
Uno degli effetti dell'attuale pontificato è la rinascita d'interesse per la dottrina sociale della chiesa, presentata con il taglio universalistico, proprio di papa Francesco. Il presente compendio, che rappresenta una sintesi del trattato Introduzione alla dottrina sociale della Chiesa, è stato pensato come uno strumento di larga diffusione del pensiero sociale cristiano, ed è dedicato in primo luogo ai movimenti e alle associazioni giovanili. Ma non solo a loro. Sotto forma di dieci lezioni, infatti, l'autore espone e approfondisce, alla luce degli insegnamenti sociali della chiesa, alcuni tra gli argomenti fondamentali, oggi maggiormente in discussione sia nel mondo cattolico, sia in ambienti di cultura laica. Il libro, perciò, è particolarmente indicato per impostare un "breve corso" di dottrina sociale, aperto a tutti i "pensanti", credenti o non credenti, in ambienti parrocchiali o nei numerosi circoli di studio e di cultura o per un ciclo organico di conferenze.
Che cosa è la Dottrina sociale della Chiesa? Come si è formata e sviluppata? È legittimo l’intervento della Chiesa in campo sociopolitico? Qual è il contributo specifico della Dottrina sociale della Chiesa al rinnovamento della società? Che cosa pensa la Chiesa del capitalismo, del marxismo, del neoliberismo, del relativismo etico? Come si pone la Chiesa di fronte alla democrazia e allo Stato sociale? Che significa fare politica da cristiani in una società laica, secolarizzata e pluralistica? Come affrontare i temi della crisi economica e della crisi ecologica?
L’opera non solo risponde a questi e ad altri interrogativi di fondo, ma, attraverso un’esposizione sistematica del Magistero sociale, presenta il pensiero della Chiesa sui temi più concreti del dibattito attuale: questione ambientale, globalizzazione, guerra e terrorismo, manipolazione genetica, pena di morte, rapporto tra etica e ricerca scientifica, rapporti con l’islam, ruolo dell’Unione europea.
La presente edizione, aggiornata e aumentata, è arricchita da uno studio sull’enciclica Laudato si’ e da un’ampia Appendice storica sui cinquant’anni di post-concilio, dove l’Autore mette in risalto la eccezionale “spinta” al rinnovamento, impressa da papa Francesco, in evidente contrasto con le incertezze e la stanchezza della precedente stagione ecclesiale.
Il pamphlet di padre Sorge, da sempre attento osservatore politica italiana, vuole aiutare il lettore-elettore a risoprire i temi di fondo che stanno "sotto" la stratificazione della polemica politica. Non un testo di propaganda elettorale a favore dell’uno o dell’altro dei contendenti, ma un invito a "volare alto", a pensare alla politica al di là dell’appuntamento elettorale. Per questo l'autore si rivolge in prima battuta ai cattolici italiani, siano essi direttamente impegnati nella "cosa pubblica" o semplici elettori, perché sappiano recuperare l’anima della politica come "forma più esigente della carità" (Paolo VI). Nella sua analisi l’autore si sofferma con interesse sul tema della "laicità", parola oggi fin troppo richiamata e ancora ambigua, tanto da assumere significati diversi e opposti a seconda di chi la utilizza. Un libro ricco di argomenti "caldi", trattati con chiarezza e sobrietà, avendo come unico riferimento l’onestà intellettuale propria e di chi legge.
Qual è il ruolo dei cristiani laici nel contesto pluralistico e secolarizzato di un mondo che si va globalizzando e unificando?
Chiamati a dare testimonianza e a costruire la casa comune con tutti gli uomini di buona volontà, i laici cristiani si trovano oggi di fronte a interrogativi difficili: come essere coerenti con valori e con principi «non negoziabili» in un contesto culturale, sociale e politico che non li condivide?
È possibile, nell’attuale contesto culturale, sociale e politico, agire nello stesso tempo da cittadini leali dello Stato e da figli della Chiesa, da sinceri democratici e da cristiani coerenti? Fino a che punto è possibile il dialogo e l’incontro leale con gli «altri»? Come realizzare una presenza responsabile del cristiano nella società e nella Chiesa di oggi?
È necessario rispondere con coraggio al messaggio lanciato da Benedetto XVI a Cagliari, il 7 settembre 2008, quando ha detto che il mondo del lavoro, il mondo dell’economia, il mondo della politica italiana «necessita di una nuova stagione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibili».
Che cosa significano in concreto queste parole?
La realtà è che oggi esiste effettivamente la possibilità di rinnovare la presenza e il servizio dei laici cristiani al Paese, intraprendendo la via di una «cittadinanza responsabile e attiva», sulla quale ha insistito l’ultima Settimana sociale dei cattolici italiani (ottobre 2007), a partire da u na coscienza più matura e positiva di laicità e di bene comune.
Le riflessioni di p. Bartolomeo Sorge – che raccolgono tre interventi tra il 2008 e il 2010 – possono aiutare a costruire un’agenda di speranza per il futuro del paese.
Una sorta di “testamento civile” di padre Bartolomeo Sorge che dialoga con Chiara Tintori sui temi scottanti dell’attualità socio-politica che si sono intrecciati con l’emergenza sanitaria mondiale.
La pandemia ha smascherato l’inganno dell’individualismo e ha clamorosamente smentito le diverse forme di populismo e di sovranismo. Allo stesso tempo, nei mesi dell’emergenza, l’Unione Europea ha fatto passi da gigante sulla strada di una visione comune del continente fondata sui valori di un nuovo umanesimo.
Nessuno può salvarsi da solo: ecco perché sarà l’Europa a salvarci. Per ricostruire un’Italia che abbia a cuore il bene comune – e non solo il benessere o la salute di molti – non possiamo che guardare a una Unione Europea dove l’ispirazione etica, la solidarietà e la fraternità divengano fondamenta del nostro vivere insieme.
In questo libro – una sorta di “testamento civile” di padre Bartolomeo Sorge –, il noto sacerdote gesuita dialoga con Chiara Tintori sui temi scottanti dell’attualità socio-politica che si sono intrecciati con l’emergenza sanitaria mondiale: il rapporto con la pandemia e le restrizioni della vita quotidiana; le diverse forme di razzismo che “inquinano” il vivere civile; gli enigmi di una malconcia politica italiana, messa alla prova dagli stringenti bisogni dettati dalla crisi; la Chiesa di papa Francesco, con la sua ultima enciclica sociale pubblicata il 4 ottobre 2020.
Sullo sfondo di questi lucidi ragionamenti si staglia l’Unione Europea, nostra casa comune, riferimento imprescindibile per il nostro Paese: il futuro dell’Unione – gli autori ne sono convinti – sarà salvifico per tutti, a patto di saper trasformare la solidarietà in fraternità, seguendo proprio le linee tracciate dal Papa nella Fratelli tutti.
«L'equivoco di fondo del populismo sta nel ritenere che la maggioranza parlamentare si identifichi con il popolo tutto intero, legittimando il comportamento trasgressivo dei leader eletti, che ambiscono a conquistare spazi di potere sempre maggiore. Occorre prendere posizione con coraggio su una serie di sintomi, espliciti indicatori di un cancro della nostra democrazia». Da questa forte provocazione prende le mosse la riflessione di un grande protagonista e testimone della storia politica italiana, che con sguardo lucido lancia un allarme sulle derive istituzionali in atto nel nostro Paese, in Europa e nell'intero Occidente. Pungolato dalle domande di Chiara Tintori, padre Sorge denuncia la superficialità con cui l'attuale politica, ossessionata dal consenso, affronta problemi complessi - immigrazione, povertà, disoccupazione - evitando di indagare, con la necessaria competenza, le radici profonde dei mali che affliggono la società italiana. L'antidoto al populismo è per i due autori un "popolarismo" moderno, certamente ancora ispirato all'Appello ai liberi e forti di don Sturzo (1919) - che con straordinaria lungimiranza aveva posto i fondamenti di una "buona politica" e di una "laicità positiva" -, ma capace di declinarsi oggi nelle nostre società multiculturali e multireligiose.
Aldo Maria Valli intervista padre Bartolomeo Sorge, gesuita, teologo, pro- fondo conoscitore della dottrina sociale della Chiesa e della realtà sociale, politica e culturale italiana.
Le domande del vaticanista del Tg1 – non espresse come interrogazioni tout court, ma elaborate come riflessioni su temi e comportamenti – esplorano molti ambiti della società e della Chiesa.
Alcune tematiche: forme e modalità della «nuova evangelizzazione»; ruolo dei movimenti ecclesiali; laici e laicità nella Chiesa di oggi; formazione dei seminaristi; sacerdozio uxorato (cioè preti sposati) e sacerdozio femminile; rischi del fondamentalismo religioso e del sincretismo; rapporto tra cristiani e atei; ruolo dei cattolici democratici; sopravvivenza del cristianesimo.
Ne emerge un ritratto di padre Sorge come una delle voci più originali e ferme in favore di quei valori di solidarietà, rispetto, ricerca del bene comune, che rendono l’uomo «veramente umano», nonché uno sguardo ampio e articolato sulla società di oggi e sulle tematiche – alcune urgenti e scottanti – che animano la vita della Chiesa.
Destinatari
Operatori sociali e pastorali; giovani e adulti impegnati nella Chiesa.
Autori
Bartolomeo Sorge (Rio Marina, 1929), gesuita dal 1946, è sacerdote dal 1958. Ha diretto il quindicinale La Civiltà Cattolica (Roma, 1973-1985), l’Istituto di formazione politica «Pedro Arrupe», da lui fondato (Palermo, 1985-1996), le riviste Aggiornamenti Sociali (Milano, 1997-2009) e Popoli (Milano, 1999-2005). Attualmente è direttore emerito di Aggiornamenti Sociali. Tra le sue pubblicazioni: La ricomposizione dell’area cattolica in Italia (1979); Uscire dal tempio. Intervista autobiografica, a cura di P. Giuntella (1989 e 1991); Introduzione alla dottrina sociale della Chiesa (20115); La tra- versata. La Chiesa dal concilio Vaticano II a oggi (2010); Il co- raggio della speranza. Il ruolo dei fedeli laici nella vita pubblica (2010).
Aldo Maria Valli (Rho, 1958), giornalista, è vaticanista al Tg1. Tra i suoi libri più recenti: La verità del Papa. Perché lo attaccano, perché va ascoltato (2010), sul magistero di Benedetto XVI; Scritti cattolici. Appunti di un cronista cristiano (2010); Storia di un uomo (2011), dedicato alla figura di Carlo Maria Martini. Con Paoline ha pubblicato: Gli occhi dell’altro. Il dovere del dialogo ricordando Giovanni Paolo II (2006), La porta accanto. Diario di viaggio nella Turchia di Bartolomeo I e del piccolo gregge cristiano (2006), Il mio Karol. Così ho raccontato Giovanni Paolo II, così lui ha parlato a me (20082) e (con R. Lorenzoni) La tradizione tradita. La Chiesa, gli ebrei e il negazionismo (2009).
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Il "giullare di Dio" si fa ancora una volta modello e compagno di viaggio, mostrando tutta l'attualità della sua preghiera di lode e di amore. Una messa a fuoco del Cantico di frate Sole che l'enciclica Laudato si' utilizza ampiamente per proporre una ecologia della vita quotidiana: ambientale e umana, spirituale e culturale, economica e sociale.
Il volume ripercorre tutta la linea di pensiero che unisce l'economista e sociologo Giuseppe Toniolo e papa Francesco, mettendo in parallelo i loro testi e avendo il beato Toniolo come "commentatore inedito" dell'Evangelii gaudium. Cosa emerge da questo insolito confronto? In primis la continuità della dimensione sociale dell'annuncio cristiano e l'attenzione sempre viva verso i più poveri, già presente nella rigorosa analisi del Toniolo, e poi ripresa con accenti nuovi nel messaggio di "gioia solidale" verso chi è in difficoltà che caratterizza tutta l'esortazione apostolica di Francesco.
Impegnamoci nel cercare di "frequentare il futuro", e di far uscire da questo Sinodo non solo un documento - che generalmente viene letto da pochi e criticato da molti -, ma soprattutto propositi pastorali concreti, in grado di realizzare il compito del Sinodo stesso, ossia quello di far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un'alba di speranza, imparare l'uno dall'altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani, e ispiri ai giovani - a tutti i giovani, nessuno escluso - la visione di un futuro ricolmo della gioia del Vangelo.
Motori di ricerca, smartphone, applicazioni, social network: le recenti tecnologie digitali sono entrate prepotentemente nella nostra vita quotidiana. Ma non solo come strumenti esterni, da usare per semplificare la comunicazione e il rapporto con il mondo: esse piuttosto disegnano uno spazio antropologico nuovo che sta cambiando il nostro modo di pensare, di conoscere la realtà e di intrattenere le relazioni umane. A questo punto, la domanda che Antonio Spadaro si pone e ci pone è: la rivoluzione digitale tocca in qualche modo la fede? Non si deve forse cominciare a riflettere su come il cristianesimo deve pensarsi e dirsi in questo nuovo paesaggio umano? Forse, egli risponde, è giunto il momento di considerare la possibilità di una ‘cyberteologia’, intesa come intelligenza della fede (intellectus fidei) al tempo della rete. Non si tratta però, semplicemente, di cercare nella rete nuovi strumenti per l’evangelizzazione o di intraprendere una riflessione sociologica sulla religiosità in internet. Si tratta piuttosto – e qui sta la pionieristica novità di Spadaro – di trovare i punti di contatto e di feconda interazione tra la rete e il pensiero cristiano. La logica della rete, con le sue potenti metafore, offre spunti inediti alla nostra capacità di parlare di comunione, di dono, di trascendenza. E, dal canto suo, il pensiero teologico può aiutare l’uomo in rete a trovare nuovi sentieri nel suo cammino verso Dio. È un territorio ancora inesplorato, nel quale Spadaro entra con indiscusso background teologico e grande competenza tecnica, ma soprattutto con spirito di fiducia nella capacità del cristianesimo e della Chiesa di essere presenti là dove l’uomo sviluppa la sua capacità di conoscenza e relazione. La rete è un contesto in cui la fede è chiamata a esprimersi non per una mera ‘volontà di presenza’, ma per una connaturalità del cristianesimo con la vita degli uomini. La sfida, dunque, non è come ‘usare’ bene la rete, ma come ‘vivere’ bene al tempo della rete.
Antonio Spadaro, gesuita, è direttore della rivista «La Civiltà Cattolica» e docente presso la Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito il dottorato in Teologia. È Consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Autore di molti volumi sulla cultura contemporanea, ha già dedicato a internet i saggi: Connessioni. Nuove forme della cultura al tempo di Internet (2006) e Web 2.0. Reti di relazione (2010). Con Vita e Pensiero ha pubblicato Svolta di respiro. Spiritualità della vita contemporanea (2010). Molto attivo in rete, nel 1998 ha fondato uno dei primi siti italiani di scritture creative, Bombacarta.it. Dal gennaio 2011 è autore del blog Cyberteologia.it (premio WeCa 2012).
L'unica edizione di tutti i documenti del Sinodo 2015. Uno sguardo unico per completezza al processo sinodale voluto da papa Francesco.
«Questa è la nostra tentazione: una “spiritualità del miraggio”: possiamo camminare attraverso i deserti dell’umanità senza vedere quello che realmente c’è, bensì quello che vorremmo vedere noi; siamo capaci di costruire visioni del mondo, ma non accettiamo quello che il Signore ci mette davanti agli occhi. Una fede che non sa radicarsi nella vita della gente rimane arida e, anziché oasi, crea altri deserti» (Papa Francesco)
«Il Sinodo 2015 è stato un momento di grazia per la vita della Chiesa, in cui è stata posta una grande attenzione alla realtà della famiglia di oggi e alla sua importanza imprescindibile: non un ideale, ma un progetto di vita che ha il coraggio di desiderare la fedeltà per sempre in un tempo di forte individualismo, con tutte le sue ricchezze, i suoi problemi, le sue fatiche e le sue risorse. E la riflessione emersa è stata espressione di una sinodalità effettiva, di livello quasi conciliare» (padre Antonio Spadaro)