
Fra ebraismo e cristianesimo c'è una convergenza di fondo, inseparabile certo dalla loro diversità, eppure tale da motivare la loro ineliminabile coappartenenza e la consistenza dell'apporto che la tradizione ebraico-cristiana nel suo insieme ha dato alla storia culturale e religiosa dell'umanità. La singolarità di quest'apporto sta nella testimonianza che entrambi, ebraismo e cristianesimo, rendono alla rilevanza dell'Altro, trascendente e vicino, nella vicenda personale e collettiva. Atteso, cercato, accolto, amato, il totalmente Altro - tanto per l'ebraismo quanto per il cristianesimo - è il Dio vivente, che sovverte e salva la vita e la storia quando, pur restando infinito, si fa presente nel finito per comunicarsi alla nostra fragilità. Per il cristiano questa presenza raggiunge il suo vertice nella Parola fatta carne, Gesù, che «è ebreo e lo è per sempre». Conoscere e amare l'ebraismo è perciò, per il cristiano, componente rilevante della conoscenza e dell'amore per il suo Signore e Maestro.
Il libro presenta la concezione teologica che la Chiesa cattolica ha di se a partire dal Concilio Vaticano II. Per la prima volta, dopo oltre trent'anni dal servizio della causa dell'unita, l'Istituto Ecumenico di Bossey (Svizzera) del Consiglio Mondiale delle Chiese, collegato all'Universita di Ginevra, ha organizzato un Seminario sul cattolicesimo romano. Scopo del Seminario era quello di far conoscere la Chiesa cattolica nei suoi vari aspetti a teologi e pastori delle varie confessioni cristiane di ogni parte del mondo. Cosi e stato chiesto all'autore di presentare la concezione teologica che la Chiesa cattolica ha di se a partire dal Concilio Vaticano II. Sono nate cosi queste lezioni, che nel loro insieme formano una breve ecclesiologia", articolata intorno a tre domande fondamentali: da dove viene la Chiesa? Che cos'e la Chiesa? Dove va la Chiesa? Verificate nella recezione ecumenica sperimentata a Bossey, queste pagine offrono un aiuto per chiunque voglia approfondire la conoscenza della ecclesiologia che ispira la prassi delle chiese in comunione con Roma, in vista della crescita dell'unita, che Cristo vuole. "
Il sinodo dei vescovi dedicato al tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale» stabilisce una reciprocità significativa: i giovani non devono essere solo l’oggetto passivo della riflessione ecclesiale, ma sono chiamati a coinvolgersi quali protagonisti e interlocutori veri.
Non si tratta di una visione idealizzata dei giovani: se la “società liquida” non offre loro appigli scontati, certezze facili o strade aperte e sicure, la Chiesa propone loro quella pienezza di vita e di amore che il Signore ha sognato per ciascuno di loro. E lo fa nella consapevolezza della complessità delle situazioni di partenza, ma anche nella convinzione che più che mai oggi l’annuncio della buona novella ha il sapore di una sfida, di un pungolo ad aprirsi a nuovi stili di vita e a nuove forme di protagonismo.
Le pagine di questo libro, nate soprattutto da incontri e dialoghi di Bruno Forte con i giovani (o da loro stimolate), intendono essere un piccolo aiuto a compiere insieme questo cammino.
Questo libro raccoglie la testimonianza personale di Bruno Forte sulla Terra Santa, e su Gerusalemme in particolare, che nasce da una grande conoscenza della situazione religiosa e politica della regione. Come teologo e come pastore, impegnato nel dialogo ebraico-cristiano, Forte riesce a tracciare un profilo della situazione attuale che incoraggia i singoli credenti e sostiene l'esperienza del pellegrinaggio come dinamica fondamentale per ogni cristiano.
Il testo riporta una splendida conferenza tenuta nell'Aula magna dell'Istituto teologico abruzzese-molisano Pianum (Chieti) il 21 dicembre 2010. Una riflessione sui gridi di dolore, di disperazione e di sofferta speranza da parte dei novelli Adamo, Giobbe, Lazzaro, Abele e della novella Eva (la Chiesa).
"Il grido di Adamo è ancora vivo dentro la vibrazione-fremito del grido dell'altro Adamo. Ed è così che il grido del primo Adamo ha modo di arrivare fino al cuore di Dio, teso all'ascolto dei pianti, delle gioie e dei desideri del cor inquietum degli uomini".
(Dalla Prefazione di don Michele Giulio Masciarelli)
Nata dal desiderio di comunicare il dono della fede, la gioia della preghiera e l'esperienza dell'amore divino, questa lettera vorrebbe parlare al cuore di ogni credente.
Questo piccolo libro contiene due scritti di Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto: il primo è la lettera pastorale per l'Anno Santo della Misericordia (2015-2016), intitolata La misericordia, cuore del Vangelo, anima della Chiesa; il secondo è il messaggio per la Quaresima dello stesso anno, dal titolo Dio di misericordia, Trinità d'amore. Due testi che dal cuore del Pastore vorrebbero raggiungere il cuore di quanti gli sono affidati, tali da parlare però a chiunque avverta il bisogno di incontrare e sperimentare il dono che cambia la vita: l'amore misericordioso del Dio tre volte Santo, rivelato e reso accessibile da Gesù, il Figlio eterno fattosi uomo per amore nostro. Una nota sul linguaggio biblico della misericordia e due preghiere, una per chiedere il dono della misericordia, l'altra per domandare il dono della fede, completano il piccolo libro.
Mistero per eccellenza del cristianesimo, la Trinità è anche la via per cui il divino si dispiega nella natura e nella storia, facendosi carne e sangue dell'uomo. In un dialogo immaginario ma appassionato tra un teologo e un uditore di buona volontà e in uno scambio reale di opinioni con tre filosofi "laici" (Massimo Cacciari, Giulio Giorello e Vincenzo Vitiello) l'autore mostra come, almeno nel nostro Occidente, anche per essere atei coerenti occorra passare attraverso la prospettiva della fede trinitaria.
Prestare ascolto alle voci della riflessione critica della fede può far crescere la qualità del pensiero e della vita per tutti, credenti o non credenti che siano. A una simile esigenza risponde Bruno Forte, in un libro aperto al dialogo con la filosofia, la psicologia, l'etica e la scienza, un libro che si propone di superare steccati e riscoprire la forza di congiunzioni possibili tra scienza e teologia, tra fede e pensiero.
Bruno Forte, in poche pagine, traccia le line fondamentali dell'eredità spirituale di Benedetto XVI, condividendo anche una lettera, intima e personale, che il Papa teologo gli aveva scritto per spiegargli le motivazioni che lo avevano portato a lasciare il ministero petrino e a ritirarsi nella meditazione e nella preghiera.
L'Autore consegna ai lettori un intenso profilo di Benedetto XVI che riprende il suo percorso teologico e il messaggio delle encicliche. Propone, poi, gli elementi fondamentali che lo caratterizzavano, lo stile, la fede e l'umanità, come le chiavi per coglierne il pensiero nel grande valore che conserva come eredità preziosa per la Chiesa e per la famiglia umana. Il testo si chiude con la bellissima preghiera che il Papa scrisse a un anno dalla Sua visita al Santuario del Volto Santo di Manoppello.
Queste pagine rappresentano un faro di conforto e speranza per coloro che si trovano di fronte al dolore. Nate da un lungo e profondo ascolto, da dialoghi e confronti con figure impegnate nella cura degli infermi e nell'assistenza ai bisognosi, queste parole sono un dono prezioso sia per chi sperimenta il dolore, sia per coloro che si dedicano alla cura dei più fragili, sia nel corpo che nello spirito. Monsignor Bruno Forte, con la sua saggezza e sensibilità, offre sei riflessioni penetranti che conducono il lettore nel mistero della sofferenza. Accompagnate da sei preghiere profonde e consolatorie, queste parole si rivelano una guida preziosa attraverso i labirinti della sofferenza umana. Il libro presenta inoltre il magnifico decalogo del medico e di chiunque si prenda cura degli infermi, offrendo un'analisi profonda e acuta della tematica del dolore e della fragilità umana. "Abbi Cura" si rivela così un libricino e imprescindibile per coloro che desiderano esplorare con coraggio e compassione il territorio del dolore e della fragilità umana.