
"Il concilio che si inizia sorge nella Chiesa come un giorno foriero di luce splendidissima." Così Giovanni XXIII apriva il Concilio Ecumenico Vaticano II l'11 ottobre 1962. Purtroppo gli anni che seguirono furono meno splendenti di quel che ci si augurava, la ricezione del concilio più difficile di quel che si sperava, eppure l'esaltazione di un certo 'spirito conciliare' ha caratterizzato la vita della Chiesa per quasi cinquant'anni. Lo stesso Paolo VI si mostrò allarmato della situazione post-conciliare, poi Giovanni Paolo II e ora Benedetto XVI hanno più volte messo in guardia da erronee interpretazioni. C'è il rischio però che il dibattito sul Vaticano II rimanga solo in ambito specialistico, mentre la natura di queste derive pastorali e dottrinali è importante possa essere conosciuta da tutti, per questo la testimonianza di alcune grandi personalità può essere utile. Si propone allora non un trattato teologico, né storico, ma una specie di inchiesta da cui far emergere il ruolo di alcune 'sentinelle' che nel post-concilio hanno rappresentato una voce fuori dal coro. Personalità spesso controcorrente, etichettate con troppa facilità: Eugenio Corti, Romano Amerio, Giovannino Guareschi, S. Pio da Pietralcina, P. Tomas Tyn, Don Divo Barsotti, P. Cornelio Fabro, il Card. Giuseppe Siri, Mons. Brunero Gherardini, sono le 'sentinelle' tratteggiate da vari autori in questa breve indagine.
Pagine che presentano con chiarezza e incisività la funzione che ha il laico e come deve vivere la sua laicità.
Le finanze pontificie sono oggetto di sempre più frequente attenzione da parte della cronaca contemporanea ma vengono perlopiù presentate, anche dagli studi più accreditati, sotto un profilo scandalistico, teso a mettere in evidenza ogni genere di elusioni e illeciti di cui la Santa Sede si sarebbe resa responsabile nella loro gestione. Per contro, l'esame qui offerto intende risalire alle fonti ufficiali accessibili, a partire dal pontificato di Paolo VI e sino a quello di Francesco. L'esame di tale ampia documentazione, anche se talvolta incompleta e non del tutto trasparente, consente di fornire un quadro puntuale e dettagliato della complessa struttura finanziaria e dell'amministrazione del patrimonio della Santa Sede, correggendone al tempo stesso le stime talvolta imprecise o manipolate dall'informazione corrente.
Una lettura al femminile della Dei Verbum 8 circa la Tradizione nella Chiesa. Il Concilio Vaticano II evidenzia la presenza di un approccio al femminile attraverso due donne del Nuovo Testamento. Da un lato Maria di Nazaret la cui caratteristica di conservare nel cuore le parole del Figlio indica la dinamica della Tradizione della Chiesa, dall'altro lato la donna della parabola matteana che mette il lievito in tre staia di farina, aspettando che tutta fermenti. Come mai, però, la "memoria" di questa donna è scomparsa? Proprio a partire dalla metafora della donna e del lievito si può passare a un significativo recupero del femminile nella Chiesa e a un affrancamento della donna da persistenti pregiudizi verso la riscoperta e il riconoscimento del ruolo della donna nella Chiesa.
Un volume nato dall'intuizione della Diocesi di Bergamo per dare risposte pertinenti ed organizzate sulla "tutela dei minori". Da alcuni anni la Diocesi ha avviato il "Servizio diocesano Tutela Minori" articolato in tre ambiti: informazione e formazione, accoglienza, ascolto e accompagnamento. L'organizzazione del servizio, l'individuazione degli esperti e la formazione degli operatori, sono stati accompagnati da un paziente lavoro di riconoscimento e proposta di "buone prassi" che permettono nella pastorale ordinaria di esercitare una dimensione preventiva dei comportamenti ma anche una dimensione precisa che ciascun operatore pastorale è chiamato ad osservare a tutti i livelli. Lo scopo del testo è costruire un sistema sano di prevenzione negli ambienti ecclesiali ed è rivolto alle famiglie, ai ragazzi, ai parroci e a tutti gli altri collaboratori. «La sua diffusione sarà uno strumento valido da affiancare alle indicazioni delle Linee guida per contrastare un reato e un peccato gravissimo, ma soprattutto per tutelare l'integrità e la dignità della persona dei ragazzi e dei giovani» (pag. 7). Prefazione di Lorenzo Ghizzoni. Introduzione di Francesco Beschi.
L'esperienza della Chiesa nella tutela dei più piccoli è unica e senza pari. Uomini e donne, istituzioni e organizzazioni, nel corso dei secoli, hanno testimoniato un impegno straordinario nel prendersi cura dei più fragili, e tale dedizione continua anche oggi con la stessa generosità. Tuttavia, il dramma degli abusi sollecita una riflessione profonda sulla responsabilità di ciascun membro della Chiesa. L'ascolto delle vittime e la consapevolezza degli effetti devastanti degli abusi impongono una conversione personale e comunitaria. Non si tratta solo di prevenire i rischi, ma di creare, con azioni proattive, ambienti e relazioni che promuovano la crescita sana e sicura dei più piccoli, a partire da una fede adulta che si fa carico dell'altro, in particolare del minore. La tutela dei minori, pertanto, è un impegno che riguarda l'intera comunità, in quanto ogni membro è chiamato, secondo le proprie capacità, a essere corresponsabile della crescita e del benessere dei figli della Chiesa. Il presente volume si propone di accompagnare gli operatori pastorali nel loro difficile ma essenziale compito, offrendo loro strumenti concreti per garantire la protezione e la cura dei più piccoli, affinché ogni comunità parrocchiale possa davvero diventare un luogo sicuro, in cui il Vangelo si traduce in un'azione educativa che promuove la generatività e la fiducia reciproca, in sintonia con le esigenze di ogni realtà parrocchiale.
A cinque miliardi di persone, in varie aree geografiche del pianeta, è negata la libertà di religione. Pastori e semplici fedeli, uomini e donne, vecchi e bambini sono emarginati, esiliati, perseguitati e uccisi a causa del loro credo. I loro luoghi di culto e di preghiera sono vietati o sistematicamente violati e distrutti.
Come attestano molte fonti autorevoli e «neutrali» sono spesso i cristiani le vittime di tanta intolleranza, ma anche altre minoranze religiose ne sono colpite.
Questo breve e circoscritto vademecum non solo si sforza di monitorare la difficile situazione delle comunità cattoliche, ma, in sintonia con il magistero della Chiesa, sottolinea l’insopprimibile desiderio che ha ogni essere umano di camminare alla ricerca della verità, senza discriminazioni.
E mette a nudo una presenza allarmante e perversa: l’ombra violenta del potere politico e degli interessi economico-finanziari che – attraverso strumenti istituzionali, giuridico-legislativi e l’imposizione di «religioni di Stato» – strumentalizzano e orientano l’anelito religioso di singoli individui e interi popoli e Paesi.
Per interrompere questa spirale di morte il dialogo è l’unico mezzo, come ha recentemente ripetuto papa Benedetto XVI in occasione della Giornata Mondiale della Pace 2011, imperniata appunto sulla «Libertà religiosa, via per la pace».
Nota sugli Autori: Produzione: Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) - Curatore: Francesco Meloni - Collaboratori: Giuseppe Di Ciaccia, Elvira Zito, Liliana Vallina
Questo libro, scaturito dalla grande esperienza dell'autore, sottolinea l'importanza in ambito missionario ed ecclesiale di una comunicazione intesa non più solo come strumentale. Occorre riappropriarsi della propria capacità di giudizio, per restituire dignità alla conoscenza e per poter dire chi siamo e che cosa vogliamo in relazione alle vicende di un mondo soggetto a repentini cambiamenti. Se non sappiamo comunicare la Parola, parafrasando papa Francesco, come pensiamo di uscire dalle sacrestie, di scendere nell’agorà, di avventurarci nelle periferie?
GIULIO ALBANESE, comboniano, ha diretto il New People Media Centre di Nairobi e fondato la Missionary Service News Agency. Attualmente collabora con varie testate giornalistiche per i temi legati all’Africa e al Sud del mondo tra cui «Avvenire» e il Giornale Radio Rai. Dal 2007 insegna giornalismo missionario presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e dirige le riviste missionarie delle Pontificie Opere Missionarie Italiane. Tra le sue pubblicazioni segnaliamo: Missione XL. Per un Vangelo senza confini (EMP 2012); Cliccate e troverete (con S. Pillon, Infinito edizioni 2011); Ma io che c’entro? Il bene comune in tempi di crisi (EMP 2009); Hic sunt leones (Paoline 2006); Soldatini di piombo (Feltrinelli 2005).
Giuseppe Alberigo (1926-2007) ha ideato e diretto la grande "Storia del Concilio Vaticano II", opera che ha mutato le conoscenze sul Concilio a livello internazionale. In questo volume vengono per la prima volta raccolti i saggi di ricerca di prima mano. Come scrive nella prefazione il cardinale Lehmann "per molto tempo si dovrà dire che Alberigo nous interroge encore ... non solo per i suoi lavori sulla stagione conciliare, per le sue ricerche su Trento e la sua età, per la sua perizia di filologo, per il garbo esigente con cui ha saputo coordinare grandi imprese scientifiche internazionali, ma proprio per il suo apporto agli studi sul Concilio Vaticano II, al quale questo volume è consacrato". Se la storicizzazione del Vaticano II rimarrà il contributo di Alberigo alla storia della Chiesa, questi saggi ne documentano il come e i perché.
Il 29 settembre 1963, con l'inizio del secondo periodo di congregazioni generali, si apre il concilio di Paolo VI, figlio e padre del concilio nel medesimo tempo. Dopo la morte di Giovanni XXIII, il Vaticano Il si trova a "ricominciare". Per l'impulso del collegio dei moderatori, voluti al vertice del concilio dal nuovo papa, l'assise conciliare affronta temi cruciali quali la teologia della chiesa, la liturgia, l'ufficio pastorale dei vescovi, l'ecumenismo. La conclusione del secondo periodo (4 dicembre 1963) vede arrivare i primi frutti dei lunghi dibattiti con l'approvazione definitiva dei testi sul rinnovamento liturgico e sui mass media, ma anche il pellegrinaggio di Paolo VI a Gerusalemme. La seconda intersessione 1963-1964 è caratterizzata dall'incertezza sull'ulteriore durata del concilio e dallo sviluppo dei grandi nodi teologici. L'avvio della riforma liturgica marca una peculiarità del Vaticano II: un vero anticipo di post-concilio. Sulla base di un'ampia e importante base documentaria, questo terzo volume offre una ricostruzione analitica e scientificamente articolata dell'evento conciliare in tutta la sua ricchezza.
"Ci sono voci che vogliono andare indietro rispetto al concilio. Questo si chiama essere testardi" (Papa Francesco). L'unico modo per capire il Vaticano II è conoscerlo. Il concilio Vaticano II, l'evento che ha plasmato la fisionomia del cattolicesimo di questo secolo e segnato l'intero ambito cristiano del pianeta, prima di questa opera non era affrontabile sulla base di una ricostruzione storica organica. La "Storia del concilio Vaticano II", promossa dalla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna e coordinata da Giuseppe Alberigo, costituisce la sintesi di un progetto internazionale che si avvale di una ricca base documentaria inedita e dell'apporto di autori di diversi ambienti, lingue e ambiti culturali. L'opera - pubblicata in sette lingue - si articola in cinque volumi e intende ricostruire la dialettica che ha animato l'assemblea nelle varie fasi. Se ne ripropone ora la riedizione italiana, arricchita da una nuova introduzione di Alberto Melloni, già curatore della precedente edizione (1995-2001), e da un apparato iconografico a cura di Federico Ruozzi. Vengono approfonditi in questo quarto volume gli avvenimenti e i nodi critici dell'autunno 1964 e della successiva intersessione, l'ultima prima della conclusione effettiva del concilio. È una fase per diversi aspetti convulsa, in cui diviene più o meno netto il ruolo guida di Paolo VI, mentre le correnti conciliari si attestano su posizioni distanti e non facilmente componibili.
Paolo VI si fece leggere la lettera più volte, lacrime di dolore e di sconcerto gli rigarono il volto: “Mi hanno tradito! Mi hanno tradito! Oh mio Dio, aiutami! Il fumo di Satana si è infiltrato nella Tua Chiesa!”…
Da quella che è passata alla storia come la “notte oscura di Paolo VI”, nasce e si sviluppa l’ultimo romanzo di Rosa Alberoni: un avvincente e affascinante thriller ambientato all’interno delle mura vaticane, nel bel mezzo del Concilio Vaticano II. Tra eresie mal celate, incontri segreti, progetti minacciosi, sofismi, trucchi e continui colpi di scena, Rosa Alberoni racconta in maniera mirabile il complotto di una minoranza organizzata che aveva l’obiettivo di scardinare il primato di Pietro, di respingere la Madonna come Madre di Cristo, di negare l’esistenza dei Santi e, ancor peggio, l’esistenza del diavolo, e di condurre la Chiesa Cattolica alla deriva protestante. Ma proprio quando la battaglia sembra ormai perduta, in modo misterioso e Provvidenziale, la congiura viene scoperta.
Rosa Alberoni, vive a Milano. Scrittrice, professoressa universitaria di Sociologia Generale, giornalista, ha collaborato con molti quotidiani, l’ultimo dei quali è il “Corriere della Sera”, e ha tenuto una rubrica su “Sette” e “Corriere Magazine”. Ha scritto numerosi saggi e romanzi pubblicati da Rusconi, Mondadori e Rizzoli. Ricordiamo solo alcune delle opere edite da Rizzoli: il più recente romanzo La prigioniera dell’Abbazia e gli ultimi fortunati saggi La cacciata di Cristo e Il Dio di Michelangelo e la barba di Darwin.

