
"La nostra parola iniziale si chiama bellezza. La bellezza è l'ultima parola che l'intelletto pensante può osare di pronunciare, perché essa non fa altro che incoronare, quale aureola di splendore inafferrabile, il duplice astro del vero e del bene e il loro indissolubile rapporto. Essa è la bellezza disinteressata senza la quale il vecchio mondo era incapace di intendersi, ma la quale ha preso congedo in punta di piedi dal moderno mondo degli interessi, per abbandonarlo alla sua cupidità e alla sua tristezza. Essa è la bellezza che non è più amata e custodita nemmeno dalla religione, ma che, come maschera strappata al suo volto, mette allo scoperto dei tratti che minacciano di riuscire incomprensibili agli uomini. Essa è la bellezza alla quale non osiamo più credere e di cui abbiamo fatto un'apparenza per potercene liberare a cuor leggero. Essa è la bellezza infine che esige (come è oggi dimostrato) per lo meno altrettanto coraggio e forza di decisione della verità e della bontà, e la quale non si lascia ostracizzare e separare da queste sue due sorelle senza trascinarle con sé in una vendetta misteriosa. [... ] Cos'è un uomo senza la forma che lo segna, che lo circonda come corazza inesorabile e che tuttavia lo rende malleabile, libero da qualsiasi insicurezza e dallo sgomento che inceppa, libero per se stesso e per le sue possibilità più alte: cos'è l'uomo senza tutto ciò? Cos'è l'uomo senza forma vitale, cioè senza forma che egli abbia scelto per la sua vita?..." (dall'introduzione)
La grande lezione cognitiva e metodologica di don Milani, al di là della sua testimonianza spirituale e religiosa, è stata insieme semplice e straordinaria: spostare sempre lo sguardo dal centro della scena verso le cornici e le periferie; prestare attenzione curiosa e sincera proprio alle persone più lontane dal mondo in cui viviamo e averne cura; non banalizzare mai chi ci sta davanti, evitando regole e schemi di valutazione ovvi e precostituiti; e amare la conoscenza non come patrimonio esclusivo di pochi, ma come "bene comune", da redistribuire a tutti, soprattutto da costruire collettivamente con il contributo di chiunque, anche del più inaspettato ed emarginato dei partecipanti.
La storia cristiana è la storia di coloro che hanno accolto l'invito a seguire Cristo secondo una molteplicità di applicazioni che testimonia della grande creatività della vocazione cristiana. Hanno avuto così origine gli ordini religiosi, le congregazioni, le associazioni, gli istituti, le confraternite. Tuttavia l'accelerazione temporale, tipica della nostra epoca, ha fatto emergere la relatività delle applicazioni rispetto alla centralità della vocazione. Ma come incarnare la vocazione cristiana ai nostri giorni? Il grande teologo svizzero Hans Urs von Balthasar ha cercato di rispondere con la vita e le opere (di cui la presente rappresenta la riflessione più matura) a questo interrogativo. Per Balthasar le forme, o stati di vita cristiana, sono sostanzialmente due: quella del cristiano chiamato alla santità nella vita familiare e quella della particolare sequela secondo i consigli di povertà, castità e obbedienza. In un periodo in cui la riflessione sulla vita cristiana e religiosa si limita molte volte all'impegno sociale o alla veste da indossare, un'opera che va al cuore della vocazione cristiana.
La Piccola Famiglia dell'Annunziata, la comunità sorta intorno a Giuseppe Dossetti alla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, include una realtà peculiare, cioè l'accoglienza, accanto ai fratelli e alle sorelle del cenobio, anche di coppie di sposi che si impegnano a vivere La Piccola Regola. La prima parte contiene testi da cui si ricavano le motivazioni e i modi della presenza degli sposi in comunità; testi per così dire «fondativi» rispetto alla compresenza di monaci e sposi nella comunità. La seconda parte contiene catechesi e meditazioni per la formazione degli sposi, la loro crescita spirituale, l'approfondimento della Regola e di temi della vita cristiana.
"Resistenza e resa" si può leggere e amare senza alcuna introduzione: così hanno fatto milioni di uomini e donne, compreso, per un tempo, l'autore di questo libro. Di solito, però, chi lo legge vuole saperne, e capirne, di più. Questa è una guida, una parafrasi, un inquadramento e, da ultimo, un tentativo di commento. L'intento è solo, ancora una volta, quello di ascoltare Bonhoeffer, ma possibilmente ascoltarlo bene. Dopo una ventina d'anni di letture bonhoefferiane, chi lo ha scritto è convinto che ne valga la pena.
Luglio 1796: le truppe di Napoleone invadono lo Stato pontificio saccheggiandolo e sconvolgendolo con le loro violenza. E a quel punto si verifica l'inesplicabile: oltre 100 immagini sacre - per la maggior parte della Vergine - si "animarono", muovendo gli occhi, cambiando colore e mutando espressione. Lo stesso Napoleone fu testimone di un simile fatto ad Ancona e ne rimase profondamente turbato. Ma fu a Roma che il fenomeno letteralmente esplose senza che nessuno avanzasse l'idea che si trattasse di una truffa. Vittorio Messori e Rino Cammilleri ricostruiscono questo episodio incredibile interpretandolo alla luce della fede e della ragione.
Il Cardinale Comastri ci regala in questo nuovo libro una meravigliosa catechesi sulla vita cristiana, soprattutto su come, grazie a Gesù, il mondo ha potuto vedere gli occhi e il volto di Dio. Noi crediamo, infatti, e questo è il messaggio che ripetiamo senza mai stancarci, che in Gesù Cristo Dio stesso è entrato nella storia degli uomini. Dobbiamo allora, osserva il Cardinale Comastri, lasciarci attraversare da questa bella notizia, fino a farla cantare dentro e a farla diventare testimonianza. Noi crediamo e sappiamo, per fede, che Dio si è fatto vicino, è entrato nella nostra storia, per cui non dobbiamo avere più paura, qualsiasi cosa accada. Ecco perché c'è speranza, ecco perché i cristiani, con la loro vita, devono annunciare a tutti questa speranza. Soprattutto in un momento in cui, per la prima volta, la Chiesa di Dio vive in un contesto in cui è esplosa una delle più drammatiche povertà che l'uomo possa conoscere: la povertà degli ideali e dei valori, la povertà delle ragioni per amare la vita.
Le riflessioni che proponiamo in queste pagine vogliono aiutarci a pregare, approfondire e meditare gli incontri di Gesù riportati dal Vangelo domenicale. Sono tanti i personaggi evangelici che possono testimoniarlo: incontrare Gesù è incontrare Dio; è incamminarsi su una via sicura che conduce a lui. Gesù è la via verso il Padre: ce lo ricorda un brano del Vangelo di Giovanni che ci sembra utile riportare di seguito.
L'itinerario meditativo e orante degli Esercizi Spirituali di Ignazio di Loyola ripercorso secondo la dinamica peculiare del Vangelo di Matteo.
L'itinerario meditativo e orante degli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola, ripercorso secondo la dinamica peculiare del Vangelo di Luca. Tra i molti scritti pubblicati del Card. C.M. Martini riguardanti il Vangelo di Luca, il presente ha un carattere particolare: il riferimento ignaziano e il tentativo di fondare il cammino spirituale del discepolo in Luca con le tappe proposte dagli Esercizi Spirituali ignaziani. Oggi e' chiaro piu' che mai che all'uomo non basta conquistare la liberta' senza imparare ad usarla correttamente, perche' illuminata dalla verita', in comunione con Dio e con gli uomini.
Tra i molti scritti pubblicati del Cardinale C.M. Martini riguardanti il Vangelo di Luca, il presente ha un carattere particolare: il riferimento ignaziano e il tentativo di fondare il cammino spirituale del discepolo in Luca con le tappe propose dagli Esercizi. Oggi è chiaro più che mai che all'uomo non basta conquistare la libertà senza imparare ad usarla correttamente, perché illuminata dalla verità, in comunione con Dio e con gli uomini. E la verità non è verità ideologica ma è una Persona: Gesù Cristo, che unico ci fa liberi fin nel nostro essere più profondo.
Tornare al testo ignaziano non va inteso in senso puramente storico o letterario e meno ancora estetico, quanto piuttosto come rinnovato impegno a contribuire allo sforzo di tutta la Chiesa per la nuova evangelizzazione a partire dalla libertà interiore, fondamento di tutte le altre libertà.
Occidente versus Oriente, cristianesimo versus spiritualità orientali: questo il paradigma che è prevalso da quando questi due mondi sono venuti a contatto. Ma è davvero così? 0 meglio sono davvero mondi così diversi da risultare incompatibili, senza che esista una reciproca possibilità di dare e ricevere? Per superare questa contrapposizione che oggi pare troppo rigida e convenzionale, Melloni mette a confronto tre percorsi spirituali radicati in tre diverse religioni: gli Esercizi spirituali di sant'Ignazio, frutto maturo del cristianesimo, lo yoga, sviluppatosi nell'alveo dell'induismo, e lo zen, che nasce dal grembo del buddhismo. L'analisi che l'autore propone è innanzitutto rivolta alla comprensione dei loro elementi specifici, così come dei punti comuni o convergenti, senza però confusioni o indebite sovrapposizioni. Soltanto così infatti è possibile cogliere le difficoltà e le opportunità che il confronto e l'incontro presentano. Nella certezza che, come Melloni dichiara, "tutto ha origine nella stessa Fonte e a essa ritorna, tramite gli stessi paradossi di Dio o della Realtà Ultima".

