
Lettura esegetica della Regola di santa Chiara. Un’analisi rigorosa del testo e una serrata contestualizzazione storica, in un dialogo a più voci con Francesco, l’Ordine minoritico e le diverse esperienze religiose anteriori e contemporanee, ci conduce nelle profondità del capolavoro della santa di Assisi. Capitolo per capitolo, la Forma vitae si dischiude nella sua semplice e cristiana bellezza e ci diventa familiare la voce di Chiara, appassionatamente evangelica e dolcemente materna. L’analisi storico-diplomatica della Solet annuere del 9 agosto 1253 e l’esame dettagliato della sua tradizione manoscritta completano questa pubblicazione, un’opera inedita nell’ambito della ricerca sugli scritti clariani per ampiezza e molteplicità di prospettive. Frutto di un lungo studio, ma soprattutto di un grande amore.
Destinatari
In primo luogo studiosi di testi francescani e clariani, ma anche il semplice lettore può arrivare a familiarizzare, attraverso la bellezza del testo, con la figura e il pensiero di santa Chiara.
Autore
Un’équipe di monache clarisse di Umbria e Sardegna.
In quest'opera postuma sono raccolte le meditazioni che Rosmini dettò ai sacerdoti nei vari corsi di esercizi spirituali da lui dettati. Sulla scia di autori quali il Liguori o il Riccardi, Rosmini offre al clero un compendio per meditare sugli obblighi connessi alla dignità sacerdotale, ponendosi nella grande corrente della spiritualità tridentina e sulpiziana.
I Discorsi di vario genere contengono una raccolta di prediche o sermoni che Rosmini, nella sua qualità di pastore di anime (se si eccettua il discorso In lode di San Filippo Neri, tenuto quando non era ancora sacerdote), si è trovato a predicare tra gli anni venti e trenta dell’Ottocento, fuori dalla sua funzione di parroco. Egli stesso colloca i Discorsi nella «disciplina detta ascetica cristiana, quel ramo del sapere che offre i mezzi per raggiungere la perfezione cristiana o santità».
Gli scritti pedagogici di Rosmini che delineano il suo pensiero sull'educazione. Raccoglie gli scritti pedagogici di Antonio Rosmini: Del principio supremo della metodica, e di alcune sue applicazioni in servigio dell'umana educazione; Della libertà d'insegnamento; Metodo filosofico; Regolamenti scolastici; Frammenti. Rosmini aveva predisposto di elaborare tre volumi di Pedagogica e Metodica fin dal 1836, opere che poi lasciò incompiute, come la più nota Teosofia. In particolare, Del principio supremo della metodica, e di alcune sue applicazioni in servigio dell'umana educazione è un testo cruciale, perché offre il criterio filosofico-teologico princeps per l'attività educativa e per correlarla a tutta l'enciclopedica prospettiva del sistema aperto della verità elaborato dallo stesso Rosmini.
Il volume racconta l’arrivo a Roma, il 15 agosto 1848, di Antonio Rosmini, a cui è stato affidato il compito di trattare a nome del Governo piemontese un’alleanza militare tra il Regno di Sardegna, il Granducato di Toscana e lo Stato Romano. Perché questo gravoso compito viene posto sulle spalle di un filosofo, per giunta a capo di una piccola Congregazione religiosa? Rosmini sa bene, per aver avuto nei mesi precedenti diversi contatti epistolari con il cardinale Castruccio Castracane degli Antelminelli e con il papa stesso, che Pio IX non accetterà di stipulare con nessuno, in quanto capo dello Stato temporale, un’alleanza di carattere militare con lo scopo di riprendere la guerra contro l’Austria. Eppure decide di impegnarsi su quanto gli viene proposto a Torino. E racconta tutto in questo volume che costituisce una parte essenziale dei suoi scritti autobiografici.
"La nostra parola iniziale si chiama bellezza. La bellezza è l'ultima parola che l'intelletto pensante può osare di pronunciare, perché essa non fa altro che incoronare, quale aureola di splendore inafferrabile, il duplice astro del vero e del bene e il loro indissolubile rapporto. Essa è la bellezza disinteressata senza la quale il vecchio mondo era incapace di intendersi, ma la quale ha preso congedo in punta di piedi dal moderno mondo degli interessi, per abbandonarlo alla sua cupidità e alla sua tristezza. Essa è la bellezza che non è più amata e custodita nemmeno dalla religione, ma che, come maschera strappata al suo volto, mette allo scoperto dei tratti che minacciano di riuscire incomprensibili agli uomini. Essa è la bellezza alla quale non osiamo più credere e di cui abbiamo fatto un'apparenza per potercene liberare a cuor leggero. Essa è la bellezza infine che esige (come è oggi dimostrato) per lo meno altrettanto coraggio e forza di decisione della verità e della bontà, e la quale non si lascia ostracizzare e separare da queste sue due sorelle senza trascinarle con sé in una vendetta misteriosa. [... ] Cos'è un uomo senza la forma che lo segna, che lo circonda come corazza inesorabile e che tuttavia lo rende malleabile, libero da qualsiasi insicurezza e dallo sgomento che inceppa, libero per se stesso e per le sue possibilità più alte: cos'è l'uomo senza tutto ciò? Cos'è l'uomo senza forma vitale, cioè senza forma che egli abbia scelto per la sua vita?..." (dall'introduzione)
Balthasar svolge come in un teatro il dramma dell'uomo di fronte al rivelarsi del trascendente, confrontandosi con i maggiori filosofi e letterati nel rappresentare il teatro del mondo e nel discernere gli elementi del dramma che portano alla lotta per il bene. Straordinario il suo excursus su Shakespeare e il perdono.
Vol.III, tomo 1 con gli insegnamenti di papa Benedetto XVI nella prima parte del 2007. L'evento più importante della prima metà del 2007 per quanto riguarda l'attività apostolica di Benedetto XVI è stata probabilmente il viaggio in Brasile e la partecipazione alla V Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi. Qui Benedetto XVI ha avuto modo di riflettere nuovamente sulla missione della chiesa latinoamericana con queste parole Ecco il vostro patrimonio più prezioso: la fede in Dio Amore, che in Gesù Cristo ha rivelato il suo volto...Non un'ideologia politica, non un movimento sociale, non un sistema economico: è la fede in Dio Amore l'autentico fondamento della speranza". "
La raccolta completa di tutti gli insegnamenti durante l'attività apostolica di Benedetto XVI nella seconda metà dell'annno 2007. La fine del 2007 è stato per Benedetto XVI un periodo denso di impegni soprattutto legati al magistero, affrontando i delicati temi della missione della Chiesa e della pressione delle ideologie e della secolarizzazione. In particolare la visita apostolica in Austria, la lettera alla Chiesa cinese e quella in risposta ai leader musulmani sono stati i fatti più pregnanti di questo periodo. Fatti accompagnati da domande e da risposte suggerite da ciò che la fede produce quando l'uomo riesce ad incontrare Dio nella sua anima.
Essere finito e Essere eterno è ormai annoverato tra i classici della filosofia del nostro secolo. L'analisi di Husserl ha comportato un richiamo dell'attenzione sul tema dell'essenza che non contrasta con una ripresa dei temi classici: così inserendosi nel solco della tradizione metafisica di tipo Aristotelico-tomista, la Stein propone un originale incontro con le analisi fenomenologiche, originate da un 'impostazione chiaramente diversa. Dall'analisi dell'essere reale ed essenziale all'Essere assoluto e di nuovo all'essere singolare, seguendo una linea di sviluppo parabolica, si dipana una ricerca lucida e aperta, che chiama in causa pressoché tutte le principali questioni filosofiche in riferimento alle tappe della storia del pensiero. Ne nasce una sorta di Summa legata da una rielaborazione personale, che non si avvale di un procedimento "deduttivo" bensì "ostensivo" e che, soprattutto, non presume mai di dire la parola definitiva. L'esigenza di una filosofia cristiana, l'utilizzazione del metodo fenomenologico e la rilettura del tema dell'essere, soprattutto in riferimento alla speculazione medievale, rendono l'opera di Edith Stein interessante e attuale, testimoniando altresì un 'indagine aperta, coerente e libera, ma non per questo priva di certezze e di principi dai quali muovere, nell'intento costante di restare fedele a un' analisi autenticamente filosofica e a una verità accolta come dono.
Il Nuovo Saggio sull’origine delle idee è l’opera senz’altro più importante di Rosmini, quella in cui le prime intuizioni filosofiche giungono ad una piena maturità e si organizzano in un’architettura di pensiero ordinata e coerente. Il saggio vede la luce nel 1830 e immediatamente, per la dimensione, l’ampiezza e l’originalità dell’orizzonte speculativo, procura a Rosmini, allora poco più che trentenne, una grande notorietà. Nella prima parte l’Autore si dedica all’analisi e alla demolizione dei sistemi filosofici precedenti, in particolare sottopone a vaglio critico il pensiero di Locke, Leibniz e Kant. Nella seconda parte procede all’edificazione della sua dottrina filosofica fondata sull’idea dell’essere, idea innata, «fonte di ogni certezza» e «mezzo per conoscere tutte le altre cose».
Un'opera fondamentale e di grande respiro in cui si rinvengono i germi del cattolicesimo liberale. Si completa la pubblicazione della Filosofia del diritto. L'opera che in maniera organica presenta il pensiero di Rosmini suscitò grande eco ai suoi tempi e trovò calorosa accoglienza presso gli ambienti liberali. Scientificamente riveste un alto valore, per il suo carattere sistematico e per la trattazione strettamente logica dell'argomento, tutto formulato attraverso deduzioni concettuali. Il diritto - come Rosmini spiega in Filosofia del diritto (1841-45) - ha come suo fondamento la persona, perché "la persona dell'uomo è il diritto umano sussistente, quindi anche l'essenza del diritto". Il volume è il quarto di 4 tomi e completa la pubblicazione della sulla filosofia del diritto di Rosmini.