
L’Autore ha conosciuto don Primo Mazzolari come suo parrocchiano e nel volume fa emergere l’ammirazione estatica nei confronti di questo sacerdote, che ha segnato la sua vita fin dalla fanciullezza. Obiettivo del libro è far conoscere le virtù che hanno caratterizzato atteggiamenti e scelte di don Mazzolari, mettendo in luce i limiti della società e le scelte non condivisibili della politica del suo tempo, non con il gusto del contestatore, ma con l’intento di richiamare la responsabilità del cittadino, e anche del cristiano, di promuovere il bene comune.
L’amore di don Primo Mazzolari per la sua Chiesa non lo esimeva dal sollecitarla a una maggiore attenzione alle situazioni socio-economiche, invitandola ad uscire dalle sacrestie per diventare fermento di vita buona e giusta, più aderente al Vangelo di Cristo. Attraverso numerose citazioni tratte dagli scritti di don Mazzolari e altrettanti ricordi personali, l’Autore mette bene in evidenza lo spessore culturale e la dimensione interiore di questo grande profeta dei nostri tempi.
Madre Yvonne-Aimée di Gesù (1901-1951) è stata una delle mistiche più originale nella storia della Chiesa del `900.
Da giovane si dedicò ad un apostolato rivolto ai poveri delle periferie di Parigi ma dopo una forte esperienza mistica il Signore le fece capire che avrebbe dovuto diventare suora agostiniana in un convento della Normandia.
Divenne a soli 33 anni Superiora del suo monastero ed in seguito Superiora Generale della Federazione Agostiniana che contava a quei tempi 32 conventi.
Dotata da Dio di carismi eccezionali, la sua vita è un richiamo continuo all'esistenza del Cielo in un mondo che, oggi come allora, emargina, osteggia ed odia il Creatore. Questo biografia narra l'affascinante avventura terrena di questa suora singolare che ebbe dal Signore doni straordinari: bilocazioni, profezie, apparizioni del Signore, della Madonna, degli Angeli e subì violenti attacchi da parte del demonio. Visse tutto questo nella più grande umiltà e nella più grande discrezione testimoniando un grande amore a Dio ed ai fratelli.
Il volume contiene in edizione tascabile le 266 lettere che santa Teresa di Lisieux (1873-1897) ha indirizzato in particolare alle sorelle Leonia e Celina, alla cugina Maria ed anche ad altri religiosi. Le lettere fanno conoscere in modo ancor più approfondito la spiritualità della più giovane maestra "Dottore della Chiesa" universalmente conosciuta per i suoi manoscritti autobiografici dal titolo "Storia di un'anima".
"Le mie esperienze con Gesù vissute nella fede" è il racconto autobiografico, intenso e straordinario, della vita di una donna innamorata di Gesù, Ana Rita Otaviano Tavares De Melo (detta Mãezinha), e della Comunità dei Servi di Maria del Cuore di Gesù. Questo libro narra infatti in presa diretta le esperienze spirituali di Ana Rita e di suo marito José Tavares. Attraverso pagine sincere e avvincenti, l'Autrice condivide il suo cammino di fede con Cristo e la Santissima Vergine, mostrando come il Signore abbia guidato lei e suo marito passo dopo passo nella fondazione della Comunità: nonostante fossero imprenditori di successo, avevano sempre dato priorità all'amore e alla carità verso i poveri. Questa predisposizione li ha preparati ad accogliere con fiducia la chiamata ricevuta nel 1995 per assistere i poveri e i malati, fino a fondare poi la Comunità. Il libro è arricchito da testimonianze di vescovi di tutto il mondo che innalzano un profondo ringraziamento al Signore per tutto il bene che questa Comunità riesce a fare e per la straordinaria umiltà e la forza trascinante con le quali Mãezinha vive e diffonde l'amore di Dio. Come sottolineato dall'arcivescovo João José Costa, il libro offre meditazioni che invitano a riflettere sulla propria vita: Ana Rita è infatti la dimostrazione vivente dell'azione della grazia e della bontà di Dio: ci insegna che egli agisce pienamente nella nostra piccolezza, quando confidiamo in lui più che nelle nostre capacità. Il padre spirituale di Mãezinha, padre Lorenzo D'Andrea, attesta nella prefazione: «Le esperienze di fede raccontate in questo libro sono vere e spero che siano di aiuto e di stimolo per tutti coloro che lo leggeranno».
Le Maestre Pie dell'Addolorata sono religiose che in Italia, Stati Uniti, Messico, Brasile, Bangladesh e Zimbabwe si spendono per ogni vita che incontrano: che siano i bambini e giovani delle scuole o delle case famiglia; che siano i disabili o gli anziani di un pensionato; che siano le donne a cui offrire un lavoro dignitoso. Denominatore comune del loro servizio è la gioia o, come la chiamava la Beata Elisabetta Renzi, fondatrice dell'Istituto, l'allegrezza di spirito. Come già la loro fondatrice, le Maestre Pie dell'Addolorata continuano a vivere nel mondo attente ai segni dei tempi, per essere realmente testimoni di speranza e di gioia ovunque si trovino ad operare.
Questo è il secondo dei tre volumi che raccolgono le lettere del domenicano p. Molinié ai suoi amici. Lettere valide per tutti, in questo mondo in cui i valori naturali stanno naufragando a dimostrare che appunto questi valori non bastano. È vero, siamo tutti orgogliosi. Ma questo non vuol dire che sia normale. Su questo siamo ciechi. Non è affatto normale che la confessione dell'orgoglio possa essere così facile, mentre quella dell'alcolismo così terribile. Se uno dice "Sono un alcolista" è una vergogna, anche se è una persona perbene. L'orgoglio, invece, non sembra grave, perché non è motivo di vergogna. L'orgoglioso non si vergogna di dire: "Sono orgoglioso." La dottrina della Chiesa però è molto chiara. L'alcolismo è una malattia che porta alla morte e che comporta certamente un decadimento psichico, ma non uccide che il corpo. L'orgoglio, invece, è la morte dell'anima, che di per sé è eterna.E allora, ecco la domanda: perché la confessione dell'orgoglio non fa lo stesso effetto? Perché ci si può permettere di dire: "Sono orgoglioso," senza che ciò sia drammatico? Rispondo: perché non è umiliante, e quindi non ce ne curiamo... Una lettura che ci aiuta a vivere la nostra realtà di cristiani.
Questo libro, autobiografico, presenta le varie tappe della formazione umana e culturale dell'autore, con la narrazione delle sue esperienze di vita vissuta, con vicende talvolta drammatiche, intrecciate con quelle della co-protagonista Cristina. Una storia quasi impossibile... ma vera.
Nel dicembre 2004 ad Alberto Del Corno viene diagnosticato un tumore maligno alla tiroide. Dopo un lungo percorso di cura è dichiarato "in remissione completa". Tuttavia «per sentirti davvero fuori dal tunnel non basta quella scritta su un pezzo di carta. Sei tu che devi accettare di essere guarito e io non ero ancora pronto». Così entrano in gioco i social. «Scoperta l'esistenza dei gruppi facebook, la prima cosa che mi venne in mente fu cercare se ne esistessero di dedicati alle patologie della tiroide. Mi si aprì un mondo, il mio mondo; lessi avidamente i primi post e mi resi conto di una stupenda realtà: non ero più solo. Fino ad allora avevo combattuto il mio tumore nel silenzio della solitudine. In tanti mi erano stati vicini, ma nessuno può capire veramente cosa provi, se non chi sta vivendo la tua stessa esperienza.» Comincia così un'avventura che prosegue tuttora e che l'Autore descrive in queste pagine intense e vivaci con tono leggero, presentando i tanti amici e le tante storie che da anni lo accompagnano. Con uno stile schietto e immediato, Del Corno ci permette di entrare nella "Casetta" da cui ha preso vita una nuova realtà più ampia, al servizio di chi si trova ad affrontare una patologia tiroidea: il gruppo facebook "Vivere senza tiroide".
Dalla Spagna alla Svezia, dal Sud America alla Svizzera, da Medjugorje all'Italia, il volume ripercorre gli itinerari del sacerdote tramite cui lo Spirito Santo ha operato guarigioni ed altre azioni straordinarie.
Un cas important dans l'histoire du jansènisme
Il monaco in bianco e nero è il benedettino e trappista Padre Paolino Beltrame Quattrocchi, le sue avventure sono fatti storicamente accaduti nel corso del '900, testimonianza di come si possa sempre rivolgere il proprio sguardo "dal tetto in su", pur conservando i piedi ben piantati per terra. Giovanissimo frate benedettino, cappellano in guerra e medaglia d'argento al valor militare, protagonista temerario di pagine rocambolesche e toccanti della Resistenza, predicatore severo e instancabile curatore di anime, ispirazione per Guareschi dell'amatissimo Don Camillo, Padre Paolino ha vissuto un secolo senza fermarsi mai.
Da San Francesco a Santa Veronica Giuliani e alla Beata Anna Caterina Emmerick, da Santa Mariam di Gesù Crocifisso alla Beata Elena Aiello e a Teresa Neumann, da Edvige Carboni a Marthe Robin e a Natuzza Evolo... Sedici sono i profili che questo libro illustra di uomini e donne che hanno ricevuto il dono straordinario delle stimmate.
Da queste figure meravigliose che hanno reso santa la loro vita sotto il segno della croce, emerge che le ferite di Cristo crocifisso e risorto non sono segno di morte ma di vita, di vittoria dell'amore sull'odio, di grazia sovrabbondante donata da Dio e da elargire a tutti.
Le braccia degli stigmatizzati sono come quelle di Gesù crocifisso: aperte per abbracciare ogni creatura, partecipando attivamente all'opera redentrice di Cristo.
La sofferenza offerta diventa così delizia che genera energia spirituale e rende, semplici uomini e donne, simboli viventi di quell'Amore e di quella Misericordia da cui proveniamo.

