
Don Borel (1801-1873), personaggio di spicco nella Torino dell'Ottocento, fu grande predicatore e confessore, anche impegnato nell'assistenza dei carcerati. Tra i suoi amici più cari si annoverano San Giuseppe Cafasso, San Giuseppe Benedetto Cottolengo e San Giovanni Bosco, di cui fu straordinario e fidato collaboratore.
Don Cocchi (1813-1895) è stato uno dei benefattori del Piemonte. Tra le innumerevoli iniziative in favore della gioventù povera avviate dal suo cuore e dal suo genio, il Collegio degli Artigianelli resta tutt'oggi il fiore all'occhiello.
La storia degli 813 abitanti della città di Otranto trucidati nel 1480 dai Turchi per aver rifiutato la conversione all'Islam dopo la caduta della città. Sono stati canonizzati nel 2013 da Papa Francesco.
Un modello di fraternità inaudito, forse addirittura imbarazzante, perché nasce da un presupposto poco esplorato anche dalla teologia: Dio si è fatto fratello. Un presupposto trascurato fino a quando Charles de Foucauld ne ha fatto il punto focale di tutta la sua vita e della sua spiritualità. E lo ha fatto a partire dalla contemplazione della vita nascosta di Gesù a Nazaret. Mons. Pierangelo Sequeri, teologo di fama internazionale, spiega il senso e le implicazioni di questa inaudita fraternità per la vita della Chiesa di oggi e di ogni credente. Don Bortolo Uberti traccia poi possibili vie, seguendo l'esempio di san Charles, per abitare la storia da fratelli. Infine, il viaggio di Magdeleine Hutin, fondatrice delle Piccole Sorelle di Gesù, che ha superato muri e confini in forza di quella stessa fraternità.
Questo libro offre in modo sintetico gli elementi principali della proposta spirituale di san Giovanni XXIII che ancora oggi affascina persone di ogni età e provenienza.
Maria Elisabetta Mazza (1886-1950) è una delle figura più interessanti del movimento cattolico che, tra Otto e Novecento, a Bergamo come nel resto d'Italia, offre la prima risposta sistematica alle sfide dalla società contemporanea. Il suo profilo biografico si snoda in varie tappe: l'ambiente familiare e parrocchiale, la formazione culturale, l'impegno associativo, la docenza nelle scuole di Bergamo e della provincia, la fondazione e la direzione delle Piccole Apostole della Scuola Cristiana. Abito laicale, apostolato a tempo pieno nella scuola pubblica, vita comune, ritmi di preghiera snelli e vita religiosa dallo stile "secolare" sono i tratti caratteristici del nuovo Istituto, chiamato a operare "come lievito, senza chiasso", per dare anima e "linfa rigeneratrice" alla società. Personalità affascinante, riesce a trasmettere una spiritualità ricca e semplice al tempo stesso. Al centro c'è l'esperienza di Gesù, "l'unico affetto dominante" dal quale si lascia condurre e con il quale desidera "fare casa", a imitazione del "sì" obbediente della Vergine Maria e di Teresa di Lisieux, la sua santa prediletta. La sua vita è intrecciata con quella di laici come Nicolò Rezzara, vescovi come Radini Tedeschi e Bernareggi, sacerdoti come Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII. Intelligente, sensibile, dotata di capacità organizzative e di governo non comuni, Maria Elisabetta Mazza ha molto da dire anche oggi.
Il mondo è quello del carcere. Un mondo di uomini e donne che hanno varcato la soglia della legalità per precipitare, a volte adolescenti, nel circuito della criminalità, che non ti lascia scampo. I brani raccolti in questo libro raccontano storie di miseria, abbandono, solitudine, storie di devianza, anche spietate, spesso nate in ambienti malavitosi, in cui un destino segnato sembra prevalere sul libero arbitrio di ogni individuo.
È stato uno di loro, Salvatore Torre, ergastolano detenuto da quasi trent’anni in carceri di massima sicurezza, a selezionarli fra le centinaia di racconti che hanno partecipato al Premio Goliarda Sapienza. In questi brani – scrive egli stesso - emergono in larga parte le ragioni di queste vite, come la mia, rovinate e rovinose. Torre, che in carcere è diventato uno scrittore, nell’introdurre alla lettura storie di altri, ha compiuto un lavoro introspettivo su sé stesso, che mette il lettore di fronte all’uomo, non solo all’ergastolano, e alla sua coscienza. La Prefazione è a firma di mons. Dario Edoardo Viganò, Assessore del Dicastero della Comunicazione della Santa Sede.
Salvatore Torre, 49 anni, siciliano, è un ergastolano fine pena mai, detenuto dall’età di vent’anni. In carcere ha conosciuto lo studio e si è avvicinato alla cultura attraverso la lettura, la sua grande passione. Ha partecipato come autore a diverse edizioni del Premio Goliarda Sapienza, il più importante concorso letterario europeo rivolto alle persone detenute, ottenendo numerosi riconoscimenti. Nel 2018 ha vinto il Premio Vatican News. Hanno scritto di lui gli scrittori-Tutor che lo hanno affiancato: “possiede una scrittura di forte impatto emozionale”, “sa creare storie avvincenti ed evocative”, “dimostra grande capacità di analizzare i sentimenti e farli vivere al lettore”.
Ti sei mai chiesto qual è il senso della vita? Che cos’è la felicità e come raggiungerla? Questo terzo volume della collana “Diario della Felicità” ti racconta la vita di quattro ragazzi, che potrebbe ispirarti nella ricerca della felicità, quella vera.
Marianna, Marco, Giulia e Claudio hanno sognato alla grande e non si sono mai fermati nella ricerca del vero senso della vita. Quattro storie che hanno molto da dire soprattutto ai più giovani che si rivolgono all’esistenza con quella speranza carica di sogni, tipica della loro età.
La felicità sta dentro questi racconti, tra le pagine dei loro diari, nelle loro espressioni più significative qui riportate. Vuoi sapere in che modo l’hanno trovata? Leggi questo diario della felicità e lo scoprirai.
Quattro giovani, vissuti in luoghi, famiglie, contesti diversi, accomunati da una stessa luce, che ha guidato sapientemente i loro passi.
Quattro giovani che hanno dovuto affrontare prove e sofferenze, che hanno dovuto compiere scelte difficili, ma che, mettendo Gesù al centro della loro vita, non sono rimasti delusi.
Quattro giovani che dimostrano come la morte non ha e non avrà mai l'ultima parola, perché l'ultima parola ce l'ha la Resurrezione. Se siete a corto di speranza, ma volete tornare a sperare; se avete perso entusiasmo, ma desiderate trovare gioia in mezzo all tempeste della vita; se vi state chiedendo a cosa serva fare il bene, in un mondo segnato radicalmente dal male, ma volete vincere il disfattismo: questo è proprio il libro che stavate cercando!
Preghiere e immagini sacre disegnate col sangue su camicie e fazzoletti, bilocazione, stigmate, dialoghi con i morti, diagnosi mediche fatte da una creatura analfabeta restano ancora fenomeni inspiegabili. Il caso di Natuzza Evolo di Paravati suscita stupore e sconcerto a sessant'anni dalla sua prima manifestazione. Gli autori di questo libro hanno inserito saggi e dibattiti sulla cultura contadina a cui Natuzza appartiene, articoli relativi alla ricerca pubblicati su giornali e riviste, oltre ad un testo teatrale ispirato a Natuzza come metafora dell'esigenza di sicurezza e rasserenamento a cui aspira ogni essere umano.
Un'avventura straordinaria da Macerata a Roma, dal Portogallo agli avamposti europei in Asia; la lenta penetrazione nel territorio cinese per giungere a Pechino presso la corte degli imperatori Ming. Il gesuita Matteo Ricci (1552-1610) seppe superare ostilità e diffidenza, riuscendo infine a gettare ponti di dialogo intensissimo tra Occidente e Oriente: i suoi planisferi svelarono ai Cinesi la via per mondi sconosciuti, la sua profonda conoscenza della cultura greco-romana servì da chiave interpretativa per i testi di Confucio, le sue traduzioni in mandarino di testi di filosofia, matematica e astronomia conquistarono gli studiosi più illustri della Cina. Papa Benedetto XVI stesso ha lodato la sua opera, "tesa a ricercare la possibile armonia fra la nobile e millenaria civiltà cinese e la novità cristiana".

