
La Lombardia attuale corrisponde solo in parte al territorio così definito nel Medioevo: essa è infatti frutto del riassetto conseguente all'Unità, che spartì artificialmente tra due distinte regioni il regno Lombardo-Veneto. D'altra parte il periodo storico che grosso modo corrisponde alla categoria creata agli inizi dell'Ottocento di "romanico" (XI-XII sec.) vede il frantumarsi dell'egemonia imperiale, la formazione delle autonomie comunali e il forte incardinamento locale delle esperienze costruttive e decorative, pur in un orizzonte sostanzialmente omogeneo. A fronte della grande fortuna goduta tra Otto e Novecento dalla definizione di "romanico lombardo", questo volume (che fa seguito a quello edito lo scorso anno dedicato ai "grandi cantieri") ne indaga la straordinaria varietà nella terra d'origine, assumendo come pista privilegiata il territorio, secondo aggregazioni omogenee legate alle singole città e alle relative distrettuazioni diocesane, che determinano, prima dell'affermarsi della signoria viscontea, l'effettiva e sostanziale rete di relazioni economiche e culturali. Il paesaggio romanico di Milano è caratterizzato non tanto da nuove fondazioni, quanto dalla ricostruzione della folta serie di chiese tardoantiche e altomedievali. E la stessa cosa accade altrove, a Como (S. Abondio) come a Pavia. Ciò determina una stretta connessione, un confronto continuo, tra forme "moderne" e "antiche".
L'esistenza di un monumento come la Sagrada Familia nel cuore del XX secolo resta un'eccezione e insieme una sfida per la cultura architettonica contemporanea. Essa rappresenta il prodotto, soltanto ora ultimato, dello sforzo collettivo di un'intera città e in questo assomiglia più all'impresa plurisecolare di una cattedrale medievale che a qualsiasi edificio contemporaneo. Come nessun altro architetto del Novecento, Gaudi con la Sagrada Familia ha dato vita a uno spazio sacro nel cuore vivo di una comunità (quando Le Corbusier con Ronchamp ha saputo farlo in un contesto isolato e attraverso un dialogo personale e privato - per quanto fertilissimo - con un interlocutore religioso). Impresa pubblica e civile come nessun'altra, oltre che sfida per un'architettura religiosa, la Sagrada Familia è tuttavia prodotto in fieri di una genialità costruttiva entusiasmante, frutto di una ricerca tecnologica che non manca di affascinare anche i più disincantati interpreti e protagonisti della vocazione virtuosistica propria dell'architettura contemporanea. Questo libro tuttavia testimonia - attraverso un repertorio inedito di immagini, gli interventi di studiosi e degli stessi protagonisti del cantiere di oggi - come nella Sagrada Familia si materializzi un'originale saldatura fra la componente tecnica e quella del significato, fra la dimensione creativa individuale e il lavoro collettivo, fra il contesto civile di una città e lo spazio sacro di una chiesa.
L'arte rivela la profondità delle cose. È una conoscenza che si realizza attraverso l'attrattiva. Non con la stringenza del ragionamento, con l'inevitabilità di una legge scientifica, ma generando una corrispondenza profonda fra ciò che siamo, ciò che sentiamo, ciò che attendiamo e ciò che abbiamo davanti nell'atto artistico. L'arte riconsegna la vita alla sua verità drammatica e solenne, gloriosa e sanguinante. Testi di Massimo Camisasca, Marko Ivan Rupnik, Jonah Lynch. Libro illustrato con le immagini del mosaico realizzato da padre M. I. Rupnik e dagli artisti del Centro Aletti nella cappella della Casa di formazione della Fraternità San Carlo, a Roma
"Possiamo immaginare che un libro sui volti della donna sia in realtà un libro sulla storia dell'arte e sulla storia della letteratura, e che io possa raccontare figure di donne che, nella dimensione della creatività, vanno anche oltre la corporeità - come le sante, con la loro iconografia, e le eroine mitologiche. Il mondo femminile nell'arte consente riflessioni, discussioni, e questo libro lo documenta con una serie di esempi che indicano l'arte, il mistero e la seduzione che dalla donna escono, e che rendono la figura femminile anche immateriale. Non è soltanto carnalità o sensualità, o attrazione della bellezza; la figura femminile è simbolo di sogni e desideri, è un'immagine evanescente, che non si riesce mai a raggiungere fino in fondo: è il sogno, è la speranza, è il desiderio. Chi leggerà questo libro non farà fatica a vederlo come uno strumento che al tempo stesso determina la curiosità e si avvicina a risolverla, come se tanti accostamenti, tante illustrazioni di opere d'arte, tanti commenti a testi poetici, potessero se non risolvere quantomeno illuminare il mistero della donna. Un libro di storia dell'arte potrebbe essere quasi esclusivamente un libro sulla donna, tanta è la quantità di opere che la donna ha ispirato dal mondo antico al mondo moderno. Perché la donna è il tema più discusso, più affrontato, più considerato e desiderato fra tutte le manifestazioni letterarie e artistiche dell'uomo". (Vittorio Sgarbi)
Catalogo della mostra che dal 16 ottobre 2011 al 19 febbraio 2012 sarà esposta presso il Museo dei Frati Cappuccini di Milano in occasione del decimo anniversario della sua fondazione. La mostra raccoglie opere di frati pittori appartenenti all'Ordine delle Province del Nord Italia, oltre che opere custodite nel Museo.
Parlare di cinema intende fornire, grazie all’esperienza di un anno di cineforum, uno strumento a quegli operatori culturali, insegnanti ed educatori che decidono di utilizzare il cinema in contesti didattici ed educativi. Si tratta, dunque, di un vademecum per creare percorsi cinematografici tematici e interattivi, finalizzato all’interazione tra spettatori, alla condivisione e alla formazione, che vede il cinema come luogo privilegiato di un cammino personale e collettivo, dove possa riaffiorare l’esperienza umana di ciascuno.
I film presentati sono:
American Life, An Education, Basilicata coast to coast, La bocca del lupo, Bright Star, Chloe, Il Compleanno, Il Concerto, Departures, Invictus, London River, Lourdes, Non è ancora domani (La Pivellina), La nostra vita, Ocean Heaven, La Passione, Perdona e dimentica, Post Mortem, Potiche, Precious, La prima cosa bella, Il profeta, Le quattro volte, Il responsabile delle risorse umane, Revanche, Il segreto dei suoi occhi, Soul Kitchen, Uomini di Dio, L’uomo che verrà, Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti.
Gli autori
Andrea Lavagnini (1985), laureato in chimica industriale presso l’Università degli studi di Milano, ha trasformato in professione la sua passione per il cinema alla scuola di Ezio Alberione e del Cineforum San Fedele.Autore radiofonico e di fumetti, scrive di cinema per Duellanti e Aggiornamenti Sociali. Dal 2010 è responsabile dei progetti giovanili presso la Fondazione San Fedele.
Giuseppe zito (1976), gesuita dal 1994, si è laureato in filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, in teologia presso la Facoltà teologica San Luigi di Napoli e in regia cinematografica presso la Loyola Marymount University di Los Angeles. Autore cinematografico vincitore di premi internazionali, ha scritto di cinema per La Civiltà Cattolica e Aggiornamenti Sociali. Dal 2010 è responsabile del settore cinema della Fondazione culturale San Fedele.
Nell’opera di Paul Valéry, l’architettura ha una duplice centralità. Da un lato, rappresenta la metafora più convincente della logica costruttiva e della chiarezza ideale che devono guidare la riflessione sull’esistenza. Dall’altro lato, è quell’arte eccelsa che accoglie e custodisce il corpo dell’uomo, nell’orgoglio e nella bellezza, organizzando la materia bruta, secondo regola e numero. Su di essa, quindi, si addensano l’identità razionale e il destino vitale della civiltà. Così, guardare all’idea di architettura che Valéry esprime in pagine di raffi - nata scrittura, vuol dire guardare, da una postazione privilegiata, ad argomenti centrali nella cultura europea del Novecento. Muovendo da alcuni appunti inediti sull’architettura contenuti nei «Cahiers», gli autori propongono uno stimolante itinerario di lettura che attinge alla stessa passione per l’architettura nutrita da Valéry. Il volume è corredato da un inserto illustrativo con una selezione degli straordinari disegni dedicati da Valéry al tema dell’architettura
Il volume comprende nove saggi che indagano incroci tematici e strutturali tra palcoscenico e racconto in ambito per lo più italiano, ovvero tra grandi cicli narrativi e riscontri degli stessi sulla scena. Si va dalla presenza e persistenza lungo i secoli della sottana del prete, della figura dell'ingenuo e del duello tra carta e ribalta. Si prosegue poi con prelievi nel territorio pirandelliano operati da Eduardo e Pasolini, quindi ritratti monografici sui due Levi, Primo e Carlo, e su Gadda, sempre nello scambio tra racconto e plot drammaturgico.
Percorsi di riflessione sul profondo significato della musica.
Più di cinquanta milioni di dischi venduti. Ha creato canzoni cantate dal mondo intero, interpretandole con Miles Davis, Eric Clapton, Sting, Jeff Beck, Ray Charles, Luciano Pavarotti, Solomon Burke, B.B. King, Bono, i Queen, Macy Gray, Dolores O'Riordan. Figlio di un "voltaformaggio" e di una casalinga, il piccolo Adelmo Fornaciari cresce a Roncocesi, tra i campi, vicino a Reggio Emilia. Un mondo piccolo tra la cooperativa comunista e la parrocchia di don Tajadela, prete bello grosso, popolato di personaggi memorabili come la nonna Diamante, il nonno Cannella, lo zio Guerra, maoista che mangiava solo riso, la Vittorina, che si piega per gonfiare la ruota della bicicletta e gli mostra le mutande rivelandogli cosa c'è sotto e spalancandogli la porta dell'erotismo e delle fantasie sessuali. Siamo a metà degli anni Cinquanta, in quel gran pezzo dell'Emilia, terra di comunisti e di motori, di cucina grassa e di cantanti. Delmo aggiusta in officina il suo mosquito che non parte mai, dorme in una camera dove stanno appese sopra il suo letto meravigliose coppe, salami, ciccioli, prosciutti. Si sveglia alla mattina unto e profumato di grasso. E va in chiesa a suonare l'organo. In cambio serve messa. Un mondo antico fatto di fatiche, ma anche di un inesausto desiderio di felicità. Siamo alla vigilia del boom economico e Delmo vola sui seggiolini del calcinculo del luna park alla fiera di San Biagio. C'è il giradischi. Ascolta il beat emiliano dei Nomadi e dell'Equipe 84, ma anche "Let It Be" dei Beatles.