
Le piaghe che si sono abbattute sull'Egitto, secondo la Bibbia, erano dieci. Le piaghe che si stanno abbattendo sul mondo in cui viviamo sono almeno sette: il disastro ambientale, lo svuotamento della democrazia sversata nella repubblica internazionale del denaro, la società in decomposizione, la spinta verso il transumano, l'apparizione dei giganti della rete, la pandemia, la guerra alle porte d'Europa e la crisi nell'approvvigionamento di risorse, dal gas al grano. Ma è un numero destinato a salire: inflazione e recessione, crisi finanziarie, carestie, migrazioni, altre guerre. Tutti anelli sconnessi di una stessa catena, perché non siamo alla «fine della storia» ma alla fine della globalizzazione. Un esito che evidenzia la crisi di trent'anni del modello globalista cui l'Occidente ha aderito acriticamente. Il nuovo libro di Giulio Tremonti è una riflessione sulla deriva delle società occidentali ma anche un appello per evitare il disastro finale attingendo al vecchio «arsenale della democrazia»: «Oggi il rischio è che la divisione prevalga sull'unione, come replica della dividente maledizione dei guelfi contro i ghibellini, che lo smarrimento e la paura prevalgano sulla speranza, che la rassegnazione prevalga sull'orgoglio. E l'urlo sulla voce. Ci sono dei modi per evitarlo: uno è mettere a punto una cura che freni il dominio assoluto del mercato, l'altro è recuperare le risorse e i valori di fondo della nostra comunità».
Il volume propone la rivisitazione di alcune parole chiave del discorso economico attraverso la prospettiva etica maturata nel contesto di The Economy of Francesco, a partire dal suo sviluppo nel 2020. Le riflessioni di giovani ricercatrici e ricercatori che partecipano al movimento internazionale EoF invitano i lettori a confrontarsi con gli strumenti concettuali alla base del pensiero economico dominante, ripensandoli in forme etiche, inclusive e pluraliste ispirate dall'esortazione mistica ricevuta da Francesco d'Assisi - va' e ripara la mia casa.
Gli autori, Leonardo Becchetti, noto economista, e Roberto Rossini, già presidente ACLI, dialogano sulle grandi sfide dell'umanità di oggi, e sulle risposte che la Chiesa può e deve dare. Si interrogano sulla parola del Vangelo sull'economia, sulla povertà, sulla centralità della persona umana. Cercano di capire come si può rispondere alla sfida della globalizzazione e della rivoluzione digitale. Investigano dalle parti della giusta relazione tra economia e lavoro. Si chiedono se amicizia sociale e capitalismo transnazionale siano compatibili. La loro visione è positiva e realista, mai illusoria.
L'ultimo Medioevo ha generato il grande codice dell'economia di mercato, che con la Riforma protestante si biforcherà in un capitalismo nordico, erede di Lutero e Calvino, e in uno meridiano, figlio dei mercatores toscani e di san Francesco. Un capitalismo dunque che in qualcosa ha continuato l'Umanesimo civile dei secoli precedenti e in altro di importante se ne è invece allontanato. Questo libro ne racconta la genesi evidenziandone gli aspetti comunitari, meticci e relazionali, maschili ma con inaspettate presenze femminili; con uno sguardo speciale all'intreccio tra lo spirito dei mercanti e quello dei frati mendicanti. Un viaggio attraverso il primo capitalismo europeo animato e ispirato da qualcosa di molto più grande, vasto e potente del puro interesse economico delle merci.
Il lavoro, come oggi lo conosciamo, ha molti "peccati". È per pochi, povero, precario, senza adeguate tutele, discriminatorio, conflittuale e rigido per le imprese. Così inteso è il frutto avvelenato del capitalismo fordista che lo ha ridotto a merce. Non è a questo che si riferisce papa Francesco quando invece definisce il lavoro "un atto di amore". Il volume offre analisi e soluzioni, dati e scenari possibili per creare nuova occupazione grazie alla rivoluzione tecnologica e per ripensare uno statuto di diritti basilari per tutti i lavoratori, così da ridurre la conflittualità sui posti di lavoro e favorire l'alleanza tra imprese, lavoratori e sindacati.
Viviamo in un'epoca di cambiamento radicale dei nostri stili di vita e di profonda sfiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche e private. In questo contesto, che ruolo hanno le imprese? Con quale mindset deve essere progettata la loro comunicazione? Quali sono le sfide e le opportunità che interessano oggi questa disciplina? Questo manuale si rivolge a studenti universitari e professionisti con l'ambizione di farli appassionare alla comunicazione d'impresa e alle sue molte sfumature. Il libro si articola in due parti: la prima offre una visione ampia del contesto in cui le imprese si trovano oggi a comunicare, offrendo un approccio sistemico fondamentale per generare valore; la seconda approfondiscei diversi ambiti in cui la comunicazione d'impresa si articola (comunicazione istituzionale, gestionale, commerciale ed economico-finanziaria) e li arricchisce con una nutrita selezione di esempi e con alcune interviste a professioniste della comunicazione. Tra un capitolo e l'altro, sono inseriti alcuni temi trasversali che fanno da ponte tra categorie di comunicazione sempre più sfumate.
Come si crea la ricchezza? Gli autori indagano nella concretezza le qualità mentali e imprenditoriali dei celebri ricchi tramite l'analisi grafologica. Il volume è diviso in due parti. - La prima è dedicata agli economisti che hanno messo a fuoco non solo le leggi della prosperità ma anche le criticità che producono povertà: Adam Smith, Thomas R. Malthus, Karl Marx, Herbert Spencer, John M. Keynes, Milton Friedman, Joseph Schumpeter, Joseph Stiglitz, Paul Krugman, Amartya Sen. - La seconda è dedicata a imprenditori Alfred Nobel, John D. Rockfeller, Giovanni Agnelli, Alessandro Rossi (Lanerossi), Adriano Olivetti, Ingvar Kamprad (Ikea), Sam Walton (Walmart), Jeff Bezos (Amazon), Steve Jobs (Apple), Bill Gates (Microsoft); banchieri Amedeo Giannini (Bank of America), Muhammad Yunus; CEO Jack Welch (General Electric), Sergio Marchionne (Fiat); investitori Benjamin Graham, Warren Buffett; e speculatori George Soros. Gli Autori hanno saputo rendere l'intreccio tra la storia del pensiero economico e le sue applicazioni pratiche; avvincente come e più di un romanzo anche per coloro che non si intendono di economia ma che ne subiscono quotidianamente le ricadute nelle loro vite personali.
Come è possibile che oggi persone muoiano per le conseguenze dirette o indirette della fame o della malnutrizione, mentre abbiamo la capacità di produrre cibo per sfamare il triplo della popolazione mondiale? Eliminare la fame è un imperativo morale e vitale per promuovere uno sviluppo umano integrale. Occorre guardare all'intero sistema alimentare, farsi responsabili di un profondo impegno nell'educazione verso un consumo alimentare più sostenibile, che comprenda anche il rispetto per il nostro pianeta. Alessandra Smerilli, forte del progetto globale Economy of Francesco che l'ha vista impegnata in prima persona, ci aiuta a comprendere perché e come la Chiesa si occupi oggi di queste questioni, offrendo un quadro di tutte le problematiche connesse alla produzione e alla distribuzione di cibo nel mondo.
Papa Francesco ha più volte mosso critiche al sistema economico basato sul profitto definendolo un modello vorace. Secondo il Pontefice le precarie condizioni della nostra casa comune sono dovute principalmente a un modello economico che è stato seguito per troppo tempo, orientato al profitto, con un orizzonte limitato, basato sull'illusione della crescita economica infinita, un sistema che viene definito disastroso. Questo libro avvalora la Sua tesi secondo cui alcuni modelli aziendali conducono a migliorare il benessere sociale, ambientale ed economico sia dell'azienda, sia delle famiglie in un'ottica di lungo periodo. Il libro è un percorso guidato verso la comprensione del concetto di azienda e dell'insieme di pratiche che permettono l'attuazione di un modello aziendale indirizzato verso il benessere dei lavoratori così da condurre a un migliore benessere economico, sociale e ambientale. Tratta gli argomenti basilari per approfondire le dinamiche aziendali, avvalendosi anche di ricerche scientifiche. Con la Prefazione del Cardinale Giuseppe Versaldi.
Comunità è parola tornata centrale. Invocata nelle solitudini e nella malattia, cercata e agognata quando le "community" virtuali ci hanno sfinito e sentiamo il bisogno di respirare. I suoi legami caldi e forti ci chiamano e non ci lasciano in pace. La comunità sta però cambiando forme così rapidamente da non riconoscerla quasi più. Ecco perché qualsiasi futuro dell'esperienza spirituale e religiosa non può oggi fare a meno di ripartire da una profonda riflessione, onesta e radicale, sulla comunità, con il coraggio di spingerla fino alle sue estreme conseguenze. È quello che cerca di fare questo libro, che esplora la grammatica delle comunità, in particolare di quelle che nascono da carismi spirituali. L'autore suggerisce che nel XXI Secolo vivranno le comunità che sanno abitare sull'orlo del proprio precipizio. Perché una buona comunità carismatica nel XXI secolo può solo essere comunità fragile, che ogni mattina ringrazia i suoi membri di esserci ancora.
L'opera ricostruisce il contributo offerto da Giorgio Nebbia, chimico e merceologo, divulgatore e militante ambientalista, al dibattito sui limiti della crescita a partire dagli anni Settanta del secolo scorso. La prima parte tratteggia la biografia e la ricchissima produzione saggistica di Nebbia, mentre la seconda è un'antologia dei suoi scritti più significativi. Il filo conduttore è l'intreccio tra le motivazioni scientifiche e quelle sociali che ne sorreggono il percorso nei decenni. Le prime si basano sulla ricerca originale del merceologo, centrata sullo studio del metabolismo delle merci con l'obiettivo di applicare le leggi biofisiche allo studio dell'economia, svelando così i limiti naturali della crescita. Nel contempo, la sensibilità acquisita dal cattolicesimo conciliare e dalla migliore cultura del comunismo italiano lo portano a considerare la crisi ecologica inscindibilmente legata alla crisi sociale. Temi, oggi, di grande attualità.

