La Lettera di Giacomo, ancora troppo poco conosciuta, è incentrata su un monito vigoroso: se la tua fede si sottrae al compito di salvare questo mondo, si dimostra una fede vuota, disattivata, morta. Collin ci fornisce qui un commentario particolarmente personale e incisivo a quella breve epistola del Nuovo Testamento dal tono vivace e impegnato. L'apprezzato teologo domenicano mostra come, per Giacomo, la fede sia una sorta di leva "fuori dal mondo" che, come il punto d'appoggio chiesto da Archimede, è capace di sollevare il mondo e di smuovere la sua pretesa autosufficienza. Questa è l'attualità stupefacente della Lettera di Giacomo: ci ricorda l'urgenza di destinare la fede a questo mondo - che pure ha dei tratti intollerabili - ma al fine di viverci come in un mondo a venire. Un mondo che ha senso soltanto quando rende l'essere umano sovranamente libero e lo mette al riparo da qualsiasi alienazione.
La mente gioca un ruolo fondamentale e diventa decisiva nel determinare la nostra felicità. La mente mente, e genera ansia, confusione, disordine. Sentimenti di giudizio e di invidia, sensi di colpa e dipendenze. Peccato, problemi generazionali, predisposizioni medianiche. Insoddisfazione, ribellione alla sofferenza, problemi di relazione, inadeguatezza sulle nostre fragilità e difficoltà. L'autore coniuga principi basici di psicologia applicativa a un'ampia scelta di citazioni bibliche e a riflessioni spirituali, aiutando il Lettore a rileggere i propri atteggiamenti mentali, emotivi e comportamentali alla luce della parola di Dio. Nel contesto della riflessione sul nuovo umanesimo cristiano, questo testo aiuta a vivere la fede in Cristo non come una delle tante forme di spiritualismo disincarnato, ma come cammino di imitazione di Gesù, vero Uomo e vero Dio, per ritrovare equilibrio e serenità.
Ci sono alcune parole chiave che possono aiutarci a leggere un mondo interconnesso, toccando argomenti e macro fenomeni (economia, lavoro, economia, giovani, comunità, periferia, Europa, cura, libertà, profezia, uguaglianza...) caratteristici di una fase storica che si spera di definire "della post pandemia". Questo "tempo nuovo" chiamerà sempre più in causa responsabilità individuali e collettive, forte senso delle relazioni umane, volontà di abbracciare stili di vita rinnovati, dando valore alla cittadinanza attiva. Atteggiamenti che contrastano con almeno due grandi mali della nostra epoca: l'individualismo e l'assertività. Oggi appaiono più che mai necessari incoraggianti percorsi di speranza, formando le coscienze alla responsabilità per la "casa comune". Le parole qui affrontate attingono al Concilio Vaticano II e al magistero di papa Francesco, dalla Evangelii Gaudium, alla Fratelli tutti, passando per la Laudato sì', perché possano innervare la pastorale ordinaria della Chiesa e alimentare un confronto aperto e proficuo tra comunità cristiana e società civile. Un libro ricco di spunti e provocazioni, pensato in occasione della celebrazione a Taranto della 49esima Settimana Sociale sul tema «Il Pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro. #Tuttoèconnesso».
Una raccolta di versi che, nella loro semplicità e immediatezza, toccano l'animo del lettore, stimolano la riflessione su piccoli e grandi temi quotidiani e invitano a osservare con occhi nuovi la bellezza e il mistero del creato.
Spulciando tra i libretti del sacerdote salesiano don Giuseppe Tomaselli, attraverso una prosa semplice e lineare, l'autrice affronta un argomento che l'uomo porta con sé da sempre: "Perché esiste il dolore? In che modo il nostro 'Io' può rapportarsi con gli eventi dolorosi della vita, traendo il bene dal male?". La risposta logica e razionale, ma ricca di Fede, viene essenzialmente da Cristo Gesù, Figlio di Dio fattosi uomo, che dopo aver istruito con la sua dottrina gli Apostoli e le folle radunate intorno a sé, mostrando tutto il suo Amore, la sua Bontà e Potenza attraverso miracoli e guarigioni, ha redento l'Umanità con il suo sommo Sacrificio sulla Croce, che ciascuno, nella propria misura, potrà prendere ad esempio e modello, per ambire al Regno dei Cieli. Il testo si arricchisce di alcuni messaggi di padre Pio e brani del sacerdote napoletano don Dolindo Ruotolo e fa inoltre riferimento a episodi dell'Antico Testamento per comprovare come la Volontà di Dio, improntata ad Amore, Provvidenza e Giustizia somma, sia sovrana sempre: ieri, oggi e domani.
Dal piccolo paesino calabrese alla Svizzera, la storia di Andrea è una straordinaria testimonianza di fede e resilienza. Andrea ha sempre vissuto con dedizione, fede e amore per la famiglia. La sua intelligenza straordinaria e natura altruista lo hanno reso un faro per molti. La lotta contro una malattia devastante ha rafforzato la sua fede, portandolo a un miracolo di guarigione e a un pellegrinaggio di speranza. Le sue esperienze e i segni spirituali che hanno accompagnato la sua vita sono un'eterna ispirazione. Un racconto di speranza, fede incrollabile e amore che continua a brillare oltre la vita terrena. Attraverso le lotte contro malattie rare e momenti di miracolosa guarigione, questa narrazione rivela la forza dell'amore, della fede e della speranza. Per tutti quelli che leggeranno questa testimonianza, in particolare a tutti quelli che soffrono, affinché trovino conforto nella fede e nei segni d'amore che ci circondano.
Un giovane prete della provincia di Catanzaro ha iniziato durante il lockdown a trasmettere su Youtube e Instagram le sue messe e alcune preghiere e riflessioni, per accompagnare i fedeli durante un periodo buio. Con una rapidità impressionante don Francesco Cristofaro ha costruito attorno a sé una comunità di fedeli ispirati dal suo modo limpido di parlare di temi religiosi e di raccontare le storie esemplari di molte persone che non hanno voce. In questo libro don Francesco traccia un percorso per aiutarci a comprendere la ricchezza che la speranza è in grado di portare nelle nostre vite e come cercare di alimentarla e nutrirla coltivando la preghiera e la gratitudine, e scegliendo il sorriso e l'amore come fiaccole sulla strada. Accanto alle vicende celebri e illuminanti dei santi Padre Pio, Giuseppina Bakhita, Gabriele dell'Addolorata e del beato Carlo Acutis scopriamo così alcune storie di persone comuni mai raccontate prima: le vite coraggiose, drammatiche e piene di speranza della piccola Silvia Tassone, di Angela Trevisan, di Maria Assunta Frustagli, e di Giuseppe Armeli Moccia sono grandi esempi di resilienza e fede, capaci di portare nei nostri cuori gioia autentica per la vita e di accendere quella scintilla della speranza che stiamo cercando. Un viaggio nel potere della preghiera, della gratitudine, del sorriso e dell'amore.
L'amore di Dio, l'amore in famiglia, l'amore per la comunità e al mondo: sono i tre pilastri di una "piccola regola" di vita e preghiera familiare che la Fraternità san Carlo ha messo insieme per offrirla a tutte le famiglie che in questi tempi di incertezza si domandano come vivere la loro appartenenza alla Chiesa, come esprime la gioia della fede e come trasmetterla ai figli, come declinare le proprie giornate, tra lavoro e cura dei figli, con uno sguardo di senso e di sequela di Cristo. Queste pagine presentano proprio la "piccola regola", fatta di consigli e piste di riflessione da utilizzare in famiglia, nel proprio quotidiano. Niente di difficile: si tratta di dar spazio a un saluto, uno scambio con Dio attraverso la preghiera nel corso della giornata, e poi di fare del proprio agire in famiglia una testimonianza di rispetto verso l'altro; di lode costante alla bellezza della vita, di attenzione all'educazione dei piccoli. Infine, la regola propone alcune possibilità di servizio, attenzione, cura anche all'interno della propria comunità, nel proprio lavoro quotidiano, nell'apertura della casa all'insegna della fraternità e della solidarietà, quando non addirittura di cammino missionario.
«Nel panorama della storia umana poche figure risplendono con la stessa intensità di san Francesco d'Assisi. Non è un personaggio relegabile nei secoli passati, ma una presenza vibrante che parla ancora e direttamente agli uomini e alle aspirazioni del nostro tempo». Cosa può dirci un uomo del 1200 come san Francesco rispetto alle sfide che siamo chiamati ad affrontare nel nostro tempo, nel nostro mondo in continuo mutamento? Cosa rende unico il «santo poverello», e perché è considerato ancora oggi una delle figure più importanti non solo della Chiesa, ma della storia dell'umanità? Sono solo alcune delle questioni su cui indaga l'arcivescovo di Torino Roberto Repole in questo libro, illuminante e innovativo perché lontano dall'essere l'ennesima biografia o una mera raccolta di aneddoti sulla vita del santo di Assisi. Il suo voto di povertà, l'amore per ogni creatura, la sua arte poetica sono fatti ormai noti: l'obiettivo dell'autore è invece quello di mostrare un lato inedito di Francesco, il vero motivo per cui, a distanza di otto secoli, il suo nome e il suo ricordo continuano a risuonare nell'immaginario comune, ad affascinare, ispirare e orientare l'uomo di oggi in un'epoca di profondo cambiamento o, come dice papa Francesco che dal santo ha preso il nome, in un radicale cambiamento d'epoca. Scopriamo così che san Francesco ha saputo come pochi altri adeguarsi alle trasformazioni del proprio tempo, incarnando un modello sorprendente di adattamento e resilienza; il suo messaggio, tramandato di generazione in generazione, può accompagnarci oggi verso le prove che ci attendono, insegnandoci a camminare in equilibrio sul filo sottile che separa saggezza tradizionale e nuove idee, tra l'importanza di preservare il passato e la necessità di guardare con fiducia e speranza verso il futuro.
Come sarà il cristianesimo del futuro? Armando Matteo prova a tracciarne i contorni alla luce del magistero di papa Francesco. "L'opzione Francesco" avanzata dall'autore è la proposta di un cristianesimo che coltiva prassi e sogni di fraternità; un cristianesimo che sa abitare le periferie e sa fare comunione con chi quelle periferie le abita; un cristianesimo che non chiude gli occhi e non frena la propria lingua di fronte a un sistema economico e sociale che ci prende l'anima oltre che i soldi, producendo e tollerando povertà e disumanità con impensabile leggerezza; un cristianesimo infine che sa ogni giorno ritornare allo sguardo misericordioso del Cristo e che quello sguardo non si stanca mai di portare al mondo intero. "L'opzione Francesco", tuttavia, non è un'operazione semplice e indolore. Lasciare "il si è sempre fatto così" per una nuova immaginazione del cristianesimo futuro richiede, infatti, ai credenti e ai loro pastori audacia, coraggio, pazienza e soprattutto tantissimo amore per il Vangelo e per l'umanità. Intanto, però, la strada è tracciata.
Nelle società che finalizzano l'economia alla crescita della produzione di merci il consumismo non è un vizio privato, ma una pubblica virtù, perché se la domanda non crescesse di pari passo con l'offerta occorrerebbe ridurre la produzione e l'occupazione, innescando una crisi che si aggraverebbe progressivamente. In queste società l'atto di acquistare travalica la sua funzione utilitaristica e diventa un valore in sé. Non importa cosa si compra. Importa che si compri. Secondo uno slogan pubblicitario, non a caso in inglese, "Shopping is life". Ma gli acquisti possono soddisfare solo le esigenze materiali della sopravvivenza, non possono dare un senso alla vita. Nel 1968, in un discorso pubblico, Robert Kennedy affermò che «il Pil misura tutto, ma non ciò che rende la vita degna di essere vissuta». Solo la spiritualità, che è una dimensione costitutiva degli esseri umani (e non va confusa con la fede in qualcosa che non è dimostrabile razionalmente), consente di appagare le esigenze esistenziali più profonde e di vivere come una conquista la riduzione della dipendenza dal consumismo compulsivo, che è la causa principale della crisi ecologica. Valorizzare la spiritualità significa oggi promuovere una forma di disobbedienza civile.
La fede cristiana non conosce soltanto, nella preghiera, le forme della gioia e dell'elevazione spirituale. Conosce anche le forme dell'angoscia o dell'oppressione, il dolore del grido disperato, gli accenti della richiesta che viene dal profondo. In questo libro Johann Baptist Metz spiega con parole lucide un tratto irrinunciabile della preghiera cristiana: la «sensibilità al tempo e al dolore». Descrive una preghiera che è luogo dove abitare la memoria e riscoprire la concretezza del credere, uno spazio in cui le istanze di libertà, pace, giustizia, riconciliazione diventano una critica potente verso una fede forse troppo astratta. La preghiera così come raccontata da Metz tiene insieme professione di fede ed esperienza di vita. Evitando stucchevoli frasi fatte, così, il pregare si carica di una tensione e di una drammaticità che non possono lasciarci indifferenti. Il pregare ci rende responsabili proprio perché ci invita non a chiudere, ma ad aprire gli occhi sulle nostre sorelle e i nostri fratelli. Pagine in cui la preghiera perde un'aura ingenua, incantata e sognante, facendosi invece concreta e persino ruvida.