
Figlio di un ex generale, passato alla vita diplomatica, Jean cercò a lungo la sua strada. Entrato da ragazzo nella marina militare, sembrava avviato a una brillante carriera seguendo le tracce del padre. Incontra allora il padre domenicano Thomas Philippe che gli affida l’Eau vive, una sorta di istituto per laici. L’esperienza de L’Arche ha inizio a Trosly-Breuil nel 1964 quando Jean, rompendo finalmente gli indugi va a vivere, sempre seguendo le indicazioni di padre Thomas, con 2 disabili mentali. E’ l’inizio di un viaggio lungo. L’esperienza di Trosly-Breuil è ancora ben strutturata. Jean rileva in qualche modo una casa di cura per disabili mentali e inizia l’esperienza dei foyers, delle case-famiglie nelle quali disabili e normodotati vivono insieme in piccole case a misura d’uomo. L’esperimento ha grande successo e oggi l’Arca è presente in Canada, negli Stati Uniti, in India. Accanto a L’Arche vi è poi l’esperienza dei pellegrinaggi: a Lourdes, a Roma. Queste esperienze si rivelano molto importanti per i disabili e allora Jean fonda Fede e Luce che è un movimento più vasto che si rivolge ai disabili, ma anche ai loro genitori.
Kathryn Spink è l’autore delle biografie di successo, tradotte in quindici lingue. È stata il biographer autorizzato di madre Teresa di Calcutta, chronicler dell’organizzazione di diritti dell’uomo delle donne dell’Africano del sud, del Sash nero e la traduttrice de La città della gioia e di altri libri di Dominique Lapierre.
Con l’intenzione di dare vita a un’iniziativa che faccia conoscere in Italia la ricchezza della multiforme tradizione religiosa russa e la condizione di persecuzione in cui vivono i cristiani russi soggetti al potere sovietico, padre Romano Scalfi fonda nel 1957 Russia Cristiana, prendendo contatto con coloro che vede già interessati, monsignor Enrico Galbiati, il grande studioso di cristianesimo orientale e don Luigi Giussani che lo invita a tenere le sue riunioni settimanali sulla Russia nella sede milanese di Gioventù Studentesca.
Già a partire dagli anni sessanta Scalfi e i suoi giovani avviano contatti diretti con la realtà dell’URSS. È questo un capitolo reso insieme avventuroso e drammatico dalla durezza delle condizioni imposte dal potere sovietico, ma che consente a quelli di Russia Cristiana di conoscere, fra i primi in Italia, il fenomeno del samizdat, l’editoria clandestina, ed entrare in contatto con gli esponenti del dissenso, in particolare quello religioso.L’attività culturale ed editoriale di Russia Cristiana nel nostro Paese si è ampliata nel corso del tempo e fa capo a una Fondazione che, oltre alla rivista «La nuova Europa» e una casa editrice, promuove convegni, pellegrinaggi e la scuola iconografica di Seriate (Bergamo).
Pigi (Pierluigi) Colognesi è nato nel 1957. Ha fatto parte della redazione del mensile di Comunione e Liberazione «CL-Litterae Communionis», di cui è stato direttore dal 1989 al 1993. Ha poi lavorato per tre anni con padre Romano Scalfi, dedicandosi in particolare alla rivista «La Nuova Europa», alle edizioni de La Casa di Matriona e alle iniziative della Fondazione Russia Cristiana. Collabora con le pagine culturali di diversi quotidiani e riviste.
Questa breve biografia illustrata presenta la figura di un sacerdote siciliano della Congregazione dei Missionari Servi dei Poveri, nato nel 1924, missionario in Congo e qui morto nel 1964 in seguito alle violente percosse subite da due guerriglieri. La sua vita, totalmente donata al Signore e ai fratelli, fu intimamente radicata nella meditazione della Parola di Dio, nella ricerca della contemplazione intensa della verità, nell'esercizio appassionato del sacerdozio e nel servi-zio incessante alla Chiesa. È stato beatificato il 21 aprile 2007.
Questo uomo, il padre Pierre Ceyrac, ha attraversato il XX secolo e il mondo. Nato in un villaggio rurale della Francia nel 1914, la lascia a ventitré anni pensando di non tornarvi più: va come missionario gesuita in India. Mentre i suoi fratelli divengono personalità pubbliche e politiche a livello regionale e nazionale, lui consacra la vita al servizio dei più poveri. Arrivato in un paese governato dagli Inglesi e dai maharaja, partecipa a tutte le tappe della storia dell'India: il raggiungimento dell'indipendenza, il primo periodo di "modernizzazione", le prime conquiste sociali di quelli che vengono chiamati "intoccabili", ecc. Per decenni ha attraversato il paese in moto, auto e treno e prosegue a farlo. Ora ha più di novant'anni. Ha conosciuto Gandhi, Nehru e Madre Teresa. Ha costruito strade, dispensari, centri sociali, villaggi di accoglienza per bambini... Più di 30.000 orfani sono cresciuti in centri che portano il suo nome, "Father Ceyrac". Ha passato quasi quindici anni nei campi profughi cambogiani, lungo la frontiera thailandese. Un uomo di preghiera che, per parlare senza enfasi, ha condotto un'opera gigantesca.
Descrizione dell'opera
La vita di Lorena d’Alessandro (1964-1981) si è spesa quasi interamente tra le anonime strade della Rustica, alla periferia est di Roma. La sua breve e semplice vicenda, vissuta in famiglia, a scuola e in parrocchia come continua testimonianza del Signore risorto, ha spinto i suoi amici a presentare al Vicariato di Roma la richiesta di apertura di un processo canonico di beatificazione.
A distanza di pochi anni, conclusasi la fase diocesana del processo, la ragazza dei nostri giorni travagliata dalla malattia dall’età di 10 anni non appartiene più solo al suo quartiere, poiché è stata riconosciuta serva di Dio ed è in attesa di diventare beata. Nel proporre la figura di Lorena soprattutto ai giovani, gli autori si fanno testimoni di una grandezza quotidiana che non ha avuto bisogno di speciali palcoscenici e di cui si sente oggi particolare necessità.
Sommario
Presentazione (don Felice Poli osb, postulatore). Un sorriso sul calvario. Una vita breve vissuta a colpi d’amore. Una personalità del dentro e del fuori. I documenti. Le virtù eroiche, la fortezza come fermezza. Lorena, profetessa del risveglio cristiano. Fede, speranza e carità eroicamente vissute. Una vita non omologabile. Appendice.
Note sull'autrice
Patrizia Caprio è insegnante, sposata con Massimo Tarantino, giornalista. Con Lorena D’Alessandro era impegnata nella catechesi presso la parrocchia di Nostra Signora di Czestochowa a Roma.
“Non avevamo mai sentito una storia così sulla potenza del bene”. Così recita la motivazione del Premio Pulitzer per i giornalisti Mary Jordan e Kevin Sullivan sulla vita di Madre Antonia. All’età di cinquant’anni, questa donna incredibile lascia il mondo ricco e confortevole dei dintorni di Los Angeles per dedicare la sua vita alla cura dei più poveri tra i poveri, i detenuti di uno dei peggiori carceri messicani.
Dopo aver cresciuto sette figli, dopo il doloroso divorzio, Mary Clarke (nome civile) trova una nuova vita entrando nelle celle con i detenuti e aiutandoli con la sua semplice presenza. Oltre al suo lavoro in carcere, Madre Antonia ha raccolto intorno alla sua piccola casa altre persone: signore già avanti con l’età che ritrovano uno scopo, molte con matrimoni falliti alle spalle, ex carcerate che si aggiungono alle suore, benefattori e parenti dei carcerati che non sanno dove andare. Un modo per cambiare la propria vita al servizio degli altri.
“Un racconto avvincente. Gigantesco. La storia di una donna autentica e la scoperta della vera gioia
nel dono di sé.” Bob Woodward
Mary Jordane Kevin Sullivan sono inviati del Washington Post e hanno lavorato a Tokio, Mexico City e Londra. Hanno ricevuto il prestigiosissimo Premio Pulitzer per il loro reportage internazionale sulla situazione del sistema giuridico messicano nella lotta contro la criminalità. Sono sposati e hanno due figli.
Il titolo richiama un precedente romanzo di V. Gheorghiu, La venticinquesima ora. Siamo in Romania verso la fine della seconda guerra mondiale, l'invasione sovietica è alle porte. Il povero sacerdote rumeno, padre del protagonista del romanzo, è accusato di eresia ed è sospeso dal suo ministero. Chiede aiuto al figlio, che lavora come giornalista nella capitale, ma tornando a casa rischia di essere fucilato. Il figlio non saprà più nulla di lui né della sua parrocchia. Attraverso questa figura paterna, è però tutta la storia religiosa di un popolo che si affaccia al lettore: liturgia, teologia, spiritualità, storia, geografia della Romania cristiana. Il romanzo ha una finale sorprendente.
Biografia illustrata della beata Elia di San Clemente (al secolo Teodora Fracasso, 1901-1927), monaca professa dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi. La sua vita breve e intensa fu caratterizzata da una forte spiritualità e dalla dedizione nel suo compito di istitutrice delle ragazze.
Pedro Arrupe, 280 successore di Sant'Ignazio di Loyola, è una delle personalità più significative del cattolicesimo del Novecento, un protagonista del rinnovamento della vita religiosa. Preposito generale dei Gesuiti dal 1965 al 1983 è stato l'artefice del rinnovamento conciliare della Compagnia di Gesù. Il suo operato al vertice dell'ordine è stato spesso al centro di contrastanti giudizi e di opposte valutazioni. Il padre Peter-Hans Kolvenbach, suo successore, in occasione del decennale della morte ha scritto: "Come ogni altro testimone profetico, il padre Arrupe fu segno di contraddizione, incompreso o malcompreso, nella Compagnia e fuori di essa". I contributi e le ricerche qui pubblicate, avvalendosi di nuove fonti archivistiche in larga parte inedite, hanno liberato la storia del generalato di padre Pedro Arrupe da quella sorta di "rimozione" storica che lo ha accompagnato soprattutto dopo la sua morte, collocandolo nella complessità delle vicende storiche, culturali e religiose del suo tempo e dunque rendendo ad Arrupe ciò che è stato di Arrupe.
Il contesto è il quartiere Brancaccio di Palermo, segnato dall'insidia mafiosa, ma oggi reso famoso per la forza di antidoto ivi innescata dalla presenza di un prete silenzioso ma forte, che predica parole evangeliche, prega molto, sfida il male con chiarezza, vive poveramente, sa sorridere di sé e della vita. Ma soprattutto semina speranza. A cominciare dal cuore dei ragazzini. È Padre Pino Puglisi. Il famoso "3 P", come argutamente lo chiamavano i suoi collaboratori. Questo libro è scritto proprio da suor Carolina, che narra la storia di tanti di quei ragazzi. Con i loro nomi e le loro storie.