
Il volume raccoglie una serie di articoli di Mons. Marco Agostini riguardanti alcune delle più significative opere d'arte presenti nella Basilica di San Pietro in Vaticano. L'autore ci accompagna nel cuore della Basilica e con grande sensibilità permette al lettore di comprendere il testo evangelico, la sua leggendaria trasfigurazione, la devozione popolare, il contesto storico, mantenendo comunque la quella necessaria brevità e la facilità di rappresentazione, che sono i caratteri distintivi dell'articolo. Un volume utile sia per gli appassionati di arte sacra, sia per coloro che si avvicinano per la prima volta ai capolavori della Basilica di San Pietro.
Questo saggio, del filosofo britannico Roger Scruton dedicato alla musica, prende in esame tutti gli aspetti relativi alla funzione che essa svolge nella cultura fin dai tempi remoti in cui essa ha fatto la sua comparsa. La musica imita gli stati umani, o i gesti del corpo, o qualsiasi altra cosa che ha a che fare con l'uomo? o essa ha solo una valenza naturale e fisica completamente disarticolata dalla sua funzione di trasmettere sensazioni e impressioni attraverso un linguaggio non convenzionale? Nella musica si esprime metaforicamente, come nella poesia o nell'arte pittorica, uno stato d'animo o una percezione fisica o spirituale? La materia prima della musica è il suono, e la musica è un'arte del suono. Ci sono altre arti del suono, come la poesia (l'arte del suono fonetico) e l'arte del paesaggio sonoro (parte della progettazione di giardini e fontane). La poesia dipende da come è stato preventivamente organizzato il suono come linguaggio; le fontane dipendono dal rapporto tra il suono e il suo contesto fisico. La musica non fa affidamento né sull'ordine linguistico, né sul contesto fisico, ma sull'organizzazione e l'armonia che si percepisce nel suono stesso.
Chiara Stoppa, attrice, ha solo ventisei anni quando, nel 2005, le viene diagnosticato un tumore. Dopo due devastanti cicli di chemioterapia giunge il verdetto che non avrebbe mai voluto sentire: il suo male guarisce nell'85 percento dei casi, ma lei rientra nell'altro 15 percento. L'unica speranza, ora, è un trapianto. Chiara, che ha vissuto l'intera esperienza della malattia come sotto una campana di vetro, inizia a pensare a cosa dire ai suoi amici, alle persone a lei care, a come salutarle per sempre. Ma a quel punto, dopo un anno di torture, quella stessa campana di vetro si infrange: Chiara decide che è meglio alzarsi dal letto, riprendere possesso del proprio corpo, decide, insomma, che è meglio vivere. Così avvia un percorso di guarigione che ha del miracoloso, se si considera che è qui a raccontarlo. E in questo racconto, in cui la paura non riesce mai a spegnere del tutto la speranza, Chiara si mette in gioco con l'umiltà di dire che la sua è solo una delle scelte possibili. Un tumore ti cambia: cambia la tua routine, il tuo modo di vivere, di respirare, di stare con gli altri. Ma si può scegliere come relazionarsi con esso, ascoltando il proprio corpo per decidere quale sia la soluzione più adatta. Le persone sono diverse, e diverse possono essere le cure. Dalla sua esperienza Chiara Stoppa ha tratto un monologo teatrale privo di retorica ma pieno di energia, di ironia, con una carica vitale contagiosa.
Immorale, assassino, folle. Geniale, profetico, rivoluzionario. Chi era davvero Caravaggio? Sono ancora molti i misteri che circondano la figura sfuggente e controversa di Michelangelo Merisi. Lo storico dell'arte Costantino D'Orazio fa luce sulle ombre che circondano l'artista rileggendone i capolavori con stile immediato e accattivante. Un viaggio nel tempo per rivivere le atmosfere dell'epoca e scoprire i seducenti e ingannevoli giochi di prestigio che il pittore usa per nascondere significati più profondi all'interno delle sue opere. Caravaggio non dipinge per soldi, passione o necessità: l'obiettivo che indirizza ogni sua scelta è la conquista dell'immortalità. E per diventare immortali non basta saper dipingere bene. Per capire veramente Caravaggio occorre abbandonare la via dell'interpretazione canonica e guardare i suoi capolavori con occhi nuovi, per non lasciarsi sfuggire i molti indizi e misteri che ha disseminato nelle sue tele. Aggiornato alle scoperte più recenti sull'artista, "Caravaggio segreto" è un saggio alla scoperta del più irriverente pittore italiano. Chi ama il Merisi e vuole saperne di più potrà entrare in contatto ravvicinato con il suo mondo. Chi, invece, pensa già di conoscerlo bene sarà coinvolto in un percorso iniziatico per apprezzare in modo nuovo le sue opere: come se le vedesse per la prima volta.
Non compaiono quasi mai in televisione, non hanno voce sui grandi giornali, non sono incoraggiate dai partiti che governano il Paese, eppure chi ha occhi per vedere li può scoprire ogni giorno: attorno a quella piccola chiesa, a quella scuola, a quella statua, a quell'archivio impolverato e mal custodito. Eccola l'Italia da salvare. Non l'Italia delle opere d'arte, delle chiese, delle piazze, ma l'Italia delle persone che, unendosi, se ne prendono cura. Come in ogni terra di questo mondo, ciò che c'è da salvare è soltanto il fatto che una persona possa unirsi a un'altra persona, e poi ancora a un'altra, e nell'insieme possano dire: noi ci prendiamo cura di questo, noi lo amiamo, noi gli daremo significato, noi gli daremo futuro. La comunità nasce in quel momento: dal mettere in comunione una cosa che sembra di nessuno mentre invece il suo senso, la sua memoria, la sua consistenza sopravvivono nelle mani, nelle premure, nelle attenzioni, nelle vite di molti che noi neanche conosciamo. Un libro, che è anche un viaggio, attraverso alcune delle esperienze di fraternità e di comunione più fervide che si possano conoscere nelle regioni d'Italia.
Niente è più astratto e sfuggente della nostra identità e nello stesso tempo niente è più esposto al giudizio altrui, è più concreto e visibile. A cominciare dal volto, la prima immagine di noi stessi. Da quasi due secoli la fotografia è legata alla nostra stessa idea di identità. Tutti portiamo con noi un documento con il nostro volto e abbiamo fotografie delle persone che più amiamo. Il rapporto emozionale che stringiamo con queste immagini è talmente complesso da farci rifiutare, qualche volta, i nostri stessi ritratti. Non ci riconosciamo, anche se bastano pochi anni per trovare sorprendentemente migliorate fotografie che prima detestavamo. Perché la fotografia è come la memoria: cambia. Non resta immobile, ma si trasforma sulla base della storia di ciascuno e dell'idea che si ha di se stessi.
"Mi sento inquieta, non riesco a stare ferma, quindi vado nello studio. A fare cosa ancora non so. Fisso lo scaffale, sposto i libri, come se cercassi qualcosa, e sto quasi cominciando a innervosirmi, quando intravedo una scatola di legno scuro. E un tuffo al cuore. In un attimo, mi scorrono davanti agli occhi lettere, telegrammi, biglietti, fotografie". Sono parole di Sophia Loren, la nostra attrice più amata, che fino a oggi non si era mai raccontata in un libro. Ma è stato forse l'avvicinarsi di un compleanno importante, o la casualità di ritrovare una scatola di lettere e fotografie, che ora l'ha spinta a farlo. Così è nata questa autobiografia in cui si dipana la vita di una bambina magra e scura scura, una ragazza insicura ma tanto bella "da far resuscitare i morti", una giovane napoletana che in pochi anni conquista il mondo. Quella di Sophia Loren, più che una storia, sembra una favola, compresa di balli, grandi prove e principi azzurri. Eppure, dietro la star, sorride una donna timida e determinata, che ha sofferto tanto, ha lavorato moltissimo, ha amato con passione autentica, sempre tinta di ironia. È lei a riportarci alla sua Pozzuoli dilaniata dalla guerra, alla Cinecittà dei primi kolossal americani, alla Napoli in bianco e nero di De Sica. Ma ci porta anche dietro le quinte, dove batte il suo cuore di moglie, madre, nonna, intorno alla famiglia che, da sempre, considera il suo film migliore.
"Ibsen, Shakespeare, Brecht..." Quando gli insegnanti del Centro universitario teatrale gli sottoposero una lista di autori da portare in scena, il giovane Luigi Proietti per poco non svenne: non ne aveva mai sentito nominare nessuno. Come tanti ragazzi cresciuti nella periferia della capitale, all'ombra del boom economico, Proietti pensava soprattutto alla musica e guardava all'America. Per lui l'unico palco era quello dei night club, dove suonava e cantava insieme agli amici di sempre. Si era iscritto per gioco a quel corso di recitazione, spinto dalla voglia di qualcosa di diverso: non poteva immaginare che quel "gioco" gli avrebbe cambiato la vita. Il "cantante dalla voce ritmico-melodica-moderna" dimostra subito una versatilità senza precedenti, un potenziale che esprimerà al meglio in "A me gli occhi, please" e negli altri one-man show scritti con Roberto Lerici, dei tour de force nei quali salta dal dramma al varietà lasciando il pubblico a bocca aperta. E in cinquant'anni di carriera Proietti ha conquistato generazioni di spettatori, contaminando la cultura "alta" e quella "bassa" senza pregiudizi. In "Tutto sommato" ci restituisce quella voglia di mischiare le carte in tavola, intrecciando le gioie della vita a quelle del palco e lasciando sempre sullo sfondo la sua Roma, città eterna e fragile, tragica e ironica, cinica e innamorata.
Una delle firme dell'alta moda italiana, il fondatore di Costume National, ci racconta l'origine della sua formazione in Giappone. Un viaggio nella moda che è un viaggio nell'anima delle tradizioni, tra Puglia e Zen. È il 1983 quando Ennio Capasa, poco più che ventenne, lascia la sua Puglia per Tokyo. Lì incontra Yohji Yamamoto, uno dei geni della moda degli anni ottanta, un uomo che ha sovvertito i principi della moda europea introducendo l'idea e la sottile atmosfera di un equilibrio di stile, materiali e portamento che ha influenzato gli anni successivi in misura esponenziale. L'atelier di Yamamoto è quasi un "tempio" ed è lì che Capasa inizia a capire le profonde differenze tra il mondo da cui proviene e quello in cui è arrivato. Differenze che non riguardano solo gli aspetti materiali del Giappone (la tecnologia, il cibo, i terremoti...) ma quelli più essenzialmente culturali: il carattere gerarchico e militaristico della società, il modo di lavorare, perfino il modo di fare sesso. Pochi anni dopo, Costume National diventerà protagonista delle sfilate mondiali e l'educazione estetica di Capasa avrà già i tratti inconfondibili che hanno decretato il suo successo internazionale.
A partire dal restauro recentemente portato a termine dal testamento e dell'inventario di Arcangelo Corelli, e sulla base di un rigoroso studio delle fonti documentarie e iconografiche, il volume introduce, nell'ambito delle celebrazioni del terzo centenario della morte di Corelli, alla figura di questo eccelso violinista e compositore tra i maggiori del suo tempo.
Il volume valorizza l'atteggiamento dei cristiani nei confronti del creato visto come dono prezioso da rispettare e preservare. Attraverso un approccio storico, letterario e biblico l'autore ripercorre il magistero dei Papi e l'esempio dei Santi in riferimento al creato e al degrado ambientale. Il sorriso al quale allude il titolo è il sorriso di Gesù che risplende nelle bellezze della terra. Come invito alla lettura e all'approfondimento, questo libro è uno stimolo rivolto ai credenti affinché si uniscano a coloro che si battono contro il degrado dell'ambiente e contro il consumismo. Il volume è ricco di immagini e documentazioni.
Nel corso degli anni Flavio Caroli ha indirizzato le proprie ricerche in particolare all'indagine della linea introspettiva che caratterizza l'arte occidentale, ricerche ampliatesi nello studio del confronto con le altre tradizioni figurative. Con questo volume coglie l'occasione per creare uno strumento di sintesi su questo fondamentale argomento. Da sempre attento indagatore dei "primari" dell'arte figurativa, Flavio Caroli, attraverso un lungo percorso di ricerca, arriva a identificare come "primario dei primari" la linea introspettiva dell'arte occidentale. In questo volume si raccolgono, in ordine cronologico, i testi più significativi che in quarant'anni Caroli ha dedicato all'argomento, esplorando l'opera degli artisti che più di altri hanno incarnato questa linea introspettiva: da Leonardo - con cui nasce l'arte moderna - Lotto, Correggio, Sofonisba Anguissola, Fede Galizia, Caravaggio, Giuseppe Bazzani su su fino agli interpreti del Gran Teatro del mondo settecentesco, all'Ottocento francese, ai protagonisti del Novecento e delle Avanguardie degli anni Ottanta.