
Nel più che ventennale servizio episcopale di Carlo Maria Martini nella diocesi di Milano molteplici sono stati i suoi interventi sulla figura del prete. In occasione degli incontri con i sacerdoti, nei decanati e nelle zone pastorali, egli sapeva far risuonare orientamenti che avrebbero reso ancora più efficace la missione dei presbiteri nella comunità. Le omelie che il Cardinale teneva ogni anno il Giovedì Santo meritano una speciale considerazione e un posto ragguardevole. L’intero presbiterio, presente in Duomo attorno al proprio vescovo, confermava le promesse sacerdotali e, illuminato dalla Parola, il «Sì, lo voglio!» diventava la rinnovata risposta di ogni prete all’unico Pastore della Chiesa. La presente raccolta si propone di mantenere viva la memoria del cardinale Martini e di sostenere il quotidiano servizio di ogni sacerdote alla Chiesa e al mondo (dalla Presentazione).
In questa raccolta di meditazioni, che accompagnano il percorso dell'anno liturgico, l'autore esprime la sapienza accumulata nell'incontro col Signore e con le numerose persone incontrate per la direzione spirituale. In queste pagine traspare la consapevolezza della responsabilità del discernimento spirituale e risalta l'invito ad entrare in profondità nelle Sacre Scritture per scoprire le preziose indicazioni per vivere il quotidiano.
Con cuore colmo di speranza ci accostiamo al Vangelo di Matteo, eco viva della Parola che si fa carne. Nell’uomo abita un’inquietudine che trova pace solo in Cristo: fede, speranza e misericordia diventano sentieri che illuminano il cammino. Gesù si rivela volto del Padre, pastore che rialza e guarisce, offrendo pace vera e viva nella sua Parola. Questo commentario nasce dall’esperienza di don Massimo Tellan, pastore immerso nella vita del suo popolo, che con capacità di ascolto e attraverso il suo stile narrativo lirico, ma mai distante dal nostro sentire, ci regala pagine preziose affinché la Parola risuoni nella quotidianità di ciascuno, così che dalle radici profonde di Fede e Amore nasca il germoglio di Pace destinato a fiorire nel mondo.
Il mondo ancora non lo sa, ma tutti sono invitati al banchetto di nozze dell’Agnello (Ap 19,9). Per accedervi occorre solo l'abito nuziale della fede che viene dall’ascolto della sua Parola (cfr. Rm 10,17): la Chiesa lo confeziona su misura con il candore di un tessuto lavato nel Sangue dell'Agnello (cfr. Ap 7,14). Non dovremmo avere nemmeno un attimo di riposo sapendo che ancora non tutti hanno ricevuto l'invito alla Cena o che altri lo hanno dimenticato o smarrito nei sentieri contorti della vita degli uomini.
Per questo ho detto che "sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per |’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l'autopreservazione" (Evangelii gaudium, n. 27): perché tutti possano sedersi alla Cena del sacrificio dell'Agnello e vivere di Lui (Papa Francesco, Desiderio desideravi 5).
Il lavoro si svolge in modo molto semplice: dalla presentazione della Lettera Apostolica, confrontarci con la Liturgia di Trento, perché possiamo comprendere e far brillare tutto il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II, come risposta missionaria davanti alla crisi del mondo moderno (cf Giovanni XXIII, Costituzione Apostolica "Humanae Salutis", 25 aprile 1961, con cui indiceva il Concilio). La Costituzione Lumen Gentium ci ha fatto riscoprire la Chiesa come "popolo di Dio", come comunità cristiana: è questa comunità tutta intera, Capo e membra, che celebra il Mistero della Pasqua. A questa comunità cristiana il Concilio ha aperto le Scritture in maniera davvero grande con la Dei Verbum, perché la Parola di Dio torni ad essere la lampada ai nostri passi, la luce sul nostro cammino (cf Sal 119,105). La Sacrosanctum Concilium ha permesso alla Liturgia di tornare alle sue fonti ebraiche e patristiche, tradotte in un nuovo stile celebrativo che ha nel Messale Romano di Paolo VI il suo libro maestro. Di questo rinnovamento ci piace cogliere, poi, la dimensione escatologica propria della Liturgia e lo strumento, a nostro avviso, più adatto per mettere in atto questo rinnovamento è l'iniziazione cristiana, attraverso un'esperienza ecclesiale particolare.
Ezechiele PASOTTI è un presbitero della Diocesi di Roma, licenziato in Teologia Liturgica al Pontificio Istituto Liturgico S.Anselmo (Roma). Ha svolto il ministero di evangelizzazione in diversi Paesi d’Europa, America e Africa, e per quasi 20 anni è stato Prefetto agli studi nel Seminario Diocesano Missionario "Redemptoris Mater" di Roma.
Auspichiamo che il testo di don Ezechiele Pasotti possa produrre frutti di vero rinnovamento spirituale attraverso una formazione liturgica vitale, capace di introdurre gli uomini nel mistero pasquale di Cristo. "Una vera formazione liturgica può prendere avvio e slancio solo dalla riscoperta di quel dono divino che il Nostro Signore Gesù Cristo è venuto a portarci dal Cielo, la Pasqua, e che ha costituito il centro della sua missione della Chiesa: farci passare da questo mondo al Padre" (dalla presentazione di Angelo Card. De Donatis).
Il mondo ancora non lo sa, ma tutti sono invitati al banchetto di nozze dell'Agnello (Ap 19,9). Per accedervi occorre solo l'abito nuziale della fede che viene dall'ascolto della sua Parola (cfr. Rm 10,17): la Chiesa lo confeziona su misura con il candore di un tessuto lavato nel Sangue dell'Agnello (cfr. Ap 7,14). Non dovremmo avere nemmeno un attimo di riposo sapendo che ancora non tutti hanno ricevuto l'invito alla Cena o che altri lo hanno dimenticato o smarrito nei sentieri contorti della vita degli uomini. Per questo ho detto che "sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l'autopreservazione" (Evangelii gaudium, n. 27): perché tutti possano sedersi alla Cena del sacrificio dell’Agnello e vivere di Lui (Papa Francesco, Desiderio desideravi 5).
Frutto dell’Anno Sacerdotale (2009-2010) voluto da Papa Benedetto XVI, e ottimo sussidio per vivere l’Anno della Fede (2012-2013) indetto dal medesimo Pontefice, questo volume permette di comprendere l’identità e i compiti dei Sacri Ministri, studiando una per una le diverse parti della Santa Messa, nonché la spiritualità propria di alcune celebrazioni dell’anno liturgico. Non mancano poi importanti precisazioni canoniche e uno studio dogmatico della dottrina cattolica sul sacerdozio ministeriale, effettuato nell’ottica, tanto cara al Santo Padre, della “ermeneutica della riforma nella continuità”. Originale è anche l’impostazione della trattazione che – per la prima volta in Italia – mette a confronto in modo sintetico e accessibile le due forme vigenti del Rito Romano: quella che si esprime nel Messale del Beato Giovanni XXIII (1962) e quella del Messale di Paolo VI (1970). «È, dunque, con speranza che questo volume è da accogliere. Leggerlo con attenzione, soprattutto da parte dei sacerdoti, potrà significare per molti una riscoperta o un approfondimento della bellezza della Celebrazione Eucaristica. Allo stesso tempo, sono certo che la presente pubblicazione sarà di aiuto a procedere nella direzione tanto auspicata di una cordiale e sinceramente partecipata accoglienza della liturgia della Chiesa, nel suo Rito ordinario, da promuovere con rinnovata fedeltà al Concilio Vaticano II, e nel suo Rito straordinario, che tanti tesori ha ancora oggi da donare a tutti noi» (Dalla Prefazione di Mons. Guido Marini).
Benedetto XVI torna a parlare al cuore dell’uomo. Eccezionalmente ha deciso di consegnare al grande pubblico, credenti e non, questi suoi scritti, inediti per il lettore italiano, in cui affronta con sapienza e semplicità il tema dell’amore e il significato della vita. Quell’amore che è sempre stato al centro della sua riflessione, il cuore del suo magistero, tema a cui dedicò la sua prima enciclica e al quale ha deciso di ritornare oggi con questo suo ultimo libro. Queste pagine ci confermano ancora una volta che Benedetto XVI è il grande innamorato, capace di mostrare all’umanità la novità sconvolgente dell’amore di Dio e la sua passione per l’uomo.
A partire dalle letture del Vangelo delle domeniche dell'anno liturgico, don Walter Magni riflette e fa riflettere sulle grandi domande e sui temi più sentiti del nostro tempo. «Questo volume documenta un lavoro meticoloso di preparazione nei contenuti e anche nella forma comunicativa, nel linguaggio», scrive don Giuseppe Grampa nella Prefazione. «Senza mai cedere all'invettiva, don Walter legge nella modesta qualità di non poche celebrazioni il sintomo di una Chiesa per la quale adopera un aggettivo duro: "decadente". E individua una ragione in quelle che qualifica eucaristie "incompiute", come se fermandoci alla celebrazione rituale e non osando "portar fuori", cioè dentro l'esistenza di ogni giorno, ne svuotassimo la forza di contagio e trasfigurazione dell'esistenza stessa.» Ne risultano pagine appassionate, in cui il protagonista è Gesù e costante è il richiamo a seguire il suo esempio nell'amore e nel dono di sé, lasciando che il "buon profumo" del vero cristiano si diffonda nel mondo.
A partire dalle letture del Vangelo delle domeniche dell'anno liturgico C, nelle sue omelie don Walter Magni suggerisce riflessioni sui grandi temi del nostro tempo. L'autore «non "vende" risposte preconfezionate e artefatte, ma desidera farsi compagno di viaggio di chiunque cerchi il proprio passo. Non ci sono schemi precostituiti, né nell'accostarsi ai testi, né nella struttura delle omelie». Sono omelie che nascono dal vivo desiderio dell'autore di ascoltare per primo la Parola che deve predicare.
Come essere fedeli a Dio nel nostro tempo? In che modo i cristiani possono testimoniare oggi la Sua presenza e impegnarsi al servizio della giustizia?
Le meditazioni di padre Buschini sui brani evangelici delle letture domenicali dell’Anno C ruotano attorno a queste domande cruciali per tutti noi, invitandoci a non dimenticare che il nostro tempo storico è, grazie all’Incarnazione, il tempo della salvezza.
L’esperienza umana di Gesù, infatti, ha dato avvio a una storia nuova, e ancora oggi ci aiuta a leggere in modo serio la realtà in cui viviamo, con le sue ambiguità, le sue ingiustizie e le sue speranze.
La Parola di Dio non ci toglie dalla storia, dalla vita quotidiana che stiamo vivendo, ma ci rende capaci di intraprendere, con altri uomini di fede, un cammino nuovo. Questa è la salvezza di cui siamo chiamati a essere protagonisti.
È una nuvolosa giornata di giugno quando Hape Kerkeling, comico televisivo e soprattutto notorio pigrone, decide di lanciarsi in quella che ritiene un’impresa folle, ma che «sente» di dover tentare: armato di uno zaino che pesa undici chili, del bastone del pellegrino e di un paio di pedule, Kerkeling si avvia lungo il Camino Francés che, dopo più di ottocento chilometri attraverso i Pirenei, i Paesi Baschi, la Navarra, la Rioja, la Castiglia-Léon e la Galizia, lo condurrà proprio davanti alla cattedrale di Santiago de Compostela.
Con curiosità e senso dell’umorismo, Kerkeling osserva e descrive in un diario puntuale posti remoti e affascinanti; racconta i suoi incontri con gli abitanti del luogo e con i pellegrini; annota i silenzi e le conversazioni, il senso di estraneità e di comunione con gli occasionali compagni di viaggio, la spossatezza e il dubbio, il bisogno di essere aiutato e la disponibilità ad aiutare, l’amicizia e quegli istanti sorprendenti – che lo ripagano di tutte le difficoltà affrontate – in cui si è sentito più vicino a Dio.

