
Il testo, ricco di spunti, riflessioni, proposte e suggerimenti pratici, si pone come un manuale da consultare in maniera completa e scorrevole; è indirizzato agli organisti di chiesa che, pur con semplici nozioni musicali, si pongono a servizio delle parrocchie offrendo un prezioso contributo. Ma è un valido testo anche per l'organista che, in possesso di titolo accademico, non è conoscitore esperto dell'arte del celebrare. Oggi più che mai, si chiede all'organista che accompagna la liturgia di acquisire, oltre alla formazione musicale, la specifica preparazione liturgica perché offrire le proprie competenze in ambito ecclesiastico è un munus, un ministero a tutti gli effetti. Prefazione di Antonio Parisi.
Un'analisi delle omelie di Giuseppe Dossetti, e delle linee di fondo della singolare “ars praedicandi” del monaco emiliano che la rendono di grande interesse ancora oggi.
Il corpus di omelie di Romano Guardini costituisce una parte tutt'oggi inesplorata della sua produzione. Il volume presenta per la prima volta in italiano le prediche giovanili di Guardini: dodici omelie tenute nel 1915 ed una tredicesima datata l'anno seguente. Di particolare interesse poiché mostrano gli esordi di una feconda attività di predicazione. Il filo rosso che percorre queste omelie è il desiderio di unire la fede della Chiesa alla vita del singolo uomo: la fede illumina il quotidiano e la reale esistenza umana, non quella ideale o sognata. In tale contesto si comprendono le sue esortazioni sulla possibilità della preghiera e dell'affidamento al Signore in ogni condizione e momento. Una insistenza più che mai necessaria negli anni della Grande Guerra, che lo portano a riflettere con particolare attenzione sull'importanza della famiglia e sul ruolo fondamentale della madre.
«Perché tempi e feste dell'anno liturgico possano divenire momenti di vita cristiana e ritmi dell'azione ecclesiale non è più possibile affidarsi alla meccanicità del calendario: le feste bisogna viverle dal di dentro e i tempi bisogna renderli formativi negli elementi che li costituiscono».
Tutti quanti vorremmo celebrare bene e fare esperienza di liturgie belle, sentite. Ma qual è il procedimento migliore da seguire? Questo libro offre una via percorribile per rafforzare la nostra fede, edificare la comunità cristiana e puntare in direzione di celebrazioni liturgiche radicate tanto nella nostra natura di esseri rituali quanto nel vangelo di Cristo. Riti corretti ci spiega perché una buona liturgia è importante, ci insegna come riconoscerla e come valutarla rispetto a una visione più ampia della fede cristiana. Thomas O'Loughlin - appassionato osservatore del culto, ma anche della vita - individua dieci princìpi cui ispirarsi per una celebrazione efficace: la liturgia deve essere vera, aperta, gioiosa, inclusiva, radicata nella comunità e atta a favorirne la partecipazione, basata sulla creazione, fedele al modello dell'incarnazione; deve altresì prestare attenzione agli emarginati ed evitare qualsiasi confusione. Le celebrazioni ben riuscite rafforzano la vita di fede, mentre le cattive celebrazioni la indeboliscono: ecco perché questa griglia di princìpi, concisa, senza aridi tecnicismi, promette di portare nuova linfa ad ogni comunità che celebra il suo Signore. Una guida all'"arte di celebrare" che ha molto da offrire sia alla riflessione personale (per sacerdoti, diaconi, ministri) sia alla riflessione condivisa (nei gruppi liturgici).
La Messa spiegata nelle sue radici storiche e nella sua forma odierna.
Se c'è un ambito che è oggetto di dibattiti e controversie nella Chiesa è la liturgia. C'è chi si schiera, a seconda della sensibilità, per "la Messa di sempre" e chi a favore della riforma del Vaticano II. Papa Francesco, lungi dal fare della liturgia un pomo della discordia, non perde occasione per mostrare quanto essa sia importante per la fede e l'unità. Proprio questo è lo spirito con cui scrive Chauvet. Pur prendendo atto dei cambiamenti nel rapporto della società contemporanea con il sacro, il rito e il celebrare, egli riprende passo dopo passo la struttura della liturgia eucaristica per spiegarne il senso profondo e la coerenza. Consapevole del fatto che in molti avvertono l'esistenza di un problema - la liturgia non attrae più i nostri contemporanei -, l'autorevole studioso indica la strada per uscire dall'impasse. L'obiettivo di Chauvet è semplice: tornare ai fondamenti. La liturgia, come la Chiesa, non esiste per se stessa, ma per alimentare la vita di fede. La liturgica, come la Chiesa, non esiste per se stessa, ma per alimentare la vita di fede. Chauvet non si dedica al "solito" libro sulla messa, ma si concentra sui "fondamentali": punta alla logica di funzionamento, ai criteri di fondo.
In questo libro O'Loughlin libera l'eucaristia dallo spazio chiuso dei tabernacoli. E la libera anche dai polverosi scaffali delle biblioteche, là dove è stata a lungo confinata dai teologi. Mantenendosi sempre rispettoso, riesce a collocare il corpo di Cristo sulla mensa delle nostre case, perché possiamo condividerlo in particolare con quanti vivono in situazioni svantaggiate o di rifiuto. L'eucaristia non è infatti un oggetto, men che meno un oggetto statico di adorazione, bensì un evento di ringraziamento senza tempo, un banchetto imbandito dal Dio di Gesù al quale ognuno può trovare posto: lo impongono questioni di giustizia. Questa meditazione ci nutre e ci ricorda con la sua freschezza che è il popolo di Dio ad essere chiamato a celebrare il proprio mistero di fede. Eucaristia è dunque un verbo, più che un nome: è l'azione semplice e potente di "condividere un pezzo di pane". O'Loughlin ce ne illustra le implicazioni dirette per tanti aspetti della nostra vita: dalla costruzione di una comunità alla giustizia alimentare. È prendersi cura l'uno dell'altro e accogliere gli altri alla stessa mensa come fratelli e sorelle.
Questo libro suggerisce un approccio spirituale all'eucaristia, la mensa del Signore. Nel percorso che indica, Klaus Egger, da tempo abituato ad accompagnare singoli e gruppi negli esercizi spirituali, si sofferma sulle varie tappe della celebrazione eucaristica (i suoi momenti chiave), illustra come essa sia una guida fidata e ricca di spunti per la vita, offre stimoli al lettore e alla lettrice per l'approfondimento interiore. Questa introduzione è quindi un invito a riscoprire la liturgia eucaristica - e a riscoprirla con sicurezza, fiducia e forza. È rivolto a tutti coloro che si pongono domande e vogliono comprendere il significato di quel che celebrano nella messa domenicale.
Al Dio sempre più grande raccoglie preghiere e poesie scritte da gesuiti di varie epoche, nazioni e culture, ma uniti da una spiritualità che ha plasmato le loro vite, spingendoli ad agire «per la maggior gloria di Dio», come chiedeva Ignazio di Loyola, il loro fondatore. I gesuiti sono uomini di azione che trovano nel colloquio con Dio la concentrazione per agire. Dunque queste preghiere sono tutte espressioni di uomini che sono abituati a «cercare e trovare Dio in tutte le cose», e non solamente nel tempio. Leggendo i testi, suddivisi secondo le quattro settimane degli Esercizi Spirituali, si ricordi che «non è il molto sapere che sazia e soddisfa l’anima, ma sentire e gustare le cose intimamente».
Questo volumetto nasce dalla condivisione di un disagio, di un desiderio che si fa bisogno, di alcuni credenti che sono parte del popolo di Dio e che, al di là delle questioni teologiche, delle remore storiche e delle pratiche confessionali, si domandano se non sia giunto il tempo di sorvolare sulle differenze tra cattolici e protestanti e fare memoria di Gesù tutti assieme nello stesso luogo, spezzando la Parola, condividendo il pane e bevendo allo stesso calice. Questa speranza, questo desiderio, questo bisogno animano le riflessioni che si sono fatte nei vari incontri e conversazioni di scambio tenute in più riprese e occasioni e che ora confluiscono in queste pagine.