
Raimondo Lullo (1232-1316) è una figura poliedrica, difficile da cogliere nella sua complessità. Un autore lontano nel tempo ma di sorprendente attualità, soprattutto nel suo essere "uomo del Mediterraneo" i cui orizzonti culturali spaziarono dall'una all'altra delle sue sponde e delle sue civiltà. Dopo aver riconosciuto e descritto ciò che le religioni del Libro avevano in comune e in cosa differivano, Lullo cercò di realizzare un dialogo basato non sulla loro uguaglianza, ma su una parità che deriva dalla dignità personale delle parti. Sin dal 1294, egli afferma che gli "infedeli" sono uomini come noi. Con pochi mezzi a disposizione (l'eredità culturale condivisa dalle religioni monoteiste e un metodo di sua creazione, dono di Dio e del luogo in cui era vissuto), tenta di promuovere un confronto aperto e disteso con i suoi interlocutori da una posizione chiara e rispettosa della propria identità cristiana e dei valori di cui possono essere portatrici le altre fedi. L'atteggiamento di rispetto, di cortesia, di dialogo con l'"altro", che sintetizza ciò che viene oggi denominato "spirito di Assisi", può essere rinvenuto in molte delle sue opere, frutto del lavoro di un autore che, a 700 anni dalla morte, resta uno di noi nell'età che fu sua.
Giovanni Huss eretico, riformista, fustigatore di costumi, schivo da ogni forma di tirannia sia morale che politica, trova in Mussolini, allora libero pensatore (1913), il suo cantore che lo innalza a mitico simbolo della difesa della libertà e contro ogni tirannia. "Consegnando questo libretto alle stampe, formulo l'augurio ch'esso susciti nell'animo dei lettori l'odio per qualunque forma di tirannia spirituale o profana: sia essa teocratica o giacobina". Queste parole chiudono la presentazione che lo stesso Benito Mussolini faceva alla prima edizione del libro nel 1913 ma, gli eventi successivi, da egli stesso provocati, lo porteranno a ricusare il testo e il contenuto ritirando l'edizione dal commercio per preparare i Patti Lateranensi.
Le persone che incontrerete tra queste pagine hanno fatto cose diversissime le une dalle altre, influendo ciascuna sulla propria realtà in modo personale. Troverete poche rivoluzioni sconvolgenti e molte cose che potevano essere fatte semplicemente volendole fare, perché è la trama del possibile a rendere più vivibile il quotidiano, non il gesto eclatante che sposta l'asse del pianeta. Nessuno di loro pensava di star facendo qualcosa di speciale con le sue scelte e forse è questo il marcatore che alla fine congiunge tutte le storie di questa raccolta: la manutenzione della felicità comune è fatta di piccoli gesti pensati e scelte forse non tutte facili, ma comunque sempre alla portata di chiunque. A nessuno in fondo è chiesto di morire per accendere una luce nelle vite che incontra. Vivere all'altezza della propria speranza sarebbe già un motore sufficiente per cambiare il pezzo di mondo che ci si è fortunosamente ritrovati tra le mani.
Carlo d’Asburgo, l’ultimo erede del Sacro Romano Impero, è stato beatificato da Giovanni Paolo II il 3 ottobre 2004. Una beatificazione sofferta e difficile a causa di varie “leggende nere” e maldicenze che hanno tentato di offuscarne la vita privata e quella pubblica. Nella “positio”, il dossier vaticano utilizzato per il processo canonico, storici, medici, cardinali ed insigni teologi fanno piena luce su questo pio imperatore smascherando complotti, intrighi ed infamie che lo hanno travolto facendolo morire in esilio, abbandonato da tutti, lontano dal suo Paese e senza un soldo. Una religiosa orsolina, quando Carlo era ancora fanciullo, aveva profetizzato che sarebbe diventato imperatore ma che avrebbe anche dovuto soffrire molto e sarebbe stato al centro degli attacchi del male. Ma chi furono gli artefici di questa congiura e di questa gigantesca macchinazione? E soprattutto perché? Con testimonianze, prove, documenti segreti e miracoli, gli studiosi della Santa Sede non hanno più dubbi sul ruolo avuto dalla Massoneria e dai vari “confratelli” sparsi in tutta Europa che avevano come obiettivo quello di annientare, per poi dividersi, l’Impero austro-ungarico, ultimo baluardo del cristianesimo. La Santa Sede, inoltre, ha deciso di beatificare l’ultimo sovrano cristiano proprio nel momento in cui l’Unione Europea non ha voluto il riferimento alle radici cristiane nella propria Costituzione, per continuare a lanciare il suo messaggio di speranza e di unità.
Note sull'autore
David Murgia, 47 anni, giornalista professionista, lavora a Tv2000 dove è autore e conduttore di Vade Retro e Indagine ai Confini del Sacro. È stato vaticanista de Il Tempo. Collabora con la Rai. È autore di “Suor Faustina e il mistero del dipinto più venerato al mondo” (Ares, 2018), “Vade Retro” (Oscar Mondadori, 2017) e coautore di “Satana in tribunale” (San Paolo, 2004).
È la biografia di don Ernest Simoni, sacerdote albanese sopravvissuto alla persecuzione del regime comunista nei confronti del clero e di chiunque professasse una fede religiosa. Egli stesso ha raccontato la propria vicenda a papa Francesco quando il Pontefice è stato in visita a Tirana il 21 settembre 2014. Per il semplice fatto di essere prete, nel 1963 don Ernest viene arrestato e messo in cella di isolamento. Sottoposto a torture e condannato a morte, si vede commutare la condanna capitale in diciotto anni di lavori forzati, di cui dodici trascorsi in miniera. Durante il periodo della prigionia don Ernest continua a celebrare la messa a memoria, in latino, e a distribuire la comunione di nascosto. Uscito dal carcere, viene nuovamente condannato ai lavori forzati: questa volta è assegnato alla manutenzione delle fogne della città di Scutari. Torna libero nel 1990, quando crolla il regime comunista. Con la libertà di culto, comincia per don Ernest un periodo di intensa attività pastorale volta soprattutto alla riconciliazione. In vista della stesura di questo libro l'autore ha intervistato personalmente don Ernest, le cui parole, spesso citate testualmente, consentono di ricostruire un quadro completo delle vicissitudini che hanno coinvolto lui e la sua famiglia. Sullo sfondo, il clima degli anni bui della dittatura, ma anche le speranze legate alla rinascita.
11 febbraio 2013, Benedetto XVI annuncia la sua decisione di dimettersi. Un momento storico per la Chiesa e per il mondo. Ma anche l’occasione per guardare finalmente con occhi nuovi a un Pontefice che i media hanno spesso presentato con vecchi stereotipi. È questa l’operazione compiuta da Mimmo Muolo, nel presentarci uno Joseph Ratzinger diverso da quello percepito. Un Papa del coraggio, a partire proprio dal suo gesto più coraggioso: la rinuncia.
Sette anni, dieci mesi e nove giorni. È la durata del pontificato di Benedetto XVI, che questo libro – pubblicato in prossimità dei 90 anni del Papa emerito, 16 aprile 2017 – esplora nelle sue coordinate fondamentali. Da un lato il confronto con il mondo laico, al quale il Pontefice ha rivolto un pressante appello ad allargare la razionalità e a vivere «come se Dio ci fosse». Dall’altro la questione della fede, posta con forza all’interno della Chiesa come strumento indispensabile per quel confronto e per un nuovo annuncio del Vangelo. Prendendo le mosse dalla sorprendente rinuncia, l’Autore delinea un ritratto originale di Joseph Ratzinger, mostrando la grande distanza tra il «Papa reale» e quello «percepito». Un Papa dalle scelte coraggiose, il cui insegnamento non va dimenticato.
Partendo dall’esperienza del beato Carlo Acutis, don Michele Munno presenta 31“briciole eucaristiche”, cioè un agile schema di adorazione per ogni giorno del mese, che contiene: un breve testo evangelico, una piccola riflessione, un’invocazione e una “briciola” attinta dagli appunti inediti di Carlo. Perché il testo possa essere utilizzato anche per la preghiera comunitaria, viene proposto uno schema per l’esposizione e l’adorazione pubblica insieme a una raccolta di testi, inni e preghiere. Il volume è arricchito inoltre da alcuni brani dell’Antico e del Nuovo Testamento, utili a comprendere le prefigurazioni del sacramento dell’Eucaristia. Infine vengono riportati i numeri del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica relativi a questo sacramento. L’auspicio è che, attraverso l’esperienza del beato Carlo, tutti - e in particolare i giovani – riscoprano la propria originalità, attingendo al sacramento che esprime l’originalità straordinaria dell’amore di Dio: l’Eucaristia.
Don Michele Munno offre questa nuova biografia del giovane Carlo Acutis – arricchita da testimonianze inedite dei familiari di Carlo e da preziosissime pagine tratte dall’agenda del giovane – come uno strumento stratificato. Nei 15 capitoli, 15 come gli anni di vita del Beato, sono presentati innanzitutto gli episodi più salienti della sua esistenza e, a un capitolo di carattere narrativo, si fa seguire un capitolo nel quale si tenta di scendere in profondità, nell’intimo di Carlo, cogliendo le motivazioni profonde del suo agire e la “Fonte” della sua straordinarietà. Tra un capitolo e l’altro si trova una sezione intitolata “la bussola” che contiene un brano tratto dalle Scritture: questo è infatti il modo in cui Carlo chiamava la Parola di Dio, una “bussola” per i nostri passi. Completa il volume una seconda parte dedicata all’iter per la beatificazione di Carlo e alle preghiere. Questa biografia ci regala pagine preziose per conoscere Carlo, capire il suo segreto e provare a seguire i suoi passi!
Padre Ezechiele Ramin non aveva ancora 33 anni quando sparse il suo sangue nel corso di una missione di pace. Lo colpirono i pistoleiros di un latifondista in Amazzonia: il prete si era spinto troppo in là nella difesa dei contadini senza terra. Era il 1985, ma oggi, a distanza di decenni, la sua memoria non si è per nulla affievolita nella Chiesa brasiliana e nei movimenti popolari di lotta per la giustizia. E neppure in Italia, dove la sua figura amica è divenuta familiare e ispiratrice per molti in cerca di un impegno evangelico di vita.
Per «Lele», missionario comboniano originario di Padova, è stata di recente aperta la causa di beatificazione.
«Sono venuto tra di voi con semplicità e amicizia, ma, prima di porre i piedi sul suolo brasiliano, avevo fatto la mia scelta preferenziale: i poveri e gli indigeni, le due categorie più sfruttate di questa terra»
«Come l'incontro con don Giussani ha riorientato la tua vita fino a farti decidere di imboccare strade inattese, di assumere impegni imprevisti e di realizzare cose che mai avresti immaginato di fare?». È la domanda cui rispondono Plinio Agostoni, Arturo Alberti, Pier Paolo Bellini, Pier Luigi (Pigi) Bernareggi, Giancarlo Cesana, Paolo De Carli, Giovanna Rossi, Eugenia Scabini, Mario Dupuis, Marco Lucchini, Paolo Massobrio, Luigi Negri, i Servi di Dio Andrea Aziani ed Enzo Piccinini, José Miguel Oriol, Walter Ottolenghi, Robi Ronza, Lia Sanicola, Aldo Trento, Alda Maria Vanoni, Emilia Vergani, Antonio Villa e Peppino Zola. In queste pagine scorrono testimonianze di vita molto diverse fra loro, ma tutte raccontano di esperienze, fatti e opere che senza quell'incontro con don Gius (così veniva chiamato confidenzialmente don Giussani dai suoi amici e allievi) non ci sarebbero state. In un tempo di stasi culturale e ideale, e quindi anche sociale e politica, come quello in cui viviamo, l'esperienza cristiana può ancora una volta produrre impensabili novità, anche in campo pubblico. In tale prospettiva questo libro è un segno di speranza in un cambiamento che può accadere. L'augurio, per ogni lettore e lettrice, è che susciti, risusciti o confermi il desiderio di vivere appieno la propria vita con impegno lieto e fecondo. Prefazione di Mons. Massimo Camisasca.
Il 21 maggio 2015, Jacques Mourad viene rapito nel suo convento di Mar Elian da due jihadisti dell'organizzazione denominata Stato Islamico. Durante la sua prigionia viene ripetutamente torturato e sfiora più volte la morte, ma proprio in quella drammatica situazione fa un'esperienza ancor più radicale: quella della grazia di Dio e della forza della preghiera, attraverso le quali arriva a gustare una pace e un coraggio fino ad allora sconosciuti. Dopo cinque mesi, aiutato da amici musulmani, riesce miracolosamente a fuggire. Nel corso di questo racconto sconvolgente, padre Mourad ripercorre la sua infanzia, la sua vocazione e la storia della sua comunità impegnata nell'amicizia con i musulmani e a servizio della pace. Infine, invita anche ciascuno di noi a compiere un'irrevocabile scelta di non violenza, di incontro, di perdono, di amore incondizionato e di preghiera, senza la quale il mondo rischia di sprofondare sempre di più nella violenza.

