
Le proposte di Florenskij sull'epistemologia del simbolo e del confine costituiscono una chiave di lettura interessante e tuttora attuale per inquadrare correttamente e affrontare alcuni dei temi più rilevanti del dibattito epistemologico contemporaneo. Il problema della verità e del rapporto tra "oggetto reale" e "oggetto della conoscenza", la relazione tra scienza e tecnica, la questione del nesso tra pensiero e azione, il legame tra conoscenza e volontà, la qualità dell'ambiente in cui viviamo e la via da seguire per salvaguardarla sono solo alcuni esempi di questi temi. L'originalità e la forza di Florenskij sta nel cimentarsi con essi a partire da una prospettiva che ignora e frantuma ogni barriera tra filosofia, teologia, matematica, fisica, biologia, storia e critica dell'arte, tecnologia, e nel muoversi con rigore e competenza all'interno di ciascuno di questi campi disciplinari. Un altro tratto distintivo dell'opera di questo autore è la profonda sintonia tra il pensiero e la vita, tra la parola e l'azione. Florenskij è stato certamente un maestro esistito in ciò che ha insegnato e nella situazione della realtà.
Dalle risate confezionate delle sitcom americane al sorriso enigmatico della Gioconda, il libro coglie la radice autentica del comico nella frattura, nella discontinuità, nella contraddizione, nell'anomalia che solleva le quinte della realtà ordinaria, facendoci intravedere le possibilità che vi sono nascoste. Nella risata noi siamo come i personaggi dei cartoon che scoprono, tutto d'un tratto, di camminare sospesi nell'aria (e poi precipitano). Di qui il senso di sollievo e di liberazione racchiuso nel riso, che ci fa prendere le distanze dal mondo così com'è, rovesciandone la forza di gravità.
Nella tradizione culturale europea, la pazienza è una virtù fondamentale, anche se minore, che i Greci accostavano al coraggio e il pensiero cristiano alla speranza e alla carità. Oggi, quello che già Georg Simmel chiamava il «ritmo impaziente della vita moderna» sembra farne una nozione del tutto inattuale. Tuttavia, essa può rivelarsi una risorsa quanto mai preziosa, come emerge dalla riflessione sul rapporto dell'essere umano con il tempo e con l'attesa che Andrea Tagliapietra conduce in queste pagine. La pazienza s'inscrive nel tempo del corpo, fatto di lentezza, vulnerabilità e mortalità. Essa fa emergere il significato del corpo come fondo biologico dell'uomo nel suo essere animale. Allora, accanto al discorso «umano, troppo umano» della filosofia, ecco l'urgenza di guardare allo specchio del mondo animale e di prendere in considerazione quelle «icone del pensiero» che, nell'arte, esprimono la metafora animale in continuità con il genere umano. Si scopre così che, nella pittura europea, l'immagine della pazienza è stata spesso affidata a una specie animale che da sempre accorda i propri passi a quelli dell'uomo. Nell'arte i cani fanno la loro comparsa come silenziosi dettagli. Di essi quasi non ci si accorge, tanto la loro presenza risulta consueta e comune. Eppure spesso sono proprio loro a scandire il tempo della scena. Fondendo l'analisi filosofica e l'osservazione di oltre cento opere d'arte, l'autore rivela l'attualità non antropocentrica della pazienza, intesa come strada per giungere a una piena responsabilità nei confronti del tempo vissuto, fondamento della relazione ospitale con gli altri esseri e presupposto indispensabile per abitare il mondo avendone finalmente cura. Da Dürer a Goya, da Bassano a Leonardo fino a Marc, Balla e Warhol, i cani del tempo ci conducono all'antidoto della più pura forma di pazienza, quella dell'attenzione per ciò che semplicemente accade, che è anche la più difficile da conservare nell'epoca impaziente e distratta in cui viviamo.
Interrogando la storia dell'idea di esperienza da Talete alla filosofia contemporanea, come Andrea Tagliapietra fa in questo libro, è possibile imbattersi in una singolare scoperta, ovvero nel nesso fra l'esperienza e l'attenzione. I neuroscienziati, però, ci avvisano che la soglia d'attenzione dell'uomo - una manciata di secondi - è scesa, negli ultimi anni, pericolosamente al di sotto di quella del pesce rosso. Oggi l'intelligenza, dai test d'ingresso all'università alla velocità che chiediamo ai nostri computer, fino ai quiz televisivi e alle decisioni di manager e politici, si misura sulla rapidità della risposta, mentre chi esita fa la figura dello stupido, del "ritardato", di colui che va scartato e non è all'altezza. Eppure senza esitazione non c'è attenzione e, quindi, neppure quell'esperienza che ci consente di abitare il mondo e, in prospettiva, anche di potercene prendere finalmente cura.
Per Tagore è l'anima stessa dell'Occidente - i valori del Cristianesimo e della grecità - ad essere per prima tradita dalla deriva di una modernità fondamentale sugli idoli del successo e del denaro. E agli esseri umani di ogni continente, oggi come allora, rivolge l'invito ad assumere una presa di posizione etica nei confronti di quello che ci viene presentato come ineluttabile risultato del progresso.
Dopo la sconfitta del nazismo e del suo credo nella superiorità della razza ariana, nessuno oggi potrebbe definire il razzismo come una dottrina che si fonda sull'affermazione di una gerarchia tra le razze umane. Si tratta, allora, se si vuole combattere un fenomeno così diffuso, di pensare a una sua ridefinizione. E ciò comporta, contemporaneamente, la necessità di una ridefinizione dell'antirazzismo, il quale si trova di fronte alle nuove forme di razzismo dell'epoca postnazista: la persecuzione delle minoranze, la xenofobia anti-immigrati, le manifestazioni e le guerre etnonazionaliste.
I Cigni neri si sono moltiplicati e hanno oscurato il cielo. L'uccello simbolo dell'«evento imprevedibile di grande impatto» teorizzato da Nassim Nicholas Taleb negli anni è stato usato per legittimare i buchi di bilancio lasciati da banchieri premiati con buonuscite milionarie, giustificare i mercati di schiavi nati dalle ceneri degli interventi militari occidentali o autoassolversi di fronte a votazioni dagli esiti clamorosi come il referendum sulla Brexit. Ma davvero tutto questo era - è - inevitabile? E se invece si trattasse solo di una diffusa mancata assunzione di responsabilità? Se l'antidoto al Cigno nero fosse correre sul serio dei rischi? «Non conta ciò che si possiede ma ciò che si rischia di perdere.» Che si tratti di decidere se cambiare lavoro, lasciare il vecchio fidanzato o concorrere per diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti, spiega Taleb, avvicinarsi alla fiamma (e rischiare di scottarsi) è sempre più fruttuoso che rimanere immobili (e congelare). E anche più etico. Ogni rischio è infatti una scelta di fronte a un burrone: l'unico modo per andare avanti è saltare, ma se si fallisce non ci sarà nessun altro a pagarne le conseguenze. Con Rischiare grosso Taleb torna a interrogarsi sulle dinamiche della società contemporanea e offre nuove soluzioni radicali ai problemi della vita di tutti i giorni così come alle storture di politica, economia e informazione. Con il suo consueto stile provocatorio, che unisce l'ironia ad argomentazioni sempre pragmatiche e dirette, e attraversando la storia con riletture iconoclaste e innovative - dal codice di Hammurabi a Immanuel Kant, da Annibale a Donald Trump, da Gesù Cristo fino agli estremisti religiosi di oggi -, Taleb riflette sull'asimmetria nascosta tra la decisione di correre un rischio e la reale capacità di affrontarne le conseguenze, risponde agli interrogativi emersi dopo la crisi economica e anticipa gli scenari di domani. "Rischiare grosso" è un'opera spaventosa e illuminante che, come una nuova rivoluzione copernicana, ribalta ogni paradigma nella nostra gestione della quotidianità e degli affari. Che l'obiettivo sia migliorare la nostra vita o evitare la prossima crisi globale, rischiare grosso non è solo un'opzione percorribile: è l'unica strada.
L'opera chiarisce il significato e il senso della Teologia morale, alla luce soprattutto degli insegnamenti di Tommaso d'Aquino. Nel presente volume, l'autore appare come un innovatore della teologia morale del tomismo classico. Egli mette in risalto sia i limiti di una morale che punta tutto sulla volonta, sia l'esasperato razionalismo della scolastica barocca. Il lavoro, costruito sull'analisi profonda di alcune opere di San Tommaso d'Aquino, da un lato, pone l'accento sull'importanza della teoria e della speculazione nell'agire pratico, dall'altro, riconosce il valore conoscitivo all'esperienza mistica dell'amore.
I veicoli a guida autonoma possono contribuire a ridurre il numero di vittime della strada, ma sono già stati coinvolti in gravi incidenti stradali. Le armi autonome possono attaccare obiettivi militari legittimi senza richiedere l'approvazione di un operatore umano, ma potrebbero colpire dei civili estranei al conflitto. Quali decisioni e azioni che incidono sul benessere fisico e sui diritti delle persone possono essere affidate all'autonomia operativa di una macchina? Quali responsabilità devono rimanere in capo agli esseri umani? Che peso dare alle limitazioni che affliggono la nostra capacità di spiegare e prevedere il comportamento di robot che apprendono dall'esperienza e interagiscono con altri sistemi informatici e robotici? Questi gli interrogativi etici affrontati nel libro, insieme ai dilemmi morali e ai problemi di scelta collettiva che da essi scaturiscono.
Vivere è sempre un vivere insieme, convivere: ciò accade in tutti i contesti della vita sociale, dalla famiglia alla scuola, dal condominio al lavoro, dal quartiere allo Stato. A partire da una tesi antica ma quanto mai attuale, secondo cui l'uomo è un animale sociale, Michele Tamponi analizza il concetto di socialità nel contesto in cui viviamo: neppure un'immaginaria campana di vetro potrebbe, insomma, sottrarre l'uomo alle varie forme di convivenza cui è destinato, senza le quali sarebbe condannato alla solitudine, alla noia e a un innaturale isolamento. La riflessione su questo tema, tuttavia, impone di analizzare la natura delle relazioni umane e affettive, non più ancorate ai modelli tradizionali. Le nuove forme di aggregazione familiare, infatti, vanno lette alla luce di una legislazione ampia e in grande fermento: tra omosessualità e famiglia allargata, tra dinamiche di coppia e tutela dei figli, tra genitorialità, adozioni e maternità surrogata, la famiglia è, oggi più che mai, la cartina al tornasole del nostro tempo, che ci dà la misura del cambiamento, delle questioni aperte e delle sfide più importanti.
Da Talete a Derrida passando per Schopenhauer, la storia del pensiero come non l'avete mai vista. 2600 anni di storia del pensiero spiegati per immagini. Oltre 200 concetti cardine della storia del pensiero occidentale tradotti in immagini vivide, concrete e innovative, capaci di trasformare processi mentali di grande complessità e astrazione in un racconto alla portata di tutti.