
Jacopone da Todi (1233-1306), originalissimo poeta e solitario contestatore del suo tempo, viene qui rivisitato e storicamente inquadrato nella biografia e negli scritti da un saggista che si cala bene attrezzato nel succedersi di vicende nodali, le esplora, le ricostruisce, le unifica in un ritratto esemplare. Come nelle sequenze filmiche, in queste pagine scorrono in primo piano le stagioni di una vita sullo sfondo di travagli religiosi e civili che ebbero risonanze e conseguenze europee: la nascita e la crescita, gli studi a Bologna, la professione notarile, il matrimonio, la tragica morte della moglie Vanna, un decennio di esistenza senza dimora, l'entrata in convento, le lotte spirituali, i divieti, la prigionia, la morte. Papa Celestino V lo accolse e benedisse, papa Bonifacio VIII lo perseguitò e maledisse. La consona duttile prosa di Maffeo rende indimenticabile la lettura.
La ricorrenza del sessantesimo anniversario dall'ingresso di Giovanni Battista Montini a Milano, il 6 gennaio 1955, ha suggerito all'arcidiocesi di Milano e all'Istituto Paolo VI di Brescia l'opportunità di avviare uno studio d'insieme del suo ministero episcopale nella Chiesa ambrosiana. L'episcopato di Montini non e un campo inesplorato per gli studiosi, ma i contributi raccolti in questo volume offrono elementi nuovi attinti dai documenti dell'Archivio della Segreteria dell'Arcivescovo Montini presso l'Archivio Storico Diocesano di Milano. Si tenta di proporre una considerazione complessiva dell'episcopato montiniano attorno a tre ambiti: l'istituzione ecclesiale con i suoi diversi soggetti e le sue molteplici strutture, l'azione pastorale con le forme fondamentali in cui si attua la missione della Chiesa e i complessi legami che essa intreccia con la società e la cultura.
Il Padre splendente in un mare di luce rivela alla sua “scopina” e “messaggera” nonché profeta degli ultimi tempi il dono della conoscenza d’amore per l’umanità sofferente. “Dichiaro che l’intervento soprannaturale e divino mi sembra il solo capace di dare una spiegazione... dei fatti” (il vescovo della commissione diocesana mons. Caillot).
Per la prima volta Madre Elvira, la fondatrice delle Comunità Cenacolo diffuse in tutto il mondo, si racconta in prima persona: la sua vocazione, la prima casa, l’arrivo dei giovani, la pedagogia, i pilastri della comunità (preghiera, provvidenza e accoglienza), l’apertura al mondo, la nascita dei tre rami con lo stile missionario di vita. Concludono il testo una catechesi di sr. Elvira sul tema della forza dell’amore,
e il testo che ha accompagnato il decreto di approvazione della Comunità Cenacolo. “La storia che ho vissuto e che sto vivendo non è stata una mia idea, un mio progetto: sono io la prima a sorprendermi continuamente di quello che è avvenuto e che sta avvenendo nella vita della Comunità Cenacolo, che è opera di Dio, dello Spirito Santo, di Maria. Come avrei potuto io inventare una storia così?”.
L'AUTRICE
Rita Agnese Petrozzi (Sora, 1937), conosciuta come Madre Elvira e da tanti identificata come “la suora dei drogati”, entra in convento a 19 anni presso le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret a Borgaro Torinese. Nel luglio 1983, a Saluzzo (CN), fonda la Comunità Cenacolo, che non è solo un’opera sociale o assistenziale, ma soprattutto un luogo di fede. Negli anni si uniscono a Madre Elvira giovani volontari, famiglie, fratelli e sorelle che ricevono la chiamata di Dio a dedicare la loro vita alle opere della Comunità. Nel luglio 2009 la Comunità viene riconosciuta dal Pontificio Consiglio
per i Laici - Dicastero Vaticano come Associazione Privata Internazionale di Fedeli di Diritto Pontificio. Le fraternità della Comunità, che oggi sono oltre sessanta in diciotto Paesi del mondo, accolgono gratuitamente migliaia di bisognosi, in particolare giovani e bambini di strada. All’interno di tale realtà, è sorta anche la famiglia religiosa femminile delle SuoreMissionarie della Risurrezione. Madre Elvira oggi vive presso la Casa Madre della Comunità Cenacolo a Saluzzo ed è la figura di riferimento dell’intera opera. In modo particolare, negli ultimi anni, si dedica più intensamente alla preghiera, alla formazione delle giovani suore e a visitare le varie fraternità esistenti.
L'esperienza di sentirsi amati da Qualcuno che non vedi ma sai sempre vicino, trasforma il cuore dell'uomo, infonde un coraggio forte e positivo per affrontare ogni cosa. La storia di Madre Elvira è segnata dall'incontro con questo Dio vivo che ci promette una felicità... impossibile! È stato tale incontro a ispirarle il progetto di accogliere i primi ragazzi sbandati in una casa diroccata sulla collina di Saluzzo. In quel momento nasceva nel silenzio, nel nascondimento, nella povertà, in mezzo a tanti sacrifici la Comunità Cenacolo, che oggi conta ben 61 fraternità sparse nel mondo che accolgono migliaia di giovani e famiglia in cammino "dalle tenebre alla Luce".
L'avventura con Dio è qualcosa che ti affascina e rimane colpita e scolpita per sempre dentro di te, anche perché Dio non chiama una volta sola, ti chiama tutti i momenti del giorno e mentre ti chiama ti rifà, ti ricostruisce nuovo. La tua tristezza la cambia in gioia, la tua debolezza la cambia in forza, il tuo peccato lo cambia in misericordia. Non puoi resistere a questo Dio che ti crea e ti ricrea, e guai a me se fossi la stessa di ieri. È nella sua fedeltà che noi camminiamo, nella sua grazia che noi cambiamo. Oggi, dopo questi anni, anch'io posso dire di essere cambiata, di essere più buona, di credere di più, di aver sperimentato in modo più vero l'amore di Dio. Sì, Dio esiste, noi lo abbiamo incontrato. È qui, è vivo, cammina con noi!»
Il libro, edito per la prima volta nel 2011 in occasione del primo anniversario della stimmatizzazione, fu dato alle stampe in un periodo in cui la Chiesa cattolica sembrava andare incontro ad un risveglio spirituale. Oggi, invece, pare che a dominare sia un disorientamento dottrinale e morale che potrebbe trarre in inganno e portare moltissimi fedeli cristiani lontani dagli insegnamenti di sempre. Ecco perché la Beatificazione di Edvige Carboni arriva nel momento storico giusto; nel periodo in cui occorrono certezza dottrinale e giuste indicazioni che puntualizzino la via giusta per vivere correttamente l’effimera vita terrena e proiettare tutti verso quella definitiva ed eterna. Edvige Carboni può decisamente essere la risposta di Dio alla crisi del nostro tempo e alle tante e importanti domande che gli uomini di oggi si pongono.
Seguire l’esempio della nuova Beata è garanzia di camminare per la strada giusta! Edvige ci insegna come servire e amare Dio senza riserve e senza mezze misure. Imitare la sua vita e le sue virtù sarà molto difficile, ma bisogna almeno tentare di farlo.
Pozzomaggiore (SS): Edvige Carboni nasce il 2 maggio 1880 da piissimi genitori. Cresce buona e ubbidiente. Nel tempo vissuto nel suo paese d'origine dimostra membro vivo della comunità parrocchiale, assidua alle adunanze e ai Sacramenti, ottima catechista, insegnando il vangelo più con i fatti che con le parole. È una donna laboriosa, piena di premure e di affetto per tutti, apprezzata soprattutto per la sua modestia e umiltà. Edvige vive vari fenomeni mistici e beneficia di numerosi doni soprannaturali: estasi, levitazioni, incendi d'amore, spirito di profezia, bilocazione, animazione di sacre immagini, visite di angeli e santi; il 14 luglio 1911 riceve dal Signore le stimmate. Roma: nel novembre del 1929, per tener compagnia alla sorella Paolina e al papà, Edvige lascia il suo paese natale per trasferirsi nel Lazio. In questa regione, dopo essere state provvisoriamente a Marcellina Scalo, poi ad Agosta, Serrone, La Forma, Albano, Quadrato, Edvige e Paolina si stabiliscono a Roma, nel 1938. La carità di Edvige nell'assistenza ai malati, alle persone sole, agli anziani, ai bisognosi è straordinaria: la gioia di dare tutto a tutti è sempre in lei più forte e più grande di ogni rinuncia. Dopo una vita così particolare, vissuta "più in cielo che in terra", Edvige il 17 febbraio 1952 rende la sua anima a Dio pronunciando il nome di Gesù.
La Beata Edvige Carboni (1880-1952) non era una religiosa, ma una santa della porta accanto che visse i duri periodi delle due guerre mondiali, le difficili fasi di ripresa economica, l’affermarsi in Italia e in Europa di filosofie e ideologie atee, di politiche repressive e neopagane, tra personaggi le cui idee politiche avvelenarono la coscienza di molti. Eppure Edvige riuscì a vivere – divisa tra la sua Sardegna e il Lazio – l’ordinarietà con una incredibile fortezza e in modo davvero straordinario, ponendo Dio al centro della sua esistenza personale e umana. Le sue virtù evangeliche furono cristalline, ammirevoli e contagiose. Molti non la capirono, ma tantissimi videro in lei il dito di Dio. L’Assoluto ebbe in lei il posto d’onore; il Cuore di Cristo fu il centro del suo ed Egli la amò chiamandola a una vita di consacrazione, di riparazione, di preghiera e di offerta. Pur se assorbita dai mille impegni di una vita umile, la Beata assaporava in terra i frutti della sua intimità con lo Sposo celeste e collaborò con lui nel portare la croce fino a essere configurata, nella sua carne, a Gesù crocifisso, che ricreò in lei i simboli della propria Passione: le stimmate.
Vissi con apprensione il terribile attentato subìto da Don Mario Torregrossa quando gli fu dato fuoco, i mesi della sua convalescenza ed i successivi dodici anni sulla sedia a rotelle, constatando la sua tenacia e la sua eroicità. Leggendo Lo Spirito e il fuoco di Mara Macrì – un racconto sinteticamente denso di riferimenti e spunti d’approfondimento intorno ad inedite esperienze di don Mario – colgo un’esperienza di vita ricca, forte e consapevole. Vi leggo una fede saldamente radicata nel Signore, desiderosa di fare sempre la volontà del Padre, senza mai distaccarsi dall’esperienza e dalla sofferenza quotidiana; vi leggo una testimonianza di vita inequivocabile nell’esercizio della carità, nell’amore verso i poveri, nell’apertura agli altri e nell’accoglienza; vi leggo uno sforzo originale nell’accoglienza dei giovani e nella formazione delle nuove generazioni; vi leggo una scelta coraggiosa di povertà e di fiducia nella Divina Provvidenza; vi leggo, infine, una forte umanità e la testimonianza di un solido legame tra fede e cultura, una cultura cristiana caratterizzata da un profondo amore per l’uomo.
Dalla Prefazione del Cardinale Camillo Ruini
Mara Macrì, giornalista professionista, scrittrice e saggista, è laureata in Psicologia e Sociologia. Professional per programmi di sviluppo sostenibile nelle aree disagiate, svolge la professione giornalistica conoscendone ogni canale informativo – radio, carta stampata, televisione e giornalismo on line. Nel 1995 ha fondato e dirige l’Istituto di Comunicazione Ricerca e Giornalismo ACTA POPULI (www.actapopuli.net) dove si occupa di formazione, ricerca, sviluppo sostenibile, di progetti sociali e professioni legate alla multimedialità. Sta ultimando tre lavori multimediali dal titolo: Dal Futuro al passato: tracce mediatiche, La Galassia elettronica: dal torchio alla cibernetica, Il Mondo che vorrei: progetto multimediale per le società future. Sono in uscita il romanzo sociale Parole d’amore... cattivi pensieri ed il saggio Il suono della farfalla. Le sette nel mondo contemporaneo – definizioni, presenze, dati. Manuale pratico d’informazione.
Compagno di scuola, assistente e tour manager, Richard Macphail è stato per circa cinque anni il collante che ha tenuto insieme i Genesis. In questo avvincente memoriale racconta i primi anni del gruppo dal suo punto di vista privilegiato, sin dai giorni della Charterhouse, dove incontrò i fondatori della band. Richard divenne il loro primo e unico roadie, accompagnandoli di concerto in concerto, ospitandoli in un cottage dove poterono vivere e gettare le basi della loro splendida musica e offrendo loro tutto il supporto di cui avevano bisogno in una fase cruciale della loro carriera. Richard c’era quando Phil Collins fece la famosa audizione, quando Steve Hackett venne reclutato per rimpiazzare Anthony Phillips e quando Peter Gabriel lasciò il gruppo per la carriera solista. Nei capitoli finali del libro sottolinea con orgoglio i suoi costanti e splendidi rapporti con Anthony, Peter, Mike, Tony, Phil e Steve, amicizie che durano da oltre cinquant’anni. Ricco dei contributi forniti da tutti i componenti dei Genesis e scritto insieme a Chris Charlesworth, ex giornalista del Melody Maker, La mia vita con i Genesis è un racconto eloquente e diretto che tutti i fan custodiranno come un tesoro prezioso. Il libro contiene un capitolo inedito rispetto all’edizione inglese!