
Nel corso degli ultimi due secoli la rilettura dell'esperienza ecclesiale e la sua mutata espressione mediante categorie differenti hanno condotto a un nuovo disegno della teologia dei sacramenti. Il sacramento non è più considerato soltanto l'esperienza di un dono di Dio o il segno di una relazione interiore, ma la forma concreta di una correlazione tra azione di Dio e azione umana. Il genere del simbolo e del rito, la sintesi tra santificazione e culto e l'apertura alla nuova considerazione anche del genere femminile come soggetto rilevante e "altro- sono diventati "questioni sul genere (del sacramento)- del tutto decisive. All'intreccio storico delle tre accezioni del termine "genere- sono destinate le pagine del libro, nel quale viene condotta una risistemazione delle categorie portanti della teologia sacramentaria generale. Dal confronto con la tradizione a partire da Ugo di San Vittore e Pietro Lombardo fino a giungere alla discussione attuale intorno al ruolo dei sacramenti e delle celebrazioni per la costruzione della comunione ecclesiale, il genere del sacramento riprende qui il suo ruolo centrale per un sapere teologico maturo.
Questo libro è stato scritto già due volte. Una prima, nel 1998, e una seconda, nel 2011. Ora, con profondi cambiamenti, ha ritrovato la originaria stringatezza e più chiaramente identifica il problema della "questione liturgica" come aspirazione a una "liturgia fondamentale", non senza una relazione strutturale con il sapere sistematico. Il modello teorico di lettura del rapporto tra teologia e rito attraversa tutto lo spettro della storia della Chiesa latina, nella quale alla categoria di officium si affianca la categoria di segno-causa, fino ad arrivare alla categoria di rito, che inaugura la elaborazione degli ultimi due secoli. Una accurata ricostruzione teorica e storica del ruolo teologico della liturgia è la premessa inaggirabile per comprendere la Riforma Liturgica e la sua complessa ricezione nella Chiesa cattolica di oggi e di domani. Il volume si presenta, allo stesso tempo, come un manuale per la scuola di teologia e come uno studio sulla nascita di una disciplina nuova.
È possibile una teologia della relazione omoaffettiva che non riduca i "segni dei tempi" al tradimento di principi troppo rigidi, né alle evidenze indiscutibili di un pensiero nostalgico? La ricostruzione del rapporto tra tradizione cristiana, sessualità e omosessualità negli ultimi due secoli e l'analisi dei principali documenti magisteriali prodotti dopo il Concilio - Persona humana (1975), Homosexualitatis problema (1986) e il Catechismo della Chiesa cattolica (1992) - rivelano l'incapacità di leggere i fenomeni del presente e di usare il patrimonio di distinzioni e di sapienza che ci viene dal passato. Una buona teologia non giustifica il risentimento verso le nuove richieste di riconoscimento e libertà e non le predetermina senza limitare le sorprese dello Spirito, ma le accompagna con discernimento aperto e con vigile lungimiranza.
In questo volumetto si chiede alla teologia di continuare ad essere maestra di distinzione e si fornisce un quadro teorico ed ecclesiale che possa giustificare, teologicamente e pastoralmente, la possibilità di benedire tutte le coppie, anche quelle omoaffettive. Una buona reazione alle difficoltà che la Chiesa sperimenta di fronte alla realtà consiste nell'offrire, come teologi, una parola di comprensione e di maggiore ampiezza, da intendersi come "servizio alla tradizione", ad una tradizione che non diventa una "pietra da gettare", ma una parola da comprendere e da tradurre, in una lingua e in una cultura nuova.
Un testo sulla “fraternità e l’amicizia sociale” può essere letto come un punto di confluenza di due linee di riflessione e di esperienza: da un lato il pensiero antropologico e politico sulla fraternità che scaturisce dalla utopia rivoluzionaria tardo-moderna, dall’altro il pensiero teologico ed ecclesiale che ha assunto anche la figura di magistero nei secoli XIX e XX. In questo modo una categoria è messa alla prova e l’esperienza di fraternità conosce nuovi orizzonti e nuovi problemi. Ne deriva una sfida inaggirabile per le forme di vita e per i concetti-chiave del nostro tempo, che il testo di papa Francesco affronta apertis verbis, alla luce del Vangelo e dell’esperienza umana, in vista di un chiarimento non soltanto delle evidenze della fede, ma anche della cultura etica e politica comune a tutti gli uomini e le donne del nostro tempo.
Andrea Grillo (Savona, 1961) è professore di Teologia dei sacramenti e di Filosofia della religione presso l’Ateneo S. Anselmo in Roma e presso l’ILP S. Giustina di Padova. Ha pubblicato di recente: Domande al Padre. La forma cristiana del pregare (2016) e Eucaristia. Azione rituale, forme storiche, essenza sistematica (2019)
Solo 30 parole, offerte alle menti adulte, spiegate alle coscienze più giovani e illustrate agli occhi di tutti. Per gustare la liturgia eucaristica, per intendere la sua teologia e per assaporarne la potenza. Quello che il lettore si trova tra le mani è un Abbecedario che segue ogni momento della messa: Andrea Grillo lo spiega agli adulti e Daniela Conti lo «traduce» per i più piccoli. Le 30 parole ci aiutano a capire che la Messa ci prende «tutti»: è agire parlando, agire mangiando, agire pregando, come comunità e come singoli. Il testo contiene alcune illustrazioni elaborate da Luca Palazzi ed è un aiuto per comprendere e vivere la messa, a partire dall'edizione del Nuovo Messale.
Una canonista e un liturgista uniscono le rispettive competenze nel tentativo di rileggere la grande tradizione liturgica, sacramentale e istituzionale, assumendo una «prospettiva di genere». Assumendo questa ottica, si chiedono se le istituzioni ecclesiali sono in grado di reggere alla rilettura che la nuova consapevolezza delle relazioni tra donne e uomini proietta su di loro. O, in altri termini, se le medesime istituzioni hanno la capacità di riconoscere la ricchezza e la forza che il segno dei tempi della emancipazione femminile ha recato nella società e nella cultura. Le problematiche sollevate e le soluzioni prospettate nascono da una duplice convinzione: la comprensione del Vangelo cresce nella coscienza delle persone credenti, e la tradizione progredisce grazie allo Spirito Santo. Avere fede nella presenza viva del Risorto che guida la Chiesa ? non solo in ambito spirituale, ma anche nella sua dimensione istituzionale ? è la condizione per aff rontare le questioni di cui ci si occupa qui, con molta speranza e apertura di cuore.
Il volume presenta un breve itinerario in 4 passaggi sul "dispositivo di blocco", che è stato introdotto nel magistero cattolico per proteggere la Chiesa da ogni possibile dinamica, confermando la sua autorità mediante una "negazione di autorità". Tale "dispositivo" però induce la Chiesa ad una progressiva autoreferenzialità, cui ha reagito prima il Concilio Vaticano II e ora papa Francesco, con il suo magistero "in uscita". «Andrea Grillo ha scelto un'immagine particolare per orientare la riflessione di queste pagine, quella della differenza tra un museo e un giardino. Si tratta di ambienti diversi, con vocazioni o finalità diverse: il museo conserva e protegge reperti rari, testimonianze di epoche perdute e documenti preziosi per riuscire a riscostruire una rappresentazione di quel che è stato e che non è più...L'immagine è di aiuto per comprendere il tema di queste pagine, che invitano anzitutto a riconoscere nella Chiesa cattolica una realtà viva e perciò bisognosa di essere curata come un giardino e non come un museo» (Giovanni Grandi).
«Il volume ci restituisce il senso profondo della dimensione penitenziale della vita cristiana e educa noi, adulti, donne e uomini di chiesa, a rivedere noi stessi come viviamo la confessione e a riconoscere quanto sia povera nella nostra vita cristiana la dimensione penitenziale che la dovrebbe caratterizzare. È quello che almeno ha provocato in me: non mi sono riconosciuto molto distante da questi preadolescenti. Un risultato salutare che invita a una serie di "riconciliazioni": tra magistero e teologia, tra teologia e pastorale, tra pastorale e spiritualità». (Enzo Biemmi, dalla Prefazione)