
Ritornare al tempo dei grandi maestri della musica, ecco quello cui vuole stimolare questo libro. Si può fare commento musicale in senso strettamente tecnico, e spesso pedante, o in stile letterario compiaciuto con dovizia di aggettivazioni, arbitrario. Ma chi ama davvero la musica deve fare capire agli altri il senso storico di una pagina musicale e il valore anche umano della interpretazione, guardando sì avanti, ma soprattutto indietro, ai grandi maestri per i quali quelle note furono composte. Pietre di paragone. Critiche musicali, descrizioni di interpreti, programmi di concerti, pubblicati per lo più sui due quotidiani di Ferrara, su riviste o sul web, tutto attira il lettore all'arte musicale violinistica come era, per l'interprete e l'ascoltatore di oggi.
Leone Sinigaglia (1868-1944), compositore del primo Novecento completamente trascurato, viene riproposto e ricordato per il suo molteplice grande valore in questa monografia, la prima a lui dedicata in Italia. Come scriveva Antonio Capri nella sua "Storia della Musica", Ermanno Wolf-Ferrari sta a Mozart come Sinigaglia sta alla grande musica romantica mitteleuropea di Brahms, Goldmark, tutti da lui conosciuti e frequentati. I grandi direttori d'orchestra della prima metà del Novecento non si sono mai dimenticati né dell'uno né dell'altro, a partire da Arturo Toscanini che ne offriva interpretazioni frequenti nei suoi concerti, in Europa e in America. La figura di Sinigaglia è qui tratteggiata nel contesto della sua formazione di musicista e anche di espertissimo scalatore di vette.
Un viaggio nel sacro dell’Est Europa, tra il Baltico, il Mar Nero, Il Caspio e il Mediterraneo, alle frontiere della spiritualità orientale, in bilico fra cristianesimo, islam ed ebraismo.
“In queste terre - dice Monika Bulaj - sotto le ceneri languiva l’infanzia d’Europa, il nostro oblio e le nostre paure, la storia si confondeva con il mito, il vero con l’irreale e le ombre di quelli spazzati dalla Shoah e dei deportati si mischiavano ai presenti. Mi sono spinta un po’ alla volta, sempre più a Est, seguendo i canti. Ho viaggiato tra i vecchi credenti della Polonia e i rom della Macedonia, gli armeni della Romania e i lemki polacchi, tra gli hutzuli ucraini e i tartari bielorussi, tra gli aleviti della Albania e gli Udini del Caucaso.”
Un dietro le quinte che documenta la preparazione del film, restituisce le suggestioni delle splendide location, racconta il rapporto tra i suoi protagonisti. Il nuovo film di Nanni Moretti raccontato attraverso le foto di Philippe Antonello. "La mia collaborazione con Nanni Moretti inizia nel 2006 con il film : "Il Caimano", esperienza che si rivelò di grande insegnamento. Per il suo nuovo progetto Habemus Papam, oltre a riprendere le scene girate, ho cerato di raccontare fotograficamente il rapporto tra un regista e il suo protagonista. Questo libro è un tentativo di raccontare l'incontro di due grandi personalità Moretti e Piccoli, ma non solo; spero che sia anche un racconto visivo del percorso intimo e faticoso che un regista fa nell'arco dei mesi di lavorazione".
Attraverso il montaggio di immagini e appunti dal set, il backstage rivela tutti i retroscena del primo episodio (il secondo episodio sarà nelle sale nel novembre 2012) del film diretto da Bill Condon, il regista di Demoni e dei, per cui ha vinto l'Oscar alla migliore sceneggiatura non originale. Comprende le foto a colori del cast, delle scenografie e dei set, lo storyboard, le interviste agli attori e al regista e tutti i dettagli sulla realizzazione degli effetti speciali.
Scritture dedicate all'artista che ha profondamente segnato l'arte del Ventesimo secolo, traducendo nella sua opera la costante necessità di aderire al proprio tempo. I saggi circoscrivono un preciso e centrale tema dell'esperienza picassiana e tracciano, dagli anni Dieci ai Sessanta, un perimetro nel quale ad intermittenze si accende e si sviluppa, in senso di dichiarata attualità, il rapporto fra Picasso e l'ideale moderno di 'classico'. È un'analisi critica che sonda aspetti inediti e attraversa le brevi stagioni segnate sia dal recupero di una lingua figurativa, di un aggiornato 'classicismo' proprio delle esperienze condotte negli anni Dieci e Venti, sia dal lessico mediterraneo che cifra le opere realizzate ad Antibes nell'immediato secondo dopoguerra, seguendo un racconto che si muove nel labirinto di una complessa personalità.
Dopo la proclamazione dell'Unità anche in Italia l'architettura ha scelto per le realizzazioni di maggiore prestigio il neorinascimento, chiamato anche il Risorgimento delle arti. Il volume analizza come e quando l'architettura abbia collaborato alla creazione di spazi e "altro" nella scultura, decorazione, ornato, industria dell'arte, e in tutti gli altri linguaggi artistici, fino a creare lo stile dell'Italia unita.
Una raccolta di foto che ritrae Salvador Dalì in vari momenti della sua vita. Con testimonianze di Brassai, André Breton, Luis Bunel, Federico Garcia Lorca.