Cosa sta accadendo nella scuola? La preoccupazione dei docenti riguardo ai comportamenti degli alunni è congruente o eccessiva? Come uscire dalla solitudine che rischia di bloccare scelte e decisioni? A queste e altre domande il testo tenta di rispondere
Negli ultimi dieci anni, la digital literacy è emersa come questione educativa cruciale per lo sviluppo della società della conoscenza. Ma che cosa si intende con questa espressione? E il fenomeno che rappresenta come si distingue dalle tipologie di alfabetizzazione che hanno segnato il passato più o meno recente? E come si è evoluto nel tempo? Il volume indaga la natura dei problemi aperti in ambito educativo dalla digitai literacy, intesa sia come multialfabetizzazione di base per la partecipazione a una cittadinanza consapevole e attiva (e-inclusion) sia come una vera e propria nuova forma mentis del XXI secolo, riscontrabile soprattutto nelle nuove generazioni, che opera come agente di trasformazione cognitiva all'interno dello scenario mediologico attuale, dal web 2.0 al web semantico.
Il libro contiene tutte le spiegazioni sul sonno e sui sogni dei bambini. Grande spazio è dedicato alle strategie per una buona notte con utili consigli per tutti i genitori su come indurre il sonno in modo corretto, come sistemare la cameretta al meglio e quali comportamenti adottare per favorire sempre un buon riposo. Vengono inoltre affrontati i vari disturbi del sonno, come incubi e sonnambulismo. La seconda parte del libro invece contiene un vero e proprio dizionario dei sogni dei bambini, ne spiega i significati e fornisce utili suggerimenti per vincere paure e angosce. Le schede contengono 40 storie della buonanotte da leggere sera dopo sera insieme al proprio bambino.
Paul Ricœur costituisce una delle fonti più rigogliose del nostro tempo, sia per l’implicita ricchezza di prerequisiti per una teoria-teoresi pedagogica sia per la ricchezza di argomentazioni indispensabili, a chi intende, non solo conoscere ed entrare nell’integrazione dei saperi in prospettiva di educazione dell’uomo, ma desidera altresì avvertire l’importanza della competenza e dell’abilità: la pedagogia è anche arte dell’educazione. La lettura del libro mi ha reso più pensoso soprattutto dopo avere riflettuto sulla «fallibilità» umana, definita dall’Autore «enigma sconcertante», specie in un tempo come il nostro, esuberante di narcisismo, individualismo ed enfasi efficientistica. Il volume potrà essere di grande utilità agli educatori dei vari contesti, così come agli insegnanti e a chi, avvertendo l’emergenza e la confusione che vanno diffondendosi intorno al che cosa è educazione, per qual fine educare e con quali strumenti, intende riprenderne la revisione personale del modo stesso di intendere la riflessione per disporre nel tempo di qualche vero ed efficace punto fermo. (Dalla Prefazione di Giuseppe Vico)
Vincenzo Salerno (Pordenone, 1972), salesiano sacerdote, è vicedirettore della Comunità per Minori multiproblematici «La Viarte», dove vive e svolge la sua attività di educatore e di incaricato delle attività pastorali giovanili e di prevenzione sul territorio. È laureato in Filosofia, in Teologia e in Pedagogia sociale ed è dottorando a Losanna. È Direttore del corso di laurea in Scienze della educazione - Educatore Sociale presso lo IUSVE, sede aggregata dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. Tra le sue pubblicazioni: L’autorità in educazione (con L. Benvenuti - C. Vecchiet, Roma 2009), Educazione formato famiglia (con L. Benvenuti - C. Vecchiet, Roma 2010), Lasciarsi riconciliare e il dramma della vita giusta (Roma 2010).
Dalla famiglia alla scuola, fino alle importanti istituzioni della parrocchia e dell'oratorio, i modelli educativi sono coinvolti oggi in un turbinio di importanti trasformazioni. Il cinema, medium dalla forza mitopoietica, si è rivelato negli anni testimone e interprete del nostro tempo, evidenziandone l'emergenza educativa e tratteggiando un quadro preciso del passaggio dall'età del gioco a quella dell'innocenza perduta. Molti sono gli insegnanti ad essere ritratti sul grande schermo, nei loro tentativi - a volte eroici oppure frustrati e imprigionati nella rigidità dello schematismo del sistema scolastico - di avvicinarsi ai giovani. Numerosi studenti, colti nel pieno del loro percorso di crescita, sono stati fotografati nella loro lotta ribelle di sottrazione alla massificazione. Il testo offre un'ampia panoramica di un cinema che, in una terra deserta di sentimenti e di relazioni, ci consente di continuare a guardare il futuro con un atteggiamento di ottimismo.
Non è per niente facile parlare in pubblico; eppure è qualcosa che ci viene continuamente richiesto, anche se talvolta non ce ne accorgiamo: la capacità di esprimersi con chiarezza e convinzione è determinante nella vita professionale come in molti altri ambiti.
Questo libro insegna un’arte antichissima e spesso dimenticata, che gli antichi chiamavano retorica; un’arte che insegna ancora oggi a:
vincere l’imbarazzo dare vita alle proprie parole trovare le parole giuste costruire un’argomentazione convincente evitare gli errori... ... e soprattutto a farci ascoltare
Destinatari
Ampio pubblico, adatto anche per le piccole occasioni in cui si è chiamati ad esprimersi in pubblico.
Autore
Gilbert Collard è un avvocato e un brillante oratore, con una solida formazione da retore. Nei suoi volumi svela il know-how necessario per affascinare e convincere le platee.
Punti forti
Un manuale utile in tutte le occasioni della vita quotidiana, da consigliare anche ai parroci e a chi conduce attività a contatto con il pubblico.
"Nessuno dice 'ti voglio bene' come lo dice un bambino. Nessun 'grande', come li chiamano loro: di sicuro. Un bambino è diverso, è un'altra cosa. Un bambino ti vuol bene, e basta. Un bambino non ti chiede niente in cambio". Parte da qui il racconto di Giuliano Corà, maestro elementare per missione e non per lavoro, perché "nessuno, per lavoro, potrebbe sopportare tutti i giorni la presenza di venti o venticinque affanni urlanti che ti tormentano continuamente coi bisogni più assurdi". In diciotto storie ricche di humour, tenerezza e speranza, l'autore ci coinvolge nella sua lunga esperienza sul campo con i bambini e ci offre uno spaccato della società italiana di ieri e di oggi osservata dal punto di vista privilegiato della scuola, dove il passato, dei genitori e degli insegnanti, e il futuro, dei bambini, si incontrano, e qualche volta si scontrano. Un maestro innamorato del lavoro più bello del mondo, che sa farsi piccolo per "innalzarsi al livello dei bambini", racconta gli aspetti positivi e migliori della scuola italiana al tempo della crisi e della globalizzazione.
La stretta connessione tra orientamento e formazione apre una riflessione sulla figura professionale del formatore in quanto orientatore. Il volume fonda le pratiche di orientamento sulla metafora della narrazione e, quindi, su una sottesa e continua ricerca di senso che ciascun processo formativo porta con sé, riconoscendo, nel processo di costruzione della conoscenza, l'istanza identitaria di quelli che vi partecipano. Questo libro è il risultato di un'attività di formazione - vero e proprio "laboratorio riflessivo" sulle pratiche di orientamento - rivolta a un gruppo di docenti delle scuole medie inferiori e superiori campane, configuratasi come autentica ricerca partecipativa e collaborativa riferita alle pratiche di orientamento.
Gli Autori considerano la Pedagogia come una scienza pratico-progettuale, cioè una “scienza” direttamente riferita alla pratica, all’azione educativa; non prescrittiva, nel senso di indicare in maniera determinante quali modalità di intervento si devono assumere per raggiungere i risultati desiderati, bensì orientativa, al fine di dare senso e sostegno operativo all’azione educativa. Una scienza relativamente autonoma, in quanto essa tende a valorizzare tutto ciò che le varie scienze dell’educazione possono offrire al fine di comprendere più in profondità le differenti situazioni educative e poter intervenire in esse con incisività e validità.
L’aggettivo che la qualifica come scienza «pratico-progettuale» indica non solo che l’oggetto di studio è la pratica educativa, ma anche che i risultati che si ottengono non hanno valenza solo descrittiva, rappresentativa, esplicativa, bensì anche di guida all’elaborazione di progetti di intervento, di sostegno alla operatività dell’educatore, e di verifica della loro qualità. Di qui la necessità di un’analisi attenta dell’azione umana, e di quella pedagogica in particolare, da un molteplice punto di vista, in particolare filosofico e psicologico. Il processo decisionale che ne deriva conduce alla progettazione di uno schema d’azione, che comprende obiettivi, itinerari, contesti umani e relazionali, che risultino più coerenti e più chiaramente contestualizzati e finalizzati. La pratica educativa che ne segue può essere riletta in tale quadro come una conversazione che si protrae nel tempo e un dialogo interpersonale tra due interlocutori che si incontrano nel loro reciproco impegno; conversazione e dialogo che caratterizzano gli anni del passaggio alla vita adulta.
Gli adulti sanno bene come la narrazione rappresenti la metodologia privilegiata per favorire nei bambini la comprensione della realtà della vita, nella sua durezza ma anche nella sua bellezza e nel suo fascino. A partire da questa premessa, nella prima parte del libro l'autore si sofferma sui cosiddetti racconti archetipici, cioè i miti, le fiabe, le saghe e le leggende, mostrando il contributo che la psicologia del profondo ha dato alla comprensione di questo genere di racconti e fornendo alcune regole per la loro interpretazione. Nella seconda parte vengono offerte esemplificazioni di lettura di miti, fiabe, leggende e di testi appartenenti alla tradizione religiosa, con l'obiettivo specifico di individuare qualche spunto concreto per l'attività didattica.
Tra cittadini e politica la frattura sembra divaricarsi. Questo produce una doppia dinamica. Da una parte la disaffezione verso la politica. Dall'altra la chiusura della politica nell'esercizio del potere. Quando questa frattura si accentua oltre misura, la vulnerabilità della democrazia rende fragili anche i suoi pilastri costituzionali. Questo libro esplora il nesso tra cittadinanza democratica, processi educativi e difesa nonviolenta. La nonviolenza come categoria fondamentale della res publica, come insieme di coordinate che definisce e rilancia il concetto di cittadinanza attiva, perché mette al centro il conflitto, e le modalità costruttive e creative della sua gestione. Negli ultimi dieci anni, le esperienze di campagne nonviolente non sono riuscite a passare da una fase di attivismo "a ondate" alla costruzione di un.infrastruttura flessibile e robusta per promuovere nel nostro paese una cultura di pace e trasformazione nonviolenta dei conflitti. Ogni volta che rilevanti porzioni della società civile italiana si sono mobilitate, scese in piazza o agito strumenti della democrazia diretta, si sono scontrate con il blocco politico-economico-mediatico che governa il paese, ritrovandosi disperse e prive di voce. Il lavoro dell'autore suggerisce un percorso di lunga lena: il lavoro di educazione alla politica, gli strumenti del training nonviolento, l'orizzonte di un programma costruttivo di ampio respiro e l'intelligenza degli obiettivi concreti. Queste pagine offrono un arricchimento per tutti coloro che lottano per un mondo meno violento.