
L'opera, in lingua spagnola, cerca di sciogliere la controversia nata sulla disponibilità o meno di mezzi d'impugnazione alternativi all'appellazione vietata per le risoluzioni expeditissime, basandosi particolarmente sullo studio sistematico della giurisprudenza recente dei Tribunali Apostolici.
La ricerca, di grande attualita e di grande pregio, analizza, anche attraverso lo studio delle fonti, l'imputabilita penale nel Codice di Diritto Canonico. Acuta analisi dell'imputabilita penale nella legislazione canonica. L'Autore studia l'argomento sulla base di strumenti filosofici, teologici e, soprattutto, giuridici raccolti dalla normativa contenuta nel Codice di Diritto Canonico, con particolare riferimento alla dottrina penale canonistica e alle diverse scuole di diritto penale.
L'in house providing, cioè l'attribuzione di appalti o concessioni senza procedure di gara, ammesso dalla giurisprudenza nel caso di enti formalmente dotati di autonomia giuridica ma sostanzialmente parti dell'amministrazione pubblica, non ha ancora trovato, nell'interpretazione della Corte di giustizia, una ricostruzione stabile e completa. Il volume propone un ampio panorama dei problemi e delle soluzioni che il fenomeno prospetta in ambito comunitario e a livello nazionale.
Perché in Italia è così difficile essere onesti? Un pamphlet graffiante contro un sistema giudiziario farraginoso, le infinite rigidità burocratiche e amministrative, lo scriteriato ricorso ai condoni, la mancanza di sanzioni efficaci e dissuasive per chi trasgredisce le regole.
Un saggio che affronta i temi controversi del rapporto tra diritto e potere e tra politica e processo. Una denunzia del pericolo che il processo penale possa trasformarsi in una formalità, in un contesto sempre più vincolato alla strategia della gestione del consenso sociale. Un'indagine che analizza i modelli di giudizio contemporanei, da Norimberga al caso Moro, da "Mani Pulite" all'esecuzione di Saddam Hussein, fino alla attuale "detenzione amministrativa" israeliana; nonché le possibili distorsioni della cosiddetta "lotta giudiziaria" al crimine e i ruoli attuali dell'informazione e della magistratura corporativa; non tralasciando, l'analisi dell'inciviltà della pena dell'ergastolo, tuttora prevista dal codice penale. Un sofferto manifesto del moderno garantismo e un atto di accusa contro la vera (in)giustizia.
Da sindacalista della Cgil, poi da ricercatore, professore di diritto del lavoro, avvocato, editorialista del "Corriere della Sera", e per qualche tratto anche come politico in Parlamento, Pietro Ichino ha spesso sostenuto tesi scomode per l'establishment, di sinistra e di destra, contribuendo in modo incisivo all'evoluzione del sistema italiano delle relazioni industriali e raccogliendo tanto consensi ed entusiasmo quanto critiche e contestazioni. Per via delle sue proposte è stato accusato di eresia e addirittura di "intelligenza con il nemico", di essere cioè un portatore di idee liberiste infiltrato nel centrosinistra. Attraverso un'avvincente inchiesta, un vero e proprio interrogatorio senza esclusione di colpi, Ichino risponde a tutte le obiezioni e le accuse ricevute in questi ultimi anni, messe in bocca a un immaginario interlocutore-inquisitore, affrontando i temi fondamentali del lavoro in Italia. E grazie ad analisi precise ed esempi concreti mette a nudo i meccanismi segreti di un sistema drammaticamente ingessato, prigioniero dei propri tabù e delle proprie caste. Un paese in cui vige un regime di vero apartheid tra lavoratori protetti e non protetti, dove agli stabili regolari è riconosciuta una sorta di job property, mentre agli outsiders e ai new entrants, ben che vada, si offrono soltanto i posti di serie B, C e D, con un futuro pensionistico misero, destinato a maturare soltanto dopo i settant'anni. Un sistema chiuso da un tacito accordo protezionistico...
Il fenomeno depressivo come evento che coinvolge la coppia: causa d'incapacita consensuale?
Questo volume dedicato a "Inculturazione, diritto canonico e missione" parte da un presupposto: la maggioranza delle norme della Chiesa sono legate alla realizzazione della sua missione salvifica. In questa prospettiva, tutte le leggi della Chiesa hanno una dimensione missionaria e "inculturata", universale e, al contempo, particolare. Nell'impegno di evangelizzazione la Chiesa è, da una parte, consapevole della sua identità "cattolica" ed è, dall'altra, debitrice alla cultura del mondo al quale è inviata. La problematica attuale dell'evangelizzazione trova una sua focalizzazione nel processo di inculturazione della fede al quale non può sottrarsi né il diritto ecclesiale né l'ordinamento delle missioni.
Interessante ricerca sui diritti delle popolazioni indigene (Aborigeni, Indiani, nativi d'America, ecc.) e del loro rapporto con il territorio e le risorse naturali. Il testo e in lingua inglese. La ricerca considera le principali problematiche dei popoli indigeni e dei loro diritti. Particolare attenzione e stata rivolta alla definizione di popoli indigeni" e come tale terminologia sia in relazione con le questioni dei diritti territoriali. Inoltre, gli argomernti e le realta inerenti a questi diritti vengono illustrati tenendo conto delle convenzioni internazionali che riguardano la protezione e l'integrazione degli Indigeni e delle Popolazioni tribali nei Paesi i ndipendenti. "
«C’è un tempo per nascere e un tempo per morire». Il suo fisiologico svolgersi è segnato, rispettivamente, dall’atto del primo respiro autonomo e dalla cessazione delle principali funzioni vitali.Tuttavia, non di rado – complice una scienza che ne sovverte i princìpi – si assiste all’innaturale prolungamento della vita biologica dell’uomo. Le moderne tecniche di rianimazione, l’idratazione e la nutrizione mediante sondino naso-gastrico assicurano, infatti, possibilità di sopravvivenza precluse fino a qualche anno addietro e, ancorché l’esistere venga poi proiettato e vissuto in una dimensione «artificiale», impediscono la dichiarazione di morte clinica della persona.A venire in discussione è, in tali eventualità, non soltanto il significato ultimo dell’«essere vivi», ma altresì la natura e i limiti, soggettivi e oggettivi, del diritto alla vita. Finalità del lavoro è così d’indagare, alla luce dell’attuale dibattito sul testamento biologico e dei disegni di legge in materia, se e in quale misura possa ancora oggi discorrersi di (in)disponibilità del bene «vita».
destinatari
Un libro che per la sua tematica interesserà un ampio pubblico, in particolare: giuristi, medici e studenti.
gli autori
Pasquale Stanzione è professore ordinario di Istituzioni di diritto privato. Già preside della Facoltà di giurisprudenza dell’università di Salerno, coordina il dottorato di ricerca in «Comparazione e diritti della persona». È membro di vari comitati scientifici di riviste, nonché di associazioni culturali. Presiede l’Unione giuristi cattolici dell’arcidiocesi di Salerno. È autore di numerose monografie, saggi, voci enciclopediche, note a sentenze e commenti alla legislazione.
Gelsomina Salito è ricercatrice di diritto privato nella Facoltà di giurisprudenza dell’università di Salerno. È autrice di saggi, note a sentenza, commenti alla legislazione e contributi in materia di diritto civile e comparato, nonché di uno studio monografico.

