
"Una farfalla che vola leggera... il sapore dell'uva rubato a un filare... un sogno che più non ritrovi": sono questo, e molto altro, le canzoni di Francesco Guccini. Sono la colonna sonora di più generazioni, raccontano quello che si lascia e si conquista quando si diventa grandi, parlano dei cambiamenti, del mondo a volte crudele che ci circonda, di una consapevolezza che si disvela per squarci improvvisi. Sono una scatola magica per adulti e bambini: custodiscono storie per tutti, in cui tutti possono riconoscere la propria storia. Capolavori senza tempo, poesie per ogni età. "Una canzone", "Culodritto", "Il vecchio e il bambino", "Auschwitz", "Piccola città", "E un giorno...", "L'ultima volta", dalla ricca produzione dell'artista sette canzoni, sette poesie sul tema dell'infanzia, del ricordo e del sogno, illustrate da Alessandro Sanna. Età di lettura: da 9 anni.
Questo volume è dedicato al legame tra l'uomo contemporaneo e i territori che abita, così come è stato affrontato dalla fotografia italiana dagli anni Settanta fino ai giorni nostri. Molti sono i fotografi che hanno posto al centro del loro lavoro la riflessione sulle grandi trasformazioni che hanno investito il paesaggio contemporaneo e sulla mutata condizione sociale ed esistenziale che ne consegue. Grazie alla profondità della loro opera essi hanno influito sugli sviluppi non solo della fotografia, ma più in generale della cultura visiva e, per certi aspetti, della cultura urbanistica e letteraria italiana. Infatti l'interesse così a lungo rivolto dai fotografi al rapporto tra l'uomo e l'ambiente non ha soltanto avuto un significato di tipo topografico, di "misurazione" e di "descrizione" dei luoghi, ma ha anche contribuito e continua a contribuire alla non facile definizione della identità culturale italiana, sempre in tensione tra natura, arte, città cariche di bellezza e disarmonico e aggressivo sviluppo economico, tra passato che non passa e contemporaneità difficile da conquistare, tra antiche radici e spinte improvvise indotte dal recente processo di globalizzazione. Il libro, sorto dall'iniziativa di due istituzioni italiane, il Museo di Fotografia Contemporanea e Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea, intende studiare e porre in relazione le molte produzioni fotografiche nate negli anni, le diverse figure di artisti, dai maestri ai giovani...
Cosa si intende quando si parla di arte moderna? Perché la si ama o la si detesta? Perché vale così tanti soldi? Gompertz, curatore delle trasmissioni d'arte della BBC, divertente, eccentrico e nello stesso tempo autorevole storico dell'arte, accompagna il lettore in un tour che cambierà il modo di concepire l'arte moderna. Dalle ninfee di Monet ai girasoli di Van Gogh, dal barattolo di zuppa Campbell di Warhol al pescecane di Damien Hirst l'autore racconta le storie nascoste dietro ogni capolavoro, rivela la vita e perfino aspetti sconosciuti di artisti famosissimi anche attraverso dialoghi immaginati. Scopriremo come l'Arte concettuale non è spazzatura, Picasso è un genio (ma Cezanne ancora meglio), Pollock non è solo pittura a goccia, il cubismo non ha cubi, l'orinatoio di Duchamp ha cambiato il corso dell'arte, e un bambino di 5 anni non può fare le stesse cose. Irriverente e sempre schietto, supera il linguaggio pretenzioso dell'arte e risponde a tutte le domande che il lettore sarebbe troppo imbarazzato per fare. L'autore sintetizza la sua storia dell'arte attraverso una mappa della metropolitana di Londra dove al posto delle fermate ci sono le correnti artistiche e gli artisti che ne fanno parte. Inserita nel volume come apertura, si può ritagliare e portare sempre con sé.
Con la verve e l'ironia che lo contraddistinguono Diego Abatantuono si racconta, ripercorrendo aneddoti, storie d'amore e di amicizia dietro le quinte dei suoi film, dove i sapori della cucina sono il filo rosso che unisce tutti i ricordi. In ogni capitolo, dedicato a un film o all'incontro con un attore o regista, vengono narrati episodi e vicende legati a quel momento e sempre "conditi" dai cibi assaporati; di alcuni dei piatti citati viene poi ricostruita e proposta la ricetta vera e propria. Così dal baule dei ricordi escono una mitica cena organizzata da Ugo Tognazzi, una festa mancata alla fine delle riprese di Mediterraneo, le esperienze gastronomiche con Paolo Villaggio, il pane e cicoria mangiato con Depardieu, ma anche i ricordi di Diego bambino, quando andava con il nonno Paolo e il papà Matteo a spasso per cinema e osterie. Ne risulta un Abatantuono inconsueto, accompagnato da fotografie in gran parte inedite che restituiscono l'atmosfera e il profumo delle storie narrate: un viaggio nella memoria dove cinema, cucina, amori, amicizia sono indissolubilmente legati tra loro con allegria e leggerezza.
Con questo libro, Lewis Mumford disegna una mappa dell'evoluzione della cultura occidentale. Un'opera imponente che, a cinquant'anni dalla sua prima edizione italiana, mantiene intatte l'esattezza della visione e l'energia della scrittura. Mumford, sociologo per formazione, ma intellettuale nel senso pieno del termine, integra le metodologie e i saperi utilizzando gli strumenti della sociologia e dell'economia, della storia dell'arte e della filosofia. Raccontare la storia della città - studiarne le origini, decifrarne il valore simbolico, interrogarsi sul suo destino - significa dunque ricostruire la storia della civilizzazione, dai primi centri abitati dell'Egitto e della Mesopotamia fino alle metropoli moderne. La città è il luogo dove prendono forma le regole della vita comunitaria, dove il patrimonio delle civiltà si moltiplica, dove l'esperienza umana si tramuta in segno leggibile e la Storia inizia il suo cammino. Anche nel rigore della ricostruzione storica, lo sguardo e la vasta erudizione dell'autore sono però rivolti al presente, alla crisi ecologica e sociale provocata dall'urbanizzazione e ai futuri possibili che tutti siamo chiamati a costruire. È la passione civile a muovere e organizzare l'erudizione di Mumford, a segnare la nitidezza, a tratti poetica, del suo stile e a fare di "La città nella Storia" non solo un testo di riferimento, ma un classico di grande attualità.
"Qualche parola sul Tempo. Su Cronos dei Greci, superstite e duraturo nelle nostre 'cronologie'. Qualche lettura iconografica: da immagine a parola. Trasposizioni e proiezioni, desunte qua e là dall'arte figurativa occidentale che si è misurata con la rappresentazione dell'impossibile. Cogliendo il Tempo di profilo; descrivendone l'impronta al seguito delle sue orme invisibili, tenui come l'ombra che s'allontana, pesanti come la Morte che si avvicina, distogliendo l'attenzione dal fratello, il Sonno, che vorrebbe prescindere dal Tempo. Impronte frequenti come le vite dopo altre vite. Ombre dopo ombre." L'arte classica non raffigurava il Tempo. Il Tempo trascorre; il Tempo è invisibile e inafferrabile nella sua velocità. La cultura medievale, rinascimentale e barocca diede invece "forma" in immagine al Tempo, come all'Eternità di cui esso è preambolo. Lo rappresentò come Padre degli Dei e come ultimo dei sette Pianeti "erranti" in cielo. È Saturno, il vecchio lento e zoppo con la clessidra in mano che divora i figli da lui stesso generati. È il dio della semina che miete i giorni con la sua falce, uguale a quella della Morte. È l'astro della Melanconia e della genialità al quale allo scadere dell'epoca moderna Giambattista Tiepolo più d'ogni altro seppe dare il volto sfuggente di chi perennemente trascorre, lasciando nell'arte un'orma visibile e duratura.
Il 27 luglio 1890, in un campo nei pressi di Auvers, Van Gogh si spara un colpo di pistola, che però non lede alcun organo vitale, tant'è vero che egli riesce a trascinarsi a piedi fino alla locanda dove alloggia. Il dottor Gachet, amico degli artisti e suo protettore, non tenta di estrarre la pallottola, e anziché far trasportare il paziente all'ospedale lo lascia morire. Secondo Pierre Cabanne, il dottor Gachet sarebbe quindi il vero responsabile della morte di Van Gogh. Attraverso la minuziosa analisi delle spesso contraddittorie testimonianze raccolte all'epoca della tragedia, Cabanne avanza la sua provocatoria tesi, rafforzata anche da uno strano incontro avuto con il figlio di Gachet, Paul, che si era avvicendato con il padre al capezzale del ferito.
"È in Italia, nel Quattrocento, che risiede principalmente l'interesse della Rinascenza - in quel solenne Quattrocento, che non si studierà mai abbastanza non solo pei suoi resultati positivi nel campo dell'intelletto e della fantasia, le sue concrete opere d'arte, le sue tipiche figure eminenti, col loro profondo fascino estetico, ma pel suo spirito e pel suo carattere in genere, per le qualità etiche di cui esso offre un modello perfetto. Le varie forme d'attività intellettuale che insieme costituiscono la cultura di un'età, muovono per la maggior parte da punti di partenza differenti, e seguono cammini distinti. Come prodotti d'una medesima generazione esse invero partecipano d'un carattere comune, e inconsciamente s'illustrano a vicenda; ma quanto agli artefici stessi, ogni lor gruppo è solitario, e consegue quei vantaggi o subisce quegli svantaggi che possono esserci nell'isolamento intellettuale. Il Quattrocento in Italia è una di queste epoche felici, e quel che talora si dice dell'età di Pericle è vero per quella di Lorenzo il Magnifico: è un'epoca fertile di personalità, multilaterale, accentrata, completa. Qui artisti e filosofi e coloro che l'azione del mondo ha elevato e reso acuti, non vivono nell'isolamento, ma respirano un'aria comune, e ricevono luce e calore gli uni dai pensieri degli altri. L'unità di questo spirito conferisce unità a tutti i vari prodotti della Rinascenza".
Il volume di Hugo Brandenburg, pubblicato per la prima volta da Jaca Book nel 2004 ed esaurito da vari anni, è diventato l'opera di riferimento internazionale sulle prime chiese di Roma, straordinario fenomeno edilizio che, a seguito dell'editto di Milano del 313, emanato da Costantino e dal coreggente Licinio, rese Roma il primo centro di espressione e diffusione di quella nuova arte che definiamo "paleocristiana". La presente riedizione integra le scoperte recenti e le nuove interpretazioni dell'autore. Il testo è ampliato e in gran parte riscritto. Il volume documenta i restauri condotti negli ultimi anni e aggiorna in modo sostanziale il ricchissimo apparato iconografico con nuovi disegni, planimetrie, assonometrie, sezioni, alzati e documenti storici. L'opera inoltre è arricchita da un'apposita campagna fotografica da elicottero che permette di vedere i monumenti nel loro insieme.
Questo libro è un vero e proprio viaggio all'interno di se stessi, alla ricerca delle sorgenti della propria creatività. è un libro sull'arte nel senso più profondo del termine, sul perché facciamo arte e su che cosa apprendiamo quando la facciamo. "Il gioco libero della vita" è rivolto a tutti coloro che vogliono entrare in contatto con le fonti della propria energia spirituale e accrescere la propria creatività. Per raggiungere questi obiettivi, l'autore integra i più svariati materiali provenienti da molteplici campi disciplinari: arti, scienze e tradizioni spirituali dell'intera umanità. Nell'utilizzare aneddoti e storie illuminanti, ci mostra con chiarezza come la creatività sgorghi effettivamente da noi, ma anche quanto facilmente l'ispirazione possa essere bloccata o deviata dagli inevitabili accadimenti della vita. Ma questi blocchi possono essere rimossi - e questo libro ci insegna come - per finalmente creare esprimendo la nostra vera voce.
Immorale, assassino, folle. Geniale, profetico, rivoluzionario. Chi era davvero Caravaggio? Sono ancora molti i misteri che circondano la figura sfuggente e controversa di Michelangelo Merisi. Lo storico dell'arte Costantino D'Orazio fa luce sulle ombre che circondano l'artista rileggendone i capolavori con stile immediato e accattivante. Un viaggio nel tempo per rivivere le atmosfere dell'epoca e scoprire i seducenti e ingannevoli giochi di prestigio che il pittore usa per nascondere significati più profondi all'interno delle sue opere. Caravaggio non dipinge per soldi, passione o necessità: l'obiettivo che indirizza ogni sua scelta è la conquista dell'immortalità. E per diventare immortali non basta saper dipingere bene. Per capire veramente Caravaggio occorre abbandonare la via dell'interpretazione canonica e guardare i suoi capolavori con occhi nuovi, per non lasciarsi sfuggire i molti indizi e misteri che ha disseminato nelle sue tele. Aggiornato alle scoperte più recenti sull'artista, "Caravaggio segreto" è un saggio alla scoperta del più irriverente pittore italiano. Chi ama il Merisi e vuole saperne di più potrà entrare in contatto ravvicinato con il suo mondo. Chi, invece, pensa già di conoscerlo bene sarà coinvolto in un percorso iniziatico per apprezzare in modo nuovo le sue opere: come se le vedesse per la prima volta.

