
Si tratta della traduzione del volume Beloved Prophet. The Love Letters of Kahlil Gibran and Mary Haskell and her Private Journal (New York 1972, 19859), che raccoglie una nutrita selezione delle lettere che Gibran e Mary Haskell si scambiarono negli anni 1908-1931, nonché le annotazioni della Haskell che costituiscono il suo diario personale. Quella con Mary Haskell, americana, preside di una scuola femminile, mecenate e ispiratrice di Gibran, fu probabilmente la relazione più profonda e duratura nella vita del poeta. Mary rappresentò per lui un sostegno decisivo, sia morale sia materiale: seguì passo dopo passo la formazione artistica di Gibran, registrando numerose note nel suo diario, che è perciò prezioso documento della genesi di opere come Il profeta, considerato il suo capolavoro e luminosa sintesi del suo pensiero sui temi fondamentali della vita. Con la Haskell, Gibran attraversò tutte le fasi della tempesta e della riconciliazione, del dubbio e dell'incomprensione, autenticando così un rapporto rivelatosi determinante nella vita di entrambi.
Lo stile giornalistico della biografia rende attuale la figura e il pensiero di questo grande pensatore e profeta, spesso contestato, molto citato e non sempre conosciuto nella sua più vera dimensione, quella appunto dell'uomo di fede che in tutta la sua vita ha coniugato coerentemente le esigenze della conoscenza filosofica con quelle della fede.
«Mi pare importante sottolineare come la teoria dell’evoluzione implichi delle domande che di per sé esulano dall’ambito proprio delle scienze naturali. [...] Sono le grandi domande fondamentali della filosofia che ci si presentano in forma nuova: la domanda sull’origine e sul futuro dell’uomo e del mondo» (Benedetto XVI nella Discussione).
Il tradizionale incontro annuale del professor Joseph Ratzinger, ora Benedetto XVI, coi propri ex studenti ha affrontato nel 2006 un tema particolarmente vivo nel dibattito culturale: quello dell’evoluzionismo. Il volume propone le relazioni del card. C. Schönborn, di alcuni ex studenti, oggi divenuti autorevoli professori, nonché il momento di discussione, cui ha preso parte attiva anche il papa.
Sommario
Prefazione (card. C. Schönborn). Relazioni. Evoluzione e disegno. Tentativo di una ricognizione della teoria dell’evoluzione (P. Schuster). Discendenza e disegno intelligente (R. Spaemann). Il problema della creazione e dell’evoluzione (p. P. Erbrich). Fides - Ratio - Scientia. Il dibattito sull’evoluzionismo (card. C. Schönborn). Discussione. Appendice. Fede nella creazione e teoria dell’evoluzione. Differenza e punto d’intersezione (S. Wiedenhofer). Riferimenti biobibliografici.
Note sull'autore
Il gruppo di studenti che ha fatto la tesi di dottorato sotto la guida del professor Joseph Ratzinger mantiene uno stretto contatto con il proprio relatore da oltre venticinque anni. La tradizione di incontrarsi una volta l’anno per un convegno non si è interrotta neppure dopo l’elezione dell’illustre docente a Sommo Pontefice.
Qual è il nocciolo della fede cristiana? Che cos’hanno in comune i cristiani con buddisti, ebrei, indù o musulmani? Che cosa li distingue?
“In questo libro – scrive l’autore nella Introduzione - vorrei soprattutto sostenere tutti coloro che sono alla ricerca della propria identità aiutandoli a superare la “nebbia dell’incertezza”. Anselm Grün, cerca qui l’essenza del cristianesimo, parlando sia i seguaci di altre religioni sia i cristiani che si sono allontanati dalle proprie radici cristiane. Non si tratta di un libro di dogmatica, inteso a presentare i contenuti essenziali della fede cristiana, quanto piuttosto, di rendere conto di quello che significano Gesù Cristo e la fede cristiana per l’autore in prima persona, a partire dai suoi sessantun anni da cristiano, quarantadue dei quali trascorsi da monaco benedettino.
“Il problema di sapere esattamente quale sia il contenuto e il significato della fede cristiana è oggi avvolto da un nebuloso alone di incertezza, come forse mai prima d’ora nella storia” Joseph Ratzinger
Il libro tutto si ispira al n. 2 della Costituzione del Vaticano II, Sacrosantum Concilium. Barsotti mette in luce in modo magistrale e profondo come il concetto di Chiesa è inscindibile da quello di mistero liturgico. La Chiesa non è semplicemente una società, ma un corpo, anzi è il corpo di Cristo e come tale nasce, vive e si alimenta nell’eucaristia. Con l’afflato mistico e il tono quasi lirico di chi vive personalmente in profondità ciò di cui parla, definisce l’atto liturgico come l’ “atto di tutta la Chiesa, l’atto del Cristo totale in cui il Cristo non è separabile dalla Chiesa.”
Divo Barsotti (Palaia, 1914 - Firenze, 2006), pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira si trasferì a Firenze, dove iniziò la sua attività di predicatore e scrittore. Ai nostri giorni è unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo appena trascorso. La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri, molti dei quali tradotti in altre lingue, e diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità. Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura, studi su vite di santi, opere di spiritualità, poesie. Tra i suoi testi più importanti: Il Mistero cristiano nell’anno liturgico, Il Signore è uno, Meditazioni sull’Esodo, La teologia spirituale di san Giovanni della Croce, La religione di Giacomo Leopardi, La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”, famiglia religiosa formata da monaci (sacerdoti e fratelli) che vivono in case di vita comune e laici consacrati che vivono nel mondo; in tutto circa duemila membri. Vicino alla sensibilità del cristianesimo orientale, Barsotti ha, tra gli altri, anche il merito di aver fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano di Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo. Ha insegnato teologia per più di trent’anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso.
Nel 1980, l’esercito guatemalteco avviò un’intensa campagna di terrore contro la popolazione civile della regione del lago Atitlán nel tentativo di stroncare il sostegno popolare all’opposizione durante la lunga guerra civile in Guatemala. A Santiago, l’esercito prese di mira i capi della comunità e i
catechisti laici, i quali spesso «scomparivano» o erano rapiti, torturati per ottenere informazioni e poi uccisi. La comunità era in preda alla paura. Molti denunciavano i loro stessi vicini alle autorità per dimostrare la propria lealtà e salvarsi la vita.
La vicenda si svolge a Santiago Atitlán, una città su di un magnifico lago sull’altipiano vulcanico del Guatemala sud-occidentale, ed è incentrata su Padre Tanley Francis Rother, un sacerdote missionario dell’Arcidiocesi di Oklahoma City, che fu parroco di Santiago per tredici anni, fino al suo assassinio per mano di uno squadrone della morte guatemalteco nel 1981. Perché raccontare questa storia? Perché, dopo venticinque anni dalla morte, rimane ancora ignorata proprio ora che, in Guatemala, gli abusi documentati contro la Chiesa sono di nuovo in aumento.
Henri Nouwen, scrittore, conferenziere e per moltissimi cristiani nel mondo maestro di spiritualità e di fede, nacque in Olanda nel 1932. Sacerdote e docente di grande talento, insegnò in varie Università, tra le quali Notre Dame,Yale e Harvard, ma trascorse il suo ultimo decennio di
vita come assistente e pastore della comunità di Daybreak a Toronto (Canada), una delle tante Comunità dell’Arca che, fondate da Jean Vanier nel 1963 e oggi diffuse in tutto il mondo, assistono disabili fisici e psichici. Colpito da infarto mentre si trovava lontano dalla sua comunità per un
periodo sabbatico, Nouwen morì nel 1996 nel suo Paese natale. Da allora il suo influsso è andato crescendo, alimentato dalla fama dei suoi scritti e della sua personalità di credente intensamente, appassionatamente impegnato. Tra le opere maggiori della sua copiosa produzione letteraria si segnalano Il guaritore ferito, A mani aperte, L’abbraccio benedicente e La voce dell’amore. Per San Paolo ha scritto, Muta il mio dolore in danza (2006).
Un libro che è già un documento storico. Pubblicato per la prima volta nel 75° compleanno di Luigi Giussani per opera di monsignore Angelo Majo, suo compagno di seminario e amico per la vita, il libro viene oggi riproposto come documento dell’animo appassionato del fondatore di Comunione e Liberazione. Il volume raccoglie le lettere inviate da Giussani a Majo in oltre cinquant’anni, dalla fine della guerra all’inizio del 1997. In esse è possibile cogliere l’amore per il Cristo, la cui presenza nella vita degli uomini è avvertita in modo quasi fisico come conseguenza dell’incarnazione. Da questo amore incontenibile nascono Gioventù Studentesca e Comunione e Liberazione di cui nelle lettere si percepiscono la forza innovativa e la crescita tumultuosa. Non mancano gli accenni ai momenti difficili, l’amarezza per l’incomprensione nella Chiesa e nella società.
In appendice un profilo di Mons. Angelo Majo di Giuliano Vigini, e il testo “Elogio dell’amicizia”di Giussani sull’amicizia, un profilo breve di Giussani di Massimo Camisasca.
Luigi Giussani è nato a Desio (Milano) il 15 ottobre 1922. Ordinato sacerdote nel 1945, ha dapprima insegnato nella Facoltà Teologica di Venegono dogmatica e teologia orientale. Un casuale incontro con alcuni studenti “paurosamente ignoranti della Chiesa” lo spinse a impegnarsi nella scuola statale, come insegnante di religione nel liceo milanese Berchet e poi nell’Università Cattolica del Sacro Cuore. In seguito si è totalmente dedicato allo sviluppo del movimento da lui fondato, della cui Fraternità è presidente a vita. E’ morto il 22 febbraio 2005.
Angelo Majo è nato a Milano il 2 agosto 1926. Ordinato sacerdote nel 1949, è stato successivamente vicerettore del seminario del duomo, rettore del Collegio Villoresi San Giuseppe di Monza, responsabile dell’ufficio stampa della curia arcivescovile e parroco del duomo. In questa carica, che ricopre dal 1974, ha impiegato ogni energia per valorizzare il patrimonio di fede, arte e storia della cattedrale. Più giovane di don Giussani, al tempo del seminario strinse con lui un’amicizia destinata a durare negli anni. Ne sono testimonianza le lettere qui pubblicate, che sono un documento prezioso di fede e di amicizia. Mons. Majo è morto il 7 luglio 2006.
Racconti, letture e domande tematicamente organizzate per la riflessione, e un diario guidato scritto offrono un'incomparabile risorsa per la direzione spirituale, sia per le singole persone sia per piccoli gruppi.
a cura di Manfred Weber
«Ogni nuovo mattino
è un nuovo inizio della nostra vita».
«Ogni giorno
è un tutto conchiuso».
(Dietrich Bonhoeffer)
365 testi, noti e meno noti, del grande teologo tedesco, per accompagnarti ogni giorno dell’anno sulla strada, impervia ma affascinante, dell’«essere-per-gli-altri».
Dalla quarta di copertina:
Questo breviario bonhoefferiano raccoglie dalle sue opere, tradotte o non tradotte in lingua italiana, 365 testi che accompagnano il lettore e la lettrice per ogni giorno dell’anno. Il titolo Voglio vivere questi giorni con voi si ispira alla frase tratta dalla poesia Da potenze benigne, scritta alla fine del 1944 in prigione. I pensieri qui raccolti da tutte le opere di Bonhoeffer sono un testamento con il quale noi possiamo vivere, per sperimentare quotidianamente che cosa significhi «esistere per gli altri».
Recensioni:
Il teologo tedesco va al cuore dei problemi affrontati, diventa coscienza critica di scelte e comportamenti del cristiano, orienta con sicurezza le attese dell'uomo, stimola a pensare, spinge a sperimentare quotidianamente che cosa significhi «esistere per gli altri». L'esergo con cui si apre il mese di gennaio («Ogni nuovo giorno è un nuovo inizio della nostra vita. Ogni giorno è un tutto compiuto») è una finestra che lascia intuire e intravedere la gradevolezza dei materiali approntati per tutto l'anno. E rende ragione della sorprendente novità e creatività che essi contengono.
C. Corsato, in Studia Patavina 55 (1-2008) pp. 302-303
Il salutare sospetto con il quale vengono accostati di norma antologie, raccolte e "breviari" di ogni genere lascia subito il posto alla gratitudine dinanzi ai 365 testi di Bonhoeffer, scelti da Manfred Weber e proposti come compagni di viaggio per ogni giorno dell'anno. I motivi della gratitudine che non tarda a farsi strada dinanzi alla fatica di Weber sono tanti e tutti collegati tra loro. Cominciamo dal titolo, tratto dalla poesia "Da potenze benigne" (il cui testo è stato opportunamente riportato per il 31 dicembre). «Voglio questo giorno vivere con voi e con voi entrare in un nuovo anno», scriveva il pastore luterano alla fidanzata, ai genitori e agli amici alla fine del 1944, mentre era in prigione e in giorni in cui sempre più improbabile doveva apparirgli la possibilità di lasciare il carcere. Eppure, scrive Bonhoeffer nella poesia per l'inizio di un nuovo anno, non ci sono muri di prigione che possano impedire alle "potenze benigne" di far sentire in pienezza la propria presenza [...] I testi scelti da Weber vanno proprio in questa direzione: ogni giorno - ci dicono in fondo i brani scelti - porta con sé una carica capace di farci "vivere" e non sopravvivere, ma abbiamo bisogno che ogni mattina si accenda una luce che indichi dove attingere le energie necessarie e la direzione verso la quale spendere le energie raccolte. Altro motivo di gratitudine: facendo parte degli scritti di Bonhoeffer, le pagine di questo "breviario" permettono di avvicinarsi a tematiche care al teologo luterano; e, tra queste, vanno certamente annoverate sia la concezione di un Dio che non può essere ricacciato nel privato o ridotto a un affare di sentimento, sia l'esigenza di dare vita a un'etica capace di illuminare la vita di un uomo che fa sempre più fatica a farsi carico non solo delle speranze ma anche delle colpe del mondo. Un altro motivo di gratitudine che penso debba accompagnare la lettura del testo che presentiamo riguarda, anche se non tutte, gran parte delle pagine scelte e proposte da Weber: mi riferisco ai commenti né banali né scontati che Bonhoeffer fa ad alcuni brani biblici. [...] Due note tecniche che rendono prezioso questo testo: sia i titoli che raccolgono le pagine di un intero mese, sia i titoli sotto i quali vengono poste le pagine di ogni giorno, sono tratti dai testi originali di Bonhoeffer. Delle pagine, poi, che compongono il breviario viene sempre indicata la fonte nell'edizione critica e nella traduzione italiana. Un invito, come si vede, non troppo implicito a riandare all'intero brano dal quale il testo proposto è stato tratto.
N. Galantino, in Rassegna di teologia 49 (2-2008) 357-358
Oggi questa raccolta di pensieri è per noi come un testamento di Bonhoeffer con il quale possiamo vivere e sperimentare quotidianamente cosa significhi «essere-per-gli-altri». Nelle preghiere, nelle prediche, nelle lettere di Bonhoeffer, incontriamo un pensiero di sorprendente valore per il nostro tempo, che ci rimanda all'«esistenza del cristiano nel mondo» testimoniata con coraggio e coerenza da questo teologo contemporaneo.
M. Tagliaferri, in Rivista di teologia dell'evangelizzazione n. 23 (1/2008), p. 207
E' arrivato il momento di ricostituire la stalla del Vangelo, con l'asino dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme, il gallo impertinente che ha segnalato il tradimento di Pietro, ma anche tanti altri animali che hanno una loro storia suggestiva da raccontare e una lezione da impartire alla chiesa d'oggi.
Ecco una lettera un po' inconsueta, che ha per destinatari i bambini e per mittente il "loro" Arcivescovo Dionigi che si siede idealmente in mezzo ai suoi piccoli interlocutori per rispondere alle mille domande sul Natale: perché Gesù è nato in una stalla? Perché a Natale si fanno i regali? Perché Erode voleva uccidere Gesù bambino? Perché gli angeli non vengono anche oggi. Sono domande importanti che chiedono riposte convincenti... è così che si trasmette la fede, anzitutto in famiglia, piccola Chiesa domestica. Ed è così che anche i più piccoli sono coinvolti nella straordinaria avventura della fede e sono trasformati anche loro in piccoli messaggeri dell'amore di Dio... "in ciabatte"!
«Le religioni possono fare molto per la pace e per questo debbono conoscersi, aiutarsi, fermentarsi a vicenda per scoprire sempre meglio il grande mistero che è nascosto nel cuore dell’uomo da Colui che lo ha fatto a sua immagine» Cardinale C. M. Martini.