
Pochi testi come questa discussione del filosofo francofortese con gli studenti della Libera Università di Berlino Ovest restituiscono le atmosfere, la vivacità intellettuale, il desiderio di cambiamento che trovò espressione nei movimenti giovanili del '68. Marcuse discute con gli esponenti del movimento studentesco le forme e le strategie di una opposizione radicale nelle società sviluppate dell'Occidente e come questa possa ricollegarsi alle lotte di liberazione nel terzo mondo, in primo luogo quella vietnamita. Secondo Marcuse la fine dell'utopia non vuol dire che ad essa dobbiamo rinunciare, ma che la trasformazione profonda dei rapporti sociali è divenuta una possibilità resa concreta dal poderoso sviluppo delle forze produttive e intellettuali, che la soggettività dei movimenti è chiamata a liberare dalla gabbia dello sfruttamento e dell'ordine costituito.
Il libro di Marcello Colitti, ex dirigente Eni e autore eclettico, è indirizzato agli studiosi di filosofia, a quelli delle teorie politiche, ai politici tout courte a tutti coloro che si interrogano non senza sconcerto e apprensione sulle sorti della nostra comunità civile.
Al centro del volume è l’opera di Baruch Spinoza; ma il focus di questo agile saggio è senza dubbio puntato sull’aspetto politico del pensiero del grande filosofo seicentesco.
Spinoza è il primo a usare la parola “democrazia”, dice Colitti, che è il punto chiave, il perno attorno a cui ruota la discussione politica dei nostri giorni. Scopo dello Stato, per Spinoza, è la libertà dei cittadini: un’espressione rivoluzionaria, allora come oggi.
La creazione dello Stato è un atto collettivo per uscire dallo “stato di natura” – in cui tutti lottano contro tutti, nulla si può conservare e il progresso è scarso – per entrare in una società in cui esso detta le regole, con il fine della libertà e del progresso.
L’uomo spinoziano, divenuto cittadino, non abbandona la sua originaria pulsione a sopravvivere e a perfezionarsi, ma riconosce che il miglior amico di se stesso sono gli altri uomini. Ognuno deve dunque vivere il più possibile secondo ragione: cioè cercare la gioia e allontanare da sé la tristezza e l’odio.
Su queste basi, Spinoza elabora un catalogo delle virtù civili del cittadino, che a distanza di quattro secoli risultano straordinariamente attuali. Immagina per esse addirittura una tavola sinottica, chiara, razionale, essenziale.
La riflessione di Colitti ruota proprio attorno a questo schematico ed esaustivo prontuario. Ipotizza l’applicabilità dell’etica civile di Spinoza al mondo contemporaneo. Perché quelle sono, oggi come allora, le virtù che permettono uno sviluppo razionale e ragionevole della società umana.
Se esse vengono a mancare, l’economia soffre della cupidigia del ricco e dell’eccessiva difesa dei poveri – o ex poveri – verso ciò che hanno già ottenuto, creando una società chiusa e incapace di vero progresso.
Un'architettura degna e una città decente sono la sola alternativa possibile al degrado dell'urbano e dell'umano: questo emerge dalle riflessioni di Paul Ricoeur sulla città, per la prima volta raccolte insieme e tradotte. Tra insicurezza e alienazione la vita nella città si fa sempre più difficile e ingiusta. La diffidenza e la paura che crescono nei rapporti umani trovano corrispondenza nella bruttura dell'edificato urbano, vera e propria congestione di spazi. La città dimenticata l'accoglienza e il costruire perde la memoria del proprio gesto.
In fondo, non si può dire nulla della sensazione, se non che colma. Ma quale vuoto riempie? In una serie di digressioni apparentemente capricciose, creando una fitta rete di rimandi fra un tema e l'altro, la narrazione di Clair si muove fra la statua di marmo di Condillac e le cere della Specola di Firenze, il clavicembalo di Diderot e un sexy shop della rue Saint-Denis, un'incisione di Rembrandt e un dipinto di Vermeer. Un libro che segue le tracce del sapere fondato sui sensi.
Il volume sara presentato in occasione del meeting di Rimini dal Senatore Giulio Andreotti, da Franco CArdini - che ha curato l'introduzione - Don Luigi Negri con la premessa al libro - e Lamberto Crociani O.S.M. Il contenuto del volume e`descritto in modo efficace da una frase di papini che parlando del pensiero de meistrano dice: ma dove non esiste autorita non puo`esserci unita, e l'uni one anche pratica degli uominil vero: l'unita spirituale. E l'unita spirituale non puo`e ssere data dalla filosofia o dalla scienza o dalle coercizioni esterne ma soltanto da una fede comune e forte che dirige i sentimenti e riunisce i vol
Quest'opera vuol essere una risposta razionalistica al rifiuto dei soggetivisti di riconoscere l'oggettività della ragione, vale a dire il fatto che la ragione (se esiste) deve necessariamente riflettere principi effettivi la cui validità è indipendente dal punto di vista personale. E' la ragione così intesa a permetterci di elaborare una concezione del mondo in cui noi, le nostre impressioni e le nostre pratiche siamo contenuti, poiché essa non dipende dalla nostra prospettiva personale.
La retorica da qualche decennio è tornata in auge come parte indispensabile dello studio letterario, come dimostra l'intramontabile fortuna del Manuale di retorica di Heinrich Lausberg. Il volume si apre con un'esposizione delle origini greche della retorica, la fissazione della sua natura e dei suoi canoni nella filosofia aristotelica e nei primi trattatisti; presenta poi il sistema classico della retorica, ripartito in invenzione, disposizione e, elocuzione e azione; le alterne fortune della retorica fino all'età contemporanea; i tipi di argomentazione, le figure retoriche e infine una serie di analisi di testi, letterari e no, basate sui principi della retorica.
Una lettura critica dell'incontro-scontro fra Arendt e il suo maestro Heidegger. Emerge la centralità del giudizio quale espressione di amore. Il giudizio nasce dalla decisione di prendere parte al mondo, come tentativo di salvaguardia della realtà. L'amore come passione dell'esistenza, accettazione dell'opacità del proprio essere. La carenza d'essere, che l'uomo evidenzia con la sua azione, non ha esito nichilistico, bensì rimanda a un altro.
Il volume è organizzato in cinque parti: oggetti e soggetti classici; una revisione imposta; il richiamo alla prassi per la fisica quantistica; l' ebrezza del numero; soggetti, oggetti, numeri.

