
Non esiste ancora un'ipotesi capace di comprendere in modo unificato l'elementare "copia" di un gesto o di un suono e la potente tendenza mimetica manifesta in tutte le forme della vita sociale. Gianfranco Mormino propone un modello volto a spiegare sia gli aspetti più semplici sia quelli più complessi dell'imitazione, istituendo un legame tra le dinamiche fisiologiche, oggetto della ricerca sperimentale, e quelle culturali. La tesi fondamentale è che il vivente imiti innanzitutto se stesso e solo successivamente altri modelli. Se l'autoimitazione spiega il fissarsi di schemi comportamentali dettati dalle possibilità fisiologiche del soggetto, l'imitazione di modelli esterni, negli organismi dotati di cervelli più complessi, apre la strada a contaminazioni, spesso evolutivamente vantaggiose, con modalità d'azione differenti.
Il libro che presentiamo segna una tappa importante dell'itinerario avviato nella Pontificia Università Lateranense: verso una nuova sintesi tra Filosofia e Teologia. Si tratta, appunto, di un itinerario iniziato nel 2013, che ha visto coinvolti i Decani delle Facoltà di Filosofia e di Teologia, insieme al Direttore dell'Istituto Pastorale e ad alcuni docenti delle rispettive Facoltà. In questo sentiero gli autori hanno analizzato la quaestio de Deo a partire dalle loro competenze di filosofi e di teologi, e hanno restituito ai giovani un percorso in cui la Filosofia e la Teologia rendono credibile e visibile che oggi è possibile cercare Dio, e lasciarsi cercare da Lui.
Giovanni Reale è uno dei massimi studiosi del pensiero antico e autore di fondamentali contributi su Presocratici, Socrate, Platone, Aristotele, Seneca, Pirrone, Plotino, Proclo e Agostino. Ha composto una Storia della filosofia greca e romana (in dieci volumi, Bompiani 2004) che si è imposta come un punto di riferimento. Per una nuova interpretazione di Platone è la sua opera di maggior successo, come dimostra lo straordinario numero di edizioni, le traduzioni in varie lingue e i giudizi dati dagli studiosi a livello internazionale.
Giovanni Reale (1931), uno dei massimi studiosi del pensiero antico, insegna presso l’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. La sua sterminata produzione scientifica spazia lungo tutto l’arco del pensiero greco e latino: gli autori a cui ha dedicato specifiche monografie sono i Presocratici, Parmenide, Melisso, Socrate, Platone, Aristotele, Teofrasto, Pirrone, Seneca, Plotino e Proclo. Con Elisabetta Sgarbi ha pubblicato: I misteri di Grünewald e dell’Altare di Isenheim (2006), Le nozze nascoste o la Primavera di Sandro Botticelli (2007) e Il pianto della statua (2008). I suoi scritti sono attualmente tradotti in quindici lingue.
Nello straordinario periodo della storia del pensiero occidentale che va da Kant a Hegel, sullo sfondo delle grandi trasformazioni sociali, economiche e politiche di Sette e Ottocento, si sviluppa nell'ambito della filosofia tedesca l'idea di una moralità concreta. Già in Kant, anche nelle tensioni interne al suo pensiero, emerge l'intento di mostrare come la moralità possa trovare realizzazione nella vita degli uomini e nel loro vivere sociale. Con Fichte e Hegel l'interesse per la dimensione naturale dell'uomo e per le strutture sociali e istituzionali nelle quali l'individuo si trova a operare diventa il nucleo teorico che orienta la riflessione sui problemi morali, avviando quell'indagine sulla "seconda natura" dell'uomo che tanta parte avrà nel pensiero dell'Ottocento. Questo libro focalizza l'attenzione sull'idea di moralità concreta così come si profila nei tre grandi filosofi classici tedeschi, e illustra come essa si inserisce nel più ampio orizzonte della teoria della società, del diritto e dello Stato.
Indice: Prefazione. - Parte prima: Kant. - I. Ragione pratica e ragione empirica pratica nel pensiero di Kant. - II. La filosofia pratica di Kant e la realizzazione della morale. - III. Comandi e consigli nella filosofia pratica moderna. - Parte seconda: Fichte. - IV. Metamorfosi della libertà nel Sistema di Etica di Fichte. - V. La libertà e la sua realizzazione nella filosofia pratica di Fichte. - VI. Sulla "seconda natura" in Fichte. - VII. Diritto, lavoro e Stände: il modello di società di Fichte. - Parte terza: Tra Fichte e Hegel. - VIII. La società concreta. Considerazioni su Fichte e Hegel. - IX. Dovere e dottrina dei doveri tra illuminismo e idealismo. - X. Storie della coscienza nella filosofia classica tedesca. - XI. Sul concetto di "felicità" in Hegel. - Indice dei nomi.
Luca Fonnesu insegna Filosofia morale e Storia della filosofia nell'Università di Pavia. Per il Mulino ha già curato "La verità" (con S. Borutti, 2005) e "Etica e mondo in Kant" (2008). Fra i suoi libri ricordiamo inoltre "Storia dell'etica contemporanea" (Carocci, 2006)".
La filosofia politica di Miguel Abensour si definisce «critica» perché non smette mai di interrogarsi sul problema del dominio e della servitù volontaria, che spinge gli uomini ad accettarlo. In queste pagine compare inoltre una dimensione utopica e si presta molta attenzione a coloro che - per usare le parole di Marx - hanno saputo dar vita all’«espressione immaginativa di un mondo nuovo». In forme diverse, e attraverso l’analisi delle opere di Claude Lefort, Hanna Arendt, Pierre Leroux ed Emmanuel Levinas, Abensour propone un confronto serrato fra democrazia e utopia: entrambe sono considerate una via d’uscita, un’evasione verso l’alterità, al di là della compatta opacità del potere, che ha trovato la sua drastica espressione nei totalitarismi del Novecento e riaffiora nei governi neoautoritari dell’Europa attuale. La democrazia non può essere pensata che come insorgenza al di là dei poteri istituiti e critica radicale dell’ordine esistente, restituendo al termine il significato rivoluzionario che aveva alle sue origini e strappandolo alla banalizzazione corrente.
Se il linguaggio ci caratterizza come umani, esso si concretizza solo nella particolarità di una lingua storicamente determinata. Nelle lingue e nel loro reciproco riconoscersi e tradursi vive quell'umanità una e plurale che ci appartiene da sempre, ma che il nostro mondo globalizzato rende oggi straordinariamente evidente, densa di rischi e di pericoli, ma anche ricca di straordinarie opportunità. Traduciamo, nel senso ampio del termine, non solo nello scambio fra le lingue, ma tutte le volte che parliamo e incontriamo l'altro in noi e fuori di noi. Questo libro mira a elaborare una filosofia della traduzione, che solo da poco tempo è diventata tema di riflessione filosofica, ponendosi alla scuola della fenomenologia ermeneutica di Ricoeur.
Questa raccolta è l'incompiuta, ma pure compiutissima sinfonia della morale di Pietro Piovani.
Sono rari i filosofi che si sono interessati alla chiesa in quanto idea. In queste pagine inedite, risultanti da un incontro teologico di più giorni, Paul Ricoeur sviluppa una riflessione del tutto originale che si può considerare, a un tempo, come militante testimonianza di un periodo di passaggio e come banco di prova, come laboratorio di temi filosofici sviluppati, altrove o in seguito, in modo indipendente. Viene alla luce un aspetto del pensiero di Ricoeur troppo spesso trascurato, in cui i lettori potranno cogliere un approccio filosofico nuovo, radicale, la cui ampiezza annuncia alcune delle sue opere ulteriori, la prova di uno sforzo intellettuale innovativo, anche per lui stesso, e dell'importante ruolo che il filosofo ricoprì nella vita intellettuale della Chiesa riformata di Francia». (Dalla prefazione di Olivier Abel)
I sei colloqui qui presentati tra Paul Ricoeur e Gabriel Marcel datano al 1968, qualche anno prima della morte di Marcel. L'oggetto di queste riflessioni è duplice. In primo luogo viene fatta luce sugli snodi fondamentali della filosofia di Marcel: la riflessione sul corpo e l'esistenza, la questione dell'interpersonalità, il problema della tecnica, la sua collocazione nel quadro filosofico del primo Novecento. In secondo luogo, la filosofia di Paul Ricoeur e il suo rapporto vivo con il pensiero del maestro e con il fenomeno europeo della filosofia esistenzialista.
Partendo da studi su varie tematiche di ermeneutica, su fondamento veritativo, il testo in una seconda parte presenta alcuni saggi sugli interessi e la ricerca di Gaspare Mura: il personalismo, l'etica dell'alterità e della solidarietà, il problema dell'ateismo, la questione della modernità, i problemi relativi al multiculturalismo ed al dialogo tra le religioni; e su autori, classici e moderni: Boezio, Tommaso, Newman, Gilson, Heidegger, Gadamer, Ricoeur, Edith Stein, Weil. Un omaggio al pensiero e all'opera di Gaspare Mura in occasione del conferimento del titolo di Emerito presso la Pontificia Università Urbaniana.