
(Raccoglitore contenente 4 volumi) "E Dio disse...": così si apre il libro della vita, con il Dio che parla e squarcia il silenzio velato della sua trascendenza comunicando alla terra e agli uomini il soffio della sua eternità. La Parola continua nei secoli ad intercettare tutta l'esperienza umana per ricrearla e rifondarla a sua immagine e somiglianza. L'uomo perciò si avvicina a questo Verbo col silenzio del cuore, solo terreno fertile messo a disposizione perché il suo seme porti molto frutto. Le meditazioni proposte in questi volumi, più che aggiungere parole alla Parola, vogliono dissodare il terreno del silenzio, necessario perché ciascuno possa ritrovare il senso del proprio vivere e le risposte ai propri interrogativi. Nella speranza che l'abbondanza del raccolto riempia di gioia l'anima di chi vorrà leggerle.
Un ambizioso e sistematico strumento liturgico-musicale, teso a valorizzare le antifone proprie della liturgia eucaristica. L’attenzione al tempo liturgico e la glossa teologica dell’eucologia accompagnano la comunità celebrante che, guidata dalla schola cantorum, rivive il mistero di Cristo in ascolto delle sonorità echeggianti dalla più genuina tradizione cattolica, armonizzate senza violarne lo stile, con particolare attenzione alle esigenze celebrative della liturgia conciliare.
Un ambizioso e sistematico strumento liturgico-musicale, teso a valorizzare le antifone proprie della liturgia eucaristica. L’attenzione al tempo liturgico e la glossa teologica dell’eucologia accompagnano la comunità celebrante che, guidata dalla schola cantorum, rivive il mistero di Cristo in ascolto delle sonorità echeggianti dalla più genuina tradizione cattolica, armonizzate senza violarne lo stile, con particolare attenzione alle esigenze celebrative della liturgia conciliare.
Gli autori sono notissimi negli ambienti sinfonici e polifonici delle principali cattedrali e chiese d’Italia.
In questo volume l'autore studia la celebrazine liturgica del Venerdi Santo del rito siro.maronita dal punto di vista celebrativo, teologico-pastorale e storico-critico.
Un testo sull'ordine nell'amministrazione dei sacramenti dell'iniziazione cristiana che oggigiorno coinvolge diversi ambiti, tra i quali la teologia, la liturgia e la pastorale del rito romano.
Miscellanea in occasione del XX anniversario di ordinazione episcopale di S.E. Mons. Luca Brandolini.
Paolo VI si è fatto interprete e artefice primo della riforma promossa dalla Sacrosanctum Concilium. Riandare a lui è un'opportunità preziosa per cogliere il significato e le prospettive del rinnovamento liturgico, così come emergono dai suoi discorsi, attraverso lo sviluppo della riforma.
Il volume rappresenta un dono prezioso dell'autore all'Ambrosiana Ecclesia, sia nella sua realtà milanese, sia nelle sue estensioni nei territori diocesani limitrofi di Bergamo, Novara, e della svizzera Lugano; ma esso costituisce pure un utile contributo offerto alle realtà ecclesiali d'altra tradizione, che vi possono vedere concretamente riflessa l'esperienza storica ambrosiana, esperienza di una Chiesa che ha compiutamente condiviso la comunione cattolica, pur essendo (sì latina, ma) non romana, e che - in forza di tale sua condizione - è stata in grado di offrire e di ricevere, ossia di scambiare con le altre Chiese, i doni di cui ciascuna è depositaria.
Il testo offre un'analisi sociologica e fenomenologica di cinque tipi diversi di pellegrinaggio, che hanno mostrato particolare partecipazione in Europa: il Cammino di Santiago, il pellegrinaggio a Loreto, l'Ostensione straordinaria del Corpo di Sant'Antonio, il pellegrinaggio a Medjugorje, le Giornate Mondiali della Gioventù. Inoltre si descrive il turismo religioso come altro fenomeno postmoderno. Anche se il pellegrinaggio è un'esperienza occasionale, esso dimostra la capacità d'interpretare ed esprimere la sensibilità religiosa dell'uomo postmoderno, perché offre un'esperienza eminentemente corporea della fede. Il segreto del pellegrinaggio sta nel processo liminale che mette in atto.
Questo volume, dopo aver analizzato ciascuno dei formulari dell'ottava natalizia, pone in risalto la singolare connotazione dell'ultimo giorno, coincidente con il Capodanno civile, nel quale, in conformità alla cronologia lucana, è commemorata la circoncisione del Signore, secondo un uso ampiamente testimoniato in ambito ispanico e orientale. Senza trascurare i giorni che la precedono, uno studio attento è poi riservato all'Epifania, al fine di offrire una possibile interpretazione della complessità di riferimenti sedimentatisi nei testi scritturistici ed eucologici che ne arricchiscono i formulari, con una particolare attenzione a quegli elementi che si riscontrano anche in preghiere anaforiche gallicane. Il volume offre, infine, uno sguardo sul tempo "dopo l'Epifania", tornato da ormai più di un decennio nel rito ambrosiano alla tradizionale estensione fino alle soglie della Quaresima.
Il lavoro, attraverso un metodo analitico e comparativo, dopo un attento status quaestionis, analizza innanzitutto i vari elementi strutturali, teologici, liturgici e spirituali che contraddistinguono il Breviario di Quiñones (1535) e portarono alla sua pubblicazione. Il processo successivo è stato quello di mettere la riforma del cardinale di Santa Croce a confronto con le altre riforme avvenute in precedenza e successivamente la pubblicazione dello stesso. Si analizzano le successive riforme inserite nel loro orizzonte storico valutando in che misura siano state influenzate dal Breviarium Sanctae Crucis e se, e fino a che punto, il suddetto breviario possa essere realmente considerato una delle fonti della Liturgia Horarum di Paolo VI, come asserito da qualche studio precedente al presente lavoro. Secondo questa prospettiva, dunque, l'autore analizza la riforma della Liturgia Horarum di Paolo VI giungendo a delle conclusioni che certamente, insieme alle ricerche portate avanti, costituiscono l'originalità del presente lavoro.
Quando Sacrosanctum Concilium aprì la porta all'uso delle lingue non poteva prevedere l'enorme lavoro di traduzione che tale decisione avrebbe comportato. A poco poco, l'esperienza della Chiesa stessa ha rivelato il percorso da seguire in questo processo con i pericoli da evitare e i criteri da seguire. Tutto questo si vede scorrendo i vari documenti pubblicati per far luce e guidare questo
processo. Uno di questi criteri, maturato nel nuovo iter ecclesiale dal Concilio Vaticano II a oggi, è il concetto di fideliter, cioè la necessità di tradurre fedelmente.
Ma che cosa significa? E come si applica il criterio di fedeltà ai testi liturgici? E importante capire l'importanza del tradurre fedelmente i testi liturgici, perché anche le traduzioni sono lex orandi e, quindi, lex credendi della Chiesa. Apprezzo lo sforzo compiuto in questo studio e quindi mi congratulo sinceramente con il suo autore, che dimostra di conoscere bene l'argomento. E invito il lettore a seguire queste pagine con mente aperta, spirito critico e desiderio di imparare. Spero che, alla fine, possa concludere che non tutti i traduttori sono, per natura, traditori.