
Giorgio La Pira ha lasciato un segno indelebile nella storia di Firenze, dell'Italia, del mondo. Il libro presenta una raccolta sulla vita e le opere di questa straordinaria figura. Come si legge nella presentazione, infatti, da "contemplativo nell'azione", «La Pira concentrava costantemente la sua attenzione alla pace come unica via per la salvezza (non solo spirituale) dell'intera umanità e considerava la sua città d'adozione, Firenze, una "lampada sul candelabro" della contemporaneità che, seppur inscritta nel vecchio continente europeo, guardava con speranza alle nuove nazioni ed ai popoli nuovi con il desiderio ardente di vederli coprotagonisti della storia, [...] interpretando con chiarezza gli avvenimenti della storia, anticipandone profeticamente i potenziali sviluppi, operando pragmaticamente per orientare la politica verso scelte di giustizia», di pace e di unità. «I problemi [...] hanno una sola via per essere risolti: la via pacifica, la via politica; la via dell'incontro, la via del negoziato! [...] Poesia? Utopia? No, realtà storica che gli autentici uomini politici (quelli che hanno il senso della storia e il senso della scienza) possono misurare con esattezza quasi geometrica.
Recentemente Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante "le virtù eroiche del Servo di Dio Giorgio La Pira". Si tratta del primo passo per l'eventuale apertura di un processo di beatificazione e canonizzazione dell'ex sindaco di Firenze. Giorgio La Pira ha lasciato un segno indelebile nella storia di Firenze, dell'Italia, del mondo riconosciuto come profeta moderno, con la sua capacità di operare pragmaticamente per orientare la politica verso scelte di giustizia, di pace e di unità. Questo libro presenta una raccolta sulla vita e le opere di Giorgio La Pira, il "sindaco santo".
Giorgio La Pira (1904-1977), originario di Pozzallo in Sicilia, professore di diritto romano a Firenze, laico domenicano e impegnato nell’apostolato per i poveri, lucido oppositore del fascismo, uno tra i padri della Costituzione italiana, sindaco di Firenze e animatore del ruolo delle città, profeta di ecumenismo, di disarmo e di pace sulle orme di san Francesco, fu nel contesto del Novecento un testimone del Vangelo. Egli pose insieme un orientamento limpido di fede a un altrettanto chiaro impegno civile e politico dalla parte dei poveri, impegnandosi per una società equa e solidale e per un mondo in cui trasformare le armi in aratri e aprire vie di disarmo e di pace. Radicato nella fede biblica maturò l’intuizione di una vocazione di Dio per i popoli discendenti di Abramo – ebrei, cristiani musulmani – chiamati a vivere, attorno al mare Mediterraneo, relazioni di dialogo e di pace. Intuizione guida del suo pensiero era ciò che egli indicava come «il sentiero di Isaia»: la storia del mondo è paragonabile al corso di un fiume che sotto la spinta della grazia va verso la sua foce, la pace e l’unità dei popoli. La sua testimonianza continua oggi a interrogare un tempo che vive sfide analoghe a quelle da lui affrontate e a cui rispose con attitudine di fede e dialogo in vista di una fraternità universale.
L’esempio di Giorgio La Pira aiuti a ridestare nella Chiesa e nella società civile una “nuova generazione di laici impegnati”, così come auspica papa Benedetto XVI. Occorre per questo che nella vita di noi cristiani, come lo è stato nella vita di La Pira, il primo posto tornino ad averlo la Parola di Dio, l’Eucaristia, la preghiera, la devozione filiale alla Madonna, l’amore disinteressato del prossimo, il perseguimento del bene comune e l’impegno costante per una formazione morale e religiosa che si radichi nel Vangelo e nella Dottrina sociale della Chiesa.
La Madonna vi renda capaci di evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile.
Benedetto XVI
Filippo Meda (1869-1939), avvocato, giornalista, politico, ebbe un ruolo pari o di poco inferiore a quello di Luigi Sturzo nel portare i cattolici italiani alla partecipazione alla vita pubblica italiana. Seguace di don Albertario, cercò di realizzare un partito di ispirazione cattolica, autonomo e aconfessionale, ancora prima di Sturzo. Fu deputato e, nel 1916, il primo cattolico a divenire ministro del regno d'Italia. Nel dopoguerra fu tra i fondatori dell'Università cattolica. Aderì al partito popolare, pur mantenendo sempre una sua posizione particolare. Ministro ancora con Giolitti, rifiuto più volte di divenire presidente del consiglio. Di fronte al fascismo consigliò dapprima una posizione cauta attesa e si ritirò poi nel silenzio quando il regime fece tacere la sua rivista "Civitas", uscendone solo nel 1927 per difendere in tribunale Alcide De Gasperi.
La Pira reca a tutti il messaggio di una libertà spirituale inaudita. Non fonda alcun ordine religioso, non prescrive niente di determinato. Nessuna pratica particolare, nessuna vocazione specifica, nessun luogo sacro. Solo la vocazione a voler bene a tutti gli uomini nella forma più radicale e universale, senza discriminazioni di alcun tipo. Per lui, come per San Francesco, ogni posto è Gerusalemme, ogni uomo è fratello. La grandezza della sua figura deve essere forse ancora misurata e capita.
Un ritratto a tutto tondo della personalità di La Pira, uomo di pace evangelica, attraverso una lettura lapiriana delle Scritture e il profilo di La Pira mistico, La Pira politico, La Pira romanista e La Pira tomista.
Infine, un resoconto dettagliato e rigoroso degli studi su La Pira ci aiuta ad amare questo maestro di libertà di spirito e a comprendere come egli sia stato anzitutto un uomo santo.
Il libro non vuole essere una biografia secondo il modello classico, ma un percorso nella memoria di chi l'ha conosciuto direttamente e con lui ha lavorato. In dodici capitoli viene presentata la figura di Giorgio La Pira, segnalando le tappe più significative della sua vita e soprattutto illustrando il pensiero e le scelte di questo grande uomo politico che ha saputo coniugare impegno pubblico e vita cristiana, intuizioni politiche e esigenze evangeliche.
'Fare della fede la vita.' Questa frase di Giorgio La Pira invita a scoprire e a percorrere, facendo parlare per lo più lui stesso, la novità e l'attualità del suo francescanesimo, che vuole dire una parola, umile, dimessa, ma allo stesso momento eloquente e sincera, all'uomo di oggi, assetato di verità, in ricerca di Dio vivo e vero: il Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
L'Autrice, attraverso i Colloqui Mediterranei", mette in luce l'attualità che caratterizza l'azione politica di La Pira che è possibile condensare in una moralità alta e ben fondata, protesa verso un bene comune. "
Una ricostruzione approfondita e ben documentata delle origini della Centrale del Latte di Firenze, sia dal punto di vista storico-politico che della complessa soluzione normativa e quindi aziendale. La ricerca, che pone al centro il lungo e complicato itinerario che sfociò con l'amministrazione Giorgio La Pira nella costruzione della Centrale, presenta un quadro esaustivo delle scelte che portarono la Giunta fiorentina a una soluzione originale per risolvere il problema della produzione e della distribuzione dell'alimento a Firenze nel secondo dopoguerra. La questione del latte, come elemento base per la popolazione, era socialmente rilevante anche per gli aspetti igienico-sanitari, tanto che le amministrazioni comunali delle grandi città e i governi si erano posti questo problema fin dagli inizi del Novecento. L'autrice coglie tutti i significati politici, economici, sociali e culturali dell'azione di La Pira sindaco, facendo comprendere la statura e la capacità di risolvere i problemi dimostrate con lui da buna parte della classe dirigente di quel difficile dopoguerra, nell'interesse della città e del Paese. Prefazione di Zeffiro Ciuffoletti.
Nell'ultimo ventennio del secolo scorso alcuni manager di area cattolica, ormai lontani dagli impegni di lavoro (perché in pensione o per aver scelto il monastero), riflettono sulle esperienze della loro vita: gli incontri fondamentali, i successi e i fallimenti. Si chiamano Filiberto Guala, Luigi Beretta Anguissola, Giuseppe Parenti e, sullo sfondo, lo straordinario carisma di Giorgio La Pira. I fatti della loro sfera individuale sono strettamente connessi alle luci e alle ombre della realtà italiana negli anni Cinquanta e Sessanta, anni di ricostruzione e di rinascita, vissuti alla guida di grandi aziende (INA-Casa; RAD, al confine con la politica. Mentre l'Italia si avvia a un «boom» non soltanto economico, già si avverte qualche scricchiolio. Era un'Italia diversa. Forse migliore? Da questo quadro emerge nitidamente il contributo dato alla crescita del nostro Paese da quella generazione di laici cattolici che trovarono nella fede le ragioni di un impegno entusiasta.