
Seminata nel terreno del servizio associativo di Azione cattolica e interiorizzata nell'esperienza contemplativa del deserto, la spiritualità di Carretto prende forma in modo originale, cercando di liberare la fede da strutture rigide e precostituite per ritrovare una autentica radicalità del messaggio evangelico. Prive di pregiudizi e condizionamenti ideologici, le sue parole testimoniano la volontà di confrontarsi con le contraddizioni del mondo e della Chiesa, e invitano il lettore a guardare oltre il peccato e le limitate dinamiche umane per concentrare lo sguardo sulla promessa di Cristo e sulla potenza dello Spirito Santo, che unisce i fedeli come il cemento tiene insieme le pietre. A oltre cinquant'anni dalla prima pubblicazione, "Il Dio che viene" si dimostra ancora attuale per l'uomo contemporaneo, proponendoci un'originale sintesi tra vita e storia.
Il mistero dell'Incarnazione apre a una fede radicata nell'amore trinitario e richiede un combattimento interiore che, attraverso l'esperienza dell'abbandono fiducioso, conduce al riconoscimento della presenza divina nell'umano e nella storia.
La sera del 13 marzo 2013 si capì subito che il nuovo papa era davvero un papa nuovo. Fortissimi erano infatti gli elementi di novità rappresentati da quella elezione, tanto rapida quanto attesa, ma soprattutto sorprendente. Jorge Mario Bergoglio, il settantaseienne arcivescovo di Buenos Aires, era infatti quasi uno sconosciuto, ma in pochi minuti i media d'ogni parte del mondo sottolinearono che per la prima volta il pontefice era un americano, per la prima volta era un gesuita, per la prima volta aveva preso il nome di Francesco. Qualche anno dopo quell'inizio, è possibile cogliere le linee-maestre della riforma che Francesco sta imprimendo alla Chiesa cattolica. Esse si radicano nell'esperienza degli anni argentini, qui descritti da Silvina Pérez (che conosce e segue Bergoglio da molti anni) in un racconto dai toni avvincenti e ricco di aneddoti poco noti al grande pubblico: la vita in una famiglia di emigrati di solidissima fede, la spinta vocazionale (momenti ed esperienze rievocati anche dallo stesso Bergoglio nello scritto Storia di una vocazione riportato alla fine di questo volume), e poi la missione da gesuita e da vescovo tra le villas miseria (le bidonville incastonate e dimenticate nel cuore di Buenos Aires) e le retate della polizia politica. Molte scelte del papa, e soprattutto il suo stile, si comprendono alla luce di questo suo retroterra. Lucetta Scaraffia, nel suo ritratto degli anni romani, mette poi in luce gli aspetti più innovativi del pontificato, ripercorrendo il cantiere aperto delle riforme, lo stile dei viaggi (il primo significativamente a Lampedusa), il rapporto con i giornalisti, il dialogo con le altre religioni, e delineandone le direttrici di sviluppo: davvero un papa che viene da un altro mondo, consapevole di operare in un difficilissimo tempo di transizione, un tempo da cogliere come opportunità per comunicare il vangelo e la misericordia di Dio.
Le "cose ultime" sono quelle che avvengono al termine dell'esistenza umana e le conferiscono il sigillo della definitività. Nel lessico cristiano esse hanno i nomi di morte, purificazione, resurrezione, giudizio, eternità: parole fuori corso nella nostra cultura, muta sulle questioni 'ultime'. A queste parole il saggio di Guardini restituisce nitore singolare, evitando tecnicismi teologici o ingenui riferimenti materiali all'aldilà: nessuna descrizione di mondi atroci o beati, nessun uso terroristico delle realtà ultime. Piuttosto, risalta anche qui la capacità, esemplare in Guardini, di illuminare l'intelligenza e il cuore. Infatti, la sua riflessione riesce a connettere le "cose ultime" con l'esperienza storica e psicologica dell'uomo: il "non-ancora" ha un rapporto intrinseco con il "già". In ciò si riflette la visione cristiana del mondo, che intende la salvezza come il compimento di quanto nelle vicende umane germinalmente si realizza di buono, di vero, e di bello. Così, la lettura di queste pagine non suscita il senso di intimorita estraneazione normalmente evocato da tali tematiche. La sintesi di Guardini ha come cardine l'evento della resurrezione, contenuto originale della fede cristiana sulle "cose ultime": grazie ad essa, che già conosciamo in Gesù Cristo, l'uomo entra nell'eternità di Dio: "Mai come nel messaggio cristiano si attribuisce tanta grandezza all'uomo, nessun'altra dottrina prende tanto seriamente l'uomo, e mai come per mezzo di Cristo le cose create.
Che significato ha la preghiera, dal punto di vista antropologico? Quale funzione esercita nel complesso della vita spirituale? Perché la sua efficacia si presenta rinnovata e accentuata per la psiche dell'uomo della nostra età? Questi sono i primi interrogativi cui vuole rispondere Guardini in un'opera non volta ad un'indagine teologica di scuola, ma indirizzata a chiarire significato, forma, valore, condizioni, manifestazioni diverse, difficoltà della preghiera. L'autore intende cogliere la sostanza perenne dell'orazione: la lode, la adorazione, il ringraziamento di fronte a Dio, la venerazione di Maria e dei Santi la preghiera individuale e inventiva, la liturgia e la preghiera popolare.
Il tema della giustificazione - l'azione salvifica di Dio, che rende l'uomo "giusto" ai Suoi occhi -, attorno a cui ruota lo Scisma protestante, fu una questione decisiva per il giovane Lutero, e oggetto precipuo della sua esegesi biblica, in particolare delle lettere paoline. Il volume ricostruisce questo particolare aspetto della dottrina luterana facendo luce, al tempo stesso, sul senso della Riforma nel suo differire dalla teologia cattolica. L'interpretazione luterana del concetto di "grazia" - ripresa e commentata in queste pagine - rappresenta anche il focus di una più profonda conoscenza fra le due confessioni, e il modo per superare reciproci pregiudizi e condanne dottrinali sulla via della comune fede in Cristo, di cui tanto più bisognosi sono gli uomini del nostro tempo.
Il saggio di Hans Urs von Balthasar si inserisce con assoluta originalità nella letteratura critica dantesca, per la prospettiva globale in cui si pone il teologo svizzero. La Divina Commedia è analizzata nel suo significato di immagine del mondo che si pone sul crinale fra la cosmologia antica e medioevale e la nuova coscienza che l'uomo assume di sé, del proprio destino, della storia. Non soltanto l'autore articola il suo pensiero sullo sfondo della teologia e della letteratura cristiana antica, di cui dimostra una conoscenza eccezionale, ma si accosta alla Divina Commedia con la coscienza critica di un pensatore che ha assimilato le esperienze poetiche e letterarie della contemporaneità. Centro della meditazione, sorretta dalla costante citazione dei testi danteschi, è l'interpretazione dell'eros di Dante, el suo amore per Beatrice che, assunto in tutte le sue conseguenze spirituali, travalica i confini dell'umano ed immerge il poeta con la sua personalità nel mondo della comunione dell'uomo con la Trinità cristiana.
Hans Urs von Balthasar (1905-1988) è stato uno dei maggiori teologi del XX secolo. Presso la Morcelliana ricordiamo: Teologia della storia; Con occhi semplici. Verso una nuova coscienza cristiana; Gesù ci conosce? Noi conosciamo Gesù? E i cinque saggi teologici Verbum Caro, Sponsa Verbi, Spiritus Creator, Lo Spirito e l'istituzione, Homo creatura est.
C'è molto di Dante e della sua Divina Commedia nella filosofia e nel pensiero di Romano Guardini. Il teologo italo-tedesco ha - fin dalla sua giovinezza e per tutta la sua vita letteraria - camminato sulle tracce di quel poeta e pensatore, apice del modo cristiano di vivere, che con la sua opera illuminò il Medioevo. Viene qui indagato in modo sistematico il rapporto tra i due autori: con un approccio non filologico, né storico, ma essenzialmente filosofico-religioso, Guardini ha tentato una lettura esistenziale del poema dantesco, con l'intento di riappropriarsi di un'opera che incarna il modo cristiano di vedere e interpretare la realtà. Questa la grande capacità che lo stesso Guardini riconosce alla letteratura e ai grandi scrittori: leggere e comprendere l'esistenza umana.
«Il pensiero di Francesco, letto dalla ricerca di Monda, trova la "messa a fuoco", il discernimento e il chiarimento proprio nella tensione aperta e drammatica, e dunque nella trama della Storia, e delle storie e racconti che vi sono compresi. Il racconto scelto in questo libro è quello del popolo, un mito antico e forse dimenticato: la trama di quella storia si è sfibrata, soprattutto in Occidente. Nel volume però non si propone una toppa, un "rammendo", come direbbe il Papa, ma si intravede e si racconta una nuova tessitura, una nuova trama: si prosegue il racconto, si abita la Storia». Antonio Spadaro «L'Autore focalizza un aspetto di cui si è parlato spesso non in modo approfondito, ma su cui è importante invece soffermarsi. Aggiunge così un capitolo non solo alla conoscenza delle idee di Bergoglio, ma anche alla riflessione generale sul mondo contemporaneo, sull'idea di nazione e di comunità dei popoli. Questo libro è un contributo originale, che fa pensare e che arricchisce il dibattito, ponendo papa Bergoglio come un interlocutore per tutti, cioè per chi voglia pensare il futuro in modo aperto e per chi senta che stiamo andando verso il domani un po' come ciechi che hanno l'illusione di vedere o come persone (governi, popoli, decisori) troppo trascinate da processi incontrollati». Andrea Riccardi
La traduzione di questo inedito (1931-1939) è un tassello fondamentale per comprendere il pensiero di Guardini sull'antropologia cristiana nella sua evoluzione. È centrale, in queste pagine, la necessità di rispondere, in quanto cristiano, alle incognite del mondo moderno - come l'evoluzionismo, l'eutanasia, l'eugenetica o l'ingegneria sociale - e riflettere sulla portata dei mutamenti sociali e culturali che esso comporta. Una domanda che attraversa l'intera opera guardiniana e mostra qui il suo nucleo antropologico più profondo: ontologicamente l'uomo è relazione aperta, verso l'altro, Dio, o il nulla. Spetta all'uomo - provocato dalla modernità - la libera decisione. Premessa di Carlo Brentari.
Un libro che propone alla cultura italiana e internazionale un contributo importante per una nuova fase di approfondimento del valore culturale e scientifico dell'opera teilhardiana, scritto da un autore parimenti esperto di filosofia indiana e di teologia cristiana. Attraverso un duplice confronto con autori come J. Monchanin o H. De Lubac, e con le religioni delle tradizioni orientali, il saggio sviluppa ed analizza le riflessione di Teilhard de Chardin sul pluralismo religioso attraverso le categorie filosofiche dell'idealismo, del dualismo, del panteismo e del relativismo. Viene così ricostruita l'attenzione teilhardiana verso la mistica delle religioni orientali e il loro "senso cosmico", tematica generale che rientra nel generale interesse verso il mondo, le culture e le religioni vissuto dalla cultura francese negli anni Quaranta.
Una brillante sintesi teologica per introdurre nei III Millennio.
La dimensione teologica di papa Francesco. Le radici teologiche del pensiero di Jorge Mario Bergoglio, ma anche le prospettive pastorali del suo pontificato aperte da quei contenuti teologici, sono qui tratteggiate con intelligente competenza e con squisita empatia da uno dei più stretti collaboratori di papa Francesco: il cardinal Walter Kasper.

