
Per tutto l'arco del suo percorso d'artista Tullio Pericoli ha ritratto il paesaggio - secondo una maniera più astratta agli inizi, e una invece molto più fisica negli ultimi tempi. Ma qui non ha voluto semplicemente raccogliere il lavoro di oltre quattro decenni, bensì costruire un libro, e prima ancora un racconto: per immagini, certo, ma anche attraverso le parole, così da mostrare in modo molto evidente che cosa nel paesaggio abbia sempre cercato e che cosa, almeno a volte, abbia trovato. Per farlo, Pericoli è ricorso essenzialmente al montaggio, accostando le tavole nell'ordine o secondo il caso che le hanno viste nascere, organizzandole in lunghi, emozionanti piani sequenza, improvvisamente intervallandole con brevi testi degli scrittori, degli artisti, dei poeti, dei pensatori che lo hanno accompagnato, anche solo con un frammento di prosa o con un verso. Il risultato è un lungo film in bianco e nero e a colori che non si riesce a smettere di guardare e rivedere, rimanendone ogni volta attratti, o sorpresi, per una ragione nuova.
L'opera intensa e monumentale di Paul Cézanne, la sua capacità di ridurre la forma ai suoi termini essenziali, pur senza dimenticare l'esperienza che gli ha consentito di scoprire la luminosità del colore, penetra nell'arte italiana del XX secolo, sia nutrendo la creatività degli artisti, sia operando una notevole suggestione a livello diffuso. Nel nostro paese l'artista francese è avvertito da un lato come un innovatore, padre del Cubismo e dell'arte pura, dall'altro come un classico, vicino ai grandi esempi della nostra tradizione. Inoltre, nell'atmosfera di rinnovamento creatasi dopo il secondo conflitto mondiale, la tendenza alla disintegrazione dell'immagine, evidente nell'ultima parte del percorso cézanniano, suggerisce vie nuove e ardite ad artisti pronti ad affrontare le esperienze dei linguaggi astratti. Questi due termini costituiscono gli estremi dell'originale indagine del volume che accompagna l'esposizione romana e che propone un confronto diretto fra le opere di Cézanne e quelle di alcuni tra i più importanti artisti italiani del XX secolo: da Umberto Boccioni, che vede la lezione del pittore francese come stimolo fondamentale nei confronti della necessità urgente di un mutamento, a Giorgio Morandi, cézanniano nella scelta dei temi, fino agli artisti che nel secondo dopoguerra, influenzati dal linguaggio ellittico dell'ultimo Cézanne, affrontano stilemi astratti o "astratto-concreti", da Afro a Scialoja, Corpora, Morlotti, Pirandello.
Quando "il Maestro" e "il Poliziotto" s'incontrano Nicola Longo è già celebre, Federico Fellini ne ha seguito le imprese sui giornali appassionandosi a una carriera fitta di operazioni sotto copertura, scontri a fuoco, ferimenti e casi risolti. Tra i due, messi in contatto da Tonino Guerra, nascono subito una reciproca fascinazione e la voglia di lavorare insieme. Il primo tentativo - un film tratto dal romanzo autobiografico di Nicola, "La valle delle farfalle" - fallisce per contrasti con il produttore Renzo Rossellini. Il regista rilancia, sa che Nicola può essere la guida perfetta per decifrare il presente dei primi anni Ottanta: un eroe senza retorica, diviso tra l'orgoglio del proprio ruolo e una nascosta amarezza, con la consapevolezza del male e dei suoi indefiniti contorni. "Poliziotto" raccoglie i sei racconti che i due produssero, con l'aiuto di Gianfranco Angelucci, chiusi nello studio di Fellini nell'estate del 1983. Longo racconta impassibile, la voce è fredda e impersonale, irresistibilmente ipnotica. Fellini ascolta e annota, nella sua mente le storie diventano l'affresco di un mondo assediato da una violenza cieca e pervasiva che tutto confonde. Sono episodi di lotta quotidiana, che attraversano i bassifondi della malavita, s'immergono nel vortice caotico del crimine e arrivano a sfiorare il fantasma dei poteri occulti. Questi racconti, sospesi in precario equilibrio tra descrizione della realtà e metafora visionaria, non diventaranno film...
Macchine surreali, metamorfosi animali e vegetali, una sequenza di invenzioni colorate commentate da una scrittura immaginaria, il "Codex Seraphinianu"s è un libro di culto, un codice miniato visionario e misterioso pubblicato originariamente nel 1981 da Franco Maria Ricci, che continua da anni ad affascinarci per la sua capacità di rivelazione. Apprezzato da storici e critici dell'arte come Federico Zeri e Vittorio Sgarbi, il "Codex" ripercorre in chiave utopica e fantastica tutti i campi dello scibile, dalla zoologia alla botanica, dalla mineralogia all'etnografia, dalla fisica alla tecnologia: uomini tenaglia, amanti-coccodrillo, uova che volano, alberi capovolti. Quest'anno, 32 anni dopo la prima edizione, Rizzoli pubblica una nuova edizione dell'opera in due versioni, trade e deluxe, arricchite da nuove tavole appositamente disegnate dall'autore e dal testo di Italo Calvino che introduceva la prima edizione.
Tra il 1494 e il 1495 Leonardo da Vinci, pictor et ingeniarius ducalis presso la corte di Ludovico il Moro a Milano, riceve l'incarico di realizzare un grande affresco nel refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie. Il soggetto, l'Ultima Cena di Nostro Signore, è tradizionale, ma l'opera - in cui Leonardo sperimenta tecniche di pittura murale a secco per eludere i limiti coloristici e di composizione posti dalla rapida esecuzione sull'intonaco fresco - segnerà un punto di svolta nella storia dell'arte. Ross King scava nei misteri del Cenacolo vinciano dipingendo a sua volta un affresco colorato e vividissimo della vita e delle vicende politiche di Milano e dell'Italia all'alba dell'era moderna, tra intrighi di potere, guerre e profondi sommovimenti politici. Attingendo a una grande messe di documenti noti e meno noti, alla sua competenza di esperto di arte rinascimentale e alla verve stilistica che ne ha fatto un apprezzato romanziere, King ci conduce insieme a Leonardo per le vie della Milano dell'ultimo decennio del Cinquecento a caccia di volti espressivi per i suoi apostoli e di libri appena giunti dalle stamperie di Venezia; sul ponteggio nel refettorio di Santa Maria delle Grazie ad applicare strati su strati di colori alla ricerca della tonalità perfetta; nei suoi alloggi in Corte Vecchia a parlare di matematica con Luca Pacioli e di architettura col Bramante, a progettare macchine volanti e a tenere a bada Gian Giacomo Capretti, il suo garzone di bottega.
Dai saggi degli autori del presente volume (Renato Balduzzi, Rossana Cuccurullo, Roberto Di Ceglie, Redi Sante Di Pol, Sira Serenella Macchietti, Carlo Nanni, Antonio Sabetta, Ignazio Sanna) si evince che educare nella postmodernità vuol dire educare in un periodo storico in cui le verità fondamentali e i modelli di comportamento proposti dalle diverse agenzie educative sono plurali e, talvolta, anche contrapposti. Nel linguaggio comune, per esempio, dire persona significa dire uomo. I due termini, persona e uomo, sono interscambiabili, e vengono usati per indicare la stessa realtà, perché la persona è l'uomo e non già una proprietà dell'uomo. Nel linguaggio comune, dunque, uomo è sinonimo di persona. Ma mentre tutti si è d'accordo su che cosa sia uomo, non tutti si è d'accordo su che cosa sia persona, su quando l'uomo cominci ad essere persona e quando cessi di esserlo. Mentre l'uomo è legato alla natura umana, alla specie, all'insieme di dati fenomenologicamente osservabili e verificabili, la persona è legata ad una interpretazione dell'essere vivente, mutuata da una visione religiosa della vita. Uomo è in rapporto alla vita come organismo biologico, determinabile, quantificabile, misurabile. Persona è in rapporto alla vita come zoe, come dinamismo interiore, come esistenza carismatica, non sempre misurabile e quantificabile.
Libro + Cd
Il libro racconta la storia della nobildonna Elisabetta Maffetti, detta Dandula dal matrimonio con l’anziano Antonio Dandolo, l’ultimo proprietario del Ridotto, la famosa casa da gioco veneziana. Dandula fu una “grande capricciosa”, titolo ricorrente nell’ultimo Settecento veneziano per designare le donne che in realtà si battevano per la propria libertà.
Con la sua inquieta vicenda biografica diede scandalo e fece molto parlare di sé dentro e fuori le aule dei tribunali.
Il libro contiene un Cd, Dieci Arie per Dandula, con musiche di Mozart, Rossini e pagine inedite di Franz Xavier Süssmayr, Joseph Schuster, Johann Gottlieb Naumann, Antonio Rossetti, Francesco Bianchi, Giuseppe Gazzaniga, Michele Carafa de Colombriano, interpretate da Susanna Armani, soprano, e Bruno Volpato al fortepiano.
Parole appassionate e dieci disegni inediti per esplorare le diverse facce dell’amore, esperienza comune e insieme intima degli uomini e delle donne. Il viaggio si muove intorno all’Eros, il “luogo” dell’incrocio di sessualità e di emozioni, mosse dal sentimento di non bastare a se stessi. Miti antichi, fiabe, poesie di ogni epoca, cantici biblici accompagnano un discorso che tenta di cogliere la complessità e il dramma dell’amore, tra felicità, sofferenze e speranze esistenziali. Al di là dei moralismi e delle spiritualizzazioni edulcorate.
Indice
Volume I
Perché amore?
Parlare d’amore, parlare dell’amore
Asimmetria
Passione d’amore, passione per l’amore
Simposio
Amore e immaginazione
Amore e potere
Maschile e femminile
Possesso
Proprietà e violenza
Figlio e padrone
Educazione sentimentale
L’incanto della ripetizione
Religione
Amore, etica, giustizia
In breve
Per approfondire
Volume II
Questo libro che non è un libro
"Una farfalla che vola leggera... il sapore dell'uva rubato a un filare... un sogno che più non ritrovi": sono questo, e molto altro, le canzoni di Francesco Guccini. Sono la colonna sonora di più generazioni, raccontano quello che si lascia e si conquista quando si diventa grandi, parlano dei cambiamenti, del mondo a volte crudele che ci circonda, di una consapevolezza che si disvela per squarci improvvisi. Sono una scatola magica per adulti e bambini: custodiscono storie per tutti, in cui tutti possono riconoscere la propria storia. Capolavori senza tempo, poesie per ogni età. "Una canzone", "Culodritto", "Il vecchio e il bambino", "Auschwitz", "Piccola città", "E un giorno...", "L'ultima volta", dalla ricca produzione dell'artista sette canzoni, sette poesie sul tema dell'infanzia, del ricordo e del sogno, illustrate da Alessandro Sanna. Età di lettura: da 9 anni.
Questo volume è dedicato al legame tra l'uomo contemporaneo e i territori che abita, così come è stato affrontato dalla fotografia italiana dagli anni Settanta fino ai giorni nostri. Molti sono i fotografi che hanno posto al centro del loro lavoro la riflessione sulle grandi trasformazioni che hanno investito il paesaggio contemporaneo e sulla mutata condizione sociale ed esistenziale che ne consegue. Grazie alla profondità della loro opera essi hanno influito sugli sviluppi non solo della fotografia, ma più in generale della cultura visiva e, per certi aspetti, della cultura urbanistica e letteraria italiana. Infatti l'interesse così a lungo rivolto dai fotografi al rapporto tra l'uomo e l'ambiente non ha soltanto avuto un significato di tipo topografico, di "misurazione" e di "descrizione" dei luoghi, ma ha anche contribuito e continua a contribuire alla non facile definizione della identità culturale italiana, sempre in tensione tra natura, arte, città cariche di bellezza e disarmonico e aggressivo sviluppo economico, tra passato che non passa e contemporaneità difficile da conquistare, tra antiche radici e spinte improvvise indotte dal recente processo di globalizzazione. Il libro, sorto dall'iniziativa di due istituzioni italiane, il Museo di Fotografia Contemporanea e Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea, intende studiare e porre in relazione le molte produzioni fotografiche nate negli anni, le diverse figure di artisti, dai maestri ai giovani...
Cosa si intende quando si parla di arte moderna? Perché la si ama o la si detesta? Perché vale così tanti soldi? Gompertz, curatore delle trasmissioni d'arte della BBC, divertente, eccentrico e nello stesso tempo autorevole storico dell'arte, accompagna il lettore in un tour che cambierà il modo di concepire l'arte moderna. Dalle ninfee di Monet ai girasoli di Van Gogh, dal barattolo di zuppa Campbell di Warhol al pescecane di Damien Hirst l'autore racconta le storie nascoste dietro ogni capolavoro, rivela la vita e perfino aspetti sconosciuti di artisti famosissimi anche attraverso dialoghi immaginati. Scopriremo come l'Arte concettuale non è spazzatura, Picasso è un genio (ma Cezanne ancora meglio), Pollock non è solo pittura a goccia, il cubismo non ha cubi, l'orinatoio di Duchamp ha cambiato il corso dell'arte, e un bambino di 5 anni non può fare le stesse cose. Irriverente e sempre schietto, supera il linguaggio pretenzioso dell'arte e risponde a tutte le domande che il lettore sarebbe troppo imbarazzato per fare. L'autore sintetizza la sua storia dell'arte attraverso una mappa della metropolitana di Londra dove al posto delle fermate ci sono le correnti artistiche e gli artisti che ne fanno parte. Inserita nel volume come apertura, si può ritagliare e portare sempre con sé.
Con la verve e l'ironia che lo contraddistinguono Diego Abatantuono si racconta, ripercorrendo aneddoti, storie d'amore e di amicizia dietro le quinte dei suoi film, dove i sapori della cucina sono il filo rosso che unisce tutti i ricordi. In ogni capitolo, dedicato a un film o all'incontro con un attore o regista, vengono narrati episodi e vicende legati a quel momento e sempre "conditi" dai cibi assaporati; di alcuni dei piatti citati viene poi ricostruita e proposta la ricetta vera e propria. Così dal baule dei ricordi escono una mitica cena organizzata da Ugo Tognazzi, una festa mancata alla fine delle riprese di Mediterraneo, le esperienze gastronomiche con Paolo Villaggio, il pane e cicoria mangiato con Depardieu, ma anche i ricordi di Diego bambino, quando andava con il nonno Paolo e il papà Matteo a spasso per cinema e osterie. Ne risulta un Abatantuono inconsueto, accompagnato da fotografie in gran parte inedite che restituiscono l'atmosfera e il profumo delle storie narrate: un viaggio nella memoria dove cinema, cucina, amori, amicizia sono indissolubilmente legati tra loro con allegria e leggerezza.