
Il Vaticano è una delle meraviglie del mondo. I suoi palazzi e i suoi musei, che accolgono ogni anno oltre 5 milioni di visitatori, custodiscono opere d'arte celeberrime. Vaticano è una celebrazione delle straordinarie collezioni vaticane. Presenta tutte le opere dei grandi maestri attualmente esposte, come i capolavori di Michelangelo, Leonardo, Caravaggio, Raffaello, Beato Angelico, Giotto, Poussin, Tiziano e Pinturicchio, oltre a più di 300 sculture, carte geografiche, arazzi, manoscritti e altri manufatti. II libro si articola in 22 sezioni relative ai musei e a diverse aree del Vaticano, come la Pinacoteca, la Cappella Sistina, le Stanze di Raffaello, l'Appartamento Borgia, i Palazzi Vaticani e la basilica di San Pietro. Le 976 opere d'arte riprodotte nel volume - fra queste, 661 dipinti esposti nella collezione permanente di pittura e 315 altri capolavori - sono accompagnate da una didascalia che riporta il nome dell'artista con le date di nascita e di morte, il titolo e la data di esecuzione, il supporto utilizzato, le dimensioni e, ove possibile, il numero di catalogazione. I dipinti più importanti, 180 in tutto, e altre opere d'arte sono oggetto di schede critiche compilate dalla storica dell'arte Anja Grebe che descrivono le caratteristiche salienti dell'opera, le fonti di ispirazione e le tecniche adottate dall'artista, oltre a fornire informazioni sulla biografia di quest'ultimo e sul suo influsso sulla storia dell'arte. Introduzione di Ross King.
Tema conduttore del volume è l’amore raccontato attraverso le icone russe. Il libro presenta magnifiche riproduzioni d’arte accompagnate da commenti e didascalie.
Le icone selezionate per il volume ci parlano di amore e tenerezza, quella tenerezza che riecheggia con sorprendente frequenza e intensità nel magistero di Papa Francesco, che vi ritorna più volte delineandone i contorni e indicandone la strada. Nel linguaggio iconografico la tenerezza descrive un’immagine che costituisce
la suprema sintesi del rapporto che stringe il Creatore alla sua creatura. Ogni icona è in certo qual modo icona della «tenerezza» di Dio all’uomo e della possibilità umana di rispondere alla tenerezza divina; solamente in questo rapporto diviene possibile agli stessi credenti testimoniare la salvezza. Un vero museo d’arte nella propria libreria e un’ottima idea regalo.
L'autrice
Giovanna Parravicini è responsabile dell’edizione russa della rivista «La Nuova Europa» e ricercatrice presso la Fondazione Russia Cristiana. Da anni cura le pubblicazioni di La Casa di Matriona, casa editrice della fondazione, con particolare attenzione alla storia della Chiesa in Russia nel XX secolo e alla storia dell’arte bizantina e russa. Tra le sue pubblicazioni, Lituania popolo e Chiesa, La Casa di Matriona 1984; Ave Gioia di tutto il creato, Gribaudi 1988; Julija Danzas, La Casa di Matriona 200; Vita di Maria in Icone, San Paolo 2001; Cirillo Metodio, Famiglia Cristiana 2004. Ha infine curato una Storia dell’icona in Russia in 5 volumi.
Il museo comunica poco e male: esporre fisicamente i pezzi non basta a raggiungere l'obiettivo, primario per l'esistenza stessa della struttura museale, di trasmettere cultura ai visitatori. Eppure l'arte è cultura per eccellenza. Applicando la teoria della comunicazione a quei particolari segni che sono le opere d'arte, questo volume analizza sistematicamente il museo e denuncia come la sua struttura e organizzazione siano incompatibili con le esigenze di una comunicazione efficace. Occorre aprire il museo alle enormi potenzialità connesse a un uso appropriato e intelligente delle nuove tecnologie e cominciare finalmente a esporre per comunicare. Testo di riferimento delle problematiche relative ai musei e alla valorizzazione dei beni culturali, il volume in questa nuova edizione ha conservato invariato il suo impianto teorico ma ha subito una profonda revisione nella sua parte applicativa che ha tenuto conto sia delle numerose nuove esperienze realizzatesi negli ultimi dieci anni sia dell'evoluzione delle tecnologie digitali.
"La vita non è in rima" vuol dire da un lato che i conti non sempre tornano. Dall'altro che, per fortuna, non siamo costretti a vivere secondo uno schema precostituito. E anche questo libro ha uno schema libero. Al centro c'è la scrittura di Ligabue, in tutte le sue forme. Si parte dalle parole - delle sue canzoni, dei suoi libri, dei suoi film - e si arriva a parlare del suo modo di vedere il mondo. La lingua e il dialetto, la famiglia e la politica, il dolore, la speranza, l'arte, il calcio, il sesso, l'amore, l'amicizia, la memoria, la felicità di riuscire a sentirsi - anche solo per un momento - "leggero, nel vestito migliore, nella testa un po' di sole ed in bocca una canzone". Dentro la scrittura di Ligabue c'è una scelta delle parole che rappresenta un punto di vista sulla vita. Ma soprattutto c'è tanta musica, che trasforma e amplifica il senso di ogni parola. Perché per ogni cosa detta c'è sempre un motivo e quel motivo è spesso il modo in cui la canzone ci entra nelle vene, diventa parte di noi. Un libro pieno di spunti sorprendenti - di acume, di dolcezza, di ironia - che farà scoprire Luciano Ligabue a chi ancora non lo conosce bene, ma stupirà anche chi (come ognuno dei suoi tantissimi fan) pensa di sapere già tutto di lui.
Possono dei capolavori settecenteschi illuminare il presente, delineando una mappa di sentimenti ed eros tuttora attuale? Attraverso la trilogia di opere creata col librettista Lorenzo Da Ponte, Wolfgang Amadeus Mozart ha dimostrato di sì. In quel corpus miracoloso costituito da "Nozze di Figaro", "Don Giovanni" e "Così fan tutte", il compositore ha scandagliato profeticamente ogni aspetto dell'amore, affrontando problemi come la violenza sulla popolazione femminile e la trappola in cui cadono le "donne che amano troppo". Ha prospettato temi avveniristici come la possibilità di amare più persone, il sesso in adolescenza e nella quarta età, la scelta di essere single, la propensione alla bisessualità. Le autrici esplorano, con rigore scientifico e prosa leggera e acuminata, questo perfetto congegno musicale tripartito: ne legano i contenuti politici e sociali alla vita di Mozart (ai suoi rapporti, alle sue frequentazioni, alle sue letture), mettono a fuoco l'anticonformismo e la preveggenza delle figure femminili, seguono le indicazioni sull'innocenza dell'adulterio dettate dallo scambio di coppie in "Così fan tutte", mostrano i falsi miti del dongiovannismo. Ne deriva un universo che parla agli eterosessuali e agli omosessuali, a chi ha conquistato un'estasi monogamica non obbligata, ai poliamoristi in guerra con l'ipocrisia e agli amanti clandestini refrattari alla mistica della trasparenza.
Ognuno ha un suo classico, ha detto Garboli, cioè "un compagno di veglia, un segreto e inseparabile interlocutore". Il suo, non c'è dubbio, è stato Molière, cui ha dedicato, nel corso di oltre un trentennio, memorabili saggi e rivoluzionarie traduzioni, sino a diventarne "interprete accanito e quasi maniacale". Sempre, occorrerà aggiungere, in un'ottica acutamente teatrale. Non a caso, radunando nel 1976 cinque testi molieriani, Garboli sottolineava di voler offrire "cinque copioni al teatro italiano di oggi, nella presunzione che il teatro di Molière sia portatore di un sistema di idee, di un messaggio che ci è oggettivamente contemporaneo". Epicentro di quel sistema di idee è per lui Tartufo, oltraggiosa figura di servo che - infrangendo "l'antica, dura legge teatrale che fa dell'intelligenza dei servi un privilegio infruttuoso" si cimenta nell'impossibile impresa di farsi padrone, e che dalla servitù si libera "con l'esercizio salutare, rassicurante, medico della politica": sicché la pièce altro non è se non la "diagnosi comica e disperata della struttura politica della realtà, mascherata di valori intoccabili che si autolegittimano grazie alla santità di una causa e si presentano come la guarigione di un male". Con un saggio di Carlo Ginzburg.
In Francia il romanico si è sviluppato con un incomparabile grado di coesione e grandiosità: per lo storico Henri Focillon, nella storia dell'arte europea esso rappresenta la prima compiuta definizione dell'Occidente. L'austera bellezza e la profonda armonia delle chiese romaniche seduce il nostro sguardo moderno forse ancor più di quelle gotiche. Tuttavia, questa predilezione non sempre è accompagnata da conoscenze che permettono di comprenderne appieno il significato. Concentrando il loro interesse sui timpani e sui portali, gli autori dimostrano che la decorazione scultorea non ha nulla di esoterico. Ha piuttosto un ruolo educativo, teologico e morale al contempo, da mettere anche in relazione con i rituali liturgici che si svolgevano sulla porta delle chiese. Le fotografie di Vincent Cunillère rendono possibile un incontro ravvicinato con queste bibbie di pietra che hanno saputo fondere l'immagine di Dio con quella dell'uomo. I dettagli più spettacolari si succedono: dal Giudizio Universale sui portali dell'imponente abbazia di Sainte-Foy di Conques e della cattedrale di Saint-Trophime di Arles ai capitelli istoriati della cattedrale di Autun, dalla conversione delle genti sul timpano della basilica di Sainte-Marie-Madeleine a Vézelay agli atlanti della chiesa di Saint-Pierre a Beaulieu-sur-Dordogne, e ancora le chiese intitolate anch'esse a san Pietro a Moissac e a Aulnay-de-Saintonge, l'abbazia di sant'Egidio a Saint-Gilles du Gard, la chiesa parrocchiale di Saint-Julien-de-Jonzy.
L'uomo, da quando è apparso sulla Terra, ha prodotto oggetti artistici. L'arte accompagna tutte le civiltà e ci fa vedere in forme differenti il mondo e la vita. Un oggetto di arte popolare può trasmettere un messaggio importante quanto un dipinto di Leonardo o di Picasso. Questa collana introduce tutti i ragazzi a opere d'arte di epoche e paesi lontani e arriva sino ai grandi artisti contemporanei. Allo stesso tempo ci abitua a comprendere che ogni cultura, ogni Paese, ogni artista ha un modo diverso di guardare alle cose e perciò le presenta sempre con nuove caratteristiche, forme e colori. L'arte è un tratto dell'umanità che la unisce: culture e sensibilità diverse mostrano la realtà in modi differenti, l'amore per l'arte promuove il rispetto della molteplicità delle società umane. Età di lettura: da 6 anni.
L'edizione di ventidue studi inediti, insieme alle quaranta gouaches bibliche, è l'occasione per meglio comprendere l'importanza della Bibbia nel lavoro di Marc Chagall. Gli studi e le gouaches, creati all'inizio degli anni Trenta, sono i due cicli pittorici all'origine di tutta l'opera grafica di Chagall sulla Bibbia, un impegno che si concluderà solo dopo la Seconda guerra mondiale con le edizioni di Tériade. Se è esplicita la funzione preparatoria nei confronti delle acqueforti, il volume ravvisa anche l'aspetto anticipatorio del monumentale progetto del Messaggio Biblico, che darà vita al Musée national Marc Chagall di Nizza. Nel 1930 e nel 1931, anni degli studi e delle gouaches, l'artista teme per il popolo ebraico in Russia e in Europa, ma anzitutto considera di trovarsi in un mondo "senza Profezia" e drammaticamente oscurato. Per Chagall la Bibbia è essenzialmente il testo dei Profeti, anche se la sua scelta iconografica verterà su Genesi ed Esodo. Il suo impegno di pittore, attraverso le Figure della Bibbia, intende riportare nel mondo quello sguardo di Profezia, di cui denuncia l'assenza. Questo lavoro nasce da incontri con gli autori e gli editori organizzati da Meret Meyer al Comité Marc Chagall di Parigi. Il volume posiziona studi e gouaches, opere di forte e autonoma rilevanza estetica, all'interno dell'itinerario artistico di Chagall e ne mette in luce l'impegno storico-politico, infine sviluppa una lettura iconografica che esplicita le fonti filosofiche e figurative dell'artista.
Concepito come una retrospettiva, questo volume presenta la raffinata ricerca artistica di Kenro Izu (Osaka, 1949) e il lungo lavoro che ha condotto per oltre trent'anni, come un instancabile pellegrino, nei più suggestivi siti sacri del mondo: dalle piramidi egiziane alle antiche pietre di Stonehenge, dal sito di Angkor Wat in Cambogia ai templi buddisti di India e Indonesia, dal deserto della Siria alle vette tibetane. Affascinato dalla sublime bellezza delle vestigia antiche, il fotografo giapponese individua nel recupero di stili e tecniche di stampa tipici della fotografia ottocentesca il mezzo più adatto per imprimere le atmosfere mistiche dei luoghi incontrati.
"Il tachimetro segna centoventi chilometri all'ora. Sterzo verso destra, ma il volante è di burro: in un attimo sono nella corsia di emergenza. Ho forse meno di un secondo per rendermi conto che da questo lato non c'è alcuna protezione. Abbastanza per pensare: 'Rischio di finire nel fosso e, se ci finisco dentro, non arriverò mai a Salerno'. Controsterzo a sinistra. Se vado a sbattere da questa parte, infatti, è meglio, perché ammaccherò la macchina contro il guardrail, ma almeno potrò continuare il viaggio. No ABS, no airbag, no cintura di sicurezza. La macchina sta rallentando: sono sicura di fermarmi non appena tocco la barriera. Chiudo gli occhi. Una randellata all'altezza del sopracciglio destro, lo schianto del cofano che si accartoccia, il fracasso del parabrezza che si frantuma. Tengo le mani fisse sul volante: sono magra, mi sento fisicamente in grado di sopportare le botte e assecondare ogni movimento dell'auto. Prendo un sacco di colpi in ogni parte del corpo, ma sono invincibile. Lo stridio continuo del metallo che ha agganciato la fiancata mi assorda. Non so quanto tempo duri. Il rumore del botto scema. L'auto adesso è ferma. Dio, sento caldo. Sento freddo. Sento zampilli di sangue scorrere sul mio viso, continui e regolari. Mi sembra di essere una doccia da cui esce acqua. La bocca è piena di detriti: 'Cazzo, i denti'. Passo la lingua sulle due arcate, ma per fortuna li ritrovo tutti al loro posto. Ho la bocca piena di vetri. No non sta succedendo a me. Io sto solo assistendo a una tragedia."
La moda è un fenomeno che caratterizza la vita contemporanea, tanto più in un paese come il nostro che del "made in Italy" ha fatto il suo biglietto da visita sul mercato internazionale. Ma il predominio italiano è un fatto relativamente recente all'interno di una storia della moda che viceversa inizia nel Medioevo comunale. È questa la storia qui ripercorsa con curiosità e leggerezza da una delle principali storiche della moda italiane. Dopo aver identificato a grandi linee le diverse epoche della moda, segnate volta a volta dall'influenza dell'Italia, poi della Spagna, infine e lungamente della Francia, l'autrice in una carrellata che arriva ai giorni nostri tocca gli aspetti costitutivi del fenomeno, dall'evoluzione del ruolo dei sarti al disciplinamento del lusso, dall'uso degli abiti per segnare appartenenze di luogo e status al succedersi del gusto per i colori, le righe, le fogge larghe o aderenti, i busti e le crinoline.

