
Attilio Bertolucci raccoglie in un volume un'ampia scelta delle prose non comprese in "Aritmie", intitolandola, quasi confessando un plagio da un autore molto amato, "Ho rubato due versi a Baudelaire". Gli scritti di Bertolucci appartengono a un vasto arco temporale che va dal 1948 al 1996 e abbracciano arte, cinema, tetro e letteratura. Chiude il volume "Viaggio fra gli antiquari" compiuto negli anni Sessanta in alcune località italiane. La curatela del volume è affidato a Gabriella Palli Baroni, profonda conoscitrice dell'opera di Bertolucci.
La Marana, un'isola nell'oceano Atlantico, è qui che vive la protagonista del romanzo, nel clima chiuso e stagnante del pieno franchismo. E' qui che maturano le vicende esistenziali di questa ragazza, che rimane sempre senza nome, fino al distacco da una struttura familiare viscosa, in cui "i padri non contano, l'identità è stata sempre materna". Ma sarà proprio la scoperta di essere figlia di un uomo diverso da quello che aveva sempre creduto essere suo padre a costituire l' elemento centrale del romanzo...
Nel cuore della foresta di una piccola cittadina polacca viene trovato il corpo di un ragazzo. Chi l'ha ucciso? L'indagine condotta in modo dilettantesco, da un giovane agricoltore, porterà alla luce non solo la rete di corruzione creatasi nei paesi dell'Europa centrale, ma anche misteri ben più antichi, che risalgono ai tempi dell'ultima guerra mondiale e allo sterminio degli Ebrei. Romanzo della memoria che intreccia con forza le devastazioni dello sterminio nazista con le incongruenze del presente, la volontà di dimenticare con quella, ancora più tenace, di onorare le vittime di un tragico passato.
E se un giorno uno di noi scegliesse la libertà assoluta, abbandonando tutto e tutti? Se uno di noi, improvvisamente, rifiutasse le sicurezze e le frustazioni, gli affetti e le incomprensioni, il lavoro e il divertimento forzato? Il protagonista di "Bla bla bla" decide di perdersi nel flusso della metropoli, nel caos ruvido della realtà. Intraprende un viaggio alla scoperta del lato oscuro del mondo dove viviamo, verso il buio dove sprofondano le illusioni. Come un urlo, come un lungo mormorio solitario, come un fiotto di sangue, la sua voce racconta la propria silenziosa e allucinata ribellione.
Chi, abitando in una qualsiasi città, non sogna di stabilirsi in un luogo bello e remoto per il resto dei suoi giorni? L'inglese Chris Stewart, se fosse diventato una star del rock, difficilmente sarebbe andato a vivere, con la famiglia, in una remota fattoria di montagna dell'Andalusia, senza strade d'accesso, ricca di limoni ed ulivi; non avrebbe stretto un solido rapporto con il contadino Domingo; non avrebbe narrato le avventure e le disavventure di un agricoltore improvvisato alle prese con un ambiente sconosciuto e con gente umanamente ricca ma molto diversa... Stewart offre un racconto aderente, ricco di humour, e insieme commovente senza sconfinare nel sentimentalismo.
Il libro è una raccolta di racconti di Giovannino Guareschi apparsi su "Candido", il celebre settimanale umoristico. In questi racconti, che si riferiscono al decennio 1951-1961, don Camillo e Peppone non sempre sono protagonisti, qualche volta appaiono di sfuggita, qualche altra sono addirittura assenti, ma ben presente è sempre lo spirito dell'autore. Taluni racconti hanno un'eco di leggende e dicerie che vengono da lontano, per altri Guareschi ha attinto dalla realtà (anche personale), quella vera e quella...verosimile. Sono 37 i racconti di questo volume che proseguono la saga di un "Mondo piccolo" sempre più lontano nel tempo, ma pur sempre presente: nella memoria storica e nei più profondi recessi del cuore.
Cos'è il buio per un bambino se non l'immagine dell'altro che si insinua nel suo sguardo infantile quando la fiducia si trasforma drammaticamente in timore e paura? Cos'è il buio se non l'afasia di un corpo ancora non sviluppato nel momento in cui esso incontra quel qualcosa di incomprensibile e misterioso che costituisce il comportamento sessuale dell'adulto? E' possibile cancellare questo buio senza uccidere il bambino che è in ciascuno di noi? Dodici storie che raccontano della violenza sull'infanzia e sull'adolescenza.
Il libro raduna scritti apparsi in varie sedi fra il 1934 e il 1952. Borges è riuscito a dire cose nuove su autori talora celeberrimi, talora trascurati. Si tratti di Cervantes o di Kafka, di Wilde o di Chesterton, di Hume o di Berkeley, di Bloy o di Schopenauer, di Beckford o di Coleridge, tutti gli autori qui trattati sembrano diventare, senza alcuna forzatura, anelli di una catena anonima e infinita, dove, occultato, il lettore incontrerà anche l'anello che corrisponde a Borges stesso.
In quella piovosa sera d'ottobre, nella cittadina di provincia, tutto sembrava tranquillo. Dopo aver cenato con la figlia Hector Loursat si era chiuso nel suo studio, come al solito, e si era sprofondato nella lettura. Erano ormai 18 anni che viveva in questo modo, senza vedere nessuno, senza uscire di casa. Il brillante rampollo dei Loursat de Saint-Marc, era diventato un orso, un inutile ubriacone. Ma quella sera, uno sparo nel buio, un'ombra che si dilegua, uno sconosciuto che muore nella sua casa. Qualcosa costringerà Loursat a uscire dalla sua solitudine, a scrollarsi di dosso la paglia della sua tana per assumere la difesa del giovane amante di sua figlia, insomma a "calarsi nuovamente nella vita", almeno per un po'.

