matrimoni falliti. 5. Legge e misericordia nel Nuovo Testamento. 6. La testimonianza dei padri della Chiesa: rottura del matrimonio per adulterio (della donna) e disciplina penitenziale. 7. Matrimonio e divorzio nel diritto romano classico e nella legislazione degli imperatori cristiani. 8. L'indissolubilità del matrimonio nella Chiesa tra il V e l'XI secolo. 9. L'indissolubilità del matrimonio nella Chiesa d'Occidente dall'XI secolo ad oggi. 10. La prassi attuale della Chiesa cattolica per la dichiarazione di nullità e gli scioglimenti per dispensa. 11. Indissolubilità e oikonomia nella tradizione della Chiesa cristiana in Oriente. 12. Il pensiero e la prassi delle Chiese evangeliche. III. Tesi e riflessioni conclusive. 1. Un'epoca di trasformazioni nel mondo e di rinnovamento e riforma nella Chiesa. 2. Il disegno di Dio è la monogamia assoluta. 3. L'esigenza di Cristo circa l'indissolubilità: un fatto di grazia e un imperativo morale, non una norma giuridica. 4. Distrutto dal peccato il segno sacramentale, non sembra che possa sopravvivere il sacramento del matrimonio. 5. Le strutture tradizionali mediante le quali la Chiesa esercita la misericordia nel settore matrimoniale appaiono inadeguate alla situazione della comunità cristiana contemporanea. 6. Il riconoscimento della legislazione e della giurisdizione degli Stati introno al matrimonio e il problema del divorzio civile. 7. Per una rinnovata pastorale del matrimonio e della famiglia all'interno della comunità ecclesiale. 8. L'esercizio della misericordia da parte della Chiesa nei confronti dei matrimoni falliti: la trasformazione dell'attuale sistema dei tribunali matrimoniali. 9. Per la restaurazione di una disciplina penitenziale. 10. L'amore cristiano testimonianza all'Amore eterno. Indici.
Note sull'autore
Giovanni Cereti, sacerdote, dottore in Teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana, è stato docente di Ecumenismo e di Dialogo interreligioso in diversi atenei e istituti teologici, fra i quali l'Istituto di Studi Ecumenici di Venezia e la Facoltà Teologica Marianum di Roma. Nel 1976 ha iniziato il cammino della Fraternità degli Anawim e nel 1980 ha fondato la sezione italiana della World Conference of Religions for Peace.Per EDB ha pubblicatoLe Chiese cristiane di fronte al papato. Il ministero petrino del vescovo di Roma nei documenti del dialogo ecumenico (2006) e Per un'ecclesiologia ecumenica (22003); inoltre ha curato con Sever J. Voicu gli Enchiridion Oecumenicum 1 (32004) e 2 (22000) e con James F. Puglisi gli Enchiridion Oecumenicum 3 (22004), 4 (21999), 7 (2006), 8 (2007) e 10 (2010).
L'importanza di questo testo è dato dall'ampia scelta di testi della tradizione cristiana che parlano del matrimonio e dell'amore nel matrimonio, a partire dagli ebrei e dall'Antico Testamento, passando per i Padri fino alla chiesa attuale. Il libro mette in risalto la concezione del matrimonio come comunione di amore e di vita, fatta propria dal Concilio Vaticano II e dello stesso codice di diritto canonico.
A 50 anni di distanza, un'attenta rilettura di questo "Commento" consente di capire ogni singola espressione del Decreto sull'ecumenismo ("Unitatis Redintegratio", 1964). Altresì, ci restituisce il clima che aveva accompagnato la redazione del decreto, le reazioni immediate alla sua pubblicazione, l'entusiasmo con il quale esso è stato accolto e la convinzione che era pienamente collegato alle nuove prospettive di riconciliazione e di ristabilimento della piena comunione che il concilio Vaticano II aveva aperto alle chiese cristiane.
"Ciò che Dio ha unito, l'uomo non deve separare". Questo insegnamento di Gesù sul matrimonio è stato vissuto nella chiesa dei primi secoli, che non si stancava di predicare la monogamia. Come interpretare tuttavia altre parole di Gesù ("Colui che ripudia il proprio coniuge e ne prende un altro, è adultero". "La persona divorziata che si risposa, è adultera". "Colui che sposa una persona divorziata, è adultero")?. La chiesa cattolica latina a partire dal medioevo ha creduto di dover rispondere a questo problema con il sistema dei tribunali ecclesiastici che verificano se la prima unione era davvero "ciò che Dio ha unito". La chiesa dei primi secoli invece considerava l'adulterio, nel senso in cui il termine è usato nell'evangelo, come uno dei tre peccati più gravi, ma rivendicava il potere di assolvere tutti i peccati, compreso questo. È ciò che emerge dalle testimonianze relative alla controversia novaziana, e soprattutto dal canone 8 del concilio di Nicea. Ragioni pastorali e ragioni ecumeniche sembrano rendere opportuno che la chiesa cattolica ritorni oggi alla prassi penitenziale della chiesa dei primi secoli, conservata in oriente e riscoperta da diverse chiese d'occidente.
In occasione del 50° anniversario dall'inizio del concilio Vaticano II e nella consapevolezza che le resistenze al concilio non hanno fatto che accrescersi nel corso degli ultimi anni, lasciando in ombra quell'invito alla riforma della chiesa e alla conversione del cuore di cui parla il decreto sull'ecumenismo ai paragrafi 6 e 7, l'Autore e l'Editore ritengono opportuno ripubblicare una ricerca apparsa alcuni anni or sono, in quanto conserva tutta la sua attualità, pur essendo da lungo tempo esaurita. Si è ritenuto utile, inoltre, ripubblicare in appendice la postfazione preparata per la seconda edizione di "Divorzio Nuove Nozze e Penitenza nella chiesa primitiva". La chiesa cattolica potrebbe tornare a prendere coscienza del potere ricevuto da Cristo di assolvere tutti i peccati, anche quelli più gravi, come il peccato di avere infranto il proprio patto coniugale e di essere entrato in una seconda unione. Si tratta dell'esempio concreto di una riforma che può essere già oggi realizzata e che appare sempre più urgente sia per motivi pastorali che ecumenici.