
Si tratta di una raccolta di scritti, maggiori e minori, che il grande filosofo tedesco dedicò al problema della religione. Il volume è introdotto dalle Lettere a Lavater del 1775, nelle quali si prefigura la complessa meditazione kantiana, che si va dipanando poi negli scritti successivi: Sull'insuccesso di ogni saggio filosofico di teodicea (1791) e La religione nei limiti della semplice ragione (1793-1794). Segue una parentesi di ripiegamento sulle "cose ultime" (La fine di tutte le cose, 1794), nella quale è tratteggiata una suggestiva interpretazione dell'Anticristo, simbolo inquietante. Chiude la raccolta Il conflitto della Facoltà (1798) che offre le linee generali di un'ermeneutica filosofica della Scrittura.
Le riflessioni di Socrate, nei dialoghi platonici, sull'anima e sulla sua problematica sopravvivenza, possiamo studiarle con un interesse critico, storico, intellettuale, però come un aspetto, una questione che non ci riguarda: non siamo noi, è chiaro, a essere coinvolti in un discorso simile. Esiste poi davvero un mondo oltre la morte? Possiamo ancora credere in una prospettiva futura? È necessario osservare che oggi, mentre la pratica religiosa e la fede vissuta riguardano un numero sempre minore di persone, l'attività critica, editoriale, la pubblicazione di testi, di riviste religiose, gli studi più minuziosi sugli autori più sbiaditi invadono per così dire il nostro pianeta. Lo ha detto Rousseau nel modo più chiaro: «Siamo diventati tutti dottori e abbiamo smesso di essere cristiani». In questo senso l'equivoco pericoloso della Chiesa cattolica, la sua incomprensione di fondo della società contemporanea, consiste nel cercare un accordo - una collaborazione, direi quasi una sinergia - con quelle stesse forze che contribuiscono a distruggerla.
GAIO MARIO VITTORINO (290-364; retore, filosofo, teologo e grammatico romano), è tra i primi occidentali ad applicare un sistema filosofico per la comprensione del dogma cristiano.
Il presente volume raccoglie gli scritti cristiani del grande retore (testo latino-italiano).
Tale produzione è una serrata difesa della fede di Nicea; in essa confluiscono l’ardore del neofita, che elegge a termine di confronto
costante e imprescindibile le Sacre Scritture, e l’argomentazione logica promossa al rango di metodo teologico.
Il volume racconta l’arrivo a Roma, il 15 agosto 1848, di Antonio Rosmini, a cui è stato affidato il compito di trattare a nome del Governo piemontese un’alleanza militare tra il Regno di Sardegna, il Granducato di Toscana e lo Stato Romano. Perché questo gravoso compito viene posto sulle spalle di un filosofo, per giunta a capo di una piccola Congregazione religiosa? Rosmini sa bene, per aver avuto nei mesi precedenti diversi contatti epistolari con il cardinale Castruccio Castracane degli Antelminelli e con il papa stesso, che Pio IX non accetterà di stipulare con nessuno, in quanto capo dello Stato temporale, un’alleanza di carattere militare con lo scopo di riprendere la guerra contro l’Austria. Eppure decide di impegnarsi su quanto gli viene proposto a Torino. E racconta tutto in questo volume che costituisce una parte essenziale dei suoi scritti autobiografici.
Edith Stein porta nella sua storia la sintesi degli eventi drammatici del ‘900: ebrea di nascita, brillante studiosa e docente universitaria dapprima agnostica, convertita al cristianesimo fino ad entrare nel Carmelo, martire ad Auschwitz, canonizzata dalla Chiesa Cattolica l’ 11 ottobre del 1998.
La Postulazione Generale dei Carmelitani Scalzi dopo la canonizzazione di santa Teresa Benedetta della Croce presenta in edizione speciale la POSITIO sugli scritti della santa.
Questa ampia antologia comprende un profilo biografico, introduzione agli scritti, la sua autobiografia e i suoi studi riguardo alle figure eminenti della spiritualità carmelitana con i testi dei teologi censori incaricati dalla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi.
È tempo di riabilitare le ombre, queste vecchie - e inquietanti - compagne dell'umanità dalla dubbia reputazione e sulle quali sono fiorite le storie più bizzarre: si narra di ombre che vivono di vita propria, o di altre che si ribellano ai loro proprietari come nella favola di Andersen. Anche Platone, nel mito della caverna, sostiene che chi guarda solo le ombre non ottiene vera conoscenza. Eppure senza le ombre non avremmo compreso la forma della luna o la struttura del sistema solare, né avremmo individuato gli anelli di Saturno, e le immagini ci apparirebbero piatte e senza sostanza. I nostri occhi sono infatti programmati per vedere le ombre e siamo in grado di ricostruire le dimensioni tridimensionali di un oggetto a partire dal cono che proietta. Dagli astronomi greci a Galileo e Keplero, dai mosaici romani ai dipinti di Masaccio, dalle prime misure della terra ai laboratori di psicologia infantile di Harvard, le ombre si sono rivelate un prezioso strumento di conoscenza oltre che un inesauribile stimolo alla curiosità umana.
«La contraddizione sempre crescente tra l’ignoto che gli uomini inconsapevolmente cercano e la vita che ad essi è offerta e permessa...»: è il frammento hegeliano da cui prende avvio la densa riflessione affidata a queste pagine. Interpellando giganti del pensiero e della letteratura - oltre a Hegel, Kant, Fichte, Novalis, Hölderlin, Goethe - Bodei approfondisce temi centrali come i vincoli politici, economici, domestici e ideali che imprigionano le nostre esistenze causando sofferenza e disagio; i criteri che possono orientare verso una vita migliore, capace di eliminare il ripiegamento su di sé dei singoli e la rassegnazione delle moltitudini. Questa eccezionale stagione di pensiero è anche mostrata in rapporto alle successive metamorfosi dell’individualità e al senso dei conflitti che lacerano e articolano le loro e le nostre vicende.
Questo libro vuol essere la risposta che Blaise Pascal (1623-1662) ha dato a quella che egli considerò la domanda più naturale e universale dell'uomo: come posso essere felice? Questa tematica potrebbe contrastare, a prima vista, con il luogo comune della "cupezza" di Pascal. In effetti, spesso i Pensieri - la sua opera più nota - mettono in primo piano immagini di miseria, di malvagità, di angoscia e vuoto interiore. Tuttavia, leggendo il Memoriale di Pascal, un breve scritto dal quale egli non si separava mai (lo teneva cucito all'interno della giacca) e che è una testimonianza di gioia e di dignità dell'uomo, l'autore è stato indotto a riconsiderare i Pensieri in un'ottica diversa: "Oltre le tristi figure in primo piano ho notato uno sfondo di luce. Un orizzonte di felicità piena che supera, senza annullarli, i simboli di sofferenza, miseria e morte." Questo volume parte quindi dalla convinzione che la denuncia del male esistente e dei limiti dell'uomo rappresenti in Pascal solo una fase preparatoria, in funzione della felicità. Di qui l'idea di esporre alcuni Pensieri di Pascal come un percorso a tappe verso la felicità.
Il volume raccoglie i contributi più significativi elaborati nei lavori dell'area di ricerca Sefir (Scienza e Fede sull'Interpretazione del Reale) pensati e realizzati allo scopo di stimolare la riflessione e il dibattito fra docenti e ricercatori in varie discipline su alcuni caratteri distintivi dell'attività scientifica quali la sua vicinanza all'attività artistica, il suo contributo alla comunicazione e al processo di sviluppo umano. In un panorama culturale sempre più sensibile all'interdisciplinarità e alla relazione sinergica tra scienze naturali e teologia si offre al lettore questo testo nella convinzione di poter stimolare e arricchire la propria personale riflessione.