La Parola di Dio ogni giorno 2022 giunge mentre il mondo - sebbene in maniera diversificata - è ancora segnato dalla tragedia della pandemia. È vero comunque che siamo tutti sulla stessa barca e tutti abbiamo bisogno di uscire da questa tragedia abbattutasi sull'intero pianeta. La Parola di Dio ogni giorno, che con l'edizione di quest'anno compie venti anni, durante i quali ha accompagnato i lettori nell'incontro con la Bibbia e con la preghiera, vuole essere un piccolo aiuto per portare nel cuore, ogni giorno, le «ingiurie di molti popoli». È l'umile ambizione de La Parola di Dio ogni giorno 2022: rendere coloro che si lasciano toccare dalla preghiera quotidiana un tempio spirituale piantato in ogni parte del mondo da cui sale ogni giorno ininterrottamente una preghiera universale di invocazione a Dio perché scenda e porti la sua salvezza a tutti.
Convinti che i Vangeli non hanno carattere storico, ma teologico, e che la loro narrazione non offre coordinate plausibili di tempo e di luogo, gli studiosi di Gesù presentano i diversi aspetti della sua personalità (profeta, maestro, messia) o i diversi temi della sua predicazione (il regno, la legge, il tempio), ma quasi sempre rinunciano a fornire una ricostruzione complessiva della sua vicenda. In tal modo, però, Gesù diventa un personaggio fuori dal tempo e la sua immagine unisce fatalmente con l'assumere un carattere ideologico, non storico. Convinto invece che dopo la "riscoperta" del Gesù ebreo lo studioso non possa esimersi dal collocarne la vicenda nel contesto storico, e che le nostre fonti, pur con tutti i loro limiti, forniscano tuttavia alcuni dati storici essenziali, Jossa delinea uno sviluppo coerente della sua vita e del suo pensiero, in cui gli aspetti della personalità e i temi della predicazione non soltanto si intrecciano strettamente ma si modificano anche progressivamente. Ne risulta un'immagine complessiva in grado di spiegare in maniera convincente l'azione, i contrasti e la morte del profeta ebreo di nome Gesù.
Un pratico sussidio che guida sul cammino dell'Avvento. Ogni giorno è proposto un percorso così strutturato: L'ascolto del Vangelo proprio del giorno; Una riflessione sugli spunti più importanti che ne emergono; Un pensiero del santo del giorno; Una breve preghiera; Il proposito personale della giornata: un piccolo gesto che aiuterà a mettere in atto la Parola del Vangelo ascoltata e meditata.
Nella vasta gamma delle riviste e dei giornali pubblicati da quella sorta di organizzazione di massa che è stata, fra il Secondo dopoguerra e il Concilio, la Gioventù italiana di Azione cattolica (Giac), spicca la testata "Gioventù", espressione della componente adulta dell'associazione (i Seniores). Negli anni Cinquanta e Sessanta, Giorgio Campanini, allora delegato nazionale Seniores, collabora con "Gioventù" nell'edizione rivolta ai "professionisti" (studenti universitari e giovani all'inizio del loro percorso professionale). Questa lunga collaborazione trova tra le pagine di "La gioventù cattolica" e la "svolta" conciliare la prima raccolta antologica di articoli, strutturata su una base prettamente tematica. Ciò che emerge da questi scritti è la componente di novità introdotta nel dibattito ecclesiale di quegli anni dalla Giac e il contributo dell'associazione alla preparazione del Concilio Vaticano II. Una esigenza, peraltro, già da tempo maturata dai giovani laici dell'Azione cattolica, che auspicavano un profondo e radicale rinnovamento della cultura e della stessa spiritualità del cattolicesimo italiano.
Una testimonianza di fede e comunità. Con ironia e sincerità don Giorgio Ronzoni racconta la sua esperienza attraverso il tremendo incidente d'auto, la paralisi quasi totale e il ritorno, nonostante tutto, alla sua parrocchia.
Un importante pezzo di storia ecclesiale "ambrosiana", tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, raccontato dalla viva voce di un protagonista. "Non si tratta di una storia organica dell'Azione Cattolica nell'arcidiocesi di Milano", precisa l'autore. "A me interessa ricordare le vicende e le persone che ho direttamente conosciuto, seguendo il filo del ricordo e solo di tanto in tanto appoggiandomi alle carte d'archivio. "Moltissimi sono i luoghi e i fatti citati, decine le persone ricordate in queste pagine: ma sono solo una parte di quelle realmente conosciute dallo storico Vecchio negli anni del suo impegno diretto nell'associazione ambrosiana: "sono tutti importanti, perché ci ricordano di quanta gente si sa servire il Signore e perché ci dicono che la storia che si studia (o che si dovrebbe studiare...) sui libri è fatta da una molteplicità di vicende, di passioni, di sofferenze, di gioie, di amicizie".
Nella storia della spiritualità cattolica si è, finora, parlato di una'"scuola spagnola" e di una "scuola francese». Il libro individua una "scuola italiana", tra Ottocento e Novecento, e ne ricostruisce la storia, che parte dalla figura di Antonio Rosmini, passa atttraverso la tradizione filippina di Alfonso Capecelatro e Giulio Bevilacqua, e culmina in Giovanni Battista Montini (Paolo VI). Aspetti caratterizzanti di tale "scuola" sono» da una parte, l'idea di una riforma della Chiesa dall'interno e, dall'altra, l'opposizione ad ogni religione politica.
I pensieri qui raccolti sono perle di saggezza evangelica e umana, attraverso le quali papa Luciani accompagna il lettore ogni giorno dell'anno. Vi è racchiuso il grande cuore di padre, di pastore e di «postino di Dio» del pontefice bellunese che tanto amò Dio e gli uomini. Queste pagine potrebbero anche essere chiamate, con una immagine a lui cara, «briciole di catechesi». Il linguaggio, decisamente semplice, recapita la buona novella della speranza, dell'amore, della fraternità e della pace dello spirito.
Un amplio e imaginativo repertorio de estratagemas terapéuticas que son el fruto de décadas de investigación e intervención. Una síntesis de rigor y creatividad.
«El verdadero misterio es lo que se ve y no lo invisible». Esta brillante afirmación de Oscar Wilde es perfectamente adecuada para describir el asombro de una persona corriente ante trastornos psíquicos y conductuales tan sorprendentes, extravagantes y contra natura como son hartarse, vomitar y autolesionarse con el objeto de aliviar el sufrimiento o buscar un estremecimiento de placer.
Según Nardone y Selekman, es posible demostrar que bulimia y autolesión, cada vez más extendidas entre jóvenes y adolescentes, no son categorías diagnósticas distintas sino dos caras de la misma moneda, y como tales han de ser tratadas. Los autores plantean la posibilidad de una intervención rápida y estratégica, de un modelo terapéutico construido a medida del paciente que permite dar un vuelco a la lógica perversa del trastorno. Según este enfoque tecnológico, son las soluciones más eficaces, elaboradas sobre el terreno, las que definen y describen la patología; en otras palabras, el conocimiento deriva del cambio concreto en la vida del paciente, y no de un cuadro teórico o estadístico que se supone infalible e inmutable.
Junto con la exposición de varios casos clínicos, la presente obra ofrece un amplio e imaginativo repertorio de estratagemas terapéuticas que son el fruto de décadas de investigación e intervención. Hartarse, vomitar, torturarse es una síntesis de rigor y creatividad que nunca es definitiva.
Giorgio Nardone nos introduce en una realidad aparentemente mágica, donde «el secreto es que no hay secreto», solo sutiles habilidades.
Este libro pretende explicar el arte de resolver problemas complicados mediante soluciones aparentemente simples. Este arte no contempla recurrir a verdades tranquilizadoras, esto es, conocimientos definitivos acerca de la realidad que nos rodea, sino que considera más bien el uso de estratagemas que violan el sentido común y la lógica racional.
En 1930, a orillas del Danubio ocurrió un hecho del que los diarios de la época dieron destacada información. Un joven con intenciones suicidas se arrojó desde un puente; a los gritos de los testigos acudió un gendarme, quien, en vez de lanzarse al agua, apuntó con su fusil al joven y gritó: «¡Sal de ahí o disparo!» El hombre obedeció y salió del agua. El gendarme acababa de realizar espontáneamente un acto paradójico que funcionó a la perfección como estratagema de «apagar el fuego añadiendo leña».
La historia de la humanidad está llena de estas estratagemas capaces de invertir rápidamente el desenlace de una situación: basta pensar en Ulises y su caballo de Troya, que representa la esencia heroica de la inteligencia estratégica.