
Il testo, in prima traduzione italiana, e il piu significativo dal punto di vista fenomenologico fra le opere di Edith Stein,
Il pensiero politico di Rosmini. A cura di G. Marconi.
A cura di Vincenzo Sala, le opere giovanili di Antonio Rosmini.
A cura di F. Evain.
Nel 1834 vengono pubblicati, con il titolo Frammenti di una storia della empietà due saggi incentrati sullo studio critico delle posizioni di Benjamin Constant e dei Sansimoniani in materia di religione. In essi Rosmini analizza il proliferare di seducenti e apparentemente nuove dottrine religiose provenienti dalla Francia, tendenzialmente anticattoliche, che portavano il germe pericolosissimo dell'eresia, e presentavano, pur sotto la maschera di concetti ormai di moda, quali quelli dell'eguaglianza, della fratellanza e della libertà, innegabili vizi riconducibili ad una più che conclamata gnosi spuria. Rosmini, che pur non ebbe mai il timore di leggere scritti di autori affiliati alla massoneria, che proliferavano in quegli anni, era convinto che servisse mettere ben in chiaro dove si nascondesse l'empietà degli asserti sostenuti da costoro. Molte delle teorie elaborate in questo clima, infatti, si concentravano sulla proposta di una presunta "nuova visione religiosa", che avrebbe dovuto soppiantare il Cristianesimo e, in modo particolare, il Cattolicesimo, presentato dai suoi nemici come ingombrante, inutile e contrario al progresso dell'intera umanità.
Gli scritti di Guardini su Socrate e Platone, con la pubblicazione in prima mondiale di vari inediti del pensatore. Un libro che rivela Guardini interprete tra i massimi dei padri della filosofia occidentale. L'Autore è tra i più importanti teologi del XX secolo. L'introduzione è firmata da E. Berti.
COMMENTO: Il volume XXVI/1 dell'Opera Omnia è incentrato sulla corrispondenza epistolare tra Guardini e l'amico Josef Weiger. Uno spaccato della cultura cattolica europea della prima metà del '900.
ll XXII volume dell'Opera Omnia, in prima edizione mondiale, si articola in tre sezioni, in cui Guardini si confronta, rispettivamente, con il pensiero di Søren Kierkegaard, di Friedrich Nietzsche e di Madeleine Sémer. La prima sezione propone i saggi dedicati al filosofo danese, in cui l'autore riflette sui temi della malinconia, dell'angoscia e della disperazione e sul loro significato religioso. Di particolare rilevanza è la seconda sezione, che presenta due dattiloscritti inediti e una breve raccolta di appunti manoscritti in cui Guardini prende posizione nei confronti di Nietzsche, riflette sulle questioni del potere e del nichilismo e si confronta con lo Zarathustra e il tema centrale della corporeità. Nella terza sezione sono raccolti per la prima volta gli scritti dedicati a Madeleine Sémer, nei quali offre un'interpretazione inedita della figura intellettuale e spirituale della mistica francese, appassionata del pensiero di Nietzsche.
Con l’aiuto della psicologia del profondo, l’Autore (teologo e psicoterapeuta) indica modalità nuove di interpretazione dei testi biblici, per ricondurre l’esperienza religiosa alle sorgenti più profonde della psiche umana. Così questi stessi testi, aldilà di una comprensione storico-critica, possono sviluppare ancora quelle energie libranti di cui sono capaci. In questo modo l’Autore getta un ponte tra scienza biblica e religioni dell’umanità. L’opera si articola in 2 volumi: il 1° ricerca la verità delle forme espressive archetipiche e il 2° cerca la verità delle opere e delle parole.
Attraversando tutta l'opera di Shakespeare, da una commedia giovanile poco frequentata dalla critica quale "I due gentiluomini di Verona" a opere capitali come "Il sogno di una notte di mezza estate" e "Giulio Cesare", fino agli esiti tardi e supremi della "Tempesta" e del "Racconto d'inverno", Girard ha ritrovato in tutti i suoi ingannevoli meandri la drammaturgia del conflitto mimetico, che ha al suo centro il peccato più inconfessabile: l'invidia. Alla fine il risultato è duplice: da una parte la teoria di Girard si riveste del sontuoso tessuto della parola shakespeariana; dall'altra il testo di Shakespeare dà una grossa prova della sua inesauribilità, rivelando scorci, strutture e prospettive sconvolgenti.
"Senza dubbio il più importante filosofo italiano. E uno dei principali maestri della storia della filosofia cattolica. Circa 120 volumi: un'opera monumentale sul piano teologico e metafisico, ma anche psicologico, logico, etico, giuridico, politico. In connessione con il pensiero platonico e agostiniano, egli rinnova una tradizione tomista decadente e prende un orientamento personalista. Personalista, in un senso totalmente inedito nella modernità, anche in ambiente cristiano, egli prefigura le correnti dell'esperienza vissuta, della solidarietà del riflettere e del sentire, e de "l'essere nel mondo"; egli integra e supera l'empirismo e il sensualismo, la filosofa dei Lumi e soprattutto l'idealismo kantiano ed hegeliano.
…dopo essere sfuggito alle trappole di un imprigionamento. egli moriva in circostanze ancora oscure<, il suo amico, il poeta Manzoni, raccolse le sue ultime parole che esortavano in quel momento a una silenziosa rassegnazione: "adorare, tacere, godere". La sua influenza è latente in molti movimenti filosofici e nelle scienze umane del XX secolo essa si eserciterà che sul Concilio Vaticano II e mediante la personalità di Giovanni XXIII. E non accadrà una sola volta che Giovanni Paolo II ponga il suo nome esplicitamente in evidenza. Infine è significativo che la riflessione accademica e culturale vi sia recentemente connessa, e che la società civile italiana gli abbia reso un omaggio solenne senza precedenti nel momento del bicentenario della sua nascita. Il caso Rosmini illustra perfettamente il modo di perseguitare che colpisce nei tempi moderni ogni istanza intellettuale e caritativa di verità filosofica e cristiana spinta fino alla testimonianza assoluta…".
Pier Paolo Ottonello