
In una quieta meditazione sui luoghi della vita e dell’anima che hanno lasciato un segno indelebile nel cuore, Enzo Bianchi ci conduce dalle sue colline del Monferrato alla Torino universitaria, fino alla più lontana Santorini dalla calda luce impareggiabile, alla sua cella di monaco dove apprende l’arte di abitare con se stesso in verità. Un viaggio nel tempo, nelle stagioni dell’uomo, accompagnato dalla domanda, semplice e profonda: che ne è dei miei giorni?
Tutti credono in qualcosa, a qualcuno, perché è impossibile vivere altrimenti. Eppure oggi sembra difficile proporre il «credere» oltre un superficiale ottimismo che non richiede autentiche adesioni o cambiamenti e un velato cinismo che riveste tutto di una nota di grigio. La fede del credente come la fede del non credente affrontano insieme questa nebbia, cercando una via che permetta la fiducia come assenso al mondo. Questi due modi di credere possono essere diversi sotto molti aspetti, ma accolgono e combattono la medesima sfida. Il monaco Enzo Bianchi e la filosofa Laura Boella non si sottraggono al confronto e cercano di mostrare come, al di là delle differenze, tutti possono e devono chiedersi quale fede, quale credito vogliono dare alla vita e all'amore. Introduzione di Andrea Decarli.
Questo volume, coraggioso e provocatorio allo stesso tempo, parte da un dato di fatto: oggi la liturgia è in stato di sofferenza. Dopo l'entusiasmo suscitato dal rinnovamento liturgico conciliare, in questi ultimi anni la liturgia sembra essere lentamente scivolata ai margini degli interessi principali della Chiesa. Il suo ruolo nell'educazione della fede è del tutto irrilevante. In una stagione ecclesiale fortemente caratterizzata dalla volontà di papa Francesco di rinnovare a fondo la Chiesa, si vive un assurdo paradosso: una Chiesa in uscita e una liturgia in ritirata. Ma, notano Enzo Bianchi e Goffredo Boselli, non è possibile pensare a un rinnovamento della Chiesa senza che vi sia al contempo un rinnovamento della vita liturgica. La liturgia è intrinseca alla vita di fede. La Chiesa evangelizza come celebra. Per questo, la vita di fede non può dirsi pienamente cristiana se non è plasmata dalla preghiera della Chiesa. Da qui la necessità di rimettere al centro delle nostre comunità e dell'evangelizzazione la liturgia, perché non c'è cristianesimo senza liturgia e non c'è Chiesa senza liturgia.
Il futuro della chiesa
ha bisogno della parrocchia
La parrocchia è chiamata
a fare tesoro della sua storia,
così da riproporsi come luogo centrale
per l’esperienza cristiana.
In un mondo che sacralizza il presente
è urgente testimoniare la speranza,
predicando il futuro
con l’edificazione di comunità
che vivono la fedeltà alla terra
ma nell’attesa del mondo in cui Dio regna.
Enzo Bianchi (1943), fondatore e priore della Comunità monastica di Bose, è autore di numerosi testi sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della chiesa.
Monsignor Renato Corti (1936), nominato nel 1981 ausiliare del cardinal Martini a Milano, dal 1990 è vescovo di Novara. È vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Tre grandi voci della cultura e della Chiesa italiana a confronto sul tema dell'accoglienza, del dialogo e dell'incontro con l'altro. Il libro, nato in seno dalla Fondazione Ernesto Balducci, è un'occasione unica per riflettere su argomenti di vitale importanza del mondo contemporaneo. La riflessione di fratel Enzo Bianchi è incentrata sul dono: la vita è un dono fatto all'uomo da Dio ed è sempre accompagnato dalla presenza dell'Altro. La vita va quindi intesa come presenza, accoglienza, per l'appunto un dono sempre gratuito. Il cardinal Gianfranco Ravasi si concentra invece sulla necessità del dialogo della reciproca collaborazione nell'ottica di una realtà - come quella europea - interculturale e interetnica. Monsignor Galantino infine dedica la sua riflessione all'accoglienza: essa per il credente è un dovere in quanto il suo esercizio vuol dire "aiutare Dio a realizzare il suo Regno, perché di Dio è il mondo come Dio lo sogna".
Interventi agli Incontri "Città dell'uomo" - Fondazione Lazzati i cristiani non sono esentati dalla responsabilità storica; al tempo stesso, però, tutti i loro progetti, le loro mediazioni, i loro tentativi di presenza devono essere portati davanti alla croce per essere giudicati.
Oggi i cattolici italiani sono divisi, e ciò che li divide è soprattutto la politica. Vi è un cattolicesimo identitario, che fa della contrapposizione al mondo la sua peculiarità, e vi è un cattolicesimo solidale, che pone la sua peculiarità nel dialogo e nell’inserimento nel mondo. Tra il principio identitario e il principio solidale quale privilegiare? Giovanni Bianchi, un cattolico che ha fatto del sociale e della politica il suo principale ambito di lavoro, individua nel magistero del cardinal Martini a Milano la sintesi matura tra questi due principi: vivere l’identità cristiana nella solidarietà al mondo. In questo senso Martini è “politico”, perché indica ai cristiani che la “polis”, la città degli uomini, è lo sbocco privilegiato della loro fede nel Dio fatto uomo.
“Il problema morale è il problema dell’orizzonte complessivo entro il quale ogni aspetto della vita e dell’attività umana deve trovare la sua giusta collocazione e anche la misura di autonomia che gli compete.
E la fede illumina tale orizzonte di significato, orientando così il conseguente discernimento pratico”. Carlo Maria Martini
Giovanni Bianchi, nato a Sesto San Giovanni (Mi) nel 1939, è stato consigliere comunale a Sesto S. Giovanni per la DC, poi Presidente regionale delle Acli Lombarde e successivamente Presidente nazionale. Dal 1994 al 2006 è stato Deputato al Parlamento italiano, dove ha fatto parte della commissione Affari Esteri, è stato relatore della legge per la remissione del debito ai paesi poveri e ha presieduto il comitato permanente della Camera dei Deputati per gli Italiani all’estero. Collabora con riviste, quali Animazione sociale e Rocca, e dal 1987 ha diretto la rivista di spiritualità e politica Bailamme. Ha pubblicato numerose opere di narrativa e di poesia. Tra la sua produzione saggistica: Per una teologia del lavoro (1985), Al Dio feriale. Teologia minima (1990), Testimoni e maestri. Materiali per un laburismo cristiano (Scriptorium, 2005).
Dossetti, dopo Antonio Rosmini, è il grande rimosso della cultura e della Chiesa italiane. È Dossetti stesso ad avere suggerito il rapporto con Rosmini, e una circostanza li accomuna: la difficile "traducibilità" delle rispettive esperienze oltre i confini nazionali. Eppure, Dossetti ha avuto la ventura di essere studiato, e addirittura "storiografato", da subito, durante l'impegno politico, benché il monaco di Monte Sole sia stato in politica sette anni in tutto, compresi quelli passati da partigiano. È poi ritornato in campo, come San Saba, quando ritenne che fosse messa a rischio la prima parte della Costituzione del 1948. Rivisitarne non tanto la memoria ma il lascito culturale può dunque essere operazione ricostruttiva nella fase in cui il cattolicesimo politico si trova alla fine di un ciclo e le politiche vincenti si presentano senza fondamento. Proprio perché la forma che ci siamo lasciati alle spalle è quella del partito.
Due avvenimenti che hanno caratterizzato l’anno 2018 sono stati al centro della Giornata di Studio dell’Istituto francescano di spiritualità. Il primo riguarda direttamente il mondo francescano, il centesimo anniversario delle stimmate di padre Pio e il cinquantesimo anniversario della sua morte; il secondo è la pubblicazione dell’esortazione apostolica Gaudete et exsultate di papa Francesco, che ha orientato la riflessione sul tema della santità.
Le relazioni principali hanno affrontato il tema della bellezza della santità nella Chiesa di oggi, le caratteristiche della santità francescana nelle più recenti canonizzazioni e alcune figure di santi francescani: padre Pio, Agnese di Praga, Junipero Serra e Massimiliano Kolbe.
Contemplare la ricchezza della tradizione di santità della famiglia francescana non ha uno scopo puramente archeologico. Come evidenzia il sottotitolo della giornata – Quale messaggio per il mondo di oggi? – l’interrogativo che i francescani si pongono è comprendere il loro ruolo nella Chiesa per rispondere alle attese degli uomini e delle donne di oggi.
Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, dal 13 marzo 2013 è Vescovo di Roma e Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica. Il primo Papa proveniente dall'America. Il primo dell'ordine religioso dei Gesuiti. Il primo papa perito chimico. E primo in tante altre cose. Questo libro ne ripercorre la vita, mettendo in evidenza soprattutto l'aspetto "vocazionale": la chiamata a seguire Gesù maturata in una famiglia dalla fede profonda e all'oratorio.
Il volume, aggiornato ai più recenti episodi e messaggi del pontificato di Papa Francesco, ripercorre la vita di Jorge Mario Bergoglio mettendone in risalto soprattutto il versante "vocazionale", con la chiamata a seguire Gesù Nazaret maturata in una famiglia dalla fede profonda e all'oratorio.
Questo agile libretto ripercorre a volo d'uccello l'ampio arco della vita di Joseph Ratzinger, fino all'elezione al soglio pontificio con il nome di Benedetto XVI. Un'esistenza intensa, raccontata con stile rapido e avvincente: per una prima conoscenza di un grande maestro della fede.