Vengono raccolti in questo libro sette contributi della insigne studiosa, di cui l'ultimo inedito; tutti in qualche modo riguardano Bonaventura da Bagnoregio, ma non direttamente. Nei primi sei viene colta in primo piano l'epopea dell'edizione critica degli scritti bonaventuriani, portata a termine tra il 1882 e il 1902 da un gruppo di entusiasti francescani riformati sotto la guida del Ministro generale Bernardino da Portogruaro: attraverso fatiche e peripezie oggi impensabili resero disponibile l'intero corpus dell'opera di san Bonaventura inaugurando una stagione feconda di studi e divulgazione. L'ultimo saggio riguarda l'edizione di un opuscolo mistico di Bonaventura curata da don Giuseppe De Luca nel 1931, a ridosso del Concordato tra Santa Sede e Stato italiano, interrogandosi sul significato e le motivazioni di questo interesse.
San Charbel Makhluf è un santo libanese, vissuto nel XIX secolo, che ha lasciato attoniti gli studiosi, perché, dopo la sua morte, il suo corpo incorrotto prese a trasudare sangue, fatto inspiegabile da qualsiasi punto di vista scientifico. Se il corpo umano contiene circa cinque litri di sangue, come fu possibile che il corpo di Charbel abbia cominciato a perdere un litro di sangue all'anno per i successivi sessantasette anni? Da dove veniva questo liquido misterioso grazie al quale si producevano miracoli meravigliosi? Inoltre, nonostante fosse morto, il nostro santo continuava a sembrare vivo: capelli e unghie non caddero e il suo corpo continuò a mantenere la sua flessibilità naturale.
San Charbel apparteneva all'Ordine dei Maroniti; trascorse sedici anni della sua vita nel convento di Annaya e gli ultimo ventitré come eremita nell'Eremo dei Santi Pietro e Paolo.
La vita di san Leopoldo è stata l'imitazione di Gesù in ogni cosa, senza preoccuparsi del mangiare o del vestire, ma con l'unica preoccupazione di guadagnare anime a Cristo, con preghiere, sacrifici, mortificazioni e suppliche, sofferenze fisiche e morali. Oggi i confessionali sono vuoti, pochi sono coloro che ancora li frequentano, perché abbiamo perso il senso del peccato, non abbiamo più il santo Timor di Dio. Possa san Leopoldo intercedere per l'umanità intera per salvarla dal baratro in cui si trova.
Sorpresa e gioia: sono i sentimenti che ho provato scorrendo questo libro. Sorpresa, innanzi tutto, per il numero dei diaconi - oltre duecento - che la Chiesa ha già riconosciuto beati e santi; in secondo luogo, sorpresa perché non mi risulta che sinora sia stata compiuta una ricerca così approfondita. Infine gioia, perché queste biografie valorizzano una volta di più la particolare vocazione al diaconato e perché gli autori sono diaconi permanenti della nostra amata diocesi di Torino. La parola «diacono» vuol dire «servo» ed indica la scelta che Gesù stesso ha compiuto nella sua vita terrena: non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti (cfr. Mt 20,28). Non a caso, alcuni beati e santi qui citati hanno scelto di restare diaconi, perché si ritenevano indegni di essere sacerdoti. Nel ringraziare gli autori che hanno realizzato quest'opera, desidero affidare a san Lorenzo, loro patrono, tutti i diaconi oggi in servizio e le future vocazioni al primo grado del sacramento dell'Ordine, non avendo migliore augurio da rivolgere loro di quello che è stato messo a tema in questo libro: la santità.
Padre ADOLFO LIPPI è un religioso passionista molto noto, ottimo scrittore, conosciuto in Italia e all’estero.
Questo libretto su san Paolo della Croce si inserisce nella ricca e fruttuosa collana I SANTI OGGI, profili biografici emozionali sulla vita di santi noti spesso rivolti ai giovani di oggi.
«Dobbiamo onorare Gesù Cristo servendolo corporalmente e spiritualmente nella persona dei poveri, sia malati, sia bambini, sia carcerati o altri, che per vergogna non osino far trasparire il loro bisogno». Così scriveva il sacerdote Vincenzo de Paoli. E a quattrocento anni di distanza dalla nascita del carisma delle sue fondazioni, che ebbe inizio il 25 gennaio 1617 a Folleville in occasione della "prima predica della Missione" e con la realizzazione - il medesimo anno - delle "Carità", si propone questa nuova e appassionata biografia del santo dei poveri, da parte di don Luigi Mezzadri, a sua volta sacerdote vincenziano. Non si tratta, qui, di una semplice agiografia ma di una riflessione che prende spunto dalle intuizioni e dalla vicenda di un gigante della spiritualità, per riflettere ancora oggi sulla carità e sui poveri, che egli definì essere i suoi veri maestri, insieme a Cristo. Un omaggio a una figura che continua a irradiare il proprio carisma nel mondo e di cui dovremmo tornare a conoscere le radici. La biografia è ampiamente corredata di citazioni che portano il lettore ad ascoltare la voce viva di san Vincenzo.
Con la forza della sua azione e con l'intensità del suo pensiero, il domenicano Jacopo da Varagine ha offerto un'immagine nuova di quel medioevo di "orizzonti aperti" che in lui ha assunto sfumature inedite, diventando parte di un'identità che andava oltre i confini della concreta quotidianità dei Genovesi per aprirsi a più alti ideali.
Alcuni pensieri riportati sono tratti dal suo Epistolario, che abbraccia un arco di tempo di oltre trent’anni (1864-1895), altri dalla sua predicazione e dalla sua direzione spirituale e sono giunti a noi attraverso le sue annotazioni e le trascrizioni di due sue penitenti. Scoprirai tra queste pagine l’esempio e la testimonianza di un santo più che mai attuale.
Un pensiero al giorno per ogni giorno dell’anno per conoscere gli insegnamenti che san Giuseppe Marello ci ha lasciato attraverso gli scritti e le parole.
Il carmelitano Giovanni della Croce (1542-1591) è considerato uno dei più importanti mistici cristiani. Come si apprende in queste pagine, la sua figura rappresenta la cifra stessa del mistico moderno nella propria vocazione universalistica. Nel saggio del 1948, qui per la prima volta tradotto da Domenico Bosco, Jean Baruzi, collocando Giovanni della Croce dentro la storia della religione, ne ritrae al tempo stesso la forza poetica - di alcuni celebri simboli: la "notte", la "fiamma" - e quella speculativa. Un modo di esprimere l'indicibile - foriero di profonde intuizioni metafisiche sul rapporto fra Dio, gli uomini e il mondo - che per Baruzi assume la dignità di metodo filosofico: una filosofia della religione che si fonda sull'esperienza e la logica della mistica.
Nel Medioevo le Vite dei santi erano raccontate e continuamente rielaborate, arricchite ogni volta di dettagli nuovi e diversi, che diedero corpo a un gran numero di varianti della medesima storia. Alcune leggende agiografiche ebbero un'enorme diffusione, paragonabile a quella che oggi hanno i romanzi, o certe biografie romanzate. I cinque testi tradotti in questo volume sono molto diversi tra loro, sia per il registro linguistico sia perché appartengono a epoche differenti; li accomuna il fatto che le protagoniste sono donne e alcune di esse scelgono di travestirsi da monaco. Proprio in ragione di questa diversità possono offrire un quadro, naturalmente parziale, della santità femminile nel Medioevo greco e della varietà di tipologie che la caratterizza. Ecco allora Pelagia, prostituta convertita e poi redenta. Maria ed Eufrosine, entrambe orfane di madre, compiono la scelta di entrare in un monastero maschile travestendosi, l'una per non separarsi dal padre, l'altra per evitare il matrimonio. Teoctista, presa prigioniera dagli Arabi, riesce a sfuggire in modo rocambolesco ai suoi rapitori e diviene eremita su un'isola deserta. L'imperatrice Teodora, l'unico personaggio realmente esistito, si assicura la santità riabilitando il culto delle icone proibito dagli imperatori iconoclasti.
"San Porfirio è uno dei santi contemporanei più amati dal popolo greco. Al secolo Evangelos Bairaktaris, nacque nel 1906 in un villaggio nell'isola di Eubea, in Grecia, in una famiglia di contadini con molte difficoltà a mantenere la famiglia numerosa. Per questo il piccolo Evangelos, all'età di sette anni, va prima a lavorare a Chalkida in una bottega e poi si trasferisce al Pireo, in un negozio di alimentari di proprietà di un parente. All'età di dodici anni fugge di nascosto per il Monte Athos, mosso dal desiderio di imitare san Giovanni il Calibita, al quale era particolarmente affezionato da quando aveva letto la sua biografia. La grazia di Dio lo conduce all'eremo di san Giorgio, a Kafsokalyvia, sotto l'obbedienza di due anziani, che lo introducono nella vita monastica. Riceve ben presto carismi straordinari, che non lo portano al compiacimento di sé, ma a stupirsi di Cristo. A diciannove anni si ammala gravemente, tanto da dover abbandonare l'Athos. Ordinato sacerdote nel 1926, nel 1940 diviene cappellano del Policlinico di Atene. Qui rasserena gli animi e attutisce il dolore, offrendo in silenzio una consolazione che apre ad un altro mondo. Nel dicembre del 1991, Dio gli concede di tornare a morire nella cella in cui era stato consacrato monaco. Le sue ultime parole furono quelle che tanto amava e tanto spesso ripeteva: "Perché siano una cosa sola" (Gv 17,11). Il 27 novembre 2013, il Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ha deciso l'inclusione formale di Porfirio di Kafsokalyvia nella lista dei santi. La sua memoria si celebra il 2 dicembre."
Dieci vite di santi magistralmente raccontate dal decano dei giornalisti cattolici Angelo Montonati. Di ognuno di questi pilastri della fede l'autore presenta le origini familiari, la prima educazione, la maturazione della vocazione specifica e lo sviluppo della luminosa testimonianza che hanno lasciato. La scrittura coinvolge il lettore con una ricchezza di episodi e particolari spesso inediti che solo la penna magistrale di Montonati può far vivere unendo documentazione storica, testimonianze personali e linguaggio accessibile a tutti. Dieci uomini e donne che nelle più diverse situazioni storiche hanno vissuto la stessa esperienza: la propria piena realizzazione nell'adesione alla persona di Cristo, per questo la chiesa li ha riconosciuti come santi. Filippo Neri Riccardo Pampuri Gianna Beretta Molla Rolando Rivi Bakhita Massimiliano Kolbe Elisabetta della Trinità Giovanni di Dio Giuseppe Moscati