
La testimonianza che danno i santi con la loro vita donata a Dio e ai fratelli affascina, genera consenso, viene seguita e porta ad ascoltare e accogliere il loro insegnamento. Per questo sono utili le loro biografie. Non fa eccezione la presente che descrive la vita di P. Giacomo Rossetto dei Servi di Maria. La conoscenza e la glorificazione del Padre che è nei cieli sono state lo scopo della sua esistenza soprattutto da quando, nel settembre 1912, visse la forte esperienza spirituale della chiamata ad abbandonarsi totalmente nelle mani di Dio. Quell'esperienza vocazionale gli permise di accettare e di percorrere anche la via della sofferenza fisica e morale.
Destinatari
Tutti e in particolar modo i devoti a Maria Santissima, di cui p. Rossetto aveva scelto di farsi servo.
Autore
GIOVANNI TRAVAGLIA, religioso dei Servi di Maria, ha compiuto gli studi di teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica 'Marianum' e ha conseguito il dottorato presso l'Accademia Alfonsiana della Pontificia Università Lateranense. Ha svolto la sua attività di docente presso vari Istituti Teologici ed è direttore dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose 'Santa Maria di Monte Berico' a Vicenza. Dove vive il suo ministero pastorale. È articolista su tematiche di morale e spiritualità.
Autore:
Manfredi Angelo
Nato a Codogno (Lodi) nel 1965, presbitero dal 1990, ha compiuto gli studi di specializzazione a Roma, nella Facoltà di Storia Ecclesiastica della Pontificia Università Gregoriana, conseguendo nel 1999 il Dottorato. È docente di storia della Chiesa nello Studio Teologico dei Seminari di Lodi, Crema, Cremona e Vigevano, e presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose delle diocesi di Crema, Cremona e Lodi; coordina la Pastorale Giovanile in tutto il territorio lodigiano.
Target:
Per tutti. Ambiente cattolico.
Contenuti:
"La ricerca su Conforti è una strada anche scientificamente interessante" ebbe a dire all'autore di questo studio il maggior esperto di storia ecclesiastica moderna in Italia, il gesuita p. Giacomo Martina.
Forte di tale supporto e mosso dal giovanile entusiasmo di ricercatore storico "serio, umile ma competente", Angelo Manfredi ha accettato la sfida propostagli dalla Direzione Generale dei Missionari Saveriani in un tutt'uno con la Diocesi di Parma, per una indagine a tutto campo sul contesto sociale e religioso, parmense ed italiano, ecclesiale e universale in cui visse Guido Maria Conforti (1865-1931), Vescovo di Ravenna e Parma, Fondatore dei Missionari Saveriani, primo Presidente della Unione Missionaria del Clero, onde giungerne a una biografia che "ancorasse il personaggio nello spessore del suo periodo storico".
La meticolosa consultazione archivistica realizzata dal Manfredi, unita a una costante frequentazione del Centro Studi Confortiani Saveriani di Parma, ha prodotto il volume che ora l'Emi è lieta di pubblicare.
Il lettore di queste dense pagine è posto a contatto con un “uomo che ha saputo rispondere alla sfida degli eventi quotidiani non a partire dal risentimento ma dalla ricerca spassionata del bene”, in lui presente come forza che lo rese “la più distinta espressione episcopale in Italia, di quel felice movimento missionario suscitato dalla enciclica Maximum Illud di Papa Benedetto XV, e rappresentante di quella completezza del ministero sacro delle anime che associa il Vescovo al Missionario: Vescovo di Parma, ma Missionario per tutto il mondo”, come ebbe a definirlo Angelo Roncalli, poi Papa Giovanni XXIII, il 17 febbraio 1957.
17 ottobre 1998. Jacques Dupuis, gesuita, uno dei teologi più famosi al mondo, professore all’Università Gregoriana di Roma, viene sollevato dall’insegnamento: l’ex Sant’Uffizio lo accusa di «gravi errori, ambiguità dottrinali e opinioni pericolose». Scoppia il «caso-Dupuis», che vede la Congregazione per la dottrina della fede guidata dal cardinal Ratzinger mettere sotto accusa il teologo sostenitore di una visione positiva della pluralità delle fedi. Jacques Dupuis vive sulla propria pelle, fino alle estreme conseguenze (lo stress del processo vaticano gli ha causato scompensi fisici che ne hanno causato la morte), l’anonima durezza dell’inquisizione ecclesiastica: delazioni, indagini segrete, accuse poi ritrattate, terra bruciata intorno, continui sospetti.
Per 36 anni missionario e insegnante in India, consulente della Santa Sede per il dialogo interreligioso, per più di dieci anni docente alla Gregoriana, poco prima di morire padre Dupuis aveva concesso un’ampia intervista al giornalista americano Gerard O’Connell, rimasta finora inedita. In queste pagine egli ricostruisce la sua vicenda biografica ed intellettuale, facendo nomi e cognomi di quanti hanno voluto piegarne – senza successo – la profezia: l’avversione del Vaticano per la sua teologia del pluralismo religioso; le ragioni in base alle quali ne ha confutato le accuse grazie all’appoggio di vari colleghi; il confronto con Ratzinger e i suoi collaboratori (i cardinali Bertone, Amato e altri), tutti incapaci, secondo il teologo belga, di cogliere la verità della sua proposta, che univa l’indefessa fede nell’unicità salvifica di Gesù Cristo all’apertura verso le altre religioni comprese come vie di salvezza.
Si tratta quindi di un libro molto importante che, attingendo a documenti vaticani segreti, racconta le modalità dei processi dottrinali sotto Giovanni Paolo II e il cardinale Joseph Ratzinger, per 25 anni custode dell’ortodossia cattolica e in seguito eletto papa. Leggere queste pagine significa fare i conti con una vicenda non sanata nella chiesa, i cui vertici hanno messo sotto accusa un uomo che amava affermare: «Posso dire in tutta sincerità che Gesù Cristo è stato l’unica passione della mia vita».
«L’ultimo testamento di Jacques Dupuis» Il Regno
«L’opera di Dupuis ha toccato un nervo scoperto» La Lettura – Corriere della Sera
Il laicato cattolico vive tra la seconda metà dell'Ottocento e la prima del Novecento una stagione ricca e vivace, mentre l'ambito ecclesiale è animato da fermenti di rinnovamento. Richiamandosi a tale cornice questo saggio storico considera la figura di Chiara Lubich, donna laica, declinandola, sulla base di un ricco apparato documentario, alla luce della formazione ricevuta e del ruolo svolto in Azione Cattolica. Il focus si sposta poi agli albori del Movimento dei Focolari che, nato in piena temperie bellica, mostra tratti esperienziali e linee spirituali che disegnano sul piano personale e comunitario una fisionomia laicale spiccata e originale. Negli anni Cinquanta prendono forma i tratti dell'Opera di Maria, plasmati sul modello della giovane di Nazareth. Nel periodo che precede il Concilio Vaticano II Chiara Lubich si colloca tra coloro che nel contesto ecclesiale hanno a vario titolo aperto nuove prospettive di vita laicale.
Chiara Lubich ha attraversato buona parte del Novecento, e vissuto l'avvio del III Millennio, cogliendo i tratti distintivi di un cambiamento d'epoca ed intercettando con il suo messaggio centrato sull'unità le principali questioni che riguardano l'assetto e la direzione di marcia dell'era contemporanea. Per questo, una più matura comprensione della sua esperienza storica e del suo pensiero consentono oggi di rintracciare significative consonanze con altri protagonisti dell'epoca contemporanea, che spesso non si sono mai incontrati tra loro, ma dialogando per così dire a distanza, hanno aperto nuove prospettive e proposto nuovi sguardi per la vita personale e collettiva dell'umanità.
Giovanna Francesca di Chantal (1572-1641) all'età di ventuno anni sposa Cristoforo II, barone di Chantal, dal quale avrà sei figli. Rimasta vedova, sente la chiamata a consacrarsi a Dio. L'incontro con san Francesco di Sales sarà determinante; con alcune compagne forma il primo nucleo di una nuova comunità, che il santo istituisce, per la visita degli ammalati poveri a domicilio: l'Ordine della Visitazione di Santa Maria. Dopo la morte di Francesco di Sales, Vincenzo de' Paoli sarà la sua nuova guida illuminata, fondamentale per lo sviluppo dell'Ordine. Dalla penna della sua segretaria personale il volume ripercorre l'avventura umana e spirituale della santa.
Il libro ricostruisce il percorso di Giovanni Battista Montini dalla formazione bresciana nei primi decenni del Novecento agli anni romani come assistente della Fuci e nella segreteria di Stato accanto a Pio XI e Pio XII, dalla nomina ad arcivescovo di Milano all'elezione al soglio pontificio, dal compimento del Concilio Vaticano II agli anni tormentati della sua attuazione. Con scavo documentario analitico, una scrittura chiara e l'uso di innovative categorie interpretative - ad esempio la "Chiesa totalitaria" della prima metà del secolo -, l'autore mostra come nella biografia di Montini si rifranga, non senza conflitti e tensioni irrisolte, un cambiamento di paradigma della Chiesa stessa: la fuoriuscita dal sogno di un ritorno a un regime di cristianità e la necessità di porre in dialogo, grazie alle riforme conciliari, il mistero teologico della Chiesa con il Moderno. Al punto che non è improprio affermare che l'avvenire della Chiesa coincide con "il montinismo del futuro". Anche perché, se con Wojtyla e Ratzinger il governo della Chiesa è stato della "destra montiniana", con Bergoglio sulla cattedra di Pietro è giunto il maggior esponente della "sinistra montiniana".
"Poeta, profeta, disturbatore delle coscienze, uomo di fede, uomo di Dio, amico di tutti gli uomini": così l'arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini salutava padre David Maria Turoldo celebrandone il funerale l'8 febbraio 1992, restituendo in pochi tratti un'esistenza cristiana tra le più intense del Novecento italiano, spesa per la salvezza de "L'Uomo" - nome emblematico di una testata promossa in gioventù -, e volta alla penetrazione del silenzio di Dio. Nella Milano della Resistenza e del dopoguerra, nella Firenze di Giorgio La Pira, a Sotto il Monte - terra di Giovanni XXII - negli anni precedenti e successivi al Concilio Vaticano II, dentro e fuori i canoni dell'Ordine dei Servi di Maria a cui con convinzione appartenne, Turoldo diede corpo e voce alle aspirazioni di rinascita religiosa, civile, sociale della sua generazione, guadagnando consensi e suscitando dissensi. Le censure e le sanzioni in cui incorse per via gerarchica non gli impedirono - consolato da una vena poetica che si completò negli anni con una fertile ispirazione di traduttore dei Salmi e creatore di inni per la liturgia - di esprimere in molteplici forme comunicative le domande di libertà, giustizia, pace, che animavano gli scenari e le coscienze del suo tempo.
Nella storiografia italiana il nome di Baldassarre Labanca è stato quasi cancellato in una sorta di congiura del silenzio di cui furono protagonisti clericali e anticlericali nel clima delle feroci contrapposizioni della “questione romana”. Questo libro ripercorre il sofferto itinerario formativo e accademico di Labanca che dalla natia città di Agnone nell’Alto Molise e passando per Licei (Chieti, Bari, Milano, Napoli) e Università (Padova e Pisa) divenne primo professore di storia del cristianesimo all’Università di Roma, promotore della disciplina e precursore degli studi storico-religiosi in Italia tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. L’Autrice, grazie ad un meticoloso studio di carte inedite di archivio e di un esteso epistolario, ricostruisce una pagina decisiva della cultura nazionale e degli studi di cristianistica di cui Labanca fu solitario protagonista, rimanendo tra i rarissimi che mantennero relazioni internazionali con gli specialisti della materia e rivendicando – in una quantità di scritti – per la Storia del cristianesimo autonomia di ricerca e dignità scientifica.
Religione della razza e cristianesimo non sono conciliabili mentre affidarsi al Reich è precipitare in un abisso. Sono queste le convinzioni che hanno spinto mons. Celestino Endrici, arcivescovo di Trento (1904-1940), a sviluppare per il suo popolo una vasta azione contro il nazismo. Lo evidenziano cinquanta documenti inediti e altri poco conosciuti che, riportati in questo libro, rilanciano un messaggio ancora oggi attuale. Presentazione di Giorgio Postal.
Nell'anno centenario della nascita, e a quarant'anni dal famoso Convegno passato alla storia come il "Convegno dei mali di Roma" (1974), vengono pubblicate le "memorie" del Cardinale Ugo Poletti. Memorie e ricordi che vengono consegnati agli amici, e a quanti l'anno conosciuto, da Novara a Spoleto e a Roma, in un servizio sempre appassionato e fedele alla Chiesa e ai fratelli. Il Cardinale Poletti sottolinea che si tratta di "uno sguardo retrospettivo... dal vero" - Ricordi e documenti di un tempo difficile di transizione. Ritiratosi presso la Basilica di Santa M. Maggiore, "da una finestra romana" rivede avvenimenti e persone di un periodo tormentato e complesso della vita della Chiesa e dell'Italia. Rileggendo questi ricordi, quasi sfogliando un testo di consultazione, si riconosce lo stile pastorale, di parole e di opere, al quale il Cardinale Poletti è rimasto fedele.
In occasione del decimo anniversario della morte di abuna Matta el Meskin, questo volume raccoglie i contributi di monaci, studiosi dei padri del deserto e del monachesimo, figli spirituali e discepoli di abuna Matta, storici e architetti, che ci presentano uno spaccato ad ampio spettro di questa figura di "padre del deserto", capace di parlare agli uomini e alle donne del nostro tempo, al di là di ogni barriera confessionale. Ad arricchire le testimonianze, i ricordi offerti da alcune pagine del diario di viaggio del pittore di fama internazionale William G. Congdon.

