
Il volume racconta l’arrivo a Roma, il 15 agosto 1848, di Antonio Rosmini, a cui è stato affidato il compito di trattare a nome del Governo piemontese un’alleanza militare tra il Regno di Sardegna, il Granducato di Toscana e lo Stato Romano. Perché questo gravoso compito viene posto sulle spalle di un filosofo, per giunta a capo di una piccola Congregazione religiosa? Rosmini sa bene, per aver avuto nei mesi precedenti diversi contatti epistolari con il cardinale Castruccio Castracane degli Antelminelli e con il papa stesso, che Pio IX non accetterà di stipulare con nessuno, in quanto capo dello Stato temporale, un’alleanza di carattere militare con lo scopo di riprendere la guerra contro l’Austria. Eppure decide di impegnarsi su quanto gli viene proposto a Torino. E racconta tutto in questo volume che costituisce una parte essenziale dei suoi scritti autobiografici.
Dopo un'ampia introduzione sulla vita e le opere del Rosmini, vengono proposte le pagine più classiche della sua letteratura, tratte dalle "Massime di perfezione", da "Le cinque piaghe della Chiesa", e dall'"Introduzione del Vangelo secondo Giovanni commentata". Un breve commento al Magnificat ("Il cantico della Vergine dichiarato") viene riportato integralmente per la sua alta spiritualità. Conclude l'opera un gruppo di lettere tra le più significative dell'"Epistolario" per dare un'idea dei sentimenti spirituali con i quali Rosmini ha affrontato alcuni momenti cruciali della sua vita e di quella degli amici.
La "Teosofia" del beato Antonio Rosmini costituisce il vertice della sua speculazione metafisica, in cui i fondamenti ontologici della sua filosofia vengono presentati e guadagnati in modo cospicuo. Il "grande frammento" della "Teosofia" è il punto di riferimento fondamentale per chiunque voglia intendere il pensiero del filosofo roveretano; un pensiero sistematico, ma allo stesso tempo non chiuso in se stesso, capace di presentarsi come attuale e pronto a essere inteso oggi come spunto formidabile per riflessioni successive scevre da qualsiasi pregiudizievole valutazione teoretica. La "Teosofia", che nell'odierno contesto della "quarta fase" degli studi rosminiani viene recepita come il punto di partenza di una riaffermazione della metafisica come pensiero forte e concreto, è fonte inesauribile nel mostrare all'uomo di oggi, spesso vittima delle tendenze nichilistiche, un orizzonte nuovo in grado di elevarne lo spirito ad altezze che sembrerebbero impossibili, pur senza insuperbirne l'animo. Introduzione, note e apparati di Samuele Francesco Tadini.
Una selezione di testi, fra le oltre cinquantamila pagine che costituiscono gli scritti editi di Rosmini, traccia i lineamenti di una spiritualità contrassegnata dal respiro universale della carità (pp. 128).
Rosmini scrisse Delle cinque piaghe della Santa Chiesa tra il 1832 e il 1833, ma prima di pubblicarle anonime a Lugano nella primavera del 1848, le lasciò riposare in un cassetto per ben tre lustri, fino all'avvento al soglio pontificio di Pio IX. Il successo riscosso dall'opera fu bloccato per oltre un secolo dall'inserzione nell'Indice dei libri proibiti il 15 agosto 1849. Nonostante la messa all'indice, "la sua meditazione sulla natura della Chiesa e la sua lettura della storia contemporanea alla luce di quella passata, lungi da spingerlo sulla strada dell'aperta ribellione, intensificano il suo amore verso la Chiesa, confermando la carica utopica e profetica che aveva contraddistinto i suoi precedenti interventi". Saggio introduttivo e note di Nunzio Galantino. Postafazione di Giuseppe Lorizio.
Intossicati come siamo da luoghi comuni buonisti, da surrogati e caricature di sentimenti, non sappiamo più cosa sia veramente la misericordia. Troppo spesso la confondiamo con un generico sentimento di pietà, perdono o accoglienza in balìa dei nostri umori. Ma la misericordia, come ben dimostra questo libro in cui c'è molta Parola di Dio e tanta umanità, è ben altra cosa. È un atto, un'opera, una sapienza, una cura, il frutto di una relazione con l'altro. Non sorge dall'uomo ma dalla relazione con Dio, è un'opera di Dio nell'uomo. Soffermandosi sulle singole opere di misericordia spirituale, inseparabili da quelle corporali, don Fabio ci aiuta a capire come non si può vivere senza misericordia, perché la felicità più profonda, nella vita, è prendersi cura di qualcuno. Solo l'amore vero dà la felicità vera. Come ebbe a dire san Massimiliano Kolbe prima di essere ucciso ad Auschwitz, «Solo l'amore crea!», solo l'amore dà forma meravigliosa a tutto ciò che compiamo. Le nostre opere possono essere anche piccole, ma se nascono da Dio salvano il mondo, perché gli danno sapore.
In questo libro Fabio Rosini, partendo dai contenuti delle lezioni tenute presso la Pontifica Università della Santa Croce, e grazie alla sua grande esperienza pastorale, esplicita la relazione viva tra la Sacra Scrittura e la trasmissione della fede, approfondendo le criticità e gli aspetti essenziali relativi al modo con cui la Chiesa annuncia la salvezza e genera alla vita nuova.
Don Fabio Rosini è docente di comunicazione e trasmissione della fede alla Pontificia Università della Santa Croce, dove - a partire dalla sua decennale esperienza di predicatore instancabile del Vangelo - offre preziosi contributi per un corretto approccio ad una preparazione omiletica non lasciata all'improvvisazione, mettendo anche in evidenza le problematicità di alcuni modi di predicare. Il testo si rifà alle lezioni di quel corso, opportunamente adeguate alle esigenze di un'opera che non solo interessa i suoi studenti universitari, ma anche e soprattutto quanti sono chiamati al ministero della Parola. Il libro è un significativo invito a riconsiderare il dono ricevuto di comunicare la fede che l'omileta ha il compito di esercitare mettendo la vita e la Parola in relazione a quell'evento escatologico che fa irruzione nell'assemblea eucaristica.