
"Quale immagine si conserverà di me? Non pretendo che si conservi un ricordo particolare. Mi basta essere stato uno dei tanti che hanno servito il Signore, la Chiesa e l'umanità". Così rispondeva Carlo Maria Martini, sollecitato dalla domanda di un giornalista. E in questo caleidoscopio di oltre cento ritratti non è soltanto l'immagine pubblica ed esteriore a essere evocata, quanto il ricordo più intimo e privato di coloro che hanno conosciuto e apprezzato uno degli uomini di fede più amati del cattolicesimo e più ascoltati dal mondo laico. Le firme autorevoli, che chiosano i racconti intensi e toccanti di questa raccolta, portano alla luce un tratto del carattere, un insegnamento sapienziale, un episodio emblematico, offrendo uno schizzo inedito di uno dei più grandi protagonisti del Novecento italiano.
Per alcuni è il "parroco del mondo": quando decide di vivere in pochi metri quadrati a Santa Marta, quando scende dalla papamobile per abbracciare un malato, quando apre la Porta Santa del Giubileo in una diocesi africana e non a San Pietro... Per altri è un leader politico scomodo: quando denuncia gli eccessi della finanza, si preoccupa delle sorti dell'ambiente, si scaglia contro i potenti delle armi. Jorge Mario Bergoglio non è solo il pastore della cattolicità, ma un'icona carismatica, di grande forza comunicativa, che sta sollecitando le coscienze di credenti e non credenti. In una galleria di respiro internazionale, cinquanta grandi personalità della vita politica, culturale, artistica e imprenditoriale hanno accettato di confrontarsi - con estrema franchezza - con la figura di papa Francesco. Un contributo vergato di pugno, in cui intellettuali, accademici, economisti, artisti, scrittori, sportivi, industriali hanno condiviso i sentimenti e le idee che hanno suscitato in loro i gesti e le parole di questo pontificato. In una sorta di pubblica agorà, si rincorrono suggestioni, riflessioni, sguardi. Sono opinioni diverse: alcune entusiastiche, altre critiche e puntute, in ogni caso sempre rispettose, provenienti da universi culturali variegati, molti non certo vicini alla Chiesa. "Francesco e noi" dimostra che dialogare, gettare ponti, non significa rinunciare alla propria identità, quanto piuttosto approfondirla con onestà intellettuale. Un excursus nient'affatto apologetico. Uno straordinario caleidoscopio.
È stato nella rosa dei "papabili" degli ultimi due conclavi. Honduregno, salesiano, arcivescovo di Tegucigalpa, il cardinal Oscar Rodriguez Maradiaga è uno degli uomini più vicini a Bergoglio, suo amico fraterno fin dai tempi della collaborazione nella Conferenza episcopale latino-americana. Il 13 aprile 2013 il Papa argentino lo ha messo a capo del primo "consiglio dei ministri" della storia della Chiesa: il gruppo dei nove cardinali da tutto il mondo che ha il compito di consigliarlo nel governo della cattolicità e di coadiuvarlo nella riforma della Curia romana. Nella lunga conversazione con Antonio Carriero racconta le sfide che il "Consiglio dei nove" ha dovuto affrontare in questi tre anni: la questione della trasparenza nella gestione del denaro in Vaticano, la riforma dello IOR, l'accorpamento dei dicasteri, l'obiettivo di una sinodalità concreta e non teorica, l'organizzazione di una Chiesa sempre meno romano-centrica e sempre più universale. Il racconto svela come si sta progressivamente attuando dall'interno il processo di riforma e le molteplici resistenze al cambiamento di coloro che, secondo Maradiaga, «non sono misericordiosi con Francesco». Inediti e avvincenti sono alcuni particolari sugli ultimi due conclavi, sulla rinuncia di Benedetto XVI, sull'elezione di Francesco e sul giorno in cui il Papa gli disse: «Oscar, ho bisogno del tuo aiuto». Nelle parole del cardinal Maradiaga si intravedono i passi lenti e faticosi di una Chiesa che vuole rinnovarsi nei gesti e nello stile, senza snaturare ih-suo messaggio: una "Chiesa in uscita", una "Chiesa povera per i poveri", una "Chiesa inquieta".
"Questo libro si fonda sulla convinzione che a Medjugorje è davvero la Madonna a parlare e a gettare una luce nel buio dei nostri tempi. Esprime un'opinione personale e non vuole certo sostituirsi al giudizio dell'autorità ecclesiastica, che rimane al riguardo l'unico punto di riferimento indiscutibile e sicuro. In questo lungo arco di tempo la Chiesa si è mossa con grande saggezza pastorale, astenendosi dall'esprimere un giudizio definitivo sulla soprannaturalità delle apparizioni, ma lasciando liberi i pellegrini di accorrere nel paesino della Bosnia-Erzegovina, divenuto nel frattempo una fonte inesauribile di rinnovamento spirituale. La Chiesa ha permesso alla Regina della pace di realizzare il suo piano di misericordia e di salvezza, proteso a salvare le anime dalla rovina eterna e il mondo dalla folle corsa verso l'autodistruzione. Il tempo ha lavorato a favore di Medjugorje, portando a maturazione frutti straordinari. Il messaggio è divenuto sempre più attuale e la presenza di Maria, in questo passaggio storico drammatico, si rivela sempre più necessaria. Siamo di fronte al più grandioso intervento della Madre di Dio, come mai c'è stato prima e come mai più ci sarà in avvenire."
Politica, economia e ambiente nel pensiero sociale di papa Francesco - Il pensiero etico-sociale del più grande leader spirituale dei nostri tempi. Un manifesto per i cristiani in politica, e non solo. Come governa?
Il libro parte da quell’esperienza straordinaria che fu la Scuola di Barbiana, ma non parla in senso stretto di don Milani, sul quale, nei cinquant’anni trascorsi dalla sua morte e dalla pubblicazione della Lettera a una professoressa, si è dibattuto e scritto moltissimo, con esiti che vanno dall’apologia alla critica feroce a un utilizzo fecondo delle sue idee.
Qui si vuole invece ricostruire il contesto di grande fermento sociale e culturale in cui quelle idee si diffusero, attraverso i brevi racconti autobiografici di quanti proprio in quegli anni diventavano «giovani maestri» portando dentro di sé l’ispirazione milaniana, con modi, intensità e risultati diversi.
In questo quadro ricco di storie e di memorie, utili a cogliere lo spirito di un’epoca, emergono forti la spinta etica e pedagogica nata dalla Scuola di Barbiana e la necessità di continuare a coltivare quelle istanze rinnovandole e adattandole al mondo d’oggi, sotto la stella garante dell’inclusione, che rappresenta il vero terreno di azione e di miglioramento per la scuola e per le generazioni future.
A tre mesi dalle elezioni del 18 aprile 1948, "Cronache sociali", la rivista di Giuseppe Dossetti, annuncia l'imminente pubblicazione di un volumetto su "Chiesa e politica, gerarchia e partito": quel quaderno speciale non uscirà mai. Oggi sappiamo il perché. Il libro di Alberto Melloni, nel centenario della nascita di Dossetti (13 febbraio 1913), permette di rileggere quello che è insieme un giallo politico e uno spaccato dei problemi che agitano i rapporti fra Chiesa e politica. Gli articoli del quaderno "scomparso", finalmente recuperati grazie al lavoro di riordino del fondo della rivista salvato da Giuseppe Alberigo, si rivelano scritti dirompenti, che affrontano con forza e passione questioni centrali per la vita democratica e per la presenza cattolica nella storia italiana, come il nodo dell'autonomia dei cattolici nella vita pubblica e il fondamento dell'esigenza di militare in un solo partito. Gli autori di questa impresa mancata, molti nemmeno quarantenni, sono convinti che spetti proprio a loro prendersi la responsabilità di dotare l'Italia degli strumenti adeguati per impedire la replica di quel fragile moderatismo, di quel conservatorismo che non era stato capace di impedire il fascismo. A spingerli in questa direzione agisce un solido ragionamento dottrinale e filosofico, in virtù del quale emerge con estrema chiarezza l'urgenza di un partito capace di raccogliere le esigenze cattoliche di rinnovamento.
Febbraio 2013: Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI, lascia il pontificato dopo il clamoroso annuncio delle sue dimissioni. Marzo 2013: Jorge Mario Bergoglio, col nome di Francesco, viene eletto Pontefice con un conclave lampo, il primo a elevare un gesuita sul soglio di Pietro. Benedetto ha lasciato dopo aver portato a termine la missione che si era posto: fare un po' di pulizia e scrivere un canovaccio per la Chiesa cattolica negli anni a venire. Ratzinger non ha trascinato le folle, ma ha risvegliato le passioni intellettuali dei più attenti osservatori del mondo cattolico, mentre la sua azione e il suo pensiero mettevano in risalto sempre più lo scollamento fra le gerarchie e i fedeli. Francesco, più vescovo del mondo che Vescovo di Roma, dotato di straordinaria sensibilità comunicativa, ha saputo riportare la Chiesa nelle simpatie del grande pubblico e degli intellettuali. Due uomini che hanno cambiato il modo di porsi della Santa Sede nel mondo e verso la propria comunità, facendole percorrere più strada di quella aperta dal Concilio negli anni Sessanta. Questo libro di Lucia Visca, proponendo anche alcune interviste ai maggiori vaticanisti italiani, vuole spiegare perché, dopo Benedetto XVI e Francesco, la Chiesa cattolica non sarà più la stessa. Prefazione di Carlo Nanni, rettore della pontificia Università salesiana.
Il Vocabolario di Papa Francesco nasce con il desiderio di avvicinare la gente alle parole del Papa per conoscerne il pensiero autentico. In un'intervista rilasciata qualche tempo fa a un prestigioso quotidiano italiano, lo stesso Vescovo di Roma ha detto: "Non mi piacciono le interpretazioni ideologiche, una certa mitologia di Papa Francesco..." Per questo occorre "andare alla fonte" per capire il magistero del Pontefice e non fraintenderlo o interpretarlo a proprio uso e consumo. Ho sempre sostenuto e ho sempre insegnato ai miei studenti che il miglior commento di un testo è la sua lettura tranquilla e obiettiva. Questo è il compito che spetta a ciascuno di noi: andare alla fonte per comprenderne a pieno le parole. Questa è la nostra sfida: "Imitate coloro che lodate!"
«Fino a pochi giorni fa ho cercato di vivere guardando avanti. Inaspettatamente ora mi ritrovo travolta dall’anniversario che si compie quest’anno: il cinquantesimo dalla morte di don Lorenzo Milani. Erano anni che non pensavo a lui ed erano anni che non pensavo nemmeno alla scuola. Ho provato, ma non ci sono riuscita ad evitare questo appuntamento con la mia storia personale. E allora eccomi qua: alla fin fine mi tocca guardarmi indietro, rivivere e rimeditare il mio passato e quello della famiglia di don Milani».
Don Lorenzo Milani fu una figura controversa, solo recentemente rivalutata dalla Chiesa cattolica attraverso papa Francesco. Questo scritto ne ripercorre la storia grazie alla testimonianza di un membro della sua famiglia.
Come vissero i suoi genitori, laici e illuminati, la conversione di Lorenzo? Lui, che apparteneva alla società “bene”, ma che si spese fino all’ultimo per i più poveri? Come accolse la sua famiglia questa sua scelta? In una lunga lettera ai nipoti, Emma Paola Bassani apre il suo cuore per cercare di spiegare loro, e ai giovani di oggi, l’impegno civile e la tensione educativa che don Milani riversò nella Scuola di Barbiana. Un modello che può venire attualizzato anche oggi, come chiarisce nella seconda parte di quest’opera il professor Rossi, dirigente scolastico di una scuola all’avanguardia di Milano e particolarmente coinvolto dalla figura di don Lorenzo.
Concludono questo scritto alcune testimonianze di suoi ex allievi, che da bambini furono entusiasti frequentatori della scuola del priore di Barbiana.
La tragica storia del teologo protestante Dietrich Bonhoeffer, oppositore senza compromessi del regime hitleriano e pastore instancabile dei cristiani che rifiutavano il connubio tra religione e nazionalsocialismo. Attraverso una ricostruzione minuziosa degli avvenimenti, l'autore, storico del diritto ed esperto della Germania nazista, descrive i momenti decisivi che portarono alla condanna a morte di Bonhoeffer nel campo di concentramento di Flossenbürg. Il testo non si ferma all'esecuzione del teologo, ma segue anche le sorti del suo accusatore e del suo giudice, che sconteranno solo condanne minime o verranno addirittura assolti. Il libro di Schminck-Gustavus è il racconto della grandezza umana e morale di uno degli avversari più coraggiosi della follia nazista e la denuncia di un'ignobile, mancata giustizia. Un richiamo deciso alla necessità di mantenere viva la memoria storica e proseguire nella ricerca della verità.
"Venezia salva" esprime, in poesia, la condanna del primato della forza nella società di ogni tempo. Trae ispirazione da una novella storica seicentesca che narra il fallito complotto ordito dalla Spagna contro Venezia. La bellezza della città, riflessa nello sguardo innocente di Violetta, muove a compassione il capo militare dei congiurati, Jaffier, che denuncia il complotto cercando invano di salvare la vita dei compagni. Questa edizione di "Venezia Salva" si presenta come una novità in quanto la nuova traduzione è accompagnata da un ricco apparato critico. In esso, avvalendosi di preziose informazioni presenti nel Fondo Simone Weil della Biblioteca Nazionale di Parigi, si ripercorre il retroterra teorico della tragedia e si ricostruisce, attraverso un'ampia documentazione storica, il tormentato percorso compiuto dall'autrice a partire dal momento in cui legge la novella storica dell'Abbé de Saint-Réal e dà inizio alla lunga gestazione del testo.