
Papa Francesco parla ai giovani immersi nella grande crisi globale, che è il frutto avvelenato di quella «cultura dello scarto» denunciata instancabilmente dall'inizio del pontificato. Assieme ad anziani e bambini, i giovani sono le grandi vittime della mentalità che in nome del profitto economico esclude ed emargina. Privati della possibilità di costruire il proprio futuro, in difficoltà a trovare un lavoro e formare una famiglia, essi sono in molti casi anche sradicati dal loro Paese per fuggire la fame, la violenza, la persecuzione. Più volte il papa chiede ai responsabili della politica e dell'economia di rivolgere maggiore attenzione alle giovani generazioni: un'esortazione che vale anche per la comunità cristiana. Ma nelle molteplici occasioni in cui si rivolge direttamente ai giovani, Francesco non indulge a commiserazioni: li esorta a prendere in mano la vita con decisione ed energia, consapevoli delle loro potenzialità, per essere protagonisti della costruzione di una società più giusta e fraterna e dare impulso all'«uscita missionaria» della Chiesa.
La svolta ecclesiale e pastorale impressa da papa Francesco in questi cinque anni di pontificato segna un nuovo inizio nella vita della Chiesa del nostro tempo. L'incalzare delle gravi problematiche sociali, economiche e umanitarie - la «guerra» di ogni giorno per la difesa dei diritti umani e della «casa comune», del lavoro e della dignità di ogni persona, della pace e della fraternità tra i popoli - ha spinto sempre più Francesco a intervenire, prendere posizione, orientare, con la franchezza e il coraggio con cui vuol essere testimone del Vangelo nella concretezza di tutte le situazioni esistenziali. La svolta di Francesco si colloca in questa prospettiva. E nasce da quella fede operante nella carità che genera la forza di cambiare la vita, cambiare la Chiesa e cambiare il mondo, un triplice obiettivo, a cui Francesco esorta tutto il popolo cristiano. Cambiare la vita è il primo passo. Il costante invito del Vangelo alla conversione non consiste però soltanto nel rimuovere i peccati passati: occorre sradicare ogni giorno dal proprio cuore le comode certezze, i falsi idoli, gli atteggiamenti non orientati a cercare sinceramente Dio e il suo Regno di giustizia. Senza questa conversione interiore non può esserci alcun altro cambiamento. Anche la riforma delle strutture della Chiesa nasce prima di tutto da un rinnovamento delle coscienze. Ecco allora l'esortazione a uno stile pastorale nuovo, attraverso cui vivere la fede con un'audacia capace di smuovere le sicurezze e le comodità, le pesantezze e le incrostazioni che nel tempo hanno chiuso o arrugginito i cuori, snaturando o immiserendo l'annuncio del Vangelo. Questa identità cristiana, spesso perduta, è il tesoro da recuperare, diventando pellegrini e missionari sulle strade del mondo, al pari degli antichi discepoli di Gesù. Cambiare il mondo, infine. Non si tratta di un'aspirazione vaga, ma con obiettivi, ambiti e passaggi ben precisi. L'umanesimo sociale di Francesco è da sempre puntato sui poveri e gli abbandonati, sugli «scarti» della società: da qui il suo costante richiamo alle opere di misericordia corporale e spirituale, che non sono gesti di un momento ma abbracciano l'intera esistenza del cristiano, il quale dovrà portare a tutti la radicale novità del Vangelo perché in Cristo e con Cristo «la gioia abita il cuore, la speranza rinasce, il dolore si trasforma in pace, il timore in fiducia, la prova in offerta d'amore».
La fede è il cuore di tutto ripercorre le tappe più profonde del dialogo di papa Francesco e dei giovani sul tema della fede. Tra loro esiste una simpatia, una “passione” reciproca, un piacere di stare insieme che diventa confidenza. La capacità di entrare in sintonia porta Francesco e i giovani al dialogo, a comunicare, e da questa conoscenza forse è nata la decisione del Sinodo dei giovani del 2018.
Francesco si sente in cammino con i giovani, compagno di viaggio sulla strada «illuminata da una speranza più alta: quella che ci viene dalla fede in Cristo», e queste pagine sono quasi la trascrizione di un colloquio a più riprese, avvenuto in contesti diversi, in un succedersi di domande e risposte sulla fatica del credere, ma anche sulla gioia del trovare, pregustando le sorprese di Dio, il gusto di Dio.
Un libro pieno di aneddoti e ricordi familiari e di gioventù attraverso cui papa Francesco si racconta e regala piccole perle di saggezza e umorismo.
Il cammino del popolo di Israele dalla schiavitù alla libertà nelle parole del Papa. Attraverso l'esperienza dell'Esodo e dell'Alleanza, il Signore ha chiamato il Suo popolo alla libertà dei figli di Dio, la libertà di amare e di scegliere il bene. Al centro dell'Esodo ci sono le Dieci Parole, e al cuore delle Dieci Parole c'è la libertà. Sono proprio le Dieci Parole a sbarrare la strada che riporta in Egitto, alla schiavitù, e ad aprire alla libertà che va celebrata facendoci liberatori a nostra volta; un richiamo a vivere tutti l'esodo che conduce dalla liberazione alla libertà del servizio.
Nella cappella di Santa Marta, Papa Francesco ha inaugurato un modo nuovo di vivere l’appuntamento mattutino della Messa. Il nucleo di questa originalità bergogliana lo si ritrova nelle sue omelie pronunciate a braccio, senza mai il supporto di un foglio di appunti. Con un linguaggio trasparente e incisivo. Perché, come scrive Gianfranco Ravasi nella Prefazione, “Papa Francesco ama l’essenzialità, cioè la dichiarazione semplice e incisiva, senza ramificazioni e frasi subordinate complesse”.In questo terzo volume sono raccolte circa duecento trascrizioni curate dai giornalisti di Radio Vaticana. Una straordinaria occasione per cogliere attraverso questi brani unici la natura e la visione di un grande predicatore che offre la chiave per entrare nel cuore della Parola divina riconciliando tutti. “I tempi cambiano e noi cristiani dobbiamo cambiare continuamente. Dobbiamo cambiare saldi nella fede in Gesù Cristo, saldi nella verità del Vangelo, ma il nostro atteggiamento deve muoversi continuamente secondo i segni dei tempi. Siamo liberi. Siamo liberi per il dono della libertà che ci ha dato Gesù Cristo. Ma il nostro lavoro è guardare cosa succede dentro di noi, discernere i nostri sentimenti, i nostri pensieri; e cosa accade fuori di noi e discernere i segni dei tempi. Col silenzio, con la riflessione e con la preghiera.”
Veritatis gaudium edizione in francese
Veritatis gaudium edizione in spagnolo
Messaggio del Santo Padre per la quaresima 2018