
"Questo libro, pubblicato nel 1936, sostiene la causa di una "nuova cristianità", una "cristianità profana" che si oppone alla sacralizzazione della poltica, il male del secolo. Letto e interpretato in modi diversi, spesso incompreso, ma anche ben accolto da un'intera generazione di cattolici, ben al di là dei confini francesi, questo saggio colpisce lo storico del XX secolo per la sua lungimiranza. Viene qui presentato per permettere di comprendere, cosa raramente sottolineata, quanto esso abbia preparato la concezione del concilio Vaticano II sui rapporti tra la Chiesa, i cristiani e il mondo." (Guy Bedouelle)
Il libro
«Maritain ha inserito nella cultura contemporanea una visione personalistica, che si distingue nettamente sia dall'individualismo naturalistico dell'umanesimo liberale che dal collettivismo totalitario dell'umanesimo socialista, permettendo all'ispirazione cristiana di trovare la via per vivificare il mondo della cultura, della società e della storia.
A lui si ispirano, più o meno esplicitamente, le forze politiche e sociali che operano nel mondo contemporaneo richiamandosi ai principi evangelici e che cercano di professare una testimonianza cristiana del profano...
Che Jacques Maritain sia un testimone della verità cristiana, nei suoi scritti e nella sua vita, lo riconobbe Pio XII, che, in occasione della presentazione delle credenziali come ambasciatore della Repubblica Francese presso la Santa Sede, ebbe a rivolgergli queste parole: "Noi apprezziamo e salutiamo in Vostra Eccellenza un uomo che facendo apertamente professione della sua fede cattolica e del suo culto per la filosofia del Dottore Comune, mette le sue eminenti doti al servizio dei grandi principi dottrinali e morali, che, soprattutto in questo tempo di universale disordine, la Chiesa non cessa di insegnare al mondo».
PIERO VIOTTO
«All’interno di un genere umano ancora proteiforme e in divenire, sempre più persone percepiscono che cosa si stia preparando; la loro percezione cresce di giorno in giorno, e la conoscenza della crisi richiama in loro la sola controforza che può riuscire a elevare essi stessi a “signori” attraverso nuove mete, mete grandi e chiare, imponendosi su tali sediziosi mezzi. Questa controforza è quella che io chiamo il nuovo Umanesimo della fede ».
MARTIN BUBER (1878-1965), filosofo e teologo, è stato uno dei grandi pensatori del Novecento. Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo: L’insegnamento del Tao, il melangolo, 2013; Niccolò Cusano e Jacob Böhme, il melangolo, 2013; Il chassidismo e l’uomo occidentale, il melangolo, 2012; Confessioni estatiche, Adelphi, 2010; Gog e Magog, Guanda, 2010; Storie e leggende chassidiche, Mondadori, 2008.
collana: opuscula
Sedici ritratti di scrittori, teologi e artisti accomunati dalla profonda lealta' nei confronti del proprio destino e della verita'.
"Padre David", ha scritto Carlo Bo, "ha avuto da Dio due doni: la fede e la poesia. Dandogli la fede gli ha imposto di cantarla tutti i giorni". E David Maria Turoldo ha continuato a cantare, fino all'estremo, come testimonia questo volume, che comprende le ultime raccolte "Canti ultimi" (1991) e "Mie notti con Qohelet" (1992). Da credente, ma senza rinunciare ai valori dello spirito laico cui è sempre rimasto fedele, ha costruito una altissima e appassionata meditazione su tre libri della Bibbia: l'Ecclesiaste, il Cantico dei Cantici e il Libro di Giobbe. Da autentico poeta, Turoldo sa fondere nelle sue liriche il divino e l'umano, lo slancio lirico e l'intuizione teologica.
Queste "Ultime conversazioni" rappresentano il testamento spirituale, il lascito intimo e personale del papa che più di ogni altro è riuscito ad attirare l'attenzione sia dei fedeli sia dei non credenti sul ruolo della Chiesa nel mondo contemporaneo. Indimenticabile resta la scelta di abbandonare il pontificato e di rinunciare al potere: un gesto senza precedenti e destinato a cambiare per sempre il corso della storia. In questa lunga intervista con Peter Seewald il papa affronta per la prima volta i tormenti, la commozione e i duri momenti che hanno preceduto le sue dimissioni; ma risponde anche, con sorprendente sincerità, alle tante domande sulla sua vita pubblica e privata: la carriera di teologo di successo e l'amicizia con Giovanni Paolo II, i giorni del Concilio Vaticano e l'elezione al papato, gli scandali degli abusi sessuali del clero e i complotti di Vatileaks. Benedetto XVI si racconta con estremo coraggio e candore, alternando ricordi personali a parole profonde e cariche di speranza sul futuro della fede e della cristianità. Leggere oggi le sue ultime riflessioni è un'occasione privilegiata per rivivere e riascoltare i pensieri e gli insegnamenti di un uomo straordinario capace di amare e di stupire il mondo.
Queste "Ultime conversazioni" rappresentano il testamento spirituale, il lascito intimo e personale del papa che più di ogni altro è riuscito ad attirare l'attenzione sia dei fedeli sia dei non credenti sul ruolo della Chiesa nel mondo contemporaneo. Indimenticabile resta la scelta di abbandonare il pontificato e di rinunciare al potere: un gesto senza precedenti e destinato a cambiare per sempre il corso della storia. In questa lunga intervista con Peter Seewald il papa affronta per la prima volta i tormenti, la commozione e i duri momenti che hanno preceduto le sue dimissioni; ma risponde anche, con sorprendente sincerità, alle tante domande sulla sua vita pubblica e privata: la carriera di teologo di successo e l'amicizia con Giovanni Paolo II, i giorni del Concilio Vaticano e l'elezione al papato, gli scandali degli abusi sessuali del clero e i complotti di Vatileaks. Benedetto XVI si racconta con estremo coraggio e candore, alternando ricordi personali a parole profonde e cariche di speranza sul futuro della fede e della cristianità. Leggere oggi le sue ultime riflessioni è un'occasione privilegiata per rivivere e riascoltare i pensieri e gli insegnamenti di un uomo straordinario capace di amare e di stupire il mondo.
Meditazioni sul rosario.
Un'introduzione di approfondimento all'enciclica Laudato si' di Francesco. L'autore evidenzia i rimandi intellettuali e le risonanze nel mondo culturale del testo di papa Bergoglio dedicato alla cura della casa comune.
Perché un libro su don Lorenzo Milani? Che cosa aggiunge di nuovo questo testo? Sostanzialmente la testimonianza diretta di chi ha conosciuto il Priore di Barbiana da vicino. Landi, prete fiorentino, ha conosciuto don Milani quando era un giovane seminarista e con altri seminaristi si recava a Barbiana per incontrare di nascosto dai superiori questo prete "ribelle" ed "esiliato". Dando vita ai suoi ricordi personali, don Mario Landi ci presenta un Milani sì in conflitto con i vertici della Chiesa fiorentina del suo tempo e con alcuni preti, ma anche un don Milani alla ricerca di una «comunione ecclesiale, rude, ma vera» con il suo vescovo e con i suoi confratelli. Cosa che avverrà purtroppo solo dopo la sua morte, con un tardivo riconoscimento della sua opera, suggellata dalla visita di Papa Francesco a Barbiana il 20 giugno 2017. Dal libro emerge soprattutto come oggi la Chiesa abbia riconosciuto don Milani nella sua verità: un uomo che dopo venti anni vissuti «nelle tenebre dell'errore» a pensare solo a stesso, diventa prete e trova il senso della propria vita nel donarsi a Dio donandosi ai poveri. A chi in punto di morte gli ha rimproverato di aver amato i suoi ragazzi più di Dio e della Chiesa, don Lorenzo rispose: «Tutto al suo conto», cioè metto tutto sul conto di Dio, sarà Lui a giudicare.