
Un evento editoriale: l'edizione integrale, arricchita da un esauriente commento, del celebre diario di Etty Hillesum.
La fama di Malaparte è legata soprattutto a "Kaputt" (1944) e a "La pelle" (1949): ma pochi conoscevano finora questo libro segreto, che potrebbe costituire il terzo pannello del grande affresco sulla decadenza dell'Europa. Germinato nel 1946 dal cantiere della "Pelle", divenuto romanzo autonomo, ceduto nel 1948 a Gallimard e poi abbandonato (verosimilmente nel 1950), "Il ballo al Kremlino" è un insolente ritratto della "nobiltà marxista" alla fine degli anni Venti, allorché comincia ad aleggiare l'odore di ferro e di carbone della prima Pjatiletka e l'arresto di Kamenev proietta la cupa ombra delle epurazioni: Stalin, che ogni sera dal suo palco all'Opera scruta l'indicibile grazia della Seménova e sembra contenderla all'enigmatico Karachan, "il più bell'uomo d'Europa"; e le beauties dell'alta società sovietica - come la frivola Madame Lunacarskij -, con i loro amori, i loro intrighi, i loro scandali, i loro volti "avidi e inquieti"; e il biondo e roseo Florinskij, Capo del Protocollo del Commissariato del Popolo per gli Affari Esteri, che, imbellettato e incipriato, i piccoli occhi gialli cerchiati di nero e le ciglia indurite dal rimmel, percorre Mosca a bordo del suo tarlato landau; e Madame Kamenev, la sorella di Trockij, che con la sua paura e la sua rassegnazione già diffonde intorno a sé un odore di carne morta. Tutti i membri di questa corrotta oligarchia ci appaiono accomunati dal presagio di un tragico tramonto, non meno inesorabile di uno scioglimento romanzesco.
Queste "opere in raccolta" segnano un punto di svolta nelle nostre conoscenze dell'autore. Questa nuova edizione non solo integra significativamente, attingendo a una vastissima e pressoché ignota produzione dispersa, il cosiddetto "canone Ambroise" (cioè il gruppo di opere che Sciascia stesso volle includere nei due volumi apparsi fra il 1987 e il 1991 a cura di Claude Ambroise), ma soprattutto mira a ricostruire, sulla base di un rigoroso studio di manoscritti e dattiloscritti, la genesi e la storia dei testi. I due volumi saranno organizzati per tipologie testuali: narrativa, testi teatrali, poesie e traduzioni poetiche (vol. I); racconti-inchiesta, "inquisizioni", cronachette e memorie (vol. II, tomo I); saggi letterari, storici, d'arte e civili (vol. II, tomo II). Li correderanno rigorose note ai testi, una bibliografia esaustiva degli scritti di Sciascia e un indice dei nomi (autori e opere citati, personaggi letterari).
Che cosa unisce il delitto di una matrona romana del I secolo d.c. all'uccisione di una castellana dell'Inghilterra medioevale? E il delitto di una principessa cinese nel XIV secolo d.c. a quello della moglie francese di un ufficiale nazista? Un sottile filo nel tempo tinto di sangue, un'indagine delicata che si dipana attraverso i secoli. A condurla un uomo, sempre diverso, ma sempre uguale, alla ricerca non solo dell'assassino, ma anche di se stesso, della sua libertà, per non rimanere prigioniero di un destino immutabile e per capire che cosa significhi essere felice.
Per anni ho scarabocchiato libricini visitando angoli di mondo in barca a vela. Ora ho deciso di riordinarli, alternando momenti di vita notturna (i miei sogni) ai miei ricordi.
Chi sono io? Sono la curiosità fatta donna, la curiosità del mondo, delle persone, degli eventi ma, forse, ancor più la curiosità di vivere la vita in tutto il suo sapore.
È per questo che non mi sono mai fermata.
Sono un marinaio che ha bisogno di guardare in faccia il suo mare e che, quando ritorna a terra, restituisce la carica a coloro che non sanno vivere la vita con la mia intensità.
Nel 1697 Luigi XIV è impegnato nell'ennesima guerra, detta dei Nove Anni. Per rimpinguare le casse ormai vuote del regno, decide di inviare una flotta imponente contro Cartagena, nell'attuale Colombia. L'ammiraglio De Pointis, per navigare i Caraibi, ha però bisogno dell'ausilio della Filibusta. Solo che la Tortuga è stata abbandonata, e i Fratelli della Costa superstiti si sono sparsi sulle montagne dell'isola di Hispaniola. Chi riesce a radunarli è il governatore Ducasse, ex negriero, gran farabutto ma d'animo per certi versi nobile, avventuriero impavido. Martin d'Orlhac è stato ladro, poi soldato, e infine è divenuto il braccio destro di De Pointis. Fatto imbarcare con i pirati, assiste con progressiva simpatia alla vita libera e feroce di costoro. La presa di Cartagena vedrà crescere la tensione tra il nobile De Pointis e il plebeo Ducasse, tra Fratelli della Costa ed esercito regolare; fino all'aperta ribellione dei filibustieri contro l'arroganza di un'aristocrazia che persino in Francia comincia a essere messa in discussione. Sarà l'ultimo atto della confraternita di fuorilegge che sull'isola della Tortuga aveva preso forma e terrorizzato i Caraibi per quasi cinquant'anni. Pochi mesi dopo la conquista di Cartagena le grandi potenze firmeranno un trattato di pace e si impegneranno, di comune accordo, a combattere la pirateria.
Platone è un bassotto dal pelo lungo e la coda a pennello. Un cane da salotto, di quelli nati per fare compagnia agli uomini. A Yuri, per esempio, studente di filosofia "con gli occhiali sempre appannati". Ma durante le vacanze Yuri segue Ada su una nave da crociera, lasciando il bassotto alle cure del portiere. E proprio nella solitudine della notte di Natale avviene per Platone l'incontro che gli cambierà la vita. Nella cantina del palazzo, il Tatuato nasconde scatoloni pieni di animali di contrabbando: scimmie, iguane, serpenti a sonagli, una vecchia tartaruga leopardo di nome Leo, e lei, la Regina, un'elegante levriera afghana, giovanissima, "poco più che un gomitolo di neve". Per Platone è il colpo di fulmine. Ma il cuore della Regina è altezzoso, e neanche le canzoni che il bassotto intona giorno e notte per tenerle compagnia riescono a sedurla. A raccontarci questa storia tenera e profonda, dal suo osservatorio speciale tra le foglie di un albero, un pappagallo che conosce tutte le lingue del mondo, e tutte le pieghe dell'anima. Una favola per chi crede che niente è impossibile.
"Nel campo sterminato del possibile, ognuno è una frase, ognuno è una canzone, ognuno è un romanzo." Un libro autobiografico in cui l'autore di lo uccido si mette a nudo. Con ironia e candore. Con umorismo e tenerezza. Due Cd musicali incisi per la prima volta. In "Quando" Faletti interpreta le sue canzoni già portate al successo da altri. In "Ora" propone dodici canzoni del tutto inedite.
Mickey Haller, avvocato della difesa da vent'anni, riceve dal procuratore della contea di Los Angeles l'insolita richiesta di guidare l'accusa in un caso di omicidio. Jason Jessap, dopo ventiquattro anni trascorsi in carcere per il brutale assassinio di una ragazzina, sta per essere scagionato grazie a un recente esame del DNA. Un caso che scuote l'opinione pubblica, abilmente manovrata da Clyve Royce, difensore di Jessap, che cerca di far passare il suo cliente per una vittima del sistema. Convinto invece della sua colpevolezza, Haller accetta l'incarico, ma vuole accanto a sé il detective Harry Bosch, per scovare le prove che consegnino definitivamente alla giustizia il criminale. Insieme, i due tenteranno di far luce su un caso dai complessi risvolti politici e personali. Perché entrambi, al momento, hanno una sola certezza: il killer ucciderà ancora.
Inizio del Duecento, una schiera di fanciulli si avvia alla volta della Terra Santa per liberare il sepolcro di Cristo. È una follia collettiva che guida gli innocenti verso la guerra e il sangue.
I due protagonisti, Ugo e Agnes, vivranno vicende piene di imprevisti e incontreranno personaggi singolari che li aiuteranno a costruire il loro viatico dall’odio all’amore, dall’intolleranza alla fratellanza, portando allo scoperto l’assurdità di una religione che, come un arma potente, è usata per colpire e uccidere.
Ne Il ballo della sposa, Santucci riflette con grande forza sul vero messaggio delle religioni e, in particolare, del cristianesimo, una parola di riappacificazione e rispetto che ancora stenta a essere compresa.
L'Autore
Luigi Santucci nacque a Milano nel 1918. Oppositore del regime fascista, partecipò alla Resistenza collaborando, tra gli altri, con David Maria Turoldo. Di professione insegnante, incontrò successi fulminanti già con le sue opere giovanili che meritarono numerose pubblicazioni in Italia e all’estero: tra queste richiamiamo In Australia con mio nonno (1947), Lo zio prete (1951) e Il velocifero (1963). Nel 1967 ottenne il Premio campiello con il romanzo Orfeo in paradiso. I suoi numerosissimi scritti affrontano spesso temi cari alle religioni a partire da un punto di vista acuto e disincantato. Il ballo della sposa, pubblicato per la prima volta nel 1985, è un perfetto esempio di questa leggera ma profonda capacità di riflessione.
Quattro racconti (Il vescovo, Lo studente, Il monaco nero, Il violino di Ròtschild) di uomini chiusi in se stessi, vittime di una profonda solitudine impossibile da aggirare e lasciarsi davvero alle spalle. Storie che raccontano un destino che colpisce tutti, quello della incomunicabilità, di una distanza abissale con gli altri e dell’incapacità di costruire relazioni sociali e interpersonali. Se la religione,nonostante Cechov fosse ateo, sembra poter offrire un appiglio, riannodare i capi sfilacciati delle vite umane, la vera certezza pare essere soltanto quella della sofferenza.
"Quattro tra i migliori racconti di Cechov raccolti in un unico volume della nuova collana BUC - I Narratori. Grandi classici e capolavori introvabili con in comune il respiro dell'assoluto".
L'Autore
Anton Pavlovic Cechov (1860-1904) nacque a Taganrog, città russa affacciata sul Mare d’Azov; dopo il fallimento del padre, un piccolo commerciante, si trasferì a Mosca con la famiglia. Per pagarsi gli studi in medicina Anton si dedicò alla scrittura di brevi racconti, perlopiù umoristici, che trovarono il favore degli editori. Il suo impegno letterario, pur nato dalla contingenza, maturò con la mutata situazione economica e Cechov arrivò alla consacrazione con la sua produzione teatrale, soprattutto con i drammi Il gabbiano (1895), Zio Vanja (1896) e Il giardino dei ciliegi(1903). Cechov è dotato di una forte sensibilità per i temi morali e propone in molti suoi racconti una fredda ma pungente riflessione sulla condizione umana.

